STORIA E ARCHEOLOGIA

Complesso di scavi risalente al periodo neoeneolitico

 

Alle falde del monte Cuccuruddu, immerso in una rigogliosa vegetazione e sovrastato da una meravigliosa e verdeggiante pineta, sorge Cheremule, piccolo paese del Mejlogu, di origine medievale. L'etimologia del nome sembra avere due origini: la prima da ricercarsi nella voce fenicia "Cherem-el", che significherebbe "vigna di Dio amena", perchè il terreno è molto adatto alla cultura della vite, ma si trova sulle pendici di un vulcano; la seconda è da riferirsi alla voce "Keir-Kejros" (mano) e "mule-mulè-mulia" (molino), e quindi "molino a mano", perchè furono rinvenuti nel territorio di Cheremule numerosi mulini primitivi azionati a mano. Scriveva il Casalis nel 1800:" Quelèmule o Queremule, che scrivesi col k e col ch, o Cheremule, villaggio della Sardegna nella provincia d'Alghero, prefettura di Sassari, compreso nel mandamento di Tiesi e già parte dell'antico dipartimento di Cabuabbas del regno del Logudoro. La sua situazione geografica è nella latitudine 40° 30' 25" e nella longitudine occidentale dal meridiano di Cagliari 0° 24" .Siede sulla pendice del monte del suo nome incontro al maestro-tramontana e resta coperto dal sirocco per la cima del medesimo, detto Cucureddu, elevato sul livello del mare di metri 705,20; dove era un antico cratere, che prima di spegnersi versò le sue lave incontro allo stesso sirocco. [...] Il territorio cheremulese forse non ha un'area maggiore di miglia quadrate 8.
La maggiore eminenza che si ha nel medesimo è il monte, su cui abbiamo indicato il paese, la quale si allunga da presso Tiesi al rivo di Campu Giavesu per miglia 3, da ponente a levante per due grosse miglie con mite pendenza incontro al levante e alla tramontana. A ponente la suddetta cima è una lunga collinetta nella linea di ostro-tramontana, e lascia aperto un varco al mezzogiorno del paese. [...] Sono aperte nel territorio molte fonti di acque buone, e merita special menzione quella che dicono di Nurighe. Quelle dalle quali si beve sono un pò distanti dal paese ".
Così come nel passato, ancora oggi il monte Cuccuruddu continua ad essere un elemento caratteristico del paese, anche se, essendo un antico vulcano di origine quaternaria è stato negli anni profondamente deturpato da una cava per l'estrazione di una particolare pietra di origine basaltica,apprezzata in edilizia, denominata "cheremulite". Tuttavia, la parte prospiciente il centro abitato è completamente ricoperta da una pineta, ideale per passeggiate e picnic, grazie a sentieri agevoli e numerosi punti di sosta. In cima l'aria è salubre, l'ambiente è silenzioso e il "belvedere" offre un magnifico panorama: a ovest sul lago artificiale del Bidighinzu e i lontani monti di Villanova e a est sulla splendida valle dei nuraghi. Il monte ospita un'oasi di protezione faunistica dove dimorano: cinghiali, volpi, martore, donnole, ricci, gatti selvatici, lepri e, fra gli uccelli upupe, cornacchie, pernici, poiane, astori, ghiandaie e picchi. 
Di grosso rilievo è anche il magnifico bosco di "Su Tippiri" (toponimo di probabile origine punica ), caratterizzato da una rigogliosa vegetazione e che conserva, miracolosamente intatte, le peculiarità del tipico bosco sardo: la vegetazione naturale di roverelle e lecci, il fittissimo sottobosco e muretti a secco realizzati in pietra vulcanica.
Il centro abitato si raggruppa intorno alla chiesa cinquecentesca di S. Gabriele Arcangelo, recentemente restaurata, e annovera alcuni edifici di chiara fattura ottocentesca. Sempre al centro del paese si trova S. Croce, altra piccola chiesetta di cui si ignora l'epoca di costruzione. Tratto dal dizionario Casalis del 1800:" Nell'abitato sono due chiese, una è la parrocchiale, che ha per titolare l'arcangelo Gabriele, l'altra è la cappella della s. Croce, dove uffizia una confraternita.Fuori del paese erano già le chiese di s. Vittoria, di s. Quirico, di s. Demetrio, di s. Maria, di s. Leonardo, di s. Giorgio, di s. Michele, di s. Salvatore, di s. Pietro, e più altre, le quali sono o cadute, o in rovina, o esecrate, perchè spesso profanate da malviventi. Molte di esse erano cappelle, che servivano ad altrettanti casali, questi essendo rimasti deserti per guerre o pestilenze, quelle non ristaurandosi dovettero cadere."
 

-MOSEDDU (o MUSEDDU)-Su Trogliu


Nella località propriamente denominata:"Museddu-Mattarigorza-sos e tremene"
si vedono delle grotte scavate nella roccia e che dovrebbero essere antiche sepolture dei popoli primitivi, dette in dialetto cheremulese "coroneddas", in altri termini "domus de janas". In queste grotte si osservano da due a quattro stanzucce ben scavate, e per lo più si trovano in alto, da non potervi salire che con qualche scaletta in legno. Nell'anno 1875, in Cheremule, ebbe luogo la costruzione della nuova strada comunale (obbligatoria). Negli scavi fatti in prossimità della fonte "Su Trogliu" e distanti 10 minuti dal villaggio, alla profondità di due metri, si trovavano molte sepolture con scheletri di cadaveri che avevano la testa staccata dal busto e messa diligentemente in un anfora di terracotta che - a sua volta - veniva messa dentro un grosso cantone scavato - da contenere l'anfora.
-NURAGHI
In tutto il territorio di Cheremule esistono parecchi Nuraghi, denominati:
Nuraghe Marturiu
Nuraghe Mattarigolza (che è il più ragguardevole)
Nuraghe Sunsa
Nuraghe Baddilciu
Nuraghe Cunzadu
Monte Nuraghe
Nuraghe e' su Trogliu
Nuraghe e' su Tippiri
Nuraghe de sa Rocca Manna
Nuraghe de sa Pedra Lada
2° Nuraghe de sa Rocca Manna
Nuraghe Majore
Nuraghe Culzu
Questi nuraghi sono oggi in gran parte distrutti; tra quelli elencati ne sono rimasti solo quattro:
Nuraghe Mattarigolza
Nuraghe Sunsa
Nuraghe Baddilciu
Nuraghe Majore