Vi faremo conoscere una tra le più belle e tranquille località turistiche dell'arco alpino.



L'Altopiano del Tesino e Bieno si trova nel Trentino orientale, a ridosso delle province di Belluno e Vicenza.
Proveniendo da Trento o da Bassano del Grappa, ai chilometri 91 e 92 della superstrada numero 47 della Valsugana, in località Barricata, si imbocca la Strada Provinciale numero 78 del Tesino, la quale, dopo 9 chilometri di lieve salita, entra nell'abitato di Bieno.
Il paese, posto ad un'altitudine di circa 820 metri, con una popolazione residente di 400 abitanti, è stato costruito a cavallo dell'estremità sud del lungo promontorio morenico che separa il letto del torrente Gallina da quello del rio Lusùmina.
Entrambi i corsi d'acqua nascono dalle montagne del sottogruppo del Rava e, dopo un percorso pressoché parallelo da nord-ovest a sud-est, confluiscono proprio sotto lo sperone su cui è stato edificato Bieno.
Nelle zone immediatamente al di sotto del paese, crescono i castagni, che producono dei frutti di ottima qualità; ma il territorio comunale è in gran parte ricoperto da bosco d'alto fusto, la cui presenza, come facilmente si può intuire, è di fondamentale importanza per l'economia di una zona montana.
La poderosa catena che sovrasta il paese raggiunge, con i suoi picchi granitici, altezze considerevoli.
All'interno dell'immenso anfiteatro dalla forma di una U rovesciata, formato dalle cime Ravetta e Primaluna si trovano tre splendidi laghetti che sono mete obbligate di tutte le escursioni che hanno come base di partenza Bieno; ricordiamo inoltre che il territorio è molto ricco di acque curative.

La storia della contrada non si discosta molto da quella della vicina conca del Tesino.
L'origine del nome del paese non risulta essere molto chiara: per alcuni studiosi essa è riconducibile al latino "abalienum", con il significato di "possedimento alienato, donato".
Certo è che, a causa dell'ottima esposizione a sud del pianoro, del mite clima di tipo prealpino e dell'abbondanza delle acque che sgorgano dai fianchi dei monti che lo sovrastano, l'origine del primo nucleo abitato si perde nella notte dei tempi.
Distrutto durante la prima Guerra Mondiale, il piccolo centro venne ricostruito, subito dopo il conflitto, lungo l'asse costituito dalla strada provinciale.
Oggi l'abitato tende ad espandersi ricoprendo in maniera particolare i pendii soleggiati che si intravedono sulla sinistra, uscendo dal paese per andare verso il Tesino.
Molte delle villette che qui sono sorte in buon ordine, sono di proprietà di turisti che vi trascorrono la stagione estiva e buona parte di quella autunnale.
A tale proposito c'è da dire che soprattutto gli anziani e i bambini sembrano trarre profitto dall'altitudine non eccessiva della località, dalla purezza e freschezza delle sue acque e dall'aria ricca di balsamici effluvi resinosi, proveniente dalle peccete e dai lariceti che si estendono su grandi superfici attorno al paese.
Se d'inverno, come tutte le contrade montane, l'abitato sembra riposare tranquillo con le sue casette linde dai tetti spioventi coperti di neve e con i camini fumanti, d'estate tutto sembra rianimarsi come per incanto: le strade si riempiono di villeggianti, i bambini si rincorrono vocianti nei parchi-gioco, gli anziani siedono al sole sulle panchine del Belvedere che domina la valle, o giocano a bocce nell'apposito campo.
Nel contempo i giovani svolgono attività sportive o partono per interessanti escursioni sulle montagne circostanti.
Ma, a prescindere dalla favorevole posizione del piccolo centro, la cui media altitudine viene considerata ottimale soprattutto per la cura di particolari affezioni dell'apparato respiratorio, ciò che esercita un non indifferente richiamo in chi vi ha soggiornato anche per poco tempo, è il carattere tranquillo e cordiale dei suoi abitanti e la loro innata allegria.

Come abbiamo sentito Bieno è un paese che si dispone per un turismo rivolto soprattutto agli anziani e ai bambini; ma prima di proseguire vediamo di conoscere il clima dell'Altopiano.

