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13-6-99 Cile : in crisi le pensioni private obbligatorie

  • "Fa acqua il modello pensionistico cileno", propagandato in tutto il mondo e particolarmente in Italia da parte di Lorsignori. A preoccupare è lo stretto legame tra i Fondi Pensione e l'andamento della Borsa.
  • "Voluto nel 1981 dal governo Pinochet con la consulenza degli economisti di stretta osservanza della Chicago University,oggi il sistema dei Fondi privati ha in mano il futuro di 4,5 milioni di cileni,un terzo della popolazione totale. E comincia a far acqua". "Delle 15 società nate 17 anni fa, ne sono rimaste in piedi soltanto 9. Quest'anno,a causa del crollo delle borse internazionali, il rendimento medio è stato negativo del 7 %" (Corsera,21-12-98).
  • "A Santiago il campanello d'allarme è sotto gli occhi di tutti, e sono sempre più i cileni che vorrebbero ritirare i propri risparmi dai fondi pensione" (Corsera,21 -12-'98).
    • Dal 1981 al 1994 i fondi privati sono andati a gonfie vele, approfittando della "pace sociale" imposta con le armi dagli Usa e dalla dittatura di Pinochet. E in tutti questi primi anni i Fondi non hanno dovuto pagare pensioni, ma hanno solo incassato i contributi.
    • Dal 1995 sono cominciati i dolori e, per la prima volta, i Fondi Pensione hanno avuto una perdita del 2,5 % (nel '94 c'è stato il crack finanziario del Messico); e nel 1998 la perdita è stata del 7 % (!), per il crollo in Asia-Russia-Brasile-Wall Street e per il dimezzamento del prezzo del rame, metallo che rappresenta il 42 % dell'export cileno.
    • 1999 : in Cile "anche l'avvio del nuovo anno si è confermato fiacco" per le speculazioni di Borsa, e si teme il "si salvi chi può" se scoppia un'altra crisi finanziaria a Wall Street o in qualche altra piazza finanziaria del mondo.

    Il "modello" cileno

    "L'Eldorado della previdenza privata si trova in Cile". Nel 1981 il dittatore Pinochet, terminato il massacro di alcune decine di migliaia di lavoratori e di militanti di sinistra con il colpo di stato organizzato nel 1973 dagli Usa, privatizzò integralmente il sistema pensionistico, fino ad allora pubblico e strutturato sul modello di quelli europei.

    La privatizzazione fu obbligatoria per i nuovi assunti, facoltativa per i lavoratori in servizio al momento della "riforma".

    I contributi versati obbligatoriamente da lavoratori e padroni sono gestiti dagli Afp (Administradoras de fundos de pensiones) in Borsa o in altre attività finanziarie. Ai lavoratori rimane solo la facoltà di cambiare Fondo (sempre privato) ogni 6 mesi, ma siccome dopo la prima crisi del 1995 oltre 1 milione di lavoratori ha utilizzato questa opportunità mandando in tilt tutto il sistema, sono ora state introdotte penalizzazioni per chi cambia fondo.

    Le risorse accumulate dai gestori (Afp) privati nel 1996 erano già la metà del prodotto interno lordo cileno e la metà di tutti i soldi detenuti dal sistema bancario.

    Negli scorsi anni Perù, Colombia, Argentina e altri paesi latino americani - assieme a Polonia e Ungherìa - hanno seguito il "modello" cileno.

    Siccome questo Fondo Pensione obbligatorio ha avuto negli ultimi anni dei rendimenti negativi, "il governo ... intenderebbe creare un secondo fondo pensionistico, addizionale a quello esistente, il quale sarebbe investito solamente in attività a reddito fisso" e non in azioni di Borsa. "Questo secondo fondo sarebbe destinato a quei lavoratori a cui mancano meno di 10 anni al pensionamento" (IlSole24ore,29-9-98); per i più giovani resta la "speranza" che nel lungo periodo la Borsa salga, a meno che - naturalmente - non sia già fallito il proprio Fondo Pensione ancor prima di potere andare in pensione...

    cobasalfaromeo,13-6-99

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