NEL GIORNO


VIII FEBBRAIO MDCCCLXXXV


FESTEGGIANDOSI DALLA POPOLAZIONE


D I


CASTELNUOVO


L' INGRESSO DEL NOVELLO SUO PARROCO


M. R. DON CARLO HELLWEGER


IL CAPO COMUNE


ESULTANTE PER LA FAUSTA RICORRENZA


A NOME:


DI TUTTA LA RAPPRESENTANZA


QUESTI PATRII DOCUMENTI


IN ARRA DI LIETO ACCOGLIMENTO


AL DESIDERATO PASTORE


OFFRE DEDICA CONSACRA



Ex authentico in membrana mumita di Sigillo alla corda di Canape 1632

Anno millesimo tricentesimo sexagesimo secundo Indict. XV die veneris tertio intrante lunio in Ausugo Feltrensis Dioecesis ante Domum habitationis Rodelli hospitis, presentibus Dominis Xichone q. Domini Rambaldi et Blaxio quondam Domini Antonii de Castronovo, Blaxio et Martino fratribus naturalibus dicti Domini Xiconis, et Domino Praesbytero Bertoldo Plebano Ecclesiae Sanctae Mariae de dicto Ausugo testibus et aliis.
Ibique Nobilis Vir Dominus Zeremias filius q. Nobilis Viri Michaelli de Castronovo per se et suos haeredes dedit, vendidit et tradidit Iure proprio, in perpetuum, pro libero et expedito allodio Ioanni dicto * . . . filius quondam Baldini de Prato Veteri de Tuscia nunc habitantis praefati Ausugii ibi praesenti, et recipienti et ementi per se et suis .heredibus, unum sedimen cum domo superius edificata cum muns et aljis hedeficiis lignaminis, cum canipa, cum ** . . . stabulo, curtivo et horto, et aliis suis juribus ibi dicto sedimini adiacentibus et pertinentibus, jacente in praefato Ausugo in hora Tejarii cui coheret a mane Otolinus quondam Pacis, a Meridie et a septemtrione Viae publcae, et a sero Matthens quondam Varoli de dicto Ausugo et forte aliae sunt coherentiae veriores. Ad habendum etc. cum omnibus etc; et hoc nominatim praetio et foro centum librarum Den. Venetiarum parvorum, quos .denarios et praetium idem venditionis per se et suos haeredes confessus. Ex omni sibi non datae etc., quam rem etc., pro quibus omnibus etc.
Ego Ioannes filius q. Martini de Ausugo Imperiali auctoritate Not. pub. his omnibus interfui, et rogatus scripsi.

* Manca.
** Manca.

Spectabili Viro Domino N. Vicario Burgi Vallis Ausugii amico suo bonorando etc.

Spectabilis Amice carissime etc.
Quia coram nobis conquestus est Ioannes de Bonaguro de Caltrano Juridictionis Scledi nobis comissae qualiter per nonnulos subditos spectabilitatis Vestrae in pertinentiis septem Comunium jurisdictionis Vestrae comissae, per vim sibi loanni Bonaguro eripuerit tronos triginta tres et marchetos duodecim quos pluries asserit ex via juris mediante coram oflicio Vestro, contra quem asserit exceptum fuisse per tales raptores, non esse de jurisdictionis Scledi, qua propter praesentium tenore fidem indubitatam spectabilitati Vestrae facimus et attestamus, ipsum Ioannem Bonaguro esse de Villa Caltrani, districtus et Jurisdictionis nobis commissae. Idcirco spectabilitatem Vestram deprecamur, ut ipsi Ioanni Bonaguro nostro subdito, sive alicui suo procuratori pecunias raptas sua solita justitia mediante restitui facere vellit nos ad similia per spectabilitatem Vestram paratum.
Ex Scledo 28 Augusti 1510.

Antonius a Ponte de Vigulo Vattario Civis Tridenti, Scledi Vice Cap.

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Seguono quattro documenti risguardanti i privilegi del Clero.