Grazie a tutta una serie di catene montuose che ripara da nord, raramente in inverno la temperatura scende a livelli inaccettabili; d'estate invece, a causa della discreta altitudine, non si soffre un caldo eccessivo.
Si può inoltre aggiungere che la presenza della nebbia nella Valle è un fenomeno eccezionale che si verifica solo in qualche giorno d'inverno e per qualche ora, mentre la brina compare soltanto in qualche mattina di primavera.
In conclusione si può affermare che il clima è in genere secco e temperato: è veramente ottimo in ogni stagione. Tutto ciò è noto ai medici delle vicine provincie venete ed è per questo che spesso consigliano un soggiorno sull'Altopiano ai loro pazienti particolarmente bisognosi di un clima veramente salubre e ritemprante.

Lasciato alle spalle l'abitato di Bieno, dopo alcuni chilometri di saliscendi, si perviene alla Forcella, a metri 910, da dove si domina parte della sottostante conca, la quale ha la forma, approssimata, di un grande rettangolo avente i lati maggiori nella direzione nord-sud ed appartiene amministrativamente ai comuni di Pieve, Cinte e Castello Tesino.
L'origine del toponimo "Tesino" è comunemente indicata nella massiccia presenza, in tempi ormai lontani, di grandi foreste di tassi che ricoprivano gran parte della zona. Dal nome scientifico della pianta, "Taxus baccata", è facile risalire all'aggettivo "taxinus", "tasino" e quindi a "tesino".
Comunque questa è, e resterà, una delle diverse ipotesi possibili.

Il Tesino è costituito da un altopiano, posto ad un'altitudine media di 900 metri, diviso in parti diseguali dal solco del torrente Grigno.
Come un grande catino naturale, esso è racchiuso da una serie di brevi catene montuose.
Assumendo come punto di riferimento la Forcella, una delle diverse porte naturali d'accesso alla Valle e volgendo lo sguardo a sud, si nota la catena di Cima Lasta, con la cima omonima che raggiunge 1679 metri di altezza, ai cui piedi, entro un grande anfiteatro, sorge Cinte Tesino.
L'arco di circonferenza della conca, che va da sud ad est, è chiuso da due monti, i quali formano l'altopiano di Celado (1250 metri); segue poi il Monte Picòsta ( 1421 metri) che, allungandosi trasversalmente ai primi due, scende a ridosso di Castello Tesino.
Il massiccio Coppolo-Agaro, di 2069 metri, ripara dai venti che spirano da nord-est e da nord.
Il giro d'orizzonte si chiude infine con il Monte Silàna, di 1656 metri, dalla forma quasi conica, alla base del quale si trova Pieve Tesino.
Dei tre paesi della Conca, Pieve è sicuramente quello che può vantare un più illustre e documentato passato.
Nei secoli scorsi esso fu sede di un'istituzione che risale ai tempi più bui del Medio Evo: la Vicinia. Era questa una vera e propria associazione tra le diverse famiglie (i focolari) che si univano per meglio difendere i loro diritti o per far fronte, in maniera modernamente cooperativistica, alle spese o alle necessità più urgenti.
Il centro ha attraversato, pressoché indenne, guerre ed incendi ed ha conservato, quasi inalterata nel tempo, la sua antica fisionomia.
L'abitato, una volta centro storico oltre che geografico della Valle, si distende alle pendici meridionale del Monte Silàna, sulla destra orografica del torrente Grigno e, quindi, sul versante occidentale della vallata.
L'altitudine ottimale( 882 metri) e la posizione felicemente protetta dai venti settentrionali, hanno fatto di Pieve Tesino una contrada da decenni interessata al flusso turistico, tant'è che già all'inizio del 1880 esisteva una delle più antiche Aziende di Soggiorno d'Italia che curava l'estetica del paese, proprio per motivi turistici.
Il paese conta 867 abitanti su un territorio comunale di vaste proporzioni, perlopiù ricoperto da boschi di conifere; da ciò si può facilmente comprendere come mai la zona sia tanto indicata per una vacanza assai confortevole e rilassante.

