DEL BAITO DI VAL CALDIERA POSTO A QUOTA 1579


Premessa :
Già da tempo immemorabile esisteva a quota 1579 una minuscola malga comunemente denominata " baito dell'Aia di Val Caldiera ". Nel 1969 tale baito era talmente mal ridotto e cadente da non poter più venire usufruito dai pochi escursionisti e cacciatori che allora frequentavano la zona.
Nacque cosi l'idea fra alcuni volontari di Castelnuovo, di ricostruire il baito ex novo, in posizione però leggermente diversa rispetto alla precedente, ritenuta poco sicura. Il nuovo baito venne iniziato e terminato nell'estate del 1970.
Per ben diciassette anni adempì egregiamente alle sue funzioni, ma naturalmente la vetustà ed anche le esigenze un po' mutate, consigliavano una ristrutturazione generale. Conseguentemente, anche questa volta, si è formato un gruppo di volontari che, spendendo parecchi fine-settimana, ha consentito la realizzazione dei nuovi lavori. Di seguito riportiamo le notizie principali.




ANNO 1987


09.07.1987 - Ha inizio la fase di preparazione di tutti i materiali necessari al ripristino del baito.
Alcuni dati significativi relativi al materiale impiegato:

- nr. 16 assi di larice da ml. 4.00x2.50 cm.;
- nr. 31 cantinelle da cm. 5x3x4.00 ml.;
- nr. 4 mantovane da cm. 2:50x18x4.00 ml.;
- nr. 20 filetti da cm. 1.50x5x4.00 ml.;
- nr. 10 cantinelle di larice da cm. 5x4x4.00 ml.
- nr. 26 cantieri da cm. 10x12x3.20 ml.;
- nr. 7 cantieri da cm. 10x12x4.00 ml.;
- nr. 51 perline da pavimento da cm. 12x2.80x4.00 ml.;
- nr. 80 perline da rivestimento da cm. 12x1.50x4.00 ml.;
- nr. 79 tavole con battuta da cm. 12x1.50x4.00 ml.;
- nr. 3 colmi in lamiera testa di moro;
- nr. 4 converse da ml. 3.00;
- mq. 43,20 di lamiere grecate per il tetto.

04.06.1987 - Si provvede alla piallatura dei cantieri del tetto.

14.06.1987 - II legname viene verniciato. 26.06.1987 - Idem come sopra.

27.06.1987 - Si provvede all'imballaggio delle perline ed alla verniciatura del tavolo.

28.06.1987 - Hanno inizio i lavori al baito.
La partenza fissata in piazza a Castelnuovo alle ore 5,30. La jeep - via Monterovere - arriva al bivio Italia (Ortigara) alle ore 8,30, in quanto la strada era parzialmente interrotta da slavine.
Si prosegue - sempre in jeep - fino a Cima Castelnuovo.
Poi il tragitto fino al baito coperto a piedi. Là aspettano altri volenterosi saliti a piedi dal versante Nord. Breve sosta per la colazione, poi si da inizio ai lavori di demolizione del tetto, mentre altri provvedono al taglio di larici per la sopraelevazione del baito, che ha luogo nel primo pomeriggio.
Alle 16.00 le pareti perimetrali sono già all'altezza del primo solaio. La giornata di lavoro ha termine e sotto un sole ancora alto ci si avvia, a piedi, verso i prati di Civerone dove attende la jeep per il ritorno a Castelnuovo.

05.07.1987 - Secondo giorno di lavoro al baito.
La partenza da Castelnuovo viene fissata alle ore 4.15. La jeep - via Monterovere - arriva sotto Cima Castelnuovo verso le ore 6.00.
Caricati attrezzi e viveri sulle spalle, nonché 20 litri di vino, ci incamminiamo verso il baito dove arriviamo verso le ore 7.00.
Breve colazione e subito al lavoro per preparare il piano d'imposta del solaio.
Altri provvedono a rimuovere le vecchie brande e altro materiale fatiscente.
Vengono pure scortecciati tutti i tronchi che formano le pareti perimetrali del baito. Verso le 13.30, sotto un cielo nuvoloso, ci siamo avviati a piedi verso il Civerone.

10.07.1987 - Con furgone viene trasportato in Civerone vario materiale (porta - finestre - materassini - tavolo - panche - attrezzi vari - ecc.).

11.07-1987 - Con trattore si provvede a trasportare in Civerone tutto il legname occorrente. Le lamiere del tetto e altro materiale da lattoniere vengono trasportate con furgone.

