IL SOLE 24 ORE Sabato 19-04-97

<Lettera aperta> di protesta dallo Slai - Cobas dell'Alfa Romeo

Romiti, solidarieta' e polemica

MILANO - Dopo la lettera di solidarieta' degli imprenditori al presidente della Fiat Cesare Romiti, anche i sindacati Slai-Cobas dell'Alfa Romeo inviano al Sole-24 Ore una loro polemica <lettera aperta>. In essa gli organismi sindacali di base dello stabilimento di Arese contestano duramente Romiti, Giovanni Agnelli e il Governo per la vendita, nell'87, dell'Alfa Romeo alla Fiat anziche' alla Ford, sostenendo che il gruppo torinese avrebbe disatteso la promessa allora fatta di mantenere i posti di lavoro. Il sindacato chiede percio' ora aiuti per <convincere Romiti a portare lavoro ad Arese>. Lo Slai-Cobas fa anche riferimento a non meglio definite <mazzette> e allega alla lettera nove pagine contenenti operazioni del conto Sacisa, praticamente illeggibili e quindi di impossibile pubblicazione; comunque materia gia' nota ed eventualmente di pertinenza del procedimento giudiziario. Continua a far discutere, intanto, la lettera degli imprenditori a Romiti (condannato dal Tribunale di Torino a un anno e mezzo di reclusione con l'accusa di falso in bilancio, finanziamento illecito ai partiti e frode fiscale). Il procuratore aggiunto di Torino Marcello Maddalena ha sottolineato che l'appello degli imprenditori <dovrebbe essere rivolto piu' al legislatore che non alla magistratura>...... Nuove adesioni alla lettera sono giunte intanto ieri al Sole-24 Ore. Questi i nomi dei firmatari: Alessandro Alexandre, Angiola Audino, Renato Bellavita, Oreste Brero, Maurizio Bruson, Vittorio Buffoli, Filiberto Canella, Antonio Carboni, Massimo Castagna, Piermario Cornaglia, Massimo Diamante, Umberto Di Capua, Nicola D'Ottavio, Alberto Garelli, Roberto Masera, Pasquale Montagna, Francesco Neri, Benedetto Nicotra, Carmelo Patti, Nicola Pellegri, Bruno Rambaudi, Ali Reza Arabnia, Savino Rizzio, Edoardo Robiglio, Daniela Ruffino, Dario Trucco.

 

IL SOLE 24 ORE Venerdi' 11-04-97

Imprenditori solidali con Romiti.