Noi Alberto per gratia di Dio Duca d'Austria, di Stiria, di Carintia et de Crovatia etc., Conte del Tyrol etc., fede faciamo apertamente con questa lettera per Noi et per li Nostri cari Cugini et heredi, a tutti coloro che la vederanno, legeranno, overo udiranno legere, qualmente in alcune bacchette del nostro Contado del Tirol et appresso all'Adige et in altri luoghi è stata tal consuetudine, quando moriva qualche Pievano overo altro Sacerdote, li giudici s'intromettevano nelli suoi beni et ad alcuno non lasciavano cosa alcuna, del che noi siamo ben informati dalli Rev.mi Vescovi, Signori et Consiglieri, che al nostro paese non è utile ne honore, perché sono molto potenti et dotti Sacerdoti, alle Chiese de quali non resta niente, et perciò le Canoniche, Calici e libri con paramenti vengono meno, et anco cessano li officii.
Laonde Noi, per Dio, per Noi, et per tutti li nostri antecessori heredi, et per salute delle anime nostre, havendo fatto prima buona consideratione, et de consiglio delli prenominati Signori, havemo distolto et distolemo le soprascritte consuetudini, et havemo veramente liberato di questo tutti li sacerdoti del Vescovado di Trento che a noi si sottogiaciono liberamente, che quando muore uno di questi, nè Vicarii, nè Giudici, siano chi esser si vogliano, s'habbiano da impazziar ne intromettersi in conto alcuno nelli beni delli detti Sacerdoti, ma che loro lassino li detti beni appresso le Chiese, ove si ritrovano, eccetto se fusse per real debito over Legato, per quali, alcuno gli havesse interesso, in tal caso il creditor debbe esser prima soddisfatto secondo che è lecito et di raggion; et se si movesse qualche lite ovver differentia in tal cose, quella finir e litigar si debba avanti il Vicario della bacchetta nella quale è posta la Chiesa ovvero Pieve, di essi Sacerdoti. Ed essi Sacerdoti per tale gratia debbano ogn' anno, in un dì, fare un' anniversario per noi et per li nostri antecessori, et heredi, et successori in Bolzan, con tutte le bellezze, vigilie, et messe, secondo che si richiede esser fatto a Principi et Principesse, secondo che noi, di questo, habbiamo lettere dal Vescovo et capitolo di Trento.
Sopra di questo noi commettemo al nostro caro Capitanio dell'Adige, et a tutti gli altri Capitani, Signori, Cavalieri et Servitori, et a tutti li Capitani Burggraffi, Vicari, come sono loro nominati, et a tutti li nostri oflicianti et Sudditi nel prenominato Conti del Tyrol et dell'Adige presenti, che sono per venir, di qual condicion loro saranno et vogliono, espressamente che loro non contrafacciano in conto alcuno, et se loro contrafaranno, farebbono contro di Noi et della nostra gracia, et sarebbono da noi gravemente castigati. Et in fede di questo, et che ciò il vero sia, comandiamo che a questa lettera sia attaccato et appeso il nostro Sigillo grande.
La quale è data in Inspruch il Sabbato avanti la Domenica Invocavit de quaresima, dopo la Natività di Cristo 1373.
D.nus Dux per se in Cons.0 et per Dominum Berchser Cancellarius suus.

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Noi Massimiliano per grazia d'Iddio Re dei Romani ad ogni tempo augumentatore del Regno, Arciducha d'Austria, Duca di Borgogna, di Barbantia, di Gheldria, etc. Conte di Fiandria et de Tyrol etc., fede facciamo qua! mente li nostri Rev. Sac di Pergine et Valsugana, ne hanno dato ad intendere, et notificato qualmente è stato una consuetudine antica, che quando moriva un Pievano, Altarista, overo altro Sacerdote, il Capit.o di quel luogo, in nome Nostro, toleva tutti li beni di essi Sacerdoti, li quali essi dopo la sua morte, lasciavailo: Et per questo, loro si sono, avanti Noi grandissimamente lamentati et aggravati, perché pretendevano degli suoi beni poter disponer a suo arbitrio per salute delle anime sue et hanno supplicato come a Governatore et Prencipe, onde che ne ha parso di voler emendar tal cose; et sopra di questo, per special gratia, commettemo et volemo, che li prenominati Sacerdoti di Pergine et Valsugana, et li suoi Successori in le soprascritte cose, per l'avvenire, debbano star ed essere secondo che è la Chieresia nel nostro Contà del Tyrol siccome è stato mantenuto dalli nostri antecessori Principi et Duchi d'Austria etc. Et sopra di questo Noi comettemo a tutti Voi presenti et susseguenti Capitani in Pergine et Valsugana che voi li * . . . et in questa nostra gratia li lasciate stare, et con questa, non facciate, ne ad altri consentiate a contrafare in conto alcuno, perché così è la volontà nostra et così comandiamo; in fede di questa etc. Data in luspruch il di Marti dopo la Domenica Laetare dalla Natività di Cristo mille quattrocento et novanta, del nostro Regno il quinto anno.