12.07.1987 Giorno di S. Prospero: terza giornata di lavoro al baito. Il tempo è variabile.
"La partenza da Castelnuovo viene fissata alle ore 4.00. Questa volta con mezzi propri, si raggiunge il Fagarè di Civerone e poi, dopo breve sosta, si prosegue a piedi verso il "Gravon" Si arriva al baito verso le ore 7.30.
Subito ci mettiamo al lavoro; vengono tagliati tre larici per le banchine e il colmo del tetto la cui lunghezza arriva a ml. 7.50.
Mentre alcuni scortecciavano e preparavano le banchine ed il colmo, altri provvedono a sistemare gli ultimi tronchi delle pareti e le banchine.
Durante la mattinata, arrivano altri volenterosi a dare una mano.
A mezzogiorno pastasciutta e poi un breve sonnellino.
Verso le 13.00 abbiamo visite di escursionisti fuori zona (TN), che comunque ci aiutano a mettere in opera la trave di colmo data l'altezza ormai considerevole dello stesso.
Infine predisponiamo il foro per l'accesso al sottotetto ed il foro finestra della parete Ovest. Viene pure terminato il lavoro di scortecciamento dei vecchi tronchi.
Verso le 16.00, stanchi ma soddisfatti per l'ottimo lavoro svolto, prendiamo la via di casa.

02.08.1987 - Tempo variabile.
Quarta giornata di lavoro al baito.
Partenza alle ore 5.15 con jeep. Direzione Fagarè (Civerone).
Verso le ore 6.00, dopo aver caricato in spalla cambre, chiodi e altro materiale, ci mettiamo in cammino verso il baito dove arriviamo alle ore 7.30 circa.
Breve colazione e poi al lavoro. Viene abbattuto un larice per la formazione della capriata di sostegno delle travi di colmo e delle banchine.
Vengono pure messe in opera due colonne di sostegno della capriata, che poggiano, per non marcire su delle basette in ferro (piedini).
Ormai anche la grossa orditura del tetto è pressoché terminata, come pure quella della tettoia antistante.
Per la verità siamo un po' giù di corda vedendo che le file dei volontari vanno sempre più assottigliandosi, ma teniamo duro, confidando nella buona sorte e nell'aiuto anche di qualche persona estranea che, per la verità, non manca.
Oggi infatti abbiamo avuto la visita - non aspettata - di un socio della S.A.T. di Borgo che ha contribuito, oltre che a darci una mano, anche a sollevare il morale.
Nel primo pomeriggio, dopo una breve pausa, abbiamo ultimato la scortecciatura dei tronchi, mentre altri predisponevano i frontespizi (timpani).
Dopo qualche chiacchiera ed un bicchier di vino, verso le 15.00 siamo scesi a valle, contenti del lavoro svolto.

09.08.1987 - Partenza da Castelnuovo con jeep, verso il Fagarè di Civerone, alle ore 5.00.
Caricati in spalla barattoli di carbolineom e pennelli, ci avviarne a piedi verso il nostro "cantiere", dove arriviamo verso le ore 7.45.
C'è con noi anche una persona di Milano, che ci aiuta nei lavori di coloritura e verniciatura delle travi. Altri, intanto, provvedono a sistemare il foro della porta d'entrata ed a "ritagliare" le finestre del piano terra. Così tutti i lavori relativi alla struttura portante del baito sono terminati.
Ormai manca solo il materiale già predisposto a valle - sui prati di Civerone - che dovrà venir trasportato con elicottero la prossima settimana.
In mattinata il tempo è molto nuvoloso e promette pioggia, ma nel pomeriggio abbiamo qualche schiarita. Verso le 15.00 prendiamo la via di casa.

12.08.1987 - Oggi dovrebbe essere una giornata decisiva.
Si porta il materiale da Civerone al baito con l'elicottero.
Siamo un po' perplessi, perché le nuvole e nebbia avvolgono tutta Val Caldiera e l'Aia del Baito. Ma noi speriamo in qualche schiarita.
Alle 7.00, ci avviamo verso i prati di Civerone per gli ultimi preparativi. Tutti siamo andati con i nostri mezzi.
Verso le 9.00 arrivano anche due dipendenti della "Eliservis" (proprietaria dell'elicottero) per predisporre le cosiddette "carge".
Alle 11.00 arriva l'elicottero, ma dobbiamo rinunciare al trasporto dopo un primo tentativo fallito per via della nebbia. Ciò nonostante, abbiamo la costanza e la pazienza di aspettare una schiarita.
Finalmente, verso le 17.00, la speranza diventa realtà. Il cielo ha un momento di clemenza, così l'elicottero può prendere il volo. Dopo un primo viaggio di ricognizione, ne seguono altri sei, permettendo così il trasporto di tutto il materiale accatastato a valle.
L'ultimo viaggio viene realizzato in tutta fretta, perché la nebbia già copre tutte le principali quote del versante Nord dell'altipiano.
Ma ormai che importa ? Il materiale è al sicuro a quota 1579.
La soddisfazione è grande!























