La struttura edilizia

La prima fase dell'edificazione fu progettata dall'ingegner Cesare Valle, assieme all'architetto Ignazio Guidi, la progettazione era stata affidata senza concorso, pratica ormai abbandonata dal fascismo.

Una seconda fase partì con il cambio ai vertici dell'A.Ca.I., in questa vennero potenziate le strutture del porto di Portoscuso, identificato come l'approdo migliore per l'imbarco del carbone, si aprì anche la fase di costruzione di Cortoghiana (dalla località di Corti Ogianu), poco distante dalla stessa Carbonia e oggi frazione della stessa, tuttavia sulla carta anche Cortoghiana avrebbe dovuto raggiungere i 20.000 abitanti, approssimativamente la stessa quantità preannunciata dal duce per Carbonia.

Carbonia si sviluppa in una zona praticamente obbligata, in modo da non intralciare l'attività produttiva e da garantire la presenza di una massa imponente di manodopera a bocca di minera.

Il progetto del piano regolatore rispecchia la concezione autoritaria e gerarchica propria del regime fascista. Al centro della città sorge la Torre Littoria, sede del fascio, la Chiesa di San Ponziano, il Comune; tutti si affaciano sulla piazza Roma, l'unico certro di aggregazione cittadina, il resto della città sono una serie di larghe strade e ampi marciapiedi.

Sempre al centro, in prossimità della piazza si trova Villa Sulcis, abitazione del direttore delle miniere, oggi sede del Museo Archeologico. Dal centro alla periferia trovano posto rispettivamente le abitazioni dei capi, dei sorveglianti e dei minatori, mentre i più esterni sono gli alberghi operai, destinati ai minatori celibi. In nessun'altra "città nuova" si riscontra una distinzione così netta, il tentativo di non mescolare classi diverse.

Gli abitanti della città nuova erano persone provenienti da altre parti della Sardegna e dell'Italia, in cerca di nuova fortuna, il loro carattere non era stanziale, se è vero che nel primo decennio il 67% della popolazione carboniense verrà ricambiato, nel secondo decennio sarà il 33%. La stragrande maggioranza, circa il 90%, è di sesso maschile, solamente nel 1950 vi sarà il pareggio numerico fra i due sessi.

Anche se il comune sorgeva al centro della città il suo ruolo fu per gli anni del fascismo, scavalcato dagli interessi del partito, non veniva consultato neanche per la costruzione di una strada.

Vennero costruite delle strutture ricreative come il cinema, il dopolavoro; in piazza Roma sorse il Caffè dell'Impero.

Il progetto dell'ingegner Valle prevedeva l'edificazione di una serie di edifici quadrifamigliari, di ampiezza sufficiente per un nucleo familiare di 4-6 persone, circondate da un orto-giardino di c.a 500 mq. Ben presto il progetto apparve sottostimare l'effettivo ritmo di crescita della città, si passò così da un progetto di città-giardino ad un progetto di costruzione intensivo, ad opera dell'architetto Montuori, è di questo periodo la costruzione di squallidi parallelepipedi di 4 o 6 piani. La città venne costruita in pietra,  in modo da dare l'impressione del rustico.


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