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Commissio Domini Regis in Consilio.
Io Cristofforo Colmer, nel decreto licentiato Pievan di Pergine fede faccio per me, et generalmente per tutta la Chieresia di Pergine et Valsugana, per li quali ho piena libertà con questa lettera, et faccio sapere a tutti, qualmente l'Ill.mo et Potentissimo Sig. Sig. Massimiliano Re dei Romani ad ogni tempo augumentatore del regno, Arciduca d'Austria, di Borgogna, di Barbantia, di Gheldria etc., Conte del Tyrol e di Flandria etc., Signor nostro gratiosissimo et Principe del paese, a mi et a tutti gli sacerdoti, ne ha data la gratia sopra la nossta domanda in questo modo:
Quando che uno di Noi passa di questa vita, che delli nostri beni sia fatto, come si fa nelli paesi con li altri sacerdoti over Chieresia del contà del Tyrol; Et così dovemo esser mantegnudi et altramente non dovemo esser aggravadi sicome si contien nel privilegio di sua Sacra Maestà: Così prometto per mi et per nome degli antedetti sacerdoti, che Noi et li nostri Successori, per la gratia ricevuta, ogni anno perpetuamente faremo annversarii in Pergine in la Chiesa della Pieve, con Vigilie, Messe, et Officii in canto, per li Prencipi d'Austria: Et ancora pregheremo per l'anime delli Prenominati Principi d'Austria, et per li vivi che Dio li dia lunga vita et buon governo. Et noi si obblighiamo far questo a nostro costo et spese, et tutto ciò fedelmente. Et in fede di questo ho appicato a questo Instrumento per mi et per nome delli prenominati sacerdoti il mio Sigillo.
Data in Inspruch il di de Mercori, la Vigilia dell'Assunzione della Madona anno mille quatrocento e novanta.

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Noi Massimilano per gratia d'Iddio Re dei Romani a ogni tempo multiplicador del Regno in Ungaria, Dalmatia, Crovatia; Re, Arciduca d'Austria, Duca in Borgogna, in Bretagna, et in Barbantia, in Gheldria etc., Conte in Fiandria et Tyrol etc., fede faciamo apertamente con questa lettera, qualmente sempre siamo d'animo et voluntà di lasciar in suo essere tutti gli Stati del nostro paese del Conti del Tyrol appresso li suoi privileggi gratie et franchità; et siamo anco di voluntà et gratia di confirmar li suoi privileggi, et gratie et francation a tutte quelle persone che continuamente sono nel servitio di Dio onnipotente, et man tenerli con li suoi privileggi, a ciò anco gli officii di Dio vengano mantenuti.
Perciò avanti a Noi sono comparsi alcuni potenti Prelati li devoti nostri cari Prelati cioè Abbati, Prevosti, Decani, Abbadesse, Priori, et Priore, Conventi, Pievani, Vicarii et altri devoti del Stato delli Reverendi Sacerdoti delli doi Vescovadi Trento et Pressanon co' mostration de lettere della buona memoria del nostro antecessor Duca Ernesto d'Austria le quali sono de parola in parola come qui seguita:
Noi Ernesto per gratia di Dio Duca d'Austria, di Styria, di Carinthia, et de Crovatia, Signor della Marca de Schiavonia et de Pordenon etc., Conte d'Auspurgh, de Tyrol, de Pilier, et de Ribrug Marchese di Burgau et Alsatia etc., fede facciamo per noi et per li nostri heredi et sucessori, qualmente è stato portato avanti a Noi per li Nostri fedeli et devoti * ....... tutti li prevosti, Decani, Pievani, et tutte le altre persone spirituali delli Rev. Sacerdoti in li nostri Vescovadi del nostro paese cioè Trento et Pressanon, qualmente loro sono per li nostri Antecessori Principi et Signori francadi, che li suoi parenti, over coloro a chi lasseranno li suoi beni doppo la sua morte, possano hereditare et che noi, nè niuna altra persona temporale siano Signori, Cavalieri, Vicarii, overo altre persone, possi entrare nelle sue Canoniche per torre li suoi beni, overo fare altra violenza: Et per questo ogni anno per li nostri antecessori, et per noi, fanno anniversarii con tutta la Chieresia in le sue Decanie, et ancora loro li debbono fare per Noi, et per li nostri Successori, secondo che sino a quest' ora è stato fatto con devotion della Chieresia; ma perché per avanti le sue francation, privileggi et gratie, gli sono state in parte sminuite, perciò loro, avanti Noi, si sono gravemente lamentati, et gratiosamente Ne hanno pregato, che Noi vogliamo rinovar et confirmar le sue francation et special gratie.
Sopra di questo Noi abbiamo visto et considerato, che le sue preghiere sono lecite et giuste; per tanto Noi lecitamente questo facciamo, acciò niuna persona temporale ardisca intrare nelle Canoniche ovver Chiese per danneggiar overo per tuor li beni delli sopranominati Sacerdoti, perchè cascheranno in grandissime pene: Et sopra di questo Noi havemo concesso alli prenominati Sacerdoti, nelli detti Vescovadi le antedette sue gratie et francation di nostra potentia et special gratia, la qual verso di loro abbiamo: Et perché loro devotissimamente preghino Dio per noi, gli confermiamo et renoviamo per tenor di questo Instrumento presente, tutte le loro francation, privilegi et gratie in questo modo et forma etc.: Che per l'avvenire loro debbano essere privileggiati, che Noi, né altri intronietter nè impacciar si possino nelli suoi beni, sotto ia nostra benevolentia et gratia, et sotto pena di mille Rainesi li quali debbano cascare a qualunque Conte overo Signor del Tyrolo, senza alcuna gratia overo assolution di colui che contrafati alii privileggi, gratie et francation delli prenominati Sacerdoti siccome è stato per avanti, et siccome in essi privileggi si contiene quali essi hanno.