15.08.1987 - Ferragosto !
Partenza da Castelnuovo alle ore 5.15 con mezzi propri diretti in Civerone (previo permesso del Comune).
Verso le 6.00 iniziamo a piedi la salita al baito dove arriviamo verso le ore 7.45.
Diamo inizio subito ai lavori di posa in opera dei cantieri del tetto e delle travi in legno del solaio. Viene pure realizzato tutto il tavolato del sottotetto, demolito il vecchio pavimento e posto in opera tutti i serramenti e le mantovane del tetto.
Con tubo geberit, viene pure realizzato un mini acquedotto che, raccogliendo l'acqua di una piccola valle senza nome, la convoglia verso la piana del baito.
Alle 21.00, tutti a nanna entro il "nuovo" baito, con sacchi a pelo e coperte.
Tempo: nuvoloso e coperto al mattino, qualche schiarita nel pomeriggio.

16.08.1987 - Sveglia alle 7.00. Colazione e poi al lavoro.
Viene posto in opera tutto il perlinato del sottotetto ed il pavimento del piano terra.
Verso le 8.00, arrivano anche i "lattonieri" che provvedono alla posa del manto di copertura del tetto.
Viene realizzato anche parte del selciato della tettoia antistante il baito e fatta pulizia di tutti i materiali di risulta.
Ormai mancano solo le rifiniture: ancora un po' di selciato ed il perlinato laterale al pianoterra.
La soddisfazione ormai prevale sulla fatica e verso le 16.00 prendiamo a piedi la via del ritorno.















19.08.1987 - Partenza da Castelnuovo nel pomeriggio.
Arrivo in macchina in Civerone, poi a piedi fino al baito.
Portiamo con noi 100 ml. di corda di canapa, che servirà a ricoprire le fughe del perlinato.

20.08.1987 - Provvediamo a ricoprire le fughe e a terminare gli ultimi mq. di perlinato del sottotetto.

23.08.1987 - Partenza da Castelnuovo per il Civerone; poi a piedi fino al baito.
Il giorno seguente (24.8.1987) provvediamo alla perlinatura dei frontespizi (timpani) del sottotetto.
Ritorniamo a piedi in Civerone dove ci attende la festa della Pro Loco.







IL BAITO E' TERMINATO







30.08.1987 - Partenza da Castelnuovo alle ore 5.00 con jeep.
Questa volta ci sono anche i pompieri. Arrivo al baito alle 10.00.
Ormai non si tratta più di por mano alla ristrutturazione del baito, ma di predisporre una piazzola per l'atterraggio dell'elicottero.
L'idea è scaturita anche dal fatto di contribuire, nei limiti del possibile, a garantire una maggior sicurezza in caso di incidenti.
In questa giornata contiamo ben 22 volontari al lavoro.
La piazzola viene terminata in giornata.

Ha qui termine la descrizione dei lavori eseguiti bell'anno 1987.





ANNO 1988

Entusiasta della buona riuscita dei lavori eseguiti al baito nell'anno 1987, la solita squadra di volontari ha deciso di por mano anche alla ristrutturazione delle pertinenze del baito medesimo ed in particolare della legnaia e del posto di cottura.

Riportiamo qui di seguito una breve relazione.

17.07.1988 - Partenza da Castelnuovo alle ore 5.00. Arrivo al baito alle 8.00 circa.
Breve pausa e subito al lavoro.
Provvediamo al recupero della legna esistente ed alla demolizione della legnaia.
Vengono abbattuti due larici per la formazione della banchina e del colmo della nuova legnaia che nel primo pomeriggio, vengono posti in opera.
Sono circa le 16.00 e ci avviamo verso casa.

