Ducchi e Coradelli

L'antichissima famiglia de Trenzani, che era nobile in Brescia sino al tempo di Vespasiano imperatore, ornò l'empireo e le Patrie nostre di quattro gloriosi Martiri tutti fratelli. Due altri fratelli rimasero superstiti cioè Fiorino e Pasino, dà quali si è propagata una gloriosa posterità. Da Fiorino è discesa la nobilissima famiglia de Fisogni, della quale parleremo a suo luogo. Da Pasino sono discesi i Ducchi, e i Coradelli, famiglie parimenti nobilissime, che riconoscendo ambidue l'istessa origine unitamente ne parleremo.
L'Arma gentilizia di queste due famiglie è l'aquila nera in campo d'oro, che è comune ad entrambi.
E' per capriccio solo di fazione, i Coradelli, che erano guelfi, si divisero dai Ducchi, che erano di fazione gibellina e mutarono in parte anco l'arma come si vedrà qui sotto.
Il loro cognome più antico è quello de Ducchi derivato da quali Dugij, dei quali habbiamo memori note antiche in due marmi antichissimi in Brescia; uno dedicato al Sole, e l'altro a Minerva da Sesto Dugio Valenzio seviro augustale. Opinione seguita da Ottavio Rossi nostro eruditissimo cittadino, e dal dottore Pietro Paolo Omanico Antiquario della Augustissima Casa di Austria. Da questi due marmi si comprende non solo l'antichità di queste famiglie, ma la nobiltà ancora. L'antichità perch´ il Collegio dei Seviri Augustali fu istituito dall'Imperatore Tiberio, acciò sacrificassero in honore di Ottaviano Augusto.

L'linperio di Tiberio cominciò l'anno di nostra salute 15 e finì l'anno 38.

La nobiltà perché in quel Collegio non entravano se non Personaggi della più chiara nobiltà e insino gli imperatori medesimi, come scrivono Ottavio Rossi, e il conte Giacomo Fontanella.
Tra le prerogative più illustri di questa nobilissima famiglia vanta il pregio lasciato di sì gloriosi Martiri, e cioè Lussachio, Coradello Pellegrino, Ugozzone, Corrado, e Ducco che per la nascente fede sparsero gloriosamente il sangue circa gli anni di Christo 122 e s'adorano in S. Afra.

Le guerre, le pestilenze, gl'incendij e l'inondazioni de Barbari, che hanno tante volte soggiogata la misera Italia hanno smarrite, e sepolte nelle tenebre le memorie antiche della maggior parte della nostra famiglia, onde dal tempo del martirio di quei Santi non ritroviamo altra memoria di questa famiglia sino al tempo di Coradello Ducco che fiorì nelli anni di Christo 1190, et habbe in moglie una figliola del famoso Diotisalvi Avogadro di Bergamo Capo principalissimo de Guelfi, et uno de Coinmissarij della Lega Lombarda. Questo Ducco fu quello, che aggionse all'Arma gentilizia della sua famiglia il Giglio Vermiglio, che era l'Arma dell'Avogadro suo suocero, dichiarandosi in questa forma di fazione Guelfa, essendo i suoi Predecessori stati sempre Gibellini.

Girolamo Ducco detto de Coradelli fu Cancialliero della Città di Brescia l'anno 1223. E' proverbio antichissimo, passato al posto di comune assioma, che Magistratus virurn iudicat, perché meramente niuna cosa fà campeggiar meglio la prudenza degli homini, che l'essercitar con publica satisfazzione: Magistrati, e le cariche più cospicue.

Pare iuramente che questa famiglia illustre sia stata destinata dal cielo a reggere i popoli, e moderare le Bilancie d'Istoria. Giacomo Ducco essercitò degnamente la Podestaria Maggiore della Fortezza degli Orcinovi l'anno 1450.

Antonio Ducco del Grande Consiglio fu eletto alla medesima carica l'anno 1462 e 1467 e Giorgio Ducco l'anno 1473 et 1487 e Giacomo l'anno 1476 et 1484. Mario hebbe l'istessa Pretura l'anno 1479.
Francesco l'anno 1513. Pasino l'anno 1527 et Monestio l'anno 1574.

