Itero de Castillo - Sahagun

Questa di oggi è stata una bella tappa, vissuta senza nessuna sorta di problema (mi riferisco alle sventure che si accaniscono contro la mia bicicletta) sotto un sole che spaccava le pietre, ma che senza quell'umidità che ci fa soffrire in Italia favorisce un clima secco e un cielo limpido (le stelle che ci sono qua di notte ce le sognamo da noi). Dopo una Cola-Cao (il nostro Nesquic, che qui viene servito come cioccolata calda) e delle Magdalenas (un dolcetto simile alle nostre merendine, tra l'altro scadute) abbiamo abbandonato Itero e siamo partiti di gran carriera verso Fromista, dove un'ora più tardi ci siamo goduti una colazione più nutriente. Da qui con un'altra tirata di un'ora siamo giunti a Carrion de los Condes, e poco più avanti abbiamo visitato il Monastero di S.Zolio con la sua chiesa medioevale e il chiostro ben curato. La sosta è stata breve anche perché la strada finalmente pianeggiante ci invogliava a proseguire, sopratutto pensando alle tappe che ci attendono tra un paio di giorni. Così abbiamo pedalato fino a Calzadilla de la Cueza, il luogo dove Io avevo previsto di passare la nottata. Ma essendo giunti fin là prima delle due ci siamo solo fermati a pranzo (ho mangiato una "favada" ovvero una specie di pasta e fagioli dei cui effetti si ricordano tutti, tanto che Jaime mi ha soprannominato "Aire" per il fenomeno flautolente da cui ero colpito). Dopo pranzo con Carlos e Jaime ci siamo piazzati davanti alla televisione per assistere all'ennesima impresa di Lance Armstrong che staccava tutti in salita al Tour mentre los "Maricones" di Nacho e Josè facevano la siesta sotto degli alberi. E' proprio rilassante l'atmosfera in questi paesini dopo pranzo, sembra quasi che tutto il pueblo si addormenti per ore per poi risvegliarsi solo a sera inoltrata. Ripartiti verso le 18.00 in un oretta di strada sotto ancora un sole cocente siamo arrivati a Sahagun e abbiamo trovato alloggio nel monastero di S.Tarso (vicino all'omonima chiesa, uno dei monumenti più importanti della città). Ci ha accolto una signora che gestiva le camere col fare di un generale e mi parlava in Spagnolo come se fossi un navigato esperto del dialetto locale. Appreso che l'orario di chiusura del monastero erano le 23.00, ci siamo concessi una cena al supermercato ed il lusso di un gelato prima di andare a letto.