28.07.1988 - Con l'elicottero dell'Eliservis tutti i materiali necessari alla ricostruzione della legnaia e del posto cottura vengono trasportati a quota 1579 (Aia del baito).

30.07.1988 - Ha inizio il montaggio della scala del baito per l'accesso al sottotetto.
Il lavoro ha termine il giorno successivo, 31 luglio 1988.

31.07.1988 - Allestimento della copertura della legnaia e tamponamento perimetrale.

01.08.1988 - Posa in opera del manto di copertura della legnaia - ripristino fossa immondizie ed accatastamento della legna.

15.08.1988 - Viene eseguito il focolare e costruito il cesso.

04.09.1988 - Viene costruita la staccionata in legno attorno all'area di pertinenza del baito.

10.09.1988 - A spalle, dal Civerone, vengono trasportate al baito le perline necessarie al tamponamento del frontespizio della tettoia.

11.09.1988 - Posa in opera del tamponamento del frontespizio della tettoia.
I pompieri hanno pure provveduto alla formazione della spianata adiacente alla piazzola dell'elicottero.

IL BAITO E' ORA COMPLETO E DOTATO DEI SERVIZI E ATREZZATURE ESSENZIALI



Qualche cifra.

La spesa per la ristrutturazione del baito e pertinenze ammonta ad oltre cinque milioni di lire. Il denaro è stato reperito e raccolto presso Enti, Associazioni varie e privati cittadini. Nella somma riportata non figurano le offerte in natura (peraltro consistenti), dei trasporti del materiale in quota.
A quanti, nelle diverse forme, hanno collaborato alla realizzazione dell'opera, i più sentiti ringraziamenti.

Avvertenze

Il baito è aperto a tutti e tutti ne possono usufruire.
Si raccomanda solo, anche se a queste quote ed in tali zone potrebbe sembrare superfluo, un uso civile sia delle strutture che delle attrezzature.




Appendice

Si riportano in fotocopia alcuni articoli di giornale apparsi sulla stampa locale durante i lavori di costruzione e ristrutturazione del baito.




CASTELNUOVO LANCIA VAL CALGERA, STASERA UNA RIUNIONE APERTA A TUTTI

L'intenzione è quella di rifare il "baito" in una località molto amata all'intera comunità.
Qualche passo in avanti con la disponibilità ottenuta nel problema del trasporto di materiale.

A Castelnuovo, la storia del "baito" in località Val Calgera a quota 1579, ci viene raccontata da uno che si firma come "un amico lavoratore del baito". Ed è storia che presenta aspetti interessanti: per questo l'abbiamo raccolta.
Fu realizzato da un gruppo di castelnovati legati alla passione per la montagna, con particolare simpatia per Val Calgéra, località che assieme al Civerone rappresenta il luogo più amato per la comunità di Castelnuovo: vuoi per le bellezze naturali e ancora pulite che offre; vuoi per i precisi riferimenti storici che legano Val Calgéra e Civerone alla storia della Bassa Valsugana.

"Ci vollero racconta l'amico molti sabati e molte domeniche per alcuni anni, prima di vedere il baito realizzato. Si dovettero sopportare enormi fatiche per avere sul posto i materiali necessari alla costruzione: tutti portati a spalla partendo dal paese e scendendo sul posto dopo aver raggiunto, con un fuoristrada, l'Ortigara.
Quanto peso le lamiere del tetto... e le cortecce "de pézo" (abete rosso) tolte dalle piante in piedi parte in val di Sella e parte in Casa Bolenga: dovevano essere fissate sulle pareti internamente per bloccare gli spifferi".
Il baito così costruito sette metri per tre era semplice ma ospitale; vi si era ricavato anche un sottotetto per dormire, all'esterno era stato posto un focolare coperto. Questo punto fuoco sostituiva l'ormai impraticabile ex baito dei pastori.

"La Val Calgéra precisa l'amico si trova a nord del monte Ortigara, che la sovrasta con suoi 2061 metri; racchiusa ad est dal Colazo o Colon da Gné: come lo chiamano in paese) sulla sommità del quale si trova lo storico passo dell'Agnella e ad ovest dalla val Porsiria: questi limiti corrispondono ai confini della proprietà catastale del Comune di Castelnuovo con i Comuni dell'Altopiano di Asiago e, nel contempo, sono anche confini di provincia, di regione e del Comune con Villa Agnedo da un lato; del Comune di Borgo dall'altro.
Si viene così a formare quello che viene chiamato Bacino imbrifero del Rio Coalba, affluente destra del fiume Brenta".