Per Intermetro chiesto il rinvio a giudizio

TORINO - Il giorno dopo la condanna, in primo grado, per falso in bilancio e finanziamento illecito ai partiti, Cesare Romiti e Francesco Paolo Mattioli, presidente e direttore finanziario della Fiat, incassano la solidarieta' pressoche' unanime del mondo imprenditoriale italiano, ma contemporaneamente dalla Procura di Roma giunge notizia di una richiesta di rinvio a giudizio per entrambi - oltre che per Umberto Beliazzi, ex responsabile delle sede Fiat di Roma - nell'ambito dell'inchiesta 'Intermetro' sulle tangenti per il metro' capitolino. La richiesta di rinvio a giudizio, in realta', e' stata depositata il mese scorso, ma la notizia e' emersa ieri. L'accusa si riferisce a tangenti per 3,2 miliardi che sarebbero state pagate tra l'83 e il '92 a esponenti politici, tra cui Bettino Craxi e Giorgio Moschetti (tesoriere della Dc romana) per ottenere appalti (circa 300 miliardi) relativi ai lavori di costruzione del metro' romano. Romiti, Mattioli e Beliazzi erano gia' stati prosciolti in primo e in secondo grado. Ma sei mesi fa sono giunti a Roma dalla Procura di Torino nuovi documenti, e il pm Francesco Misiani ha sollecitato la riapertura dell'inchiesta e la revoca del proscioglimento. La decisione romana, pero', non ha limitato il flusso di attestati di stima nei confronti dei due manager Fiat. A cominciare dalla Confindustria che, dopo aver ricordato <il ruolo centrale che la Fiat e i suoi massimi dirigenti ricoprono nel sistema produttivo nazionale>, nel <pieno rispetto della magistratura> ha espresso <la fiducia che Romiti e Mattioli nei successivi gradi di giudizio sapranno dimostrare la loro piena estraneita' ai fatti addebitati>. Il presidente degli industriali, Giorgio Fossa, ha auspicato: <Speriamo fortemente che Romiti possa dimostrare in appello la sua assoluta estraneita' ai fatti>. Per il vicepresidente Carlo Callieri, la sentenza ha rappresentato un motivo di particolare dispiacere personale, anche per il rapporto di amicizia e stima che lo lega a Romiti e Mattioli: <Credo sia stata commessa un'ingiustizia>. Sul 'caso Romiti' e' intervenuto anche il presidente della Pirelli, Marco Tronchetti Provera: <E' una persona per bene, una persona di qualita' che ha prodotto molto per il Paese - ha detto riferendosi al presidente della Fiat - e sono certo che questo emergera' in sede di appello>. Per il presidente Mediaset Fedele Confalonieri <e' una sentenza che addolora> e <ci si sente vittime, bersagli mentre si deve fare il proprio dovere di condurre delle aziende>. Ennio Presutti, presidente di Assolombarda, ha ribadito che <Romiti e' la persona che ha dato di piu' allo sviluppo, alla modernita' e alla crescita del nostro Paese>. Riguardo agli effetti pratici della sentenza, Alessandro Riello, ex presidente dei giovani industriali, ha ricordato che la Confindustria ha regole precise. Gli organismi direttivi devono essere abbandonati solo dopo una condanna in secondo grado mentre, <per il momento, la condanna e' solo in primo grado>. In ambienti confindustriali si sottolinea che, per il codice etico interno, a una sentenza di primo grado non si applicano le misure previste dalla normativaa, che peraltro non sono automatiche. <Piena solidarieta'> ai manager Fiat e' stata espressa anche dagli industriali torinesi e dal presidente dei commercianti, Giuseppe De Maria, per il quale <la conclusione piu' amara e' che questa sentenza rischia di scoraggiare lo spirito imprenditoriale>. <Una sentenza iniqua e spropositata rispetto alle difficolta' di gestire un gruppo di quelle dimensioni> ha commentato Andrea Pininfarina, vicepresidente di Federmeccanica, e il padre Sergio ha aggiunto che la sentenza non tiene conto <dell'ambiente in cui l'industria ha dovuto operare i questi anni, e dei grandi meriti di Romiti>.

 

IL SOLE 24 ORE Giovedi' 17-04-97

LETTERA DI 45 IMPRENDITORI

Dai <big> dell'economia solidarieta' a Romiti

Alcuni esponenti del mondo industriale e finanziario, tra i quali
Enrico Cuccia, hanno inviato a Cesare Romiti un attestato di
solidarieta' che conferma le dichiarazioni di Confindustria e di
molti imprenditori a proposito della sentenza del Tribunale di Torino
che ha gia' fatto e fara' discutere anche giuristi e politici. Ieri
solidarieta' e' stata espressa anche da 5mila dirigenti e quadri
riuniti al Lingotto.
ALTRI SERVIZI A PAG. 7

Le decisioni del Tribunale di Torino fanno prevedere un seguito
certamente non breve all'iter giudiziario gia' da quattro anni in
corso a carico di taluni tra i massimi esponenti del maggior gruppo
industriale privato del nostro Paese. Queste decisioni ripropongono
per l'ennesima volta il problema dei rapporti tra imprenditoria e
politica, rapporti che sono tanto piu' inevitabili quanto maggiori
sono le dimensioni delle imprese coinvolte, e debbono essere esposti
costantemente a scrutinio per accertarne l'assoluta asetticita'. In
pari tempo non si possono perdere di vista le mutate dimensioni delle
maggiori aziende e la complessita' crescente delle strutture
gestionali per cui in altri Paesi - cominciando dagli Stati Uniti -
vale il principio di escludere dal perimetro delle responsabilita'
operative i fatti che abbiano una rilevanza assolutamente marginale
rispetto alle dimensioni dei conti delle imprese, quasi a ripetere il
vecchio adagio: <de minimis non curat praetor>. La magistratura
italiana ritiene opportuno di seguire criteri rigoristici, anche se
essi possono portare a riflessi negativi, essi si' sproporzionati
all'importanza dei fatti sulla vita delle imprese e sulla serenita'
della loro conduzione. I sottoscritti, che sanno l'impegno personale,
la dirittura morale e l'ortodossia di comportamento che hanno sempre
caratterizzato l'attivita' di Cesare Romiti, vogliono in questa
occasione esprimergli tutta la loro stima e la loro piena
solidarieta', convinti che le sue doti personali e di carattere gli
consentiranno di portare avanti il proprio lavoro, dando a questo
episodio il peso che esso effettivamente merita.