Così commettemo alli nostri cari tutti li Signori, Cavalieri, Capitani, Burggraffi, Vicarii, Oflicianti et Sudditi, et a tutti gli altri, a chi venirà avanti tal privileggio, overo a chi saranno mostradi, che osservino et facino osservar, mantenghino et facino mantegnir a tutta la Chieresia delli detti Vescovadi, tutti li suddetti privileggi, gratie et francation, et non consentino che alcuno contrafaccia, nè entri in le Canoniche ovvero Chiese per voler tuorre li beni di detti Sacerdoti, eccetto quelli che sono parenti et quelli a chi sarà lasciatto qualche heredità, overo Legato, overo ch'attenderanno alle Chiese overo Canoniche, sotto la suddetta pena et nostra disgratia. Et tutti coloro che contrafaranno siano per nome notadi a ciascun Signor del Contà del Tyrol et Fasano, et coloro che non manifesteranno saranno da noi duramente castigati et puniti, perché non volemo, che la Chieresia sia aggravata oltra, et contra li suoi privileggi, gratie, francation et confirmation, acciocchè li nostri anniversarii et Chiese non venghino meno et rovinate. Et Noi per sempiterna memoria concediamo questo privileggio sigillando con lo nostro ducal Sigillo pendente, il quale è scritto in la Città Nova il di de S. Valentino Martire, l' anno dopo la Natività mille quatrocento e tredici.
Et perchè Ne hanno pregado gratiosamente a voler rinovar et confirmar alli antidetti Vescovadi li nostri privileggi, havendo considerato le sue giuste preghiere et le sue dovute orationi et officii che loro fanno, per nostra gratia confirmiamo et renoviamo per possanza di questo Instrumento tutti li suoi privileggi, gratie et francation, secondo che appare nell'antidetto privileggio; Et volemo che loro et li suoi successori possano goder, secondo che si contiene in essi privileggi, senza alcuna conditione nostra né di altri. Et commetteremo alli nostri Capitani, Conti, Baroni, Cavalieri, Vicari, e a tutti li nostri Officianti Suditi et fedeli de qual grido loro possino esser, li quali saranno richiesti per questa presente, overo Copia di questa, che conservino li prenominati Prelati, et tutti li altri della Chieresia, et suoi successori appresso li suoi privileggi, gratie et franchità, et in questa nostra confirmation et renovation siano mantegnudi et osservadi, et che niuno contrafaccia, ne consenti a contrafare in conto alcuno, sotto la pena contenuta nelli detti privileggi et francation, da esser tolta senza remission, et sotto la nostra desgratia. Et così, Noi ciò vi comandiamo, et Voi fate la nostra voluntà; et in fede.
Data in Insprusli il dì de Venere doppo S. Egidio, doppo la Natività di Cristo nostro caro Sig. mille quatrocento e novanta trei, et del nostro Regno Romano nell'ottavo, e nei quarto anno del Regno Ungaro.