L'amico conosce bene la storia dell'Aia di Val Calgéra e consultando vecchi documenti può informare che lassù, in tempi antichi, si coltivavano orzo e avena; in tempi più recenti vi si pascolavano le pecore. "Oggi precisa meta esclusiva di chi ama la montagna perché qui la bellezza ancora quella selvaggia, anche se l'uomo durante la Grande Guerra vi operò in modo da lasciare segni evidenti del suo passaggio... E meta anche di cacciatori".
Adesso si vuole che diventi meta accogliente per chi va in montagna da turista e perché lo sia è necessario ricostruire il baito. Ma amore per la montagna e volontà di agire non bastano, per quando la realtà si oppone con tutti i suoi ostacoli.
E il primo quello di avere lassù il materiale necessario alla ricostruzione del baito. Sulla carta e, tradotto in peso, fa segnare sulla bilancia quarantadue quintali: una cifra che spegne ogni intento, ma le necessità sono stimolo ad agire, fino ad approdare all'Eliservice: azienda che fa parte del gruppo Celta e che provvede ai trasporti aerei.
Si chiede, si ricontrollano i pesi, vi sono gli approcci necessari e la risposta generosa: l'Eliservice provvederà generosamente al trasporto del materiale.
Il superamento del primo e condizionante ostacolo rilancia l'entusiasmo degli amici di Val Calgéra, che adesso propongono un incontro a livello di comunità. Lo hanno fissato per questa sera (ore 20.30) nella sala riunioni della scuola elementare.
Porteremo dicono con grande speranza gli organizzatori a conoscenza della collettività il problema che riguarda la ristrutturazione e la conservazione (calcano la voce su quest'ultima parola!) del baito di Val Calgéra.
All'appuntamento, vorremmo poter contar un numero alto di presenti: li aspettiamo, per discutere assieme".

Da: "Alto Adige" di venerdì 19.6.1987





UNA NUOVA VITA PER IL BAITO

II vecchio edificio di Val Calgera viene "recuperato" grazie al lavoro di un gruppo di amici della montagna.

CASTELNUOVO

II vecchio baito di Val Calgera, costruito nel 1970 da un gruppo di volenterosi amanti della montagna di Castelnuovo, era da tempo inutilizzato causa dell'ormai inderogabile necessità di sottoporre l'edificio ad un radicale intervento di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Il 28 giugno scorso, dopo alcune riunioni in paese promosse da un apposito comitato appoggiato anche dall'amministrazione comunale, è iniziata l'operazione "recupero".
Sono stati utilizzati materiali trovati in loco, come i tronchi di larice necessari per "muri" di elevazione, ed altri trasportati in quota dal fondovalle grazie alla disponibilità della Heliservice, società di lavoro aereo del gruppo CELTA di Scurelle, che intervenuta con un suo elicottero.
Si è incominciato con la demolizione del tetto e con l'innalzamento della " caena " per ricavare un locale da adibire a dormitorio nel sottotetto rivestito di lance.

Nelle domeniche successive si è continuato a lavorare con entusiasmo, preparando il tutto in attesa dell'arrivo in quota di quanto programmato per il dodici agosto.
Il decollo dell'elicottero a causa del maltempo è stato possibile soltanto nel pomeriggio e sono occorsi ben sei viaggi dal monte Civerone al baito per trasportare travature, tavolame, " perline " da rivestimento, lamiere per il tetto, pavimenti, porte, finestre, una stufa, materassi, coperte, materiale minuto, il tutto per una quarantina di quintali di peso, elitrasportati in una mezzora soltanto.
Il 16 agosto il tetto, i pavimenti e i serramenti sono sistemati a dovere e i volontari hanno tirato un profondo sospiro di sollievo perché ormai il più era fatto e si sarebbe potuto lavorare all'interno in caso di brutto tempo.

Domenica 23 agosto è stato completato il rivestimento interno in perline e siè provveduto alla tinteggiatura della struttura portante.
Attualmente rimane ancora qualche lavoretto di rifinitura, ma si tratta di cosette da poco: anche l'acqua arriva per mezzo di un tubo in gomma, ciò che consente una più confortevole permanenza nel baito-bivacco: una struttura solida e completamente rimessa a nuovo, utilizzabile da quanti amano la montagna.
A cura dei corpo volontario dei vigili del fuoco è stato provveduto anche alla realizzazione di una piazzola per l'atterraggio degli elicotteri, a poche decine di metri a monte del baito. Anch'essa sarà utile in caso di interventi di soccorso o per incendi boschivi.