Piero Antinori, Tito Bastianello, Ugo Beretta, Antoine Bernheim,
Roberto Bertazzoni, Enrico Bondi, Silvano Boroli, Mario Carraro,
Giancarlo Cerutti, Francesco Cingano, Paolo Clerici, Giuseppe
Codrino, Gaetano Cortesi, Umberto Cravetto, Enrico Cuccia, Antonio
D'Amico, Diego Della Valle, Ennio Doris, Alberto Folonari, Peppino
Fumagalli, Roberto Gavazzi, Giuseppe Gazzoni, Gianfranco Gutty, Luigi
Lucchini, Achille Maramotti, Vincenzo Maranghi, Filippo Marazzi,
Alfio Marchini, Vittorio Merloni, Majani Mezzadri, Romano Minozzi,
Leonardo Mondadori, Letizia Moratti, Giannola Nonino, Umberto Nordio,
Sergio Orlandi, Alberto Pecci, Sergio Pininfarina, Antonio Ratti,
Marida Recchi, Walter Ricchetti, Andrea Riffeser Monti, Lucio
Rondelli, Gianmario Rossignolo, Gianfranco Zoppas.

 

IL SOLE 24 ORE 18-04-97

Altre lettere di imprenditori

Il Pm replica: <Applicato il diritto>

Caso Romiti, messaggi di solidarieta'

ROMA - Ha suscitato molti commenti la lettera pubblicata ieri dal Sole-24 Ore, nella quale alcuni fra i massimi esponenti del mondo industriale e finanziario italiano hanno espresso la loro solidarieta' al presidente della Fiat, Cesare Romiti, condannato a un anno e mezzo di carcere dal Tribunale di Torino con le accuse di falso in bilancio, finanziamento illecito ai partiti e frode fiscale. Al documento, firmato fra gli altri da Enrico Cuccia e dai tre ex presidenti di Confindustria Luigi Lucchini, Vittorio Merloni e Sergio Pininfarina (ai quali va aggiunto il nome di Aldo Braghetti Peretti, omesso ieri per errore) ha replicato in un'intervista a un'emittente privata radiofonica milanese il Pm di Torino Marcello Maddalena. <Noi abbiamo applicato la legge - ha sostenuto il magistrato -, abbiamo dato una nostra interpretazione e il giudice ci ha dato ragione. Se trovano che questo non va bene, cambino la legge. Noi non possiamo fare altro che applicarla>. A Romiti era giunta anche la solidarieta' dei cinquemila dirigenti della Fiat, che hanno organizzato mercoledi' pomeriggio un'assemblea straordinaria al Lingotto. Secondo Innocenzo Cipolletta, direttore generale di Confindustria, questa manifestazione <testimonia l'attaccamento nei confronti di una persona che e' riuscita a portare avanti la piu' grande azienda italiana: e' un atto di stima dovuto e importante>. Al Sole-24 Ore sono arrivate ieri altre testimonianze di adesione alla lettera degli imprenditori. Questi i nomi dei firmatari: Carlo Alecci, Giuseppina Arduino, Rocco Basile, Gianfranco Bellezza, Alberto Beretta, Sergio Cassano, Giancarlo Cavalli, Walter Ceresa, Francesco Cimminelli, Paolo Ferro, Carlo Alberto Jura, L. Lauciello, Mario Magnetto, Pietro Marocco, Severino Mennella, Davide de Bernardo, Giuseppe Minardi, Paolo Molinar, Gerolamo Orecchia, Giovanni Ozello, Domenico Pavia, Pietro Passone, Alessandro Pellion di Persano, Damiano Russo, Roberto Stola, Luigi Tessera, Giorgio Vuillermoz.