Proveniendo da Bieno e, quindi, entrando nella Conca dalla Forcella, si accede al paese da via Buffa, dopo avere lasciato sulla destra la comoda circonvallazione che porta a Castello Tesino.
Dopo piazza Garibaldi, la via Cesare Battisti attraversa l'abitato dividendolo in due parti simmetriche: in fondo l'ampia piazza Buffa Schievano con a destra l'edificio scolastico e, sulla sinistra, il Consorzio Turistico delle Pro Loco e la locale agenzia di credito bancario, più avanti sulla destra, la Farmacia e l'ambulatorio medico comunale.
Da piazza Garibaldi, a sinistra, si diparte la via Alcide De Gasperi in onore dello statista che vi nacque, in una casa prospiciente la piazza; tale via prosegue in salita e porta alla chiesa parrocchiale. La piazza Maggiore è praticamente il fulcro attorno al quale gravita l'intero paese; essa possiede un fascino tutto particolare, abbellita com'è dall'ottima disposizione degli elementi architettonici che le fanno da cornice. Qui infatti sorge il vecchio municipio del quattordicesimo secolo, la cui facciata è ingentilita da un'elegante bifora e da un ampio portico.
Infine, la pavimentazione a ciottoli e la grande fontana costruita nel '700, chiamata "Dama delle fonti", conferiscono al luogo una notevole suggestione estetica.
Altro importante centro d'interesse è la chiesa della Madonna dell'Assunta. Situata in posizione dominante rispetto al paese e circondata da un ampio sagrato cui si accede mediante due comode scalinate, è formata dall'unione di corpi diversi; è in stile gotico ed il senso di slancio verso l'alto, tipico di questa architettura, viene accentuato dall'altissimo, elegante campanile culminante con un'ardita, quanto sottile, cuspide.
Veramente prezioso è il tesoro custodito nella sagrestia, ricco di calici, di coppe d'oro e d'argento, di reliquari e paramenti sacri artisticamente lavorati.
Proseguendo per via Fratelli Pellizzaro, dopo avere percorso in dolce salita un viale alberato guardato dalle statue dei Santi Francesco ed Antonio, si arriva sulla sommità del colle su cui, nel 1479, venne posta una chiesa dedicata ai Santi Sebastiano e Fabiano.
Fu eretta come ex-voto per avere la contrada evitato il contagio della peste, che imperversava nelle zone limitrofe.
Il campanile, decisamente romanico, è sormontato da una cupola a cipolla di recente fattura.
A far da cornice a questa bella chiesa, vi è un ordinato parco, pieno di verde e tranquillità.

Pieve Tesino è dunque centro storico e culturale dell'Altopiano e pertanto si consiglia al villeggiante di approfittare della vacanza per conoscere usi, genti e costumi; scoprirà allora che nel lontano 1365...

"Voi Biagio delle Castelare, Conte di Grigno, Signore e tiranno di tutta la Valsugana, reo confesso provato et testimoniato di molti crimini et delitti, et in particolare, reo di aver cosparsa di lutti et lacrime la Valsugana tutta, et in ispecie la Nostra Valle Tesina, reo di avere, per tramite di potenti e barbare soldataglie, crudelmente rubato il nostro bestiame e ciò che più conta di essersi barbaramente fatto padrone delle nostre donne.
Reo, altresì, di aver scherniti e spregiati i sacrosanti diritti della Nostra Valle.
Ritenuto per tali delitti, indegno di calpestare più a lungo le Nostre Pacifiche e Sacre Terre!
Regnando il Granduca di Carrara, Nostro liberatore magnanimo, in nome e per l'onore di tutta la popolazione delle Magnifiche Comunità di Tesino, su conforme parere dei Giurati, udite le accuse, la difesa e tutte le testimonianze senza veruna violenza presentate,
NOI SUPREMI
GIUDICI POPOLARI inappellabili, in piena Nostra Scienza, Coscienza e Giustizia, sulla scorta dei paragrafi 2 e 5 del Nostro Statuto,
VI CONDANNIAMO
alla pena, che viene stabilita nella morte mediante IMPICCAGIONE.