Da: "l'Adige" del 3.9.1987





IL BIVACCO AIA IN VAL CALGERA.

Ristrutturato da volontari armati di tanto entusiasmo.
IL " BAITO " costruito nel 1970, a quota 1579, è sempre stato molto caro agli abitanti di Castelnuovo.

Conversiamo con "il gruppo di persone di Castelnuovo" promotrici ed interpreti concreti della ricostruzione del baito Aia Val Calgera, a quota 1579 e ci colpisce subito la genuinità e l'entusiasmo di cui sono cariche le loro risposte.

Nel 1970 trenta metri a valle del vecchio baito dei pastori, ne veniva costruito uno nuovo: anche allora, furono alcuni abitanti particolarmente fedeli alla Val Calgera che, con il Civerone, costituisce la "copia montana" più amata per gli abitanti di Castelnuovo.

17 anni dopo "ecco un'altro gruppo di persone volenterose che, constatando l'evidente stato di deterioramento del manufatto decide di ristrutturarlo totalmente".
La decisione si scontra tuttavia con la difficoltà di trasportare in quota oltre 40 quintali di materiali necessari. Si avviano allora i contatti i con la Heliservice società di lavoro aereo del gruppo CELTA. In zona, la Heliservice si è sempre dimostrata disponibile per questo tipo di intervento a sostegno concreto e determinante di iniziative, la realizzazione delle quali è legata esclusivamente al volontariato. La richiesta è stata valutata in tempi brevi la risposta è stata affermativa.

I volenterosi diventano sempre di più ed i lavori iniziano: in un giorno si demolisce il tetto, si tagliano i larici e si mettono in opera in modo tale che, nel sottotetto si possa ricavare un locale da adibire ad un dormitorio.
In un'altra domenica si completa la " caséla " (le tipiche pareti esterne di tronchi a incastro) e si sistemano tutte le parti principali che compongono il tetto.
Adesso può intervenire l'elicottero con il resto del materiale. La nebbia che s'addensa sulla valle nel giorno fissato per l'operazione, mette in angoscia gli operatori: già era saltato, per altri motivi, un appuntamento precedente! Poi la schiarita e il primo dei sei voli, con i quali sull'Aia verranno portati i cantieri ed il tavolato, le lamiere per il tetto e le assi per il pavimento, infissi e il "rivestimento", i materassi e le coperte: persino la stufa.

"E' un grosso sospiro di sollievo: è una soddisfazione profonda ... Già dal 23 agosto abbiamo un ricovero sicuro con l'interno completato". Mancano lavori di rifinitura, ma si tratta di interventi che non spaventano più. Arriva, per un lungo tubo di gomma anche l'acqua.
" E' un bivacco che si può definire bello! Qualcuno dice che è anche troppo .... ".
Aldilà della carica emotiva dei protagonisti, oggi vi è una struttura funzionale su una montagna che piace ed il baito è al posto giusto. Tant'è, che i pompieri - a poche decine di metri a monte del bivacco - hanno realizzato una piazzola per l'atterraggio di elicotteri.

"Non è cosa giusta fare nomi - rispondono gli amici di val Calgera - una trentina di persone hanno lavorato lassù, ma non vanno dimenticati gli interventi esterni!
Non tutti, infatti possono salire a lavorare di braccia! E non vanno dimenticate le istituzioni locali: nel settore economico od amministrativo e che altro fosse, hanno contribuito.

Da: "Alto Adige" di martedì 15/9/1987





ACCANTO AL BIVACCO IN VAL CALGERA UNA PIAZZOLA PER L'ELICOTTERO COSTRUITA DA UN GRUPPO DI AMICI.


Accertata la possibilità di superamento della difficoltà rappresentata dal trasporto del materiale - dopo che la Heli - Service, società di lavoro aereo del gruppo Celta aveva garantito l'appoggio del suo intervento - gli (amici di Val Calgèra hanno realizzato la ricostruzione del bivacco e sono andati molto più in là.

Cosi racconta un (amico che ha vissuto dall'interno questo lavoro eseguito in estremo volontariato e rimasto un desiderio fino all'inverno scorso: " ... anche il Corpo dei vigili del fuoco volontari del nostro paese ha voluto dare il suo contributo in Val Calgèra, realizzando, a poche decine di metri a monte del bivacco, una piazzola per elicottero.