Commissio Regis in Consilio.

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1373 Da una copia.

Nos Albertus et Leopoldus fratres Duces Goritiae, Duces Austriae, Styriae, Carintiae et Carniole, Comites Tyrolis etc. - Attendentes ex guerrarum strepitibus gravia damna insurgere mortalibus qu insurgere, resque maximas delabi atque Status, et ex concordia res parvas crescere et potentia augeri, Decrevimus quod discordia, quae inter nos et Dominum Franciscum de Carrara Paduae, et pro Sacr. Rom. Imperio Vicanutn Generalem; duduni extitit sublata de medio pax inde et concordia, quae inter nostros majores et suos viguit revertatur; qua propter aflectantes, ut omnis hinc inde tollatur discordia, pax et concordia vigeat, prout decet cum praefato Domino Francisco, haeredibus suis et eorum successoribus ad pacem, concordiam, unionem et dilectionem sinceram devenimus in hunc modum.
Volumus quod omnis rancor et odium, si quis, aut si quod inter nos, seu praedecessores nostros et praefatum Dominm Franciscum viguit, ille et illud tollatur et aboleatur, ita quod omnis inimicitia usque in praesentem diem, radicibus sit extirpata.
Insuper liberamus, quetamus et absolvimus eundem Dominum Padovanum, successores suos, et similiter Comunem Paduae de omni et quocumque, quod quavis ratione, ut jam petere possemus, usque in presentem diem, et quod ipsi nobiscum agere habuissent.
Item promictimmus dicto Domino Francisco Civitates Feltri et Belluni Comitatum Zumellarnm et quid quid nobis tradidit per suas patentes litteras, eius sigillo munitas, nulli Italico alienare, impignorare, commodare, nullumque Ius transferre in Italicum de eisdem. Item promittimus praefato Domino Francisco quod claudemus et claudi faciemus omnes stratas, passus, itinera et loca nostra, et subditorum nostrorum praesentia et qua in futuro acquiremus, ita et taliter, quod mercimonia Venetorum et quorumcunque venientia de Venetiis et locis eis subditis inde extrahi per transitum faciendo ad aliquas partes per terras loca et passus nostros et subditoruni nostrorum, ut est dictum, ut per quosvis alios de quibuscunque partibus, vellent conduci Venetias et ad terras et loca Venetis subdita, non permittemus transire nullo modo quinimo arripient et derobabuntur tamquam bona inimicorum nostrorum pro posse nostro. Nec non Veneti quicunque, et habitatores terrarum et locorum suorum personaliter capientur in terris nostris et locis supradictis, et prout inimicis nostris eos tractabimus, toto tempore quo guerra praesentialiter existens inter praefatum Dominum Franciscum ex una parte, et comune Venetiarum ex altera vigebit, iterum pro posse nostro. Et si praedicta guerra inter praedictos fieret pax et concordia et per Venetos postea iterum praefato Domino Francisco guerra fieret, promittimus usque ad triennium, computandum a die pacis factae, in totum et per totum facere, ut supra dictum est, et absque omni dolo et fraude.

