Nuvola Bianca e Nuvola Blu

di Licia A. Callari Gambino

 

 

La luce azzurra della vita era così intensa da arrivare fin lassù, dove vivono le nuvole.
 
“Che bella questa luce! – esclamò Nuvola Bianca – E’ la luce dell’amore”.
 
“Che bella cosa l’amore!” Fece eco  Nuvola Blu stringendosi a lei.
 
“Ah!” Sospirò Nuvola Bianca. 
 
“Oh!” fece ancora eco Nuvola Blu. E mentre sospiravano, divenivano sempre più soffici da sembrare due ciuffi di panna montata.
 
Così abbracciate ammiravano dall’alto tutta la vallata; il lieve soffio di Padre Vento le trasportò vicino al grande olmo.
 
“Guarda – disse Nuvola Blu – mamma pettirosso ha avuto i piccoli. Come sono belli!”.
 
“Questa è una vera famiglia!” disse con voce triste Nuvola Bianca.
 
“Anche noi siamo una famiglia” replicò Nuvola Blu.
 
“Sì, però, noi non abbiamo ancora una nuvoletta; non siamo mamma e papà”. Aggiunse Nuvola Bianca ancora più triste.
 
Nuvola Blu, mesta e preoccupata, l’abbracciò teneramente. Le nuvole, quando sono tristi, lasciano cadere giù tante piccole gocce d’argento. Quando le gocce toccano terra si trasformano in stelle: sui monti, nel mare, sui prati. Anche in quel momento tante piccole gocce d’argento si trasformavano in stelle.
 
“Dobbiamo aver pazienza – disse Nuvola Blu – vedrai, le nuvolette arriveranno.
 
“E’ tanto tempo che portiamo pazienza – sospirò Nuvola Bianca – ma le nuvolette non arrivano ancora. Perché?”
 
“La risposta può darvela Aquila Nera. – cinguettò mamma passerotto – Perché non andate a trovarla?”
 
Per raggiungere il nido di Aquila Nera, bisognava arrivare lassù, proprio in cima al grande monte che domina la vallata. Nuvola Bianca e Nuvola Blu chiesero aiuto a padre Vento che, soffiando con vigore, le trasportò fin lassù. Giunte vicino al nido, trovarono Aquila Nera intenta a tenere al caldo i suoi aquilotti.
 
Nuvola Bianca le disse:
“Regina del grande monte, un  desiderio e una richiesta ci hanno spinto fin qui. Tu, che sei una madre che cura con amore i suoi piccoli, mi puoi capire; anch’io vorrei diventare mamma di una nuvoletta,- e sospirò, gonfiandosi come la panna montata - ma dopo tanti anni di unione con Nuvola Blu, non ho ancora questa gioia. Dimmi, ti prego, cosa posso fare?”
 
Aquila Nera alzò il capo, dispiegò le grandi ali e iniziò a volteggiare intorno alle due nuvole. Poi disse:
“Non sono io che posso darvi la risposta, ma Stella di Smeraldo. Andate da lei”.
 
“Stella di Smeraldo? – chiese Nuvola Blu piena di meraviglia – E’ tanto lontana! Neppure padre Vento potrà accompagnarci. Come faremo ad arrivare fin lì?”
 
“Abbiate fiducia, qualcuno vi aiuterà” rispose Aquila Nera, fermandosi sulla cima del monte.
 
Poi riprese il suo volo e disse:
“ Ascoltate il mio consiglio: quando sarete arrivate, aspettate che il Sole tramonti  e in quel momento, quando la luce di Stella di Smeraldo brillerà prima di ogni altra Stella, rivolgetele la vostra preghiera. Addio!” Così dicendo, planò verso il suo nido e riprese a scaldare i suoi piccoli.
 
Le due Nuvole tornarono ad essere tristi e nuovamente tante piccole gocce d’argento caddero sulla Terra per trasformarsi in stelle.
 
“Come faremo a raggiungere Stella di Smeraldo? – domandò preoccupata Nuvola Bianca – E’ quasi vicina al Sole”.
 
“Non preoccuparti – la incoraggiò Nuvola Blu – ce la faremo. Tu aiuterai me ed io te; insieme riusciremo in questa impresa”.
 
E così cominciarono il loro viaggio verso Stella di Smeraldo, impegnandosi con tutte le loro forze. Dopo giorni e giorni avevano purtroppo fatto ben poco cammino lungo la strada del cielo. Erano entrambe stanche e sfinite, ma non volevano arrendersi.
 
“Fermiamoci qui – suggerì Nuvola Blu – un po’ di riposo ci farà bene”.
 
