Agorà:

la piazza luogo dell’incontro e della memoria

                                                                                 

Nella società in cui viviamo, germoglio di democrazia e riflesso di storia e tradizioni, sembra non essersi persa nel tempo e nelle mode la centralità strutturale, urbanistica, culturale ed intellettuale delle piazze.

Ogni città ed ogni piccolo centro urbano gode della sua antica assemblea. L’agorà oggi è più un luogo di ritrovo per  giovani ed anziani, ma lascia trasparire in alcuni casi, per la propria maestosità, i grandi tumulti del passato; è come se l’eco agguerrita delle voci di protesta o di acclamazione dei tempi che furono non avesse mai abbandonato quel luogo così confortevole.

E’ la piazza, dunque, il cuore dell’apparato urbanistico delle nostre città moderne e futuristiche?

 Per molti forse i cuori dei nostri centri urbani si sono spostati, per così dire, verso più ampie strutture luminose e confortevoli, quali i centri commerciali e i grandi agglomerati industriali, ma nessuno potrà mai cancellare la storia ed il ruolo da protagonista, che il passato affida alla piazza come fulcro e centro del popolo, sinonimo di democratica assemblea popolare.

 La “res publica” si traveste da società civile e diviene lo slancio più concreto dell’odierno Stato di diritto, garante dei diritti e dei doveri dei singoli e dello Stato stesso.

Non dimenticheremo mai quelle immagini di uno studente cinese, che fermava due carri armati in Piazza Tien an Men! Penso al giovane studente di Praga, che si fece bruciare vivo in Piazza Venceslao per protestare contro il regime comunista e agli odierni kamikaze palestinesi, che si fanno esplodere nei mercati e nelle vie centrali d’Israele.

 E’ la piazza a decidere della nascita e della morte di un popolo, è come se fosse il parametro da cui ricavare i sogni, le ambizioni e le esigenze dei singoli gruppi sociali. Giovani artisti, musicisti in concerto, ma anche studenti e lavoratori in sciopero, che si agitano dietro striscioni e bandiere,  acclamando giustizia e libertà a tutela di interessi pubblici e privati.

Sarei terrorizzata molto di più da una piazza silenziosa e deserta, sintomo di un’apatia generalizzata, di un torpore totale, che investe ed appiattisce un popolo, condannandolo lentamente a scomparire tra i sussurri compiacenti dei “politici del compromesso”, privi d’opposizione e pertanto onnipotenti.

L’agorà rivendica il proprio diritto ad essere il riflesso e l’espressione della gente, che la popola, il palco su cui si esibiscono giullari e stregoni, rivoluzionari e moderati. E’ questa moltitudine di intenti e di interessi, che mescolandosi crea vitalità, confronto, dibattito e dialogo, per i quali si può anche inveire, insultare o, al contrario, abbracciarsi nella piena libertà di manifestare le proprie idee sia da soli che in massa.

 

Adele Rodante     

 

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