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IUS - PATRONATUS

Universis et singulis praesentes litteras, sive praesens pubblicum Intrumentum inspecturis pateat evidenter et sit notum, quod litteras Sanctissimi in Christo Pontificis, et D.ni D.ni Martini Divina Providentia Papae V., ejus vera Bulla plumbea in Cordula Canapis, more romanae Curiae impendentis, bullatas, sanas et integras, non viciatas, nec cancellatas, nec in aliqua sua parte suspectas, sed omni prorsus vitio et suspicio, ne carentes, Nobis Petro Antonio Decretorum Doctori Abbati Monasterii S. Quirici Reatensis Dioecesis, in Romana Curia residenti, et R.mi in Christo principis Domini Domini Sancti Marcelli Rom. Eccl. Presbyteri Cardinalis Auditori, Executori unico ad infrascripta a Sede ap. specialiter deputato coram Notario publico et testibus infrascriptis. Egregium doctorem Dominum Ioannem de Prato in Romana Curia Causarum ac Illustrissimi Principis Domini Ioannis Gontiae et Tyrolis Comitatum Comitis infrascriptis litteris Apostolicis nominatum procuratorem, de cujus procurationis mandato nobis legitime constabat documentis praesentatis, nos cum ea quae decuit reverentia recepimus, hujusmodi sub tenore. Martinus Episcopus Seuvus Servorum Dei, dilecto filio Petro Antonio Abbati Monasterii S. Quirici Reatensis Dioecesis in in Romana Curia residenti salutem et apostolicarn benedictionem.
Iustis et honestis supplicum votis libenter annuimus, eaque favoris prossequimur opportunis. Dudum siquidem per partem Nobilis Viri Dilecti filii Ioannis Comitis Goritiae et Tyrolis nobis exposito, quod licet predecessores sui Goritiae et Tyroiis Comites, ac ipse postmodum veri Patroni Parochialium Ecclesiarum, ac nonnullorum aliorum beneficiorum in Goritiae et Tyrolis Comitatibus existentium, ac in pacifica possessione, ut quasi Iuris Praesentandi personas idoneas ad illa, tempore vacationis eorundem, et ut tales habiti, tenti et reputati fuissent, prout etiam praemissis in illis partibus erat pubblica vox et fama, quia de tum propter longum temporis intervallum, et precipue, quia ipse Comes olim per suos hostes captus et detentus, et bonis suis mobilibus, inter quae originalia litterae et munimenta super fundationibus et Dotationibus ecclesiarum earundem confecta, et de lure Patronatus hujusmodi mentionem facientia, fuisse, credebantur, spoliatum extiterat litterae et munimenta huiusmodi dicerentur fuisse subtracta, ipseque Comes alias quamvis per reputationem et fama praefacto de jurem docere non posset, Nos per alias litteras nostras Venerabili fratri nostro Episcopo Concordiensi mandavimus, ut se de praemissis, auctoritate nostra diligenter informaret, et si per informationem hujusmodi legitime constaret, dumtaxat ad eumdem Cornitem ac eius haeredes et successores pertinere ipsosque patronos eorundem esse et censeri debere auctoritate praefacta decerneret, prout in iisden litteris plenius continetur. Cum autem sicut exibita Nobis per partem dicti Comitis petitio continebat, de praedictis expositis clarius et comodius, ac per idoneos Testes in Rom. Curia quae in partibus liquere possit, per parte ejusdem Comitis asserentis se nonnullorum ex Ecclesiis et beneficiis praedictis Iuris - Patronati possessione pacifica gaudere, Nobis fuit humiliter supplicatum ut praemissorum indaginem alicui probo in dicta Curia committere de Auctoritate apostolica dignaremur; Nos igitur hujusmodi supplicationibus inclinati discretioni tuae per Apostolica scripta. committimus et mandamus quatenus de praemissis auctoritate nostra te diligenter informes et si per inforrnationem hujusmodi ea vera esse repereris, super quo tuam conscientiam oneramus Ius Patronatus illorum ex Ecclesiis et Beneficiis praedictis de quibus tibi per testes ac famam et reputationera antedictam, duntaxat legitime constiterit, ut prefertur addictos Dominum Comitem ac haeredes et successores pertinere eosque patronos illorum existere et censeri debere, auctoritate praefata decernas, non obstantibus in dictis litteris contentis caeterisque contrariis quibuscumque.
Datum Romae apud S.S. Apostolos, tertio nonas februani Pontificatus nostri anno tertio decimo.
