La storia della città di Monte Sirai

La storia del sito può essere desunta dagli studi archeologici, più che da testimonianze scritte. La posizione della città è del tutto particolare rispetto ad altre città fenicio-puniche sorte in Sardegna, la cui posizione era solitamente costiera, ricordiamo tra queste la vicina Sulcis, Karalis (Cagliari), Tharros, Nora, Bithia; in realtà vi è un'altro centro interno, quello di Santu Teru - Monte Luna, nella Trexenta. Sia Monte Sirai che Santu Teru sorsero probabilmente come centri militari difensivi, nell'entroterra, e in seguito si svilupparono come vere e proprie città. La città sorge su un monte dal quale è possibile dominare gran parte della regione.

Va detto che comunque Monte Sirai era già abitato ben prima che vi arrivassero i fenici, le prime tracce infatti risalgono a circa 2200 anni a.C., sono state ritrovate alcune "Domus de Janas", sepolture di età prenuragica, queste si trovano in prossimità della necropoli e del tofet. Sono state rinvenute anche due stele sempre risalenti all'età prenuragica. Inoltre gli insediamenti nuragici sono tuttora evidenti, anche se attorno al sito più che in esso, ma probabilmente perchè sono stati rimaneggiati in età punica, il Mastio ad esempio sorge dove un tempo vi era un nuraghe Attorno all'altura troviamo una serie di piccoli nuraghi, tra i quali quello detto Nuraxeddu, oltre naturalmente a quello più grande, posizionato a sud-est del monte e che si chiama Sirai.

Nell'VIII sec. a.C. il monte fu occupato dai fenici che già avevano fondato Sulcis, l'attuale S.Antioco. La funzione del centro era difensiva, soprattutto per il traffico dei metalli (piombo argentifero) provenienti dall'iglesiente (sono state rinvenute ceramiche puniche nei pozzi minerari, e la conquista della valle di Antas, ricca di ferro ne può essere l'ulteriore prova), la minaccia era rappresentata dalle popolazioni indigene. Di questa prima fase, che durò probabilmente sino al VI sec. a.C., sono la costruzione dell'acropoli, sicuramente non nella sua forma e dimensione attuale e la necropoli ad incenerazione.

Monte Sirai fu conquistata, verso il 520 a.C., come molte altre città sarde, dai cartaginesi, probabilmente a questo episodio sono riconducibili tracce di un incendio rinvenute nel Mastio. Dopo la conquista la città crebbe e l'acropoli occupò lo spazio che attualmente presenta. La necropoli ad incenerazione fu abbandonata e utilizzata solamente per i bambini. Ne fu utilizzata un'altra con tombe a camera ipogenica, come da usanza cartaginese.

Verso il 370 a.C. sorse anche il tofet, esterno all'acropoli.

Con la conquista romana gran parte delle costruzioni vennero ristrutturate, il Mastio assunse la funzione prioritaria di luogo di culto.

Alla fine del II secolo il centro venne abbandonato dalla popolazione, non si conoscono le cause di tale fenomeno, è stata ipotizzata la ricerca di nuove zone più valide in quanto a risorse o un fenomeno legato agli stati di guerriglia provocati dalle popolazioni indigene, mai del tutto dome.

Probabilmente il tofet fu meta di visite sino al IV sec. d.C., come testimoniano alcune monete romane in esso rinvenute. Gli unici insediamenti successivi sono una casa probabilmente risalente al medioevo e una capanna di pastori abbastanza recente.


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