Progetto-ricerca

Possibilità e limiti del computer a scuola ai fini didattici

Premessa

Considerato che il Ministero della Pubblica Istruzione ha avviato (C.M. n. 282 del 21/04/1997), un programma quadriennale rivolto agli insegnanti che prevede "un'azione generale di formazione e la creazione in ogni scuola di postazioni multimediali di favore" (I/A) e l'utilizzo della multimedialità nell'insegnamento di tulle le discipline (I/B), sarebbe opportuno, nell'ambito della scuola elementare della Regione, una ricerca sperimentale in ordine alle "possibilità e limiti del computer a scuola ai lini didattici".

Il sapere tardo-moderno non ha una struttura piramidale, come il sapere classico, e nemmeno una struttura ad enciclopedia, come per il sapere moderno, e un "labirinto" di conoscenze, cioè una struttura di informazioni, che cresce vorticosamente su se stessa, priva di un contesto interpretativo clic abbia il suo vertice nel soggetto pensante.

Il sapere è allora un sapere postmoderno e si configura come una "rete aperta di modelli" rappresentata da una geografia di nodi tematici, ciascuno rappresentato da una condensazione di argomenti intrecciati fra loro e collocabile nel sistema globale.

Si configura in questo modo un "villaggio globale" di conoscenze e di soggetti legati tra loro non solo attraverso la multidimensionalità ma anche attraverso la multimedialità delle informazioni prodotte da una società umana sempre più mass-mediologica e complessa.

Si tratta, allora, di costruire un "ambiente" organizzato attraverso l’azione comunicativa, in grado di fornire stimoli e riferimenti per lo sviluppo mentale in modo che la rappresentazione degli eventi possa essere pensata interiorizzando una forma concettuale di sé nel mondo e nella interazione con esso. Bisogna "cogliere la giusta relazione tra pensiero ed azione, di allineare cioè le intenzioni con i loro risultati".

Questa operazione nella società moderna si sviluppava naturalmente nelle articolazioni dei processi di socializzazione ed in quelli della lettura, nella società contemporanea, invece, come vedremo più dettagliatamente nel paragrafo seguente, la lettura perde la sua centralità per un ritorno, grafie ai mezzi elettronici, alla "parola parlata", che viene definita come "oralità secondaria". Si tratta di una parola che ha come caratteristica quella di avere una forte tradizione di esperienza di scrittura, quindi strutturata, ma anche di una parola accompagnata dalla preminenza di suoni e immagini. "Su questa base si può ipotizzare che le prossime generazioni saranno generazioni di ascoltatori piuttosto che di lettori, con una marcata abitudine all'esperienza emotiva e coinvolgente, intrinseca alla natura del suono"

La scrittura, insomma, determina linearità, sequenzialità, riflessività, esige il rispetto di rigorose regole logiche, al contrario l'oralità il suono e l'immagine contribuiscono al prevalere dell'empatia, del non lineare, dell'emotivo, determinando partecipazione agli eventi del mondo piuttosto che la loro comprensione. Scopo primario della televisione non e di far comprendere ma di mostrare.

La televisione non mostra concetti ma cose, e analogica, riproduce immagini (anche sintetiche, cioè finte) del reale.

La parola scritta non si volge alle cose ma ci innalza all'universo dei concetti, delle consequenzialità, della logica. La cultura della oralità e dell'immagine non consente siffatte astrazioni, "non possedendo una forma proposizionale, l'immagine consente poco spazio alla discussione. Non c'è quasi nulla da dibattere, solo emozioni da provare".

Due grandi mondi costruttori del cervello umano si fronteggiano: da una parte il linguaggio orale, l'immagine, il suono, l'analogico, l’immersivo, dall'altra il linguaggio scritto, il mondo tre, il digitale, il luogo della riflessione e dell'astrazione. Sembrerebbe una lotta senza scampo e senza mediazioni, dove già si intravede la vittoria dei primo e il diffuso soccombere del secondo. Tuttavia non tutto è cosi scontato.

Se il dato principale è di salvaguardare, all'interno della comunicazione mass-mediale, il segno linguistico allora bisogna dire che il "mezzo elettronico non muta la natura e la particolarità della scrittura, quella cioè di processo che privilegia l'esercizio del pensiero ragionato attraverso lo sviluppo di un metalinguaggio che permette di accedere alla metacognizione".

La multimedialità, quindi, ha i requisiti per fornire la risposta più profonda alle nuove istanze educative della società dell'informazione, essa va però soprattutto intesa come nuovo spazio di lavoro cognitivo e comunicativo più ampio e flessibile per l'attività strutturante (creativa e conoscitiva) del soggetto.

