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Note storiche sull’attività estrattiva nei dintorni di Oltre il Colle

Il distretto minerario di Gorno (ormai non più sfruttato) comprende i giacimenti della val del Riso e quelli della val Parina, in un fascia che congiunge da Est a Ovest le Valli Brembana e Seriana.

I principali minerali presenti sono: calamina (zinco), blenda (zinco-zolfo), galena (piombo-argento) e, nella zona di Dossena, fluorite e barite.


Pirite


Fluorite

 

Lo zinco è stato la materia prima di gran lunga più importante, soprattutto da quando fu perfezionato il procedimento di zincatura in funzione protettiva contro l’ossidazione del ferro e dell’acciaio.

Sembra certo che già nell’antichità l’attività mineraria fosse esercitata stabilmente, ma si ritiene che la calamina fosse considerato una specie di additivo da aggiungere al rame per ricavare ottone, usato principalmente per fabbricare stoviglie.

Solo tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento i progressi tecnici permisero di impiegare massicciamente i minerali depositati nel sottosuolo di tutto il settore, inoltre si incrementò a dismisura l’efficienza delle tecnologie a disposizione per l’estrazione ed il trasporto del materiale ottenuto.

Dalle antiche tecniche di foratura a mano con mazza e fioretto si arrivò ai perforatori pneumatici, i primordiali sistemi di demolizione della roccia tramite sbalzi di temperatura (riscaldamento con fuoco e immediato raffreddamento con acqua) furono sostituiti dalla polvere pirica prima e dalla dinamite poi. Il minerale estratto, un tempo trasportato a spalle da ragazzi e donne, cominciò a viaggiare su vagoncini trainati prima da animali e, infine, da potenti motori elettrici. Anche i trasporti all’esterno vannero affidati a moderni sistemi di teleferiche.

Tutto ciò cambiò radicalmente l’intera economia delle popolazioni locali e le loro abitudini.

La nuova fonte di reddito era però molto condizionata dalle brusche variazioni del prezzo dello zinco e degli altri prodotti minerari, anche l’esaurimento di vene già sfruttate ed il ritrovamento di nuove vene più o meno ricche provocavano improvvisi alti e bassi nei livelli occupazionali. Dopo circa un secolo di questa epopea fu decisa, all’inizio degli anni ‘80, la chiusura definitiva di tutti gli impianti di estrazione perché ritenuti poco redditizi.

 

 

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Aggiornato il: 01 aprile 2002