Corriere della Sera
22.11.02

«Fermate l’aeroporto o invadiamo le piste»

I dipendenti dell’Alfa bloccano Malpensa. «Dimenticati da tutti, vogliamo un incontro con la Regione»

Aeroporto bloccato dalle 11 a mezzogiorno. Viaggiatori (in partenza) fermi in coda ai banchi del check in mezzo a fischi e sventolar di bandiere. Viaggiatori (in arrivo) sospesi nel vuoto, incollati ai sedili dei loro aerei che continuavano a volare in attesa del segnale di atterraggio. Il terminal uno invaso dalle tute blu dell’Alfa di Arese. Così si presentava ieri mattina l’aeroporto di Malpensa. Si è trattato di una manifestazione annunciata. L’ennesima tappa della protesta dei dipendenti Fiat contro la cassintegrazione a zero ore richiesta dall’azienda per mille tra operai e impiegati dello stabilimento di Arese. Doveva essere un’«occupazione» pacifica. Ma alla fine non tutto è andato come da accordi presi a Varese da sindacato e prefettura.

I TAFFERUGLI - I lavoratori dell’Alfa che si sono trasferiti armi e megafoni all’interno dell’aeroporto erano più di 500. Verso le 9.30 sono partiti da Arese stipati su una decina di pullman. Sono arrivati alla Malpensa scortati dalle auto della polizia. Poi, in corteo, hanno percorso la rampa che porta alle «partenze» del terminal uno. Sulle porte d’entrata dell’aeroporto, hanno trovato la strada sbarrata dalle forze dell’ordine: spintoni e gomitate, qualcuno è caduto a terra. Ancora spinte per fare entrare quello che le tute blu chiamano «il carrello», un supporto mobile che serve a trasportare i megafoni che danno voce alla protesta.
Una volta forzato lo sbarramento, si contano i lividi. Carmela Tassone, 52 anni, dipendente del reparto carrozzerie, mostra il referto del servizio sanitario dell’aeroporto: tre giorni di riposo, salvo complicazioni. Una ragazza piange seduta dietro a uno dei banconi del check in. Si chiama Bibiana, lavora al centro stile: «A un certo punto sono caduta a terra, ho avuto paura, mi sono sentita schiacciata nella ressa».

L’ASSEMBLEA - Nel salone del check in la tensione si allenta. «Qualcuno ci dica ufficialmente che l’aeroporto è bloccato, altrimenti da qui non ce ne andiamo e scendiamo direttamente sulle piste», urla al megafono il delegato dello Slai Cobas, Renzo Canavesi.
La comunicazione arriva. Alle 11 l’aeroporto è bloccato. E l’occupazione si trasforma in una vera e propria assemblea sindacale. Il traffico aereo resterà bloccato fino a mezzogiorno, quando l’Alfa di Arese esce e, in corteo, sale di nuovo sui pullman.

LE POLEMICHE - Le rivendicazioni sono soprattutto tre. La prima: la protesta di Arese è invisibile perché trascurata dai media. La seconda: la protesta di Arese passa in secondo piano rispetto a quella di Termini Imerese. Poi c’è la polemica sull’area Fiat. Si tratta di circa due milioni di metri quadrati che dal ’95 sono divisi in due parti: una prima area destinata alla reindustrializzazione e controllata dalla Alfa Business Park, società posseduta al 70 per cento dall’americana Aig Lincoln. Una seconda area, definita «arroccamento Fiat» in quanto proprio qui l’azienda torinese ha concentrato lo stabilimento produttivo, è di proprietà della Estate sei spa, società che fa riferimento a Riccardo Conti, deputato lombardo del Cdu.
«Secondo documenti in nostro possesso la società Alfa Business Park ha proposto una variazione della destinazione d’uso dell’area, oggi industriale - dice Antonio Lareno, segretario della Camera del Lavoro di Milano -. Tutto ciò muterebbe lo spirito dell’accordo di programma firmato nel ’96: si tratta di una prospettiva inammissibile. Su questo tema abbiamo chiesto un incontro urgente ai comuni di Arese, Bollate, Lainate, Rho e Garbagnate».
Tramite il suo legale, l’avvocato Innocenzo Gorlani, l’onorevole Conti sostiene che «non esiste alcuna volontà di cambiare la destinazione d’uso dell’area. Al contrario, l’obiettivo è localizzare altre attività industriali e produttive». E, per quanto riguarda la cordata che affianca Conti nel controllo dell’area, l’avvocato conferma «che si tratta di industriali bresciani e milanesi. Nessun ex manager Fiat è coinvolto».
Sul fronte regionale è partita una lettera da parte dei sindacati confederali lombardi con cui si sollecita a un incontro al Pirellone.
Rita Querzè
 


Corriere della Sera
22.11.02

cobasalfaromeo, 22-11-02

 

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