E così dicendo abbracciò stretta- stretta Nuvola Bianca, quasi a sostenere la sua fatica. Mentre si dondolavano nell’aria, videro avvicinarsi a gran velocità due mulinelli di colore rosa. Un mulinello si pose di fianco a Nuvola Blu, l’altro di fianco a Nuvola Bianca e con la loro forza le spinsero in alto, ma così in alto da giungere quasi vicino al Sole. Poi, così veloci come erano giunte, sparirono nell’immensità del cielo.
 
“E’ certamente un sogno quel che sta accadendo – disse Nuvola Blu ancora frastornata – non posso credere che siamo arrivate fin quassù, senza alcuna fatica”.
 
“Chi dobbiamo ringraziare per questo aiuto inaspettato?” Domandò Nuvola Bianca.
 
“Le Silfidi” rispose una voce.
 
“Chi è che parla?” Chiese Nuvola Blu.
 
“Io, Stellina Piccina” rispose ancora la voce.
 
“Ma dove sei? Noi non ti vediamo” esclamò Nuvola Bianca.
 
“Proprio qui, vicino a voi – riprese la voce – ma non potete vedermi finché c’è nonno Giorno. Quando lui andrà a dormire e nonna Notte prenderà il suo posto, allora mi vedrete”.
 
Nuvola Bianca e Nuvola Blu, rincuorate per aver trovato un’amica, chiesero:
“Chi sono le Silfidi? Come sapevano che avevamo bisogno di aiuto? E perché ci hanno aiutate?”
 
“Piano, piano con le domande – rispose Stellina Piccina – così non mi date neppure il tempo di rispondere”. E rise di cuore, poi continuò:
“Le Silfidi sono magiche creature dell’aria, riconoscono i cuori puri e generosi e li aiutano quando ravvisano un reale bisogno. Ma ditemi, voi chi siete e da dove venite?”
 
“Io sono Nuvola Blu e questa è Nuvola Bianca, mia moglie. Veniamo da molto lontano, dalla vallata di luce, dove c’è il grande olmo. – rispose Nuvola Blu – Siamo venute fin quassù  per chiedere l’aiuto di Stella Smeraldo”.
 
Stellina Piccina riprese a parlare:
“Tante preghiere arrivano fin quassù – disse – ma Stella di Smeraldo ascolta soltanto quelle disinteressate. Lei conosce i sentimenti di tutti e se la vostra preghiera è sincera ,lei vi ascolterà. Buona fortuna!” concluse Stellina Piccina, lasciando le due Nuvole trepidanti ad aspettare il magico momento del crepuscolo.
 
E quando il cielo si colorò di indaco e il primo bagliore di luce lo illuminò, Nuvola Bianca e Nuvola Blu rivolsero a Stella di Smeraldo la loro preghiera:
“Stella luminosa e splendente, tu che tutto vedi, conosci anche il nostro più grande desiderio. Per noi è davvero importante avere una piccola nuvola a cui dare tutto il nostro amore. Per favore, ascoltaci”.
 
Dopo un lungo silenzio, la voce melodiosa di Stella di Smeraldo risuonò per l’etere facendo sentire la sua risposta:
“Se una nuvoletta vorrete amare,
dove le hanno lasciate andate a cercare;
l’amore donato a chi è solo
apre ai cuori la porta d’oro”.
 
Nel cielo ormai blu, si accendevano ad una ad una tutte le altre stelle. Stella di Smeraldo brillava alta e solitaria, come una regina nel suo trono.
 
“Ma che senso ha la risposta di Stella di Smeraldo?” chiese stupefatta Nuvola Blu.
 
“Dovete cercare la vostra nuvoletta nel giardino della solitudine – rispose Stellina Piccina mandando un lieve bagliore – lì, stanno tutte le nuvolette che hanno perso mamma e papà nuvola”.
 
“Noi ne adotteremo una – le fece eco Nuvola Bianca – e le daremo tutto il nostro amore. Solo così si aprirà per noi la porta d’oro della felicità”.
 
“E chissà se tra qualche tempo non arriverà un’altra nuvoletta…” concluse ridendo Stellina Piccina e continuò a brillare lieve e silenziosa nell’immensità del cielo.
 
“Presto, andiamo al giardino della solitudine; lì troveremo la nostra nuvoletta” disse Nuvola Blu e stringendo a sé Nuvola Bianca, cominciò il viaggio di ritorno.
 
Non più tristezza, non più sospiri, soltanto una grande gioia.
 
Ma cosa accade quando le nuvole sono felici? Con i sette colori del cielo formano l’arcobaleno della felicità.

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