Triacastela - Casanova

E' finita! Ebbene si è finita anche la tappa di oggi, siamo stanchi ma felici di essere a soli 60 km da Santiago, ovvero un'altro solo giorno di marcia. Il peso dei chilometri percorsi si fa sentire sulle gambe e una tappa come quella di oggi dà più fastidi con i suoi saliscendi continui di quelle di montagna dei giorni scorsi. Tutto sommato c'è stata anche la soddisfazione di fare l'ultima salita , che portava da Porto Marin a Palais de Rey, tutta in sella quasi al ritmo dei tre di Saragozza. Insomma stanchi ma felici, questo di Santiago è un cammino duro e faticoso ma che dà tanto sia dal punto di vista spirituale (correndo, sopratutto in salita, si ha molto tempo per riflettere e la fatica non aiuta le distrazioni) sia dal punto di vista umano, con la solidarietà tra i pellegrini, qui si vede veramente lo stare insieme come fratelli. Anche la popolazione spagnola rende il Cammino un'esperienza particolare, perché sono tutti gentili e premurosi con noi (sembrano conoscere per esperienza personale ciò che rappresenta il pellegrinaggio) e se c'è un eccezione è proprio quella che conferma la regola.
Tornando ad oggi, siamo partiti un pò tardi, verso le 9.30. Da Triacastela ci siamo subito avventurati per la prima salita, rendendoci conto che quella segnata sulle nostre carte era poco più dei soliti saliscendi. Il verde che ci circondava era la testimonianza che oramai eravamo in Galizia, quanta differenza con la vegetazione secca della meseta che non invitava certo alla contemplazione dei paesaggi. Giunti a Samos, abbiamo visitato l'omonima abbazia ma non ci siamo fermati più di tanto per non disturbare la messa. Da li abbiamo proseguito per un'altra salita e giunti in cima abbiamo scorto il lago di Puerto Marin, dove abbiamo notato con sorpresa la presenza di alcuni bagnanti. Percorsa la discesa ci siamo fermati in paese e abbiamo pranzato con quel che abbiamo racimolato in un supermercato locale. Un paninazzo con la mortadella e una fetta della mitica torta di Santiago, un dolce a base di mandorle, delizioso. Dopo un pò di riposo siamo ripartiti in salita verso Hospital de la Cruz, questa è l'ultima salita dura del camino. Parte subito con una pendenza difficile ma sale regolare senza strappi e con la forza di volontà si riesce a salire. Ce la faccio, me lo sento dentro, e resto in sella fino alla cima dove trovo i tre amici di Saragozza, sorpresi di vedermi così presto. Dopo aver atteso anche Josè (le indicazioni non sono molto chiare in questo punto), abbiamo proseguito per la discesa, soffermandosi ad ammirare la vegetazione, si incominciano a vedere più piante e anche dei prati verdi quì in Galizia. Giunti a Palais del Rey abbiamo avuto la brutta notizia dell'ostello pieno e quindi abbiamo dovuto a malincuore proseguire fino a Casanova, dove si trova un ostello isolato dal resto del mondo. Per mangiare io, Jaime, Nacho e Carlos ci siamo fatti altri 8 km di strada, dopo aver staccato le borse con il bagaglio dal portapacchi però. Josè ha preferito non cenare piuttosto che risalire in sella, ma la fortuna e anche la generosità della gente del posto ha permesso al nostro amici di cenare a base di pane e mirtilli. Niente male direi.