Il vescovo nascosto |
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di Filippo Nibbi |
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La spada nella roccia che si trova a San Galgano
dentro una cupola posata in terra che raffigura il Santissimo Graal, il
vaso in cui Nostro Signore offrì per la prima volta il proprio corpo
santo e dove Giuseppe d’Arimatea raccolse il sangue prezioso che sgorgò
dalle piaghe di Gesù Cristo, è una metafora del vescovo nascosto. Il
vescovo è la spada della parola di Cristo piantata nella roccia che è
la Chiesa. Ma per essere una metafora così potente, il vescovo deve
essere “nascosto” bene, come un Angiolo che scapecchi le ali: si
sente solo uno spostamento di vento continente. “Mi
scoglio un continente”, dice l’Angiolo conficcando la spada nella
roccia durissima da quanto è vergine. Solo lui poté conficcarla. Né
Merlino né Sansone potevano farlo. In Toscana lo sanno. Il nome di
Merlino riaffiora in un serventese del poeta pisano Leonardo del
Guallacca dove, insieme a Sansone, il mago druido appare come
l’esempio dell’uomo saggio o forte che viene però ingannato dalla
malizia femminile:
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