Il significato che la sperimentazione assume in educazione e strettamente connesso al processo di innovazione e "comunque si voglia affrontare il tema, appare di enorme rilievo l'influenza che su tali temi esercita la diffusione di modalità comunicative caratterizzate da rapidità, efficienza, pregnanza".

La fondamentale funzione che possono svolgere i media o quella di natura epistemica, ovvero quella di attivare capacità, competenze e funzioni trasferibili da un tipo di sapere ad un altro: e quale altro compito tanto importante è demandato alla scuola oltre questo?

Il computer è un formidabile strumento per organizzare progetti di sperimentazione in classe, né il suo uso finalizzato alla didattica necessita di tecnici anzi un eccesso di competenza tecnicistica può, al contrario, indurre o potenziare timori di incapacità da parte del docente, specialmente di area umanistica.

Appare molto evidente la divaricazione tra nuove tecnologie e didattica a causa dei nuovi sistemi informatici. L'interazione uomo-computer amplia le strategie didattiche praticabili come avviene nell'organizzazione dei materiali didattici con l'approccio multimediale e ipertestuale.

La multimedialità è la frontiera più avanzata dell'informatica oggi. Un sistema informatico multimediale è un programma (o un insieme di programmi) per computer capace di acquisire, conservare e combinare nelle forme più varie mezzi di espressione finora divisi: parole, suoni, immagini fisse e in movimento. Questo è stato reso possibile dall'aumento dello spazio di memoria disponibile dalla diffusione dei dischi ottici.

L'interattività invece rappresenta la parola chiave delle tecnologie informatiche delle ultimissime generazioni. Significa, da un lato, la possibilità di far lavorare insieme (interagire) informazioni provenienti da fonti diverse (parole, immagini, suoni), ma soprattutto la capacità dell'utente di intervenire nel processo di elaborazione di queste informazioni, per dare ad esso la forma che più gli interessa.

Quanto finora abbiamo detto deve essere inquadrato all'interno di uno sfondo filosofico, se il compito della scuola era connesso alla trasmissione dei valori, alla formazione etica e culturale delle nuove generazioni, quale può essere il suo ruolo nella società complessa caratterizzata dal crollo delle grandi ideologie e dei sistemi di valori, dove tutto appare dominato dal paradigma del cambiamento?

Noi propendiamo più per un rinnovamento della scuola quale parte integrante di un processo dialettico che vede la scuola come sistema aperto, e, dunque, in continua trasformazione e aderenza al reale. Certamente con ciò non intendiamo una scuola continuamente in corsa dietro il treno delle innovazioni, ma un sistema formativo che, come dice Luhmann sia "orientatore e selettore della complessità" e che rispetto a quest'ultima sia in grado di attrezzare le nuove generazioni. La scuola, dunque, deve fornire gli strumenti per la sfida della complessità, come afferma Morin, deve consentire ai giovani di muoversi e di orientarsi nell'oceano di informazioni e innovazioni che continuamente investono il sistema sociale e l'individuo stesso.

La scuola allora non può prescindere dalle tecnologie dell'informazione lungo il suo cammino; queste devono divenire l'elemento di trasformazione delle vecchie e obsolete istituzioni educative in un sistema formativo che assuma al suo centro nuove metodologie di strutturazione delle conoscenze, modalità diverse di apprendere e di comunicare, spazi di crescita e orizzonti culturali sempre più estesi.

Alla figura del vecchio insegnante, chiuso tra le rigide pareti della disciplina deve necessariamente sostituirsi una nuova figura di docente in grado di rapportarsi in maniera flessibile e multidisciplinare al sapere, capace di guidare i giovani nell'avventuroso percorso della conoscenza e nell'esplorazione del nuovo, ciò anche con l'ausilio delle tecnologie didattiche. Se pensiamo ad alcune dimensioni portanti del processo educativo quali l'istruzione, la comunicazione, l'esplorazione, la creatività, e analizziamo il ruolo e le potenzialità delle tecnologie nell'interazione didattica ci rendiamo conto immediatamente del fatto che esse amplificano tutte le componenti che abbiamo appena citato; determinano un nuovo modo di apprendere che include questa volta, anche il comprendere e la creatività. Cosi, "amplificando le capacita espressive individuali, fornendo strumentazioni cognitive di supporto, allestendo una varietà di percorsi diversificati, consentendo forme di scoperta attiva".