Questa condanna a morte viene emessa ogni quattro anni, nel primo dì delle Ceneri, di fronte a migliaia di persone, in una rievocazione storica, in costume, del processo e della morte di Biagio delle Castelare.
Fu costui un tracotante signorotto medievale della zona che tanto infierì, con ogni tipo di vessazioni e soprusi, sulle pacifiche popolazioni locali, da costringerle ad armarsi di forche e vanghe, scatenando una sanguinosa rivolta.
Ma la storia e la cultura di queste genti vivono anche attraverso la banda e i gruppi folcloristici dell'Altopiano; ed è grazie a queste associazioni che è stato possibile tramandare le musiche e le danze più tipiche e conservare i sontuosi costumi delle tasine, che sono tra i più splendidi abiti tradizionali femminili di tutto il Trentino.

Continuando il nostro itinerario attraverso i ridenti paesi dell'Altopiano, dopo circa 700 metri dal bivio che porta a Pieve, s'innesta, ad angolo retto sulla destra, una larga e panoramica arteria che, in poco più di un chilometro, porta alle prime case di Cinte Tesino, il più piccolo e ridente paese della Conca: posto a un'altitudine di 850 metri, conta circa 500 abitanti.

Il nome sembra derivargli dalla disposizione della catena di Cima Lasta che, allungandosi a semicerchio da ovest a sud, lo cinge (cinetus - cinto - Cinte) quasi a volerlo proteggere.
Probabilmente il primo nucleo dell'abitato sorse nello stesso periodo in cui venne costruito il "castrum" romano sul colle di San Ippolito a Castello Tesino. Infatti era abitudine dei legionari di Roma di presidio nei territori più impervi, costruire, ad una certa distanza dalla fortificazione, un piccolo abitato di residenza.
Questa tesi circa l'antichità di Cinte è confortata da due dati di fatto: -esiste ancora traccia del sentiero, abbastanza comodo, che, staccandosi dalla via Claudia Altinate poco prima del ponte romano sul torrente Guernana, giungeva a Cinte dopo avere varcato il Grigno su un altro ponte del quale ancor oggi restano le tracce; - tuttora i prati soprastanti il paese sono chiamati di Soravigo (sopra il vico).
Essendo, rispetto agli altri due centri, più appartato, Cinte è stato toccato per ultimo dal flusso turistico; d'altra parte ciò gli ha consentito di conservare più a lungo integre le caratteristiche di grazioso paesino di montagna. E se, sino ad alcuni decenni fa, colpiva i visitatori l'aspetto petrigno delle case, raramente intonacate e ancor più raramente dipinte, oggi il paese si presenta come un centro turistico tranquillo, pulito e molto ben tenuto.
Visto dalla opposta sponda del torrente Grigno, in primavera, con le sue case dalle facciate multicolori, il piccolo borgo appare come un bel fiore posato nel mezzo del verde intenso dei suoi prati.

Entrando nell'abitato dalla via principale, lungo la quale si possono osservare le graziose villette di recente costruzione, dopo le prime case, sulla destra, si nota la nuova circonvallazione, che aggira il paese dandogli respiro e possibilità di un'ulteriore espansione.
Prima di arrivare nella centrale piazza Plebiscito, ancora sulla destra, si vede una tipica fonte di forma geometrica regolare, con la classica colonnina centrale, dai cui quattro spinelli sgorga un'acqua di particolare purezza e limpidità.
Dalla piazza summenzionata, imboccando la via a destra, si giunge alla chiesa di San Lorenzo martire.
La Parrocchiale, il cui esatto anno di erezione non è noto ma che, a ragione, si suppone risalga all'ultimo decennio del '400, è posta in posizione elevata su di un sagrato in porfido, abbellito da un riquadro di cubetti di pietra bianca, nel cui centro fanno spicco i segni della Cristianità.
Più avanti, si trova il palazzo comunale ed inizia la via don A. Dalmònego. Seguendola si arriva all'ampia terrazza panoramica da cui è possibile ammirare tutte le montagne che chiudono da nord-ovest ad est la Conca del Tesino.
Alle spalle invece, da sud ad ovest, il terreno sale dolcemente con praterie erbose prima e poi con fitte abetaie, sino a toccare considerevoli altezze.
Tornando alla terrazza panoramica, dove si trova ubicato l'ufficio della Pro Loco, si può andare ancora in piazza Plebiscito per via Redenzione - attraversando in tutta la sua lunghezza la parte vecchia del paese - oppure, scegliendo la direzione opposta si può imboccare la strada asfaltata che punta verso sud e raggiunge la cappella dedicata alla Madonna della Grotta; nella zona vi sono numerose aperture naturali ancora non del tutto esplorate.
Anche se Cinte Tesino non possiede infrastrutture ricettive paragonabili a quelle degli altri centri della zona, non mancano le più importanti attrezzature di base come il centro sportivo con campi di calcio, tennis, bocce e i parchi-gioco per i bambini.
Ma, al di là delle strutture, la cordialità ed il sorriso accattivante dei suoi abitanti, la ricchezza dei suoi boschi di conifere che, sia in estate che in autunno, producono in abbondanza gustosissime qualità di funghi ed infine l'aria e l' acqua veramente salubri, fanno di un soggiorno nel paese una pausa salutare e ritemprante dalla frenetica vita della città.