E puoi questi faceno risplendere nel Soglio Dominante la Giustizia, et ne richiesero communi gli applausi.
Ripeterono gl' istessi gloriosi trionfi di Giustitia ben esercitata nella Pretura Maggiore di Asola, che tiene autorità libera di sangue senza alcuna citatione, Giacomo Ducco, che fu Podestà l'anno 1471. Antonio, che gli successe nei 1497 e Pasino nel 1521.
Giovanni Ducco Prevosto della Collegiata insigne de SS. Nazario e Celso, fu fatto referendario Apostolico e poi Vescovo di Corone. Fu mandato dal Papa Legato in Germania e nella Morea. E fu Prelato di grande letizia e gran buontà. Mandò alle stampe un nobilissimo trattato de Regina Ecclesia: nel quale avendo troppo liberamente parlato delli abusi delta Corte di Roma gli fu stroncato il filo delle sue grandezze. Si rese cospicuo e nelle notizie quell'Angelo Coradello Canciellerio di prologo imninente, che compose quel bellissimo Sillabario intitolato Santa della Religione. L'accarezzò con virtuosi progressi di tutti i gradi principali della Sua Religione, e pervenne ora sino al Generalato facendo in questa sua ricerca di piacere la grandezza dei suo merito, che non ha potenza e domini con altro e ha cose e domini famosi.. Mostrò la sua fedeltà smisurata verso il Ser.imo Dominio Veneto: questa generosa famiglia l'anno 1512, quando tu sottoposto alla guida che esperienza di scacciare i Francesi, et sottoposero la città a' Venetiani. Perch´ concorsero in aspra congiura Tomasio et Ascanio Ducchi, che pervenuti nelle forze de Francesi furono decapitati cioè Tomaso in Brescia et Ascanio in Milano. Girolamo Ducco altro congiurato fu comprato dal Senato Regio e dichiarato ribelle. E Pietro Ducco fu bandito dopo da Luigi Suardo Governatore di Brescia non senza capitale confiscatione de beni poco danno delascitò alle parti de Venetiani.

Vittore Martinengo, Gio. Fran.co Ducco, et Giacomo Feroldo, come Personaggi principali furono deputati dalla città per Assistenti ai Generali dell' essercito Venetiano, che all'hora dimoravano in Brescia.

Andrea Ducco fu uno di quei nobili, che nelle estreme urgenze della Città gli prestarono dinari per essimerla dai dispendiosi alloggi, e sui liberi oltraggi delle militie straniere il d.o anno 1515.

Nelle Conclusioni historiate del d° Illuminato Calzavara stampate di ordine pubblico l'anno 1654, si fa honorata mentione di noi Gabriele Ducco benemerito della Patria, che per le sue rare virtù hebbe il titolo di Conte, e fiorì negli anni di Christo 1522. Christoforo Ducco fu ornato di virtù così eminenti, che si meritò alla Sua morte la seguente iscrizione sepolcrale, che si legge nella Collegiata insigna dei SS. Nazario e Celso. "Christoforo Ducco Patritio, ac Senatori Brixiae, fide, iustitia et religione fulgentissimo. Ugo frater piantissimus et sibi, et Post. A.D. 1532.

Ricorrono glorioso ornamento a questa nobile Prosapia Girolamo, e Giulio Ducchi, leggisti di celebre grado, Giudici di Collegio, Conti Palatini e Consiglieri Aureati, che fiorirono negli anni di Christo 1560. Cesare Ducco pure leggista famoso, ornato delli medesimi titoli e prerogative, che Girolamo, e Giulio a' Seriosi Studij legali aggiunse il giocondo fregio della Poesia nella lettura favella, le cui rime sciolte fra le più vaghe degli Accademici Occulti, da quali era pensato principale, si leggono stampate in Brescia da Gio. Batta Bozola l'anno 1585.

Nella guerra, che hebbe la Ser.na Repub. di Venetia con il gran Turco, nel Regno di Cipro l'anno 1570, la città mostra essidi volontariamente mille fanti pagati dal Ser.mo Prencipe furono inviati a Venetia sotto la condotta di valorosi et esperimentati Capitani, che furono Carlo Ducco Colonnello, Lodovico Ugone, Mario Provaglio, Hortensio Palazzo, e Camillo Brunello Capitani.

