Compagnia dei Cangurotti
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Kings Canyon - Yulara (308 km) Sveglia di mattina (o è notte?!?) ad un orario disumano, ma fa già piuttosto caldo. Ci prepariamo all’escursione nel Kings Canyon cospargendoci di creme e caricandoci di ettolitri di acqua; non si scherza con il cuore rosso dell’Australia… Lasciamo gli amati camper alla partenza della camminata e comincia la lenta e affannosa salita… qualche nuvola in cielo rende fortunatamente il clima sopportabile, ma inspiegabilmente Cecco è una tomba, non parla con nessuno… avrà le sue cose? Raggiunta la cima dell’altopiano entriamo nel canyon vero e proprio: Mailpaga e Roby hanno già visto il Grand Canyon negli States, e forse questo non li impressiona più di tanto, ma tutti gli altri ne sono affascinati. Nel silenzio più assoluto si stagliano davanti agli occhi dei nostri eroi crepacci a picco con pareti levigate dal vento che sembrano muri di burro tagliati con un coltello incandescente, costellati qua e là da piccole oasi di vegetazione tropicale. Church e Roby, tra lo sgomento dei vertiginosi, non rinunciano al rischio di una fotografia a penzoloni nel baratro…vedendoli incredibilmente anche il Poby si sforza e si avvicina allo strapiombo...peccato che nella foto non si possa vedere lo scatto che ha fatto per allontanarsi subito dopo la foto ;-) Tra uno scatto e l’altro, con Cecco a fare da comparsa che continua nel suo odierno e inspiegabile mutismo, giungiamo sul fondo del canyon, dove appare una pozza di acqua gelida e zanzarosa, denominata Garden of Eden in cui i turisti più ardimentosi fanno addirittura il bagno! Il percorso continua nel suo continuo saliscendi nella roccia rossa e dura e i nostri affascinanti eroi fanno anche in tempo ad avvistare due cangurotti che gli tagliano la strada. Alla fine del giro alcuni si riposano e altri si allontanano per una mezz'oretta per fare una capatina all'altro lato del fondo del canyon, nel breve percorso ci imbattiamo in un caratteristico animaletto...
Il tour finisce, ma non certo le avventure di giornata… anche oggi ci aspetta un tappone di quelli sostanziosi, con il trasferimento a Yulara, piccolo villaggio vicino alla meta forse più desiderata di tutto il viaggio… il simbolo dell’Australia… Ayers Rock.
Ripresa dunque la Lasseter Highway, si punta ancora verso ovest e, dopo un pranzo veloce nella solita oasi comprensiva di pompa di benzina e localino con vecchietto scorbutico, comincia la lunga gara dell’avvistamento della mitica, e mistica, montagnola.
Quando mancano ancora svariati chilometri all’obiettivo si scorge qualcosa nella sua direzione, un monte che si staglia nella brughiera… l’entusiasmo è a mille, la prima foto è d’obbligo… Church imbraccia la telecamera… ma Cecco che fino ad allora è rimasto in religioso silenzio (a parte uscite oxfordiane del tipo “Voglio scopare…”) è assai dubbioso e comincia a passare nel suo elaboratore le informazioni su Ayers Rock… in effetti è troppo presto vederlo adesso, siamo ancora a più di cento chilometri di distanza, la roccia ha un colore differente, questa qui è piatta mentre Ayers Rock è tondeggiante, insomma non può essere lui… e davanti agli ormai invasati compagni riacquista la parola per spegnere gli entusiasmi: “Raga, questo è il Monte Conner!”. Lo diceva anche un cartello, però nessuno ci credeva… Ma ormai la gara è lanciata: i cagaminchia, comodamente sempre dietro, superano i compagni per essere i primi ad avvistare Uluru, ed ecco che in un tratto collinare il Poby - alla guida – lancia un urlo: “Eccolo, è lui!”. Stavolta non ci sono errori. Signore e signori, Ladies and gentlemen… AYERS ROCK!!! Ci avviciniamo sempre più…Uluru diventa sempre più grande... Arriviamo a Yulara, piccolo centro nel deserto, appositamente costruito per favorire il turismo verso Uluru, con alberghi extra lusso, un centro commerciale e due campeggi (semideserti). Ci sistemiamo alla svelta, e, prima di tuffarci in piscina, corriamo su una collinetta da cui si ha una buona vista del monolite… fantastico... Migliore vista si ha dal Sunset Point nel Parco Nazionale e giust’appunto, dato che il tramonto si sta avvicinando, i nostri eroi (o deficienti, dipende dai punti di vista) vi si dirigono. Posteggiamo in un punto tattico per osservare il tramonto su Ayers Rock,siamo tra i primi abbastanza in anticipo; mentre piano piano la zona si anima di turisti, in una passeggiata ci imbattiamo in uno strano tipo che vaneggia sulle visioni di dèi ed animali nel profilo del monolite. Il fantomatico Big Lion da lui descritto turba ancora i sonni di molti di noi… L’attesa è lunga e ne approfittiamo per fare decinaia e decinaia di fotografie (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7), il momento è mistico, fors’anche catartico… Siamo nel cuore del continente australe, sul finir dell’anno, ad osservare uno spettacolare tramonto in uno dei luoghi più affascinanti del mondo…un’emozione il cui ricordo non ci abbandonerà mai più. Assistiamo a tutto il tramonto fino a quando il sole scompare del tutto La serata non può che essere nel centro del villaggio, tra una pizza e gli immancabili negozi di souvenirs… ma ci starà nelle valigie tutto quello che stiamo comprando???
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