Sparite le firme

Pisa, 11 marzo 2001 - ore 15:00

34 giorni, 13 ore e 30 minuti: tanto è durata l'avventura della Campabene, dal lancio del sito al momento in cui nel posto in cui erano state nascoste le firme non le abbiamo più trovate...

Andiamo con ordine: memore della sventura occorsa alle scorse provinciali (quando il giorno prima della consegna delle candidature sparirono una parte delle firme raccolte da un partito), Gianluca Campanella non ha mai voluto custodire le sottoscrizioni a casa sua od in luoghi riconducibili ai suoi collaboratori; pertanto ogni settimana la busta via via più consistente che conteneva le firme raccolte sino a quel momento cambiava di posto: nascondigli sicuri, testati in passato, che avevano in comune il fatto di trovarsi in luoghi ad accesso pubblico, ma filtrato da una portineria. L'ultimo è stato il contatore dell'acqua di un pensionato universitario di Pisa, protetto da uno sportello e da secoli di polvere, dietro il quale era stata poggiata la busta dal lato bianco, mentre il lato verso il muro recava -per estrema cautela- la scritta "PER CORTESIA, LASCIARE IN PORTINERIA". Esso è stato inaugurato venerdì scorso ad ora di pranzo, al riparo da sguardi indiscreti.

Oggi, invece, la scoperta dell'ammanco. Mosse immediatamente effettuate:

Il danno è quantificabile all'incirca (oggi ci sarebbe stato il conto preciso) di circa 1700 firme tra uninominali e proporzionali, una settantina di moduli in tutto.

Le ipotesi possibili sono varie:

  1. qualcuno le ha trovate e non sa come restituirle (improbabile, dato il messaggio sul retro);
  2. qualcuno le ha trovate e per ora intende tenerle (probabile, a scopo di scherzo o simili);
  3. qualcuno le ha cercate (possibile; ma non voglio pensare che sia vero).

I commenti a caldo? Premesso che spero che il tutto si risolva in una risata (anche se con il passare delle ore questo scenario si allontana) bisogna prepararsi al dopo. E nel dopo ci sono solo due opzioni: ricominciare da zero in silenzio (inapplicabile in partenza, questa pagina costituisce già una violazione del silenzio) oppure chiudere con la candidatura.
Quest'ultima non significa chiudere con la politica e con gli obiettivi prefissi: significa smuovere le acque il più possibile per portare avanti la nostra testimonianza (e non essere accusati, senza candidatura, di strumentalizzare la vicenda firme).

Il nostro obiettivo è e rimane mostrare che si può fare politica in modo nuovo, economico (35380 lire spese sino ad oggi) e vicino alla gente. Continueremo su questa strada e l'annunciato corso di educazione sessuale mi sembra la risposta più concreta alle tante promesse che si sentono sbandierare.

In conclusione, al rammarico di aver ricevuto il rifiuto di quelli che volevamo aiutare e di aver registrato un tentativo (non riuscito) di essere usati dagli altri, non possiamo non affiancare la mesta soddisfazione di aver fatto paura: questo significa che il futuro della politica sarà in mano ai giovani che hanno voglia di fare e di dare; basta solo un minimo di macro-organizzazione (la micro nel nostro caso era già abbastanza sviluppata).
Chi ha creduto in noi -e per questo lo ringraziamo- non rimarrà deluso!