3-12-1999 Colaninno: 13.500 licenziamenti e patto con D'Alema (MpS) e gli Usa (Cisco)

Il Monte dei Paschi di Siena, controllato dai DS, e la famiglia Lonati sono i due nuovi azionisti della Bell, finanziaria con sede in Lussemburgo che controlla il gruppo Olivetti-Telecom.
Mps rileva il 10,09%, i fratelli Lonati il 2,15%. Il Montepaschi, anche tramite la controllata
Bam (Banca Agricola Mantovana) di cui Ettore Lonati e Roberto Colaninno sono consiglieri, la primavera scorsa ha appoggiato la scalata a Telecom.
L'
Unipol, assicurazione ( ora ha anche la Banca Unipol) della Lega-Coop, già da un anno è entrata nelle società lussemburghesi di Colaninno e Gnutti, e quest'ultimo ha comprato circa il 10% dell'Unipol stessa.
Ivano Sacchetti (vicepresidente di Unipol e da circa un anno vicepresidente dell'Ania, l' associazione delle Assicurazioni aderenti alla Confindustria), e Pier Luigi Fabrizi (presidente del Montepaschi), nel giugno scorso sono entrati a far parte del consiglio di amministrazione dell'Olivetti.

Per ora
13.500 "esuberi"

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Ne seguiranno altrettanti
con vendite di società
(Italtel, Meie, Sirti, ecc..) e scorpori di attività (esternalizzazioni)

partecipazioni azionarie
La lussemburghese Bell

La nuova Hopa
E' nata un mese fa dalla fusione tra Hopa e "vecchia" Fingruppo. Tutte queste società hanno sede in Lussemburgo.
Sommando un groviglio di scatole cinesi, risulta primo azionista Emilio Gnutti con i suoi amici bresciani. Poi Colaninno e, con quote minori, tutti gli altri azionisti di Bell (Mps,Unipol,Chase Manhattan, ecc..). Hopa, attraverso Bios (20%), da tre mesi controlla anche la Snia assieme a uomini di Romiti.
50,07 %
Monte dei Paschi di Siena 10,09 %
Gruppo Mondardini 10,09 %
Antonveneta 9,63 %
Interbanca 7,28 %
Unipol 3,16 %
Fratelli Lonati 2,15 %
Gp finanziaria (famiglia Gnutti) 1,65 %
The Chase Manhattan Bank (con un fondo del paradiso fiscale di Madeira) 1,62 %
The Oak Fund (hedge fund Usa delle isole Cayman) 1,62 %
Gruppo Falck (controllato da Cuccia-Romiti) 1,49 %
Gazzoni Frascara 1,16 %

L'anello debole di Colaninno è quindi l'Olivetti ove, con gli alleati Cuccia e Romiti (10 % di Olivetti), arriva al 30 %.
E i debiti che deve pagare agli
americani della Chase Manhattan Bank.

Visti anche i soldi che in questi giorni girano nelle telecomunicazioni (l'anglo-americana Vodofane ha offerto 270.000 miliardi per la tedesca Mannesmann che controlla anche Infostrada e Omnitel) Telecom è quindi scalabile, anche se, per avere Telecom, la legge italiana impone agli eventuali scalatori di comprare anche tutta l'Olivetti e le minoranze di Tecnost e Telecom.

Per blindare Telecom contro il rischio di scalate, nelle scorse settimane prima si è parlato di una fusione tra la Telecom e la Montedison di Cuccia-Romiti, poi di una alleanza con Berlusconi (il cavaliere ha elogiato il "nuovo" di Colaninno all'assemblea della Fininvest).

In questi giorni Colaninno ha fatto dietrofront su un piano che trasferiva il controllo di Tim a Tecnost per poter pagare più tranquillamente i debiti fatti con gli americani per comprare (senza soldi propri) la Telecom.
"Il mercato si attendeva un attacco alle inefficienze aziendali (cioè i licenziamenti), e si è visto invece presentare un attacco agli azionisti di minoranza", hanno rimproverato a Colaninno i signori della Borsa. E la City di Londra lo aveva accusato di "rapina a mano armata" ai danni degli azionisti di minoranza.

Così, per far risalire le depresse azioni Telecom Colaninno ha rinunciato a quel piano e non ha trovato di meglio che annunciare il licenziamento di 13.500 lavoratori "netti".
Il "lordo" sono -in aggiunta- altrettante migliaia di lavoratori delle aziende in vendita (Italtel, Sirti, Meie, ecc..) o dei settori da esternalizzare.

cobasalfaromeo,3-12-1999

 

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