Certo che per chi vive nel caotico traffico delle metropoli, ascoltare il fruscio del vento attraverso i pini è un sogno che può divenire realtà soggiornando a Cinte Tesino; immergiamoci ora in questa incantevole natura che avvolge, con colori e forme, i paesi dell'Altopiano.

L'altitudine della zona varia dal minimo di 400 metri della bassa valle del Grigno, al massimo di 2847 metri della Cima d'Asta.
La differente altimetria causa diverse condizioni climatiche che determinano, particolarmente per le piante arboree, diverse fasce vegetative.
Ma le piante più diffuse nei boschi dell'Altopiano, che formano estesissime foreste monotipiche e che ne caratterizzano il paesaggio, sono le conifere.
Parlando della flora tipica della Valle di Tesino, non possiamo non accennare ad un particolare tipo di vegetale che cresce abbondantemente sia nel sottobosco che nei prati: i funghi.
Da qualcuno sono stati addirittura definiti i benemeriti spazzini del bosco. Infatti, prima che alla cucina dei buongustai, la natura ha destinato i funghi ad una funzione regolamentatrice della complessa vita dei vegetali. Essi si nutrono in genere delle sostanze organiche in disfacimento, trasformandole chimicamente. Assolvono così a due compiti importanti: ripulire il bosco dai detriti e procurare nuove sostanze alimentari alle piante con cui vivono in simbiosi.
La varietà degli orizzonti vegetali del Tesino, dovuta al concorso di diversi fattori climatici, geologici ed atmosferici, permette la crescita di innumerevoli specie di queste piante.
A causa dell'eccessivo tecnicismo che ha invaso ogni momento della nostra vita quotidiana, oggi si constata uno straordinario interesse per la Natura e per la genuinità dei suoi prodotti:
è forse questo il motivo per cui, da qualche anno a questa parte, è tornata in auge la fitoterapia, cioè la cura di parecchie affezioni fisiche con l'ausilio di piante, dette appunto medicinali.
Di queste è particolarmente ricco l'Altopiano che quindi offre ai suoi ospiti un'altra occasione per vivere all'aria aperta: con l'ausilio di una delle tante pubblicazioni reperibili sul mercato, si possono riconoscere e raccogliere le specie più comuni ed utili. Inoltre, con un po' di fortuna, è possibile incontrare la fauna tipica dell'arco alpino.
A chi ama la pesca si ricorda infine che si può praticare questo sport in quasi tutte le acque dell'Altopiano.

L'ultimo paese che incontriamo in questo nostro itinerario turistico è Castello Tesino.

