La Scuola Elementare a Montella (dal 1888 ....)

APPUNTI

Tra cronaca e storia

(estratto dalla "Carta dei Servizi" del 199?)


L'anno 1859, decisivo per l'unità d'Italia, segna la data di nascita della Scuola Statale del nostro Paese (precedentemente era privilegio di pochi, di una ristretta élite); essa nacque con chiare prospettive politiche e sociali: l'unità spirituale degli italiani; sorsero però subito difficoltà perché non c'era un sistema scolastico diffuso e ben organizzato.

L'anno 1888, invece, segna l'inizio dell'istruzione primaria pubblica a Montella. Nasce la prima sede scolastica, ubicata nel rione Garzano; dagli atti esaminati, sia nell'archivio comunale che in quello scolastico emerge che gli iscritti sono circa 107 affidati alle insegnanti Cianciulli Colomba e Colucci Emilia.

La legge Coppino (1867) che caratterizzò anche la nostra scuola con l'obbligatorietà della frequenza fino al nono anno di età, e limitato alle classi del corso inferiore, ci fa capire perché nell'anno scolastico 1888/89 gli iscritti alle prime classi erano numerosi mentre solo in 12 arrivarono alla classe quinta. Le materie di studio erano 6: Lingua - Scrittura - Storia e Geografia - Aritmetica e Nozioni Varie. Nel decennio analizzato (1888 - 1898) aumentò il numero degli iscritti che da 331 passa a 380; provenivano alunni anche da paesi limitrofi a Montella, quali Cassano Irpino e Castelfranci.

Già nel 1916/17 a Montella furono istituite altre sedi scolastiche in case private e precisamente in Piazza, Sorbo, Cisterna, San Simeone e Piazzavano; gli alunni iscritti da 380 (nel 1898) passarono a 531. Nel 1923 fu realizzata, ad opera di Giovanni Gentile, una profonda riforma delle scuole di ogni ordine e grado: per la prima volta, ad ogni circolo didattico fu preposto un Direttore (il primo a Montella fu Oreste Rubino) e l'obbligo scolastico fu esteso fino al quattordicesimo anno di età (precedentemente era fino al dodicesimo).

Sempre nello stesso anno, notiamo inoltre , che lo stipendio di un insegnante era di 3.600 lire. Furono istituiti a Montella corsi popolari, serali e festivi, per combattere l'analfabetismo, considerato una piaga sociale.

Questo fenomeno era diffuso particolarmente tra gli strati più poveri della popolazione, ed è proprio in questi ambienti, infatti, che il bisogno e la miseria costringono gli adolescenti a disertare la scuola per lavorare.

L'obbligatorietà, quindi, resta puramente teorica e ad aggravare la situazione delle nostre zone c'è la crisi economica che investe un po' tutto il paese (bisogna sottolineare che tra scuola e società vi è sempre stata una stretta correlazione). Dal 1929 la scuola fu asservita agli ideali politici e nazionalisti del Fascismo e venne introdotto il libro di stato, uniforme per tutte le scuole elementari. I programmi vennero ritoccati per accentuare il loro significato nazionale, in funzione della politica militante. Nel ventennio Fascista molta importanza ebbe l'educazione fisica, considerata quale strumento di rafforzamento del corpo e della mente. Naturalmente, anche a Montella la scuola risente di questa influenza politica, infatti, gli insegnanti dovevano istruire le scolaresche a saggi ginnici da effettuare poi pubblicamente.

Queste notizie emergono dai documenti scritti da insegnanti dell'epoca e da storie narrate da alcuni nonni, protagonisti, sul filo della memoria (in particolare da un quasi centenario Cavaliere di Vittorio Veneto, Generoso De Simone).

Dalla visione di un documento di valutazione si evince che gli alunni venivano classificati in gruppi, a seconda delle loro capacità. I gruppi erano 5: al primo corrispondeva la qualifica "lodevole", al secondo "buono", al terzo "sufficiente", al quarto "mediocre" e al quinto "insufficiente".

Dal giornale di classe si nota che lo svolgimento del programma didattico veniva redatto ogni mese, le materie di studio da sei passano a dodici e le classi diventano finalmente miste.

Dopo il secondo conflitto mondiale, i programmi scolastici seguirono le sorti del Fascismo e si sentì il bisogno di dare un indirizzo nuovo alla nostra scuola per avviare le nuove generazioni sulla strada della democrazia. Si ebbero così nuovi programmi, pubblicati il 24 maggio 1945.

Da un registro dell'anno scolastico 1950/51 del nostro circolo, si rileva che i programmi di insegnamento venivano stampati sulle prime pagine. Inoltre, il registro conteneva il piano mensile delle lezioni, la cronaca della vita della scuola, le osservazioni sistematiche e la valutazione veniva effettuata attraverso il voto, per trimestre.

E' emerso che le occupazioni più usuali del capo famiglia erano: contadino, pecoraio, boscaiolo, carrettiere, calzolaio, maniscalco, mugnaio, qualche emigrante e qualche operaio.

Superato il periodo post-bellico, vengono emanati nuovi programmi, nel 1955, che resteranno in vigore fino al 1985.