Post quarum quidem litterarurn Apostolicarum praesentationem et receptionem, fuimus per praefatum Dormnum Ioannem de Prato pro curatorem nomine antedicto debita cum instantia requisiti quatenus ad executionem dictarum litterarum et contentorum in ejusdem procedere dignaremur, juxta earundem vim forinam et tenorem.
Nos igitur Petrus Antonius Abbas et Executor praefatus attendentes requisitionem hujusmodi fore justam et consonarn rationi, et quia ex relationibns et depositionibus testium fide dignorum per eumdem Dominum Ioannem de Prato procuratorem coram nobis productorum receptorum Juratorum et Examinatorum reperimus, et legitime de fama facta esse nobis fides, parochiales Ecclesias ac nonnulla alia beneficia Ecclesiastica praefata in Goritiae et Tyrolis Comitatibus existentia fuisse et esse foreque et existere de praesenti de Ire Patronatus praefati D.ni Ioannis Comitis ac Praedecessorum suorum Goritiae et Tyrolis Comitum, ipsosque D,os loannem Comitem et Praedecessores hujusmodi fuisse, et esse foreque, et existere veros Patronos Parochialium Ecclesiarum et beneficiorum praedictorum ac in possessione seu quasi luris praesentandi personas idoneis ad illa tempore vacationis eorundem, et ut tales habitos, tentos et reputatos, caeteraque contenta in praefatis litteris Apostolicis ventate fulciri. Idcirco autoritate Apostolica Nobis in hac parte commssa, Ius patronatus Parocchialium Ecclesiarum et aliorum beneficiorum praefatorum ad dictum Dominum Ioannem Coimtem, ut praefertur ac haeredes et Successores suos praedictos pertinere, eosque veros patronos illorum existere et censeri debere declaramus, decernimus et sententiamus per praesentes. In quorurn omnium et singulorum fidem et testimoniurn Praemissoruna praesentes litteras sive praesens pubblicum Instruitientum exinde fieri, et per notarium publicum insituin subscribi et publicari mandamus, nostrique sigilli jussimus et fecimus appensione communiri.
Datum et actum Romae in dono habitationis nostrae sub anno a nativitate Domini mill.mo quadrigentesimo tricesimo, indict. VIII, die die vero martis vicesima prima mensis Februarii, Pontificatus praefati Domini Papa Martini V anno tertio Decimo, praesentibus ibidem Venerabilibus religiosis et discretis Viris Fratre loanne Francisci de Urbe Ordinis Praemonstratensis rectore parocchialis Ecclesiae S. Marci de Urbe, et Ioanne Piper Clerico Mindensis Diocesis et aliis quam pluribus Testibus fide dignis ad praemissa vocatis specialiter et rogatis.
Ed ego Gerardus jverman de Nolae Clericus Coloniensis Diocesis publicus imperiali auctoritate Notarius quae dictarum Litterarum Apostolicarum praesentationi et receptioni, testium productioni, et declarationi omnibus .aliis et singulis dum sic ut praemittitur fierent et agerentur una cum praenominatis testibus praesens interfui , eaque sic fieri vidi et audivi; ideo hoc praesens publicum Instrumentum per alium fideliter scriptum exinde confecti, subscripsi, pubblicavi et in hanc publicam formam redegi signorum et nomine meis solitis una cuna * . . Domini Executoris sigilli appensione signavi rogatus et requisitus et testituonium praemissorum.
Et Ego Theodorus Boninches de Essendia Clericus Signum Coloniensis Diocesis, publicus Apostolica Auctoritate Notarius quia praefatarum Litterarum Apostolicarum praesentationi et receptioni, omnibusque aliis.et singulis duna sic ut praemittitur fieret et agerentur una cum praenominatis Testibus et Connotario meo praesens fui, eaque sic fieri vidi et audivi, Ideoque praesens publicum lnstrumentum per alium fideliter scriptum de mandato praefati Reverendi Domini Petri Antonii Abbatis et Commissarii ac executoris exinde confeci, subscripsi et publicavi signoque et nomine meis solitis et consuetis signavi in fidem et testimonium praemissorum.
Nos N R. mi ac Ser. mi principis et Domini Domini Maxirmliani Archiducis Austnae Domini nostri Clementissimi Vicepraeses, Regentes et Consiliarii Superiorum Austriae Provinciarum fidem hisce publice facimus et attestamur, praemissum Exemplum ex suo vero et integro originali per duos notario publicos subscripto et autentico hic penes Archiducana Austriacum asservato fideliter, de verbo ad verbum nil addito aut diminuto trasuntum, ideoque collatum cum dicto originali in omnibus concordare inventum etc.: in cujus rei testimoniuna has sigillis nostris anullaribus comuniri mandavimus.
Actum CEniponti decimoquarto Calendas lulii, anno mil.mo sexcentesimo et decimo tertio.

