L'intervista con Mario Lepri su Reality

"Scultore o plasmatore di eccezionali quanto originali maschere di cuoio sovente sviluppate o tratte da una foglia di platano o betulla? Francamente non lo sappiamo. La sorpresa, entrando nello studio di Carlo Remi, un cinquantaquattrenne artigiano-conciatore di Ponte a Egola, è rilevante: sembrava di essere in una galleria d'arte parigina o di New York nelle quali le "correnti" vengono presentate alla valutazione, prima della critica e, poi, degli appassionati che spesso, determinano il successo dell'artista.
Remi è soprendente e davvero non sappiamo come finora non abbia aderito alla proposta di presentari a Firenze in una personale mostra che ne consacrerebbe il valore artistico fino a fargli preferire, forse, la nuova attività a quella tradizionale che, però, non vuol lasciare. "Sono, si può ben dirlo - inizia - nato in conceria. Da bambino andavo a trovare mio padre e, ancora adolescente, iniziai a darmi daffare aiutando, oltre a mio padre, anche mio fratello maggiore, Francesco. Tre anni or sono - prosegue Carlo Remi - avvertii, non so perché, l'esigenza di creare una specie di scultura in cuoio e, confidando nella mia abilità, cominciai a modellare il cuoio. Preferii indirizzarmi, da principio, verso il volto di Cristo come immagine dell'umanità sofferente. Non ricorrevo e non ricorrerò mai agli stampi ed a mezzi consimili. Ogni volto, ogni foglia, fiore, eccetera, esce dalle mie mani che rispondono solo alle sollecitazioni dell'immaginazione e dell'ispirazione".
Nello "studio" di casa Remi, Carlo bagna il cuoio e modella il soggetto al quale si vuol dedicare. I polpastrelli dei due pollici diventano i levigatori del materiale coriaceo, resistente che, pian piano, si piega alla volontà dell'artista fino a raggiungere forme e sembianze. La realizzazione dell'opera è personalissima, unica."

Mario Lepri



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