A Montella, essi vennero applicati nell'anno scolastico 1960/61. Negli anni successivi molti sono i decreti atti a rendere la scuola sempre più partecipe delle sorti socio-economico-politiche del Paese.

Dal 1940 al 1970 gli iscritti a Montella sono mediamente 1.200; il calo delle nascite si avverte solo negli anni 80, che scende a circa 600 unità.

Nel 1971 ci fu un provvedimento innovativo con l'istituzione del "TEMPO PIENO". A Montella, funzionava soltanto nell'edificio scolastico "F. Scandone", nelle ore pomeridiane (quattro ore) ed erano coinvolte le classi 4a e 5a di tutti gli edifici scolastici. Le attività, chiamate integrative e scelte dall'insegnante, venivano svolte per cinque giorni alla settimana. Il sabato era dedicato alla compresenza, con alternanza di proiezione di films (di scienze, di storia, documentari, ecc. ) e si cercavano, con gli insegnanti contitolari, argomenti comuni da svolgere durante la settimana.

L'educazione fisica era un'attività prevalente che rientrava nell'insegnamento "speciale" conferito annualmente ad un insegnante di ruolo, nominato direttamente dal Provveditorato agli Studi di Avellino. Altre attività erano: drammatizzazione e musica, scienze, giardinaggio, attività manuali e pratiche, attività grafico-plastiche-pittoriche. Il "tempo pieno" ha funzionato per un decennio ed ha avuto, soprattutto nei primi anni, una grande affluenza di alunni e una viva partecipazione delle famiglie.

Al fine di rendere effettiva la partecipazione alla gestione della scuola di tutte le componenti sociali interessate al problema educativo, furono emanati i Decreti Delegati del 1974. Furono così istituiti gli Organi Collegiali a livello di Circolo: Consigli di Interclasse, Collegio dei Docenti, Consiglio di Circolo e Giunta Esecutiva. Con i Decreti Delegati la famiglia prende parte attiva alla vita scolastica.

In questo lasso di tempo, dalla vecchia pagella con i voti si passa alla scheda di valutazione così suddivisa: partecipazione dell'alunno alla vita della scuola con il profilo psicologico, le varie discipline curricolari ed infine la valutazione globale. I nuovi programmi del 1985 segnano una svolta nella metodologia e nella didattica. Molto spazio ne viene dato al linguaggio extraverbale: iconico, musicale, corporeo, gestuale, mimico; in generale i nuovi programmi ampliano il curricolo formativo in termini qualitativi e pongono come finalità ultima della scuola elementare l'educazione dell'uomo e del cittadino, educato alla convivenza democratica, capace di interagire con la realtà in modo creativo e con competenza, padroneggiando i linguaggi ed i metodi delle varie discipline.

Nel 1990 (legge 148) scompare la figura dell'insegnante unico, che viene sostituito dal team - insegnante; nasce così una nuova forma organizzativa delle classi, chiamata "modulo"; nuova occasione di arricchimento dell'offerta formativa. Nell'anno scolastico summenzionato nel Circolo Didattico di Montella, l'organizzazione modulare impegnava solo alcune classi, mentre già nell'anno successivo veniva estesa a tutte.

Dall'anno 1994/95 cambia il sistema valutativo degli alunni, viene introdotto un nuovo documento di valutazione ed il giudizio valutativo viene espresso, per quanto riguarda il rendimento nelle singole discipline, attraverso le prime cinque lettere dell'alfabeto. Cambiano anche gli strumenti adoperati dagli insegnanti e da un solo registro si passa: al Registro di Classe, all'Agenda della Programmazione e al Giornale dell'Insegnante.

Il Circolo Didattico comprende (dal 1970) anche la Scuola Materna Statale che si affianca a quella privata ed accoglie i bambini dai tre ai cinque anni.

La Scuola Materna inizia a funzionare nell'anno scolastico 1970/71 con una sezione ubicata a Sorbo con trenta iscritti. Oggi la Materna Statale ha quattro sezioni a Campo dei Preti e due a Sorbo, con 162 iscritti per otto ore giornaliere (ad esclusione del sabato): sono garantiti il servizio di trasporto e la mensa scolastica.

Dal 1991 la Scuola Materna italiana ha rinnovato i suoi ORIENTAMENTI PROGRAMMATICI con una profonda revisione di attività - metodi - contenuti e finalità che si sostanziano nello sviluppo dell'autonomia, nell'organizzazione della competenza, nella maturazione della identità. Scuola vera, quindi, con precise finalità.

Infine va registrato che attualmente, il Circolo Didattico di Montella comprende, oltre a tre scuole materne private, sei sezioni di scuola materna statale (funzionanti in due edifici) e trenta classi di scuola elementare (in quattro edifici scolastici).

Agli alunni di queste scuole, al personale tutto , ai genitori, alla comunità locale, la CARTA DEI SERVIZI DELLA SCUOLA, di cui questa nota è appendice, vuole offrire chiari e condivisi punti di riferimento di tipo finalistico e strutturale - organizzativo, alla ricerca di uno sforzo sociale per garantire adeguati standard di funzionamento e realizzare una COMUNITÀ EDUCANTE che elabora, promuove e sostiene prospettive culturali per la FORMAZIONE globale ed autentica del BAMBINO.