Le tecnologie contengono in sé le reali innovazioni che la scuola dovrebbe fare proprie per porsi come elemento funzionale e propulsivo nel mutato scenario sociale. Abbiamo visto che la tecnologia da sola non basta; l'altro problema centrale riguarda la preparazione dei formatori per il nuovo sistema scolastico. Gli educatori devono acquisire nuove competenze inerenti le potenzialità formative dei nuovi media! avere la consapevolezza che le tecnologie sono un supporto certamente molto valido nella didattica ma che da sole non modificano in alcun modo l'ambiente educativo nel quale sono inserite.

E' importante allo stesso tempo tener presente che il processo comunicativo può avere scarsa rilevanza educativa se le strategie metodologiche risultano così rigide e "chiuse" da non permettere una interazione significativa e flessibile con l'universo testuale, che oltre alla acquisizione delle conoscenze, consenta, sostanzialmente, una ristrutturazione del proprio campo mentale e quindi una riorganizzazione creativa e critica dell'esperienza comunicativa. Il problema fondamentale, allora, non è quello di utilizzare sofisticati software didattici, tecnologicamente avvincenti ma spesso poveri di contenuto, ma di costruire dei "modelli formativi" che, con l'ausilio delle tecnologie, consentano all'utente, nel percorso di interazione, di divenire un "costruttore di conoscenze", critico e creativo. Appare con chiarezza, che nella progettazione e costruzione di software interattivi ciò che occorre privilegiare non è la modalità di presentazione delle informazioni ma quella di elaborazione e costruzione delle conoscenze, secondo percorsi flessibili che lascino spazio alle esigenze conoscitive dell'utente.

Finalità

Obiettivo

Destinatari

Tempi

Metodologie

Modalità

Prima fase:

Seconda fase:

Terza fase:

Quarta fase:

I risultati concernenti la ricerca in esame, saranno illustrati in un apposito convegno per l'eventuale socializzazione della sperimentazione in altre realtà scolastiche, che potranno fruire della collaborazione del gruppo di ricerca, che supporterà i dirigenti e i docenti impegnati in questa iniziativa.

Soggetti interessati

AVELLINO E PROVINCIA

BENEVENTO E PROVINCIA

  • ARIANO IRPINO I

  • AVELLINO II

  • AVELLINO III

  • AVELLINO VI

  • CASTELBARONIA

  • MIRABELLA ECLANO

  • MONTELLA

  • PIETRASTORNINA

  • APICE

  • BENEVENTO I

  • BENEVENTO IV

  • MORCONE

  • SAN BARTOLOMEO IN GALDO

  • SAN MARCO DEI CAVOTI

CASERTA E PROVINCIA

NAPOLI E PROVINCIA

  • AVERSA IV

  • CAIAZZO

  • CASAGIOVE

  • CASERTA I

  • CASERTA V

  • LUSCIANO

  • MARCIANISE I

  • CASAVATORE I

  • CASTELCISTERNA

  • CIMITILE

  • GRAGNANO

  • ISCHIA PORTO 1°

  • POSILLIPO 40

  • POZZUOLI I

  • VOMERO 41

SALERNO E PROVINCIA

  • BATTIPAGLIA I

  • CASTEL SAN GIORGIO

  • PELLEZZANO

  • PONTECAGNANO I

  • SALERNO II

  • SALERNO IV

  • VIETRI

 

 

DIREZIONE RICERCA

Prof. Achille M. Notti

 

STRUTTURA PRODUZIONE

Ricerca e produzione software

 

STRUTTURA VERIFICHE

 

Somministrazione prove

Tabulazione dati

 

SCUOLE POLO

Coordinamento produzione unità didattiche

 

Struttura produzione:

coordinamento: Prof. R. Fragnito

esperti produzione software:

  • Faiella

  • Margiotta

  • Martiniello

  • Tammaro

  • Zahora

Gli insegnanti che hanno preparato il materiale del modulo interessato

I direttori che daranno la loro disponibilità per la produzione dei materiali in ambito territoriale

 

SCUOLE POLO

Le scuole polo cureranno, a livello provinciale, il coordinamento degli insegnanti e degli esperti che produrranno i materiali.

Coordineranno altresì, nello stesso ambito, la somministrazione delle prove.

Direzione Didattica II Circolo di Avellino

Direzione Didattica di Calvi (BN)

Direzione Didattica di Marcianise I° (CE)

Direzione Didattica di Pozzuoli (NA)

Direzione Didattica ? Salerno

Fungerà da supporto alle attività il

Direttore Didatico C. Scianguetta

 

STRUTTURA VERIFICHE

Coordinamento:

  • Dir. Iansito

  • Dir. Manganelli

PTS -

  • Tucillo

  • De Simone

  • Grattagliano,

  • Ingenito

Personale esterno: Galletti

 

LAVORI GIA' PRODOTTI

negli anni scolastici 1998/1999 e 1999/2000

 

 

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