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Quod praefatus Illustrissimus Princeps Dominus Henricus, et olim Dominus loanne praefati Domini Henrici Comitis Germanus, Comites Goritiae etc. eorumque fratrum praedecessores Comites Goritiae fuerint veri Patroni Parochialium Ecclesiarum et aliorum beneficiorum existentium in Comitatibus Goritiae et Tyrolis.
Item, quod praefati Domini Comites Goritiae et Tyrolis etc. per tempora retrohacta fuerunt in pacifica et quieta possesione seu quasi Iuris Praesentandi personas idoneas ad ipsas Parochiales Ecclesias et ipsa beneficia existente et existentia in dictis Comitatibus Goritiae et Tyrolis tempore vacationis eorundem Ecclesiarum et Beneficiorum et dicto vacationis tempore quam plurimos et quoties fuit opportunum praesentarumt.
Item, quod ipsae personae praesentatae ad dictas Ecclesias et beneficia in dictis Comitatibus existentia assecutae fuerunt possessionem pacificam ipsorum beneficiorum ad quae fuerunt per dictos Dominos Comites praesentatae, et hoc vigore dicti Iuris patronatus pertinentis praefatis Dominis Comitibus.
Item, quod iamdiu existentibus praefatis Dominis Comitibus Henrico et Ioanne fratribus in puerili aetate fuerunt capti et detenti a quibusdam eorum hostibus, et spoliati nonnullis, imo fere omnibus eorum bonis mobilibus et praesertim juribus et instrumentis quamplunbus.
Item quod, fuit comunis opinio et credulitas, quod inter caetera mobilia, quibus fuerunt spoliati, fuissent jura et munimenta atque Instrumenta facientia mentionem de fundationibus et dotationibus factis per praefatos Dominos Comites ab antiquo Ecclesiarum et beneficiorum Praedictorum.
Item, quod in dictis Comitatibus et Iocis circunistantibus, esse publica vox et fama, quod praefati Domini Comites sunt veri patroni dictarum Ecclesiarum et aliorum beneficiorum existentium in dictis Comitatibus et ita habentur, tenentur et publice reputantur.
Item, quod praefatus Dominus Henricus Comes, esse in pacifica et quieta possessione seu quasi juris praesentandi personas idoneas dictas parochiales Ecclesias et beneficia existentia in dictis Comitatibus. Item, quod praefatus Dominus Comes Henricus fuit germanus praefati olim Domini Comitis Ioannis Comitis Goritiae et Tyrolis esse et est heres ejusdem ac successor in dignitatibus et comitatibus praedictis pro parte praefatum Dominum Ioannem tangentibus.
Item, quod de omnibus et singulis supradictis est publica vox et fama. Nos, Rev.mi ac Ser.mi Principis et Domini Domini Maximiliani Archiduci Austriae etc. Domini nostri Clementissimi Vicepraeses, Regentes, et Consiliarii Superiorum Austriae Provinciarum, praeesentium tenore publicum facimus testimonium, capitula praemissa quae ut constat in authentico processu penes nos existente, ex parte quondani Ill.mi Domini Henrici Comitis Goritiae et Tyrolis sub die ultima Aprilis anno mil.mo quadrigentesimo quinto coram R.mo Domino Petro Episcopo Petenensi, uti Delegato et Executore Apostolico, in civitate Austriae residente, producta fuere, ac inde plenissime probata per personas sacerdotales aliasque saeculares fide dignas fuisse extracta, fideliter et cum originali concordare In quorum fidem has sigillis nostris communiri jusimus annularibus.
Actum CEniponti decimo quarto Calendas lulii anno nill.mo sexcentesimo et decimo tertio.

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Translatio in latinum ex germanico.
Bulla D.ni Xisti Papae IV pro Comitibus Goritiae et Tyrolis. Cum sit compertum eos habere jus praesentandi ad Parochias et nonnulla alia beneficia in Comitatibus eorum, quod, si Investituras ab ordinariis intra bimestrem consequi non valuerint, eas aliunde tunc petere pos sint. 1480.
Nos N. R.mi ac Ser.mi Principis et D.ni Maximiliani Archiducis Austriae etc. D.ni nostri clementissimi Vicepraeses, Regentes et Consiliarii Superiorum Austriae Provinciarum fidem, facimus et attestamur, haec praemissa germanica ita registrata esse et legi in libro quodam registraturae Goritientis penes Archiducam Austriacum asservato, sub paragrafo vel titolo "Ius Patronatus " ubi in margine adscriptum est, originale fuisse transportatum Graecium. In quorum fidem haec signis nostris communiri jussimus.
Actum CEniponti decimo quarto Calendas lulii Anno millesimo sexcentesimo et decimo tertio.

Pel solenne ingresso del M. R. Don Carlo Hellweger nella Parrocchia di Castelnuovo, 8 Febbrajo 1885




Ricopiato da Giulio Coradello, Milano 1999