Giovanni Coradello sino da teneri anni mostrò sentimenti grandi di consacrarsi a Dio, e di profissare nelle Lettere.
Nel famoso Studio di Padova di acume prese Laureato a gran Theologo. Preso l'habito di Prete palesò quei nobili sentimenti, che nel suo cuore teneva rinchiusi di giovare al prossimo e convertire i peccatori.

Creato Sacerdote si diede con tutto lo spirito alla predicazione vangelica, e con l'opera è con l'esempio indusse i peccatori sulla strada del Cielo. Morto circa l'anno 1590 in concetto di santità e dopo morte apparve con celeste visione ad uno della sua famiglia, sollevandolo d'un gran travaglio. Gio. Maria Coradello alla nobiltà dei suoi natali volle aggiungere il merito proprio d'insegnare col proprio essempio a' suoi cittadini quella Strada della Santità, sopra la quale arrivano i Beati alla gloria dell'Empireo.

A questa erano diretti tutti i suoi fini, tutte le sue operationi di prezzo del proprio sangue estratto a forza di rigida Disciplina comprò il pentimento ad un ostinato peccatore, che della Giustizia... era condannato al patibolo, che con copiosa lagrima pianse la propria colpa, e fece una morte essemplicissima. Quando una gran tempesta, con una viva confidenza incipiò gli comandò che non dovesse molestare alcuni campi, che con copiosa messe mostravano vicina una doviziosa raccolta, e fu obbidito. Così Dio partecipa a' suoi Servi qualche raggio della Sua Divina Onni potenza.
Morendo Lasciò a posteri esempio illustre della Sua incontaminata bontà. Fu sepolto in S. Francesco con il seguente epitafí:

D.O.M. Ioanni Maria Coradello Servo Dei / in nobilitate humili / in Simplicitate prudenti / in Seculo Religioso Obiit cum opinione sanctitatis / Anno Domini 1609 / Die 20 Maij / Patrup optimo merito Julia Coradella P.

Agostino Coradello apprese in publici studij le scienze legali, e le Lettere più leste e le ragioni a' beneficio della Patria felicissimamente nel comporre i dissidij de cittadini ed aggiunse ... della particolar destrezza e singolare. Fu perciò stimato, e riverito il suo nome in Patria e fuori. A prerogative così illustri, che unificano l'antichissima nobiltà di questa famiglia si aggiungono le ricchissime fortune, le parentele della più conspiqua nobiltà il seguito e le Deferenze grandi.

A riguardo di che Girolamo Martinengo condomino di Urago e nobile Venetiano collocò sua figliola Flaminia in Marco Figliolo di Horatio Coradello. Il Conte Girolamo di Lodrone Cosigliero di quest'alta nobiltà, che sin il mondo diede la. Contessa Cecilia sua figliola in moglie di Andrea Coradello nipote del soprannominato Agostino e la quale ancora vivente è sorella del conte Nicolò, che hoggidì risplende di massimi consiglieri, e Ministro dell'Imperatore Leopoldo. Da questo matrimonio sono discesi Agostino, et altri fratelli dotati di tratti, e di costumi degni della Sua nobilissima condizione.

E il Conte Fran.co Martinengo Villagana ch'era d'altissima prudenza stimò vantaggiosa conditione, che il conte Bartolomeo suo unico figliolo sposasse Giulia figliola di Fran.co Coradello, dotata non meno di riccha fantasia che di talenti nobilissimi, e di prudenza singolare, simili a quanto a quelli di Camillo suo fratello, che con la soavità de suoi costumi imprigiona gli animi.



Per gentile concessione del Sig. Catturich - Ducco, Passirano (Brescia), 1998

Nota: Storia romanzata della famiglia Ducco, da cui pare discendano i Coradelli del Bresciano.
All'epoca era di moda scrivere fantasiose genealogie di famiglie, da cui risultava che personaggi famosi dell'impero Romano erano i capostipiti.