Desidero precisare che di notevoli dimensioni, avendo un lato di cinque metri e l'altro di sei. La si è potuta realizzare attraverso un impegno generoso nell'arco di una sola giornata di lavoro duro."
L'"interprete" ci fa rivivere, con la forza convincente di chi ha vissuto da dentro una realtà della proposta fino alla realizzazione, le varie fasi di quel "lavoro duro".
In sintesi si dovuto alzare un muro "a casela" (costruito cioè con tronchi in legno opportunamente incastrati alle estremità corrispondenti agli angoli del manufatto) su due lati.

La sua altezza (80 - 100 centimetri) serviva per contenere il materiale ricavato a monte del manufatto per realizzare una superficie piana (30 metri quadrati).
L'opera si inserisce perfettamente al centro della Val Calgèra a quota 1.596, in una posizione ideale per eventuali soccorsi agli: escursionisti in difficoltà e per altri molteplici scopi.
Ogni intervento, sempre e comunque, ha una base di appoggio: il bivacco.
La forza del volontariato si imposta un'ennesima volta.


Da: "Alto Adige" di giovedì 22.10.1987





CASTELNUOVO
Ad opera di generosi volontari
RISTRUTTURATO IL BAITO DI VAL CALGERA.


Grazie all'impegno e alla generosità di un gruppo volontario di giovani di Castelnuovo stato possibile ristrutturare completamente il baito di Val Calgera, realizzato 17 anni fa per metterlo a disposizione di quanti amano le escursioni in alta montagna, ma reso praticamente inservibile a causa degli acciacchi dell'età.
Con diversi giorni festivi di lavoro e con l'aiuto determinante della Heliservice, una società di lavoro aereo del Gruppo Celta di Scurelle, che ha trasportato in quota i circa 40 quintali di materiali con l'elicottero, il baito è stato rimesso a nuovo e completamente attrezzato, con rivestimenti in legno, pavimento ed un nuovo locale ricavato nel sottotetto ed adibito a dormitorio.
Si è provveduto anche a portare nel bivacco l'acqua corrente (grazie ad un tubo di gomma) e all'installazione di una stufa, utile per riscaldare l'ambiente o per approntare i pasti per gli escursionisti.
Nei pressi del baito stata inoltre realizzata a cura dei vigili del fuoco volontari una piazzola per l'atterraggio di elicotteri, che sarà utile in caso di operazioni antincendio o di soccorso alpino.

Da: "Vita Trentina"





IL "BAITO" DI VAL CALGERA DIVENTA "UNA BAITA" (O QUASI)


" Baita ", secondo la definizione che ne da lo Zingarelli è, o meglio era "una piccola costruzione di sassi o di legname, assai comune in alta montagna, usata specialmente come deposito o come ricovero di pastori ". Il suo significato è ora abbastanza diverso, poiché le "baite" sono diventate casette o villini eleganti, e spesso lussuosi, anche se non sempre costruiti all'insegna del buon gusto. Cosicché uno scrittore famoso Paolo Morelli, qualche tempo fa aveva potuto coniare per Cortina D'Ampezzo il neologismo "megabaitopoli".

In dialetto valsuganotto tuttavia ci si riferisce a "baita" usando il maschile "baito". Ed era solo per "el baito" che si può accettare, credo, la definizione data per "la baita" dallo Zingarelli. I lettori di (Voci Amiche) vorranno scusarmi per questa lunga introduzione di carattere lessicale, il cui scopo è di dare una spiegazione al titolo di queste brevi note.

Circa venti anni fa i giovani di Castelnuovo e qualche non più giovane - tra questi mi permetto di ricordare Vittorino Boiler, Fantin Gelindo e Aldo Bastiani che purtroppo non sono più tra noi -, decisero di ricostruire "el baito di Val Calgera".
Era il "baito", andato in rovina, della minuscola malga di Val Caldiera a quota 1579 proprio a ridosso del passo dell'Agnella a quota 2106 dell'Ortigara. Si voleva con ciò offrire un rifugio che servisse a chi si trovava a percorrere l'erto dirupo e selvaggio versante Nord della famosa montagna. Dove, tra l'altro, non pochi escursionisti si erano spesso trovati in difficoltà, con conseguenze qualche volta mortali.
La solida anche se rudimentale capanna che per tanti anni ha servito egregiamente allo scopo per cui era stata costruita, cominciava a dare qualche segno di vecchiaia. Un gruppo di giovani "Castelnovati" ha voluto seguire l'esempio della generazione che l'ha precede, e in questi ultimi due anni ha lavorato sodo per ristrutturarla completamente.
E bisogna dire che hanno fatto miracoli per trasformare il vecchio "baito" in una confortevole e quasi elegante "baita".

