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BREVE STORIA DELLA COOPERATIVA

La Cooperativa nasce nel 1980 come tentativo, messo in atto da un gruppo di volenterosi appassionati di teatro, di recuperare delle tradizioni culturali, esemplificazioni dell'humus, delle radici, del vero e proprio modo di sentire e vivere emozioni, sentimenti e passioni di una terra, la Sicilia, che in autori come Martoglio trova riferimento e capacità di sintesi. Quindi vengono portati in scena alcuni classici del teatro siciliano; "L'aria del continente" di Martoglio, "Fiat Voluntas Dei" Di Macrì, "L'eredità dello zio buonanima" di R. Giusti, "L'avvocato difensore" di A. Morais.

Inoltre vengono allestiti due drammi sacri su commissione "Lammà sabactani" sulla morte e passione di Cristo e La vita di S. Vito, tutti e due scritti dalla stessa Compagnia.

Nel 1982/1983 avviene una svolta decisiva che caratterizzerà il futuro della Cooperativa. Il gruppo decide di seguire obiettivi e motivi culturali che incideranno realmente nel tessuto sociale operando attivamente per una rivalutazione delle tradizioni e dei valori più insigni del grande teatro, distaccandosi totalmente da una visione riduzionistica del "Teatro" considerato soltanto come momento di svago e di fugace illusione.

Viene portato in scena "Pensaci Giacomino" di Pirandello. E successivamente il dramma "La nemica" di D. Niccodemi. Inoltre a Custonaci davanti il sacrato della Cattedrale viene rappresentato "U miraculu d'amuri di Maria Santissima di Custonaci" ambientato nel '300 in lingua dialettale arcaica in versi.

La Cooperativa intanto partecipa a varie rassegne regionali e nazionali riscuotendo ovunque ottimo successo.Opera anche nel sociale viene rappresentato un lavoro teatrale nella comunità per tossicodipendenti "Saman" ed un lavoro all'interno del carcere di Marsala.

Dal 1985 organizza la Rassegna Nazionale "Giovanetto di Mothia" alfine di dare senso di continuità negli anni successivi.Nello stesso anno viene portato in scena "Il settimo si riposò" di S. Fayad. E' un ritorno al teatro comico, alle opere brillanti. Si tratta comunque di una comicità diversa e che abbraccia, rispetto alle opere precedenti, i canoni del teatro dell'assurdo. Una comicità originale che si fonda più sulla situazione scenica che sulla battuta.

Nel 1985/1986 la Compagnia in occasione del cinquantenario della morte di L. Pirandello mette in scena "La Signora Morli uno e due" del grande autore siciliano Con questo lavoro la Compagnia rappresenta la Sicilia al Festival Nazionale di Chieti.Nella stagione 1986/1987 porta in scena "il tacchino" di G. Feydeau lavoro brillante che con i suoi ritmi frenetici e situazioni sceniche, segna la scoperta di tutto un modo diverso di operare nel campo della comicità. Non viene dimenticata però la tradizione propria del retroterra siciliano ed in particolare si porta in scena " La Fortuna con la F maiuscola" di A. Curcio e E. De Filippo.

Nella stagione 1987/1988 inizia una collaborazione con la consulta femminile e viene commissionato " Casa di bambola" di E. Ibsen che viene messo in scena per la giornata della donna. Contemporaneamente per l'estate mette in scena "Niente da dichiarare" di Hennequine e Veber, espressione del Vaudeville che basa, come nella pochade, la propria comicità sulle situazioni sceniche e sugli equivoci ( il lavoro continua a fare parte del repertorio attuale in quanto di sicuro successo).

Nella stagione teatrale 1988/1989 viene commissionato dalla Consulta femminile e quindi messo in scena "L'albergo sul porto" dramma di Ugo Betti; nella rassegna Giovanetto di Mothia che da quell'anno si svolge non più d'estate come era negli anni precedenti ma nell’autunno inverso ed in un locale al chiuso "Natale in casa Cupiello" di E. De Filippo tradotto in vernacolo siciliano.

Nel 1992 nella rassegna Giovanetto di Mothia viene rappresentato il lavoro brillante "Il senatore Fox" di L. Lunari, che basa la sua comicità oltre che schemi della commedia italiana classica anche sulla satira politica. Nel 1992 viene portato sulle scene "Così è, se vi pare..." di L. Pirandello mentre nel 1993 il lavoro dialettale "Chi è più felice de me?" di E. De Filippo.Nel 1995 è stato portato sulle scene "Il piacere dell'onestà" di L. Pirandello e "Due dozzine di rose scarlatte" di A. De Benedetti.

Il 1996 è un anno importante per la compagnia, perché viene scelta a rappresentare la Città di Marsala alla Rassegna Nazionale di Teatro in Vernacolo "Il Giogo" di Arezzo. Partecipa con il Lavoro "La Fortuna con la Effe maiuscola" e viene considerata la migliore compagnia, oltre a vincere i premi quali migliore attore protagonista (Peppe Giacalone) e migliore attore non protagonista (Michelangelo Tranchida). Nello stesso anno mette in scena "la vita che ti diedi" di L. Pirandello che ottiene diversi consensi (Premio No Stop Theater a Sambuca di Sicilia).

Nel 1997 la compagnia traduce e porta in scena al Teatro Comunale di Marsala il bellissimo lavoro di P. Riccora "Angelina mia". Si tratta di una commedia a sfondo sentimentale che non tralascia toni comici e drammatici nello stesso tempo.Sempre nel 1997 porta in scena "La Sicilia dal fiore in bocca" tre atti unici di L. Pirandello (la patente, l’altro figlio e lumie di sicilia) e "Il vendicatore" di G. Lanza commedia in vernacolo siciliano.

Il 1998 è un anno importante per la Compagnia in quanto vengono rappresentati "La corda pazza e la chiave civile", da Pirandello e Verga (La birritta chi ciancianeddi di Pirandello e Caccia al lupo di Verga), "La casa di Bernarda Abba" di Garcia Lorca, oltre alla prima commedia musicale "Incantesimagica" tratta da una pochade francese completamente riscritta e adattata con all’inserimento perfetto di musiche originali scritte apposta per lo spettacolo. Il lavoro ottiene un lusinghiero successo di pubblico e di critica.

Nello stesso anno viene rappresentato il lavoro inedito "Questo matrimonio non s’ha da fare" di T. Spadaro e l’incasso dello spettacolo è devoluto interamente alla Croce Rossa Italiana. Il 1998 è un anno importante anche per l’inizio di collaborazione tra la Compagnia Teatro Nuovo e diversi elementi della Scuola di Teatro che nel frattempo è sorta nella Città.

Nella stagione 1998/1999 nella rassegna "Giovinetto di Mozia" vengono ripresi due lavori di cui uno "La Nemica" dramma di D. Niccodemi offre a Debora Urso la possibilità di cimentarsi un una grande prova d'attrice con ottimo successo personale. Vengono portati sulla scena "L'amico di papà" nella traduzione ed adattamento curata da Peppe Giacalone in vernacolo; ottimo l'insieme scenografico e costumistico che insieme alla recitazione, il ritmo e la caratterizzazione dei personaggi offrono un momento di riscoperta del teatro Scarpettiano.

Di ottima levatura la rappresentazione con cui si conclude la Rassegna "Il letto ovale" di Chapman e Conney. Lavoro brillante in lingua ricco di situazione al limite dell'assurdo e dalle ingarbugliate scappatelle extraconiugali.