Anche il " posto di fuoco e cottura " è stato completamente ricostruito e dotato di ottime attrezzature.
"El baito de Val Calgera", continuiamo pure a chiamarlo così, è perciò ora in grado di rivaleggiare, per come si presenta e per le comodità che offre, con il vicino "baito del Colazzo" (m. 1605), costruito una decina di anni fa dai giovani di Agnedo.

Diciamo questo per sottolineare che sono di questo tipo le gare e le competizioni che sarebbe bello vedere instaurarsi e svolgersi tra le nuove generazioni.

Pubblicazione apparsa su "Voci Amiche" a cura di V. Gozzer



CASTELNUOVO DOPO MESI DI LAVORO VOLONTARIO
IL BAITO IN VAL CALGERA RISTRUTTURATO E APERTO


All'inaugurazione anche il Sindaco Pierluigi Coradello
Adesso è affidato al senso civico dei frequentatori.

Nonostante il cattivo tempo in località val Calgera di Castelnuovo si è svolta regolarmente la breve cerimonia di inaugurazione del "baito".
Sono trascorsi esattamente 26 mesi dalla data d'inizio dei lavori di ristrutturazione della vecchia struttura; tanto tempo è servito al gruppo di persone volenterose per completare l'opera fino nei minimi particolari. Basti pensare che, oltre al rifugio, alla "pendana" adibita a cucina e legnaia, alla piazzola per l'atterraggio degli elicotteri, durante l'estate un frequentatore abituale dell'Aia ha provveduto a predisporre una piccola area del terreno ricavandone un orticello nel quale ha seminato patate e cavoli, le une e gli altri goduti in seguito da quanti hanno frequentato il baito durante l'autunno.

Alla cerimonia presente una trentina di appassionati della montagna, tra i quali il sindaco Pierluigi Coradello e Franco Gioppi comandante della Stazione soccorso alpino di Borgo.
Molti altri avevano dovuto rinunciare per le condizioni atmosferiche proibitive, pur avendo operato concretamente nella realizzazione del rifugio.
Tito Gozzer, autorevole conoscitore di queste montagne e maestro di vita, le ha ricordate tutte, dopo aver dato lettura di una toccante preghiera scritta per l'occasione da don Alberto Tornasi.

Ad inaugurazione avvenuta, il ristoro offerto dalla Pro Loco. Nel pomeriggio, cessata la pioggia, il rientro. "Tutti soddisfatti - commenta uno che si definisce amico del baito - di una giornata trascorsa insieme e in allegria tra quelle montagne che sono tanto care ai 'casternovati'.
Rinnovo il grazie caloroso a coloro che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, in particolare all'Heli Service che ha provveduto generosamente al trasporto in quota dei materiali".
Adesso il baito, tanto confortevole, da ospitalità sicura e completa e viene affidato alla cortesia di quanti passano da quelle parti.

Da: "l'Alto Adige" di ...





PREGHIERA PER LA BAITA DI VAL CALDIERA

Rendete grazie al Signore: egli è buono! Eterna la sua misericordia.
Gloria al Padre e al Figlio .... Come era nel principio ....
Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
Egli ha fatto il cielo e la terra.
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.

Preghiamo:
Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno effondi la tua benedizione su questa baita. Essa serva per la serenità degli animi e per la concordia dei cuori e quanti in essa trascorreranno un po' di tempo m rendimento di grazie accrescano nei loro cuori l'amicizia e alimentino pensieri di pace.

Fa, Signore, che dopo aver goduto di quest'atmosfera di serenità che quassù respiriamo, diventiamo portatori di pace.
Abbatti, Signore, le barriere che ancora dividono i fratelli dai fratelli.
Cessino le divisioni, le guerre, l'oppressione dei deboli.
Ciascuno di noi abbatta prima le barriere del suo cuore, si apra agli altri, a tutti.
Benedici quelli che lavorano per la pace a qualunque razza religione, nazione appartengono.
Per l'intercessione di Maria Santissima, Regina delle cime, Regina della pace,

Tutto questo lo chiediamo per Cristo Nostro Signore.

Amen.



A cura di Don Alberto Tornasi