L'origine del nome del paese è probabilmente dovuta all'esistenza sul colle di San Ippolito di un accampamento fortificato romano (castrum), di cui oggi si sono perse le tracce, fatto costruire attorno al 47 dopo Cristo dall'imperatore Claudio.
Questa piccola fortezza aveva lo scopo di sorvegliare la sottostante via militare, la Claudia Augusta Altinate, dove i legionari romani transitavano seguendo la strada che da Altinum, porto fortificato della laguna veneta, giungeva a Maia, l'odierna Merano.
Da questa, attraverso il Passo di Resia, soldati e rifornimenti arrivavano poi sino alle lontane valli del Danubio.
Posto in posizione veramente felice sul margine orientale dell'altopiano, alla sinistra del torrente Grigno, Castello Tesino, la cui altitudine è di 940 metri con una popolazione residente di 1500 persone,ha uno tra i territori più vasti della Provincia di Trento ed è perlopiù ricoperto da boschi cedui e fustaie molto produttive.
Distrutto diverse volte nel corso dei secoli, Castello ha acquistato il caratteristico aspetto odierno in seguito alla ricostruzione avvenuta dopo i bombardamenti e gli incendi subiti nel 1916.
Unico a salvarsi dalle distruzioni portate dalla Grande Guerra, il quartiere di Terrasanta conserva ancora oggi l'antica fisionomia, con le facciate delle case affrescate con immagini sacre e gli oscuri sottopassi con archi a tutto tondo che val la pena di vedere.

Arrivando in paese da ovest - e cioè da Pieve Tesino - si può giungere alla centrale piazza San Giorgio ove sorge la bella parrocchiale dedicata al patrono.
Dalla piazza si dipartono due vie, una verso est, l'altra verso sud. La prima, raggiunta Terrasanta, prosegue in leggera salita e, dopo non più di trecento metri, porta alla chiesetta della Madonna di Caravaggio, in stile alpino, da cui si gode un ottimo panorama della zona; un piccolo parco ombroso con panchine offre la possibilità di sosta.
La seconda strada, che dalla piazza va verso sud, attraversa uno dei quartieri più soleggiati del paese. Lungo questa, sempre sulla destra, si nota un ordinato giardinetto, la locale Cassa Rurale, la Farmacia ed il Municipio; quest'ultimo, costruito agli inizi degli anni '30 con le sue belle terrazze, le gradinate in pietra levigata e le ringhiere in ferro battuto, oggi è sede del Consiglio Comunale.
Ritornando in piazza San Giorgio, volgendo le spalle all'omonima chiesa s'imbocca la via Donato Pelòso. Seguendola, dopo aver lasciato sulla destra la chiesa della Torricella, con una discreta salita, si giunge alla quattrocentesca chiesetta dedicata ai Santi Ippolito e Cassiano la quale è posta sul colle che sovrasta, da ovest, l'abitato.
Costruita nel 1436, in stile in parte romanico in parte gotico, è uno dei pochi monumenti medievali della Valsugana sfuggito alla devastazione del tempo e degli uomini. La pianta è rettangolare ad unica navata, mentre il campanile, a base quadrata, culmina con una cuspide ottagonale.
Una scala lignea porta ad una stanzetta ricavata nel corpo del campanile; in essa, sino ai primi decenni del secolo, dimorava la guardia notturna, retaggio medievale, che aveva l'incarico di segnalare eventuali incendi: dava l'allarme suonando le campane a martello.
Di particolare interesse gli affreschi delle pareti interne ed esterne, eseguiti durante la costruzione della chiesa e dei quali non si conosce l'autore.
Sempre sul colle, dietro il cimitero, si trova la zona del parco archeologico dove, tra il terzo secolo avanti Cristo ed il secondo dopo Cristo, sorse un villaggio retico-romano.
Là dove sono visibili delle depressioni nel terreno, sono stati portati alla luce i resti di due casette affiancate, delle quali sono visibili soltanto le parti interrate; una di queste conserva ancora le tracce della scala di accesso. Restano pure i pozzetti usati per la conservazione delle derrate alimentari.
Dai reperti venuti alla luce durante gli scavi, si può dedurre che si trattava di una piccola comunità agricola e pastorale, inquadrabile nel periodo detto della seconda età del ferro trentina.
Situato sul pianoro compreso tra la circonvallazione e il torrente del Grigno, il quartiere di San Rocco costituisce il verde parco che circonda il Colle su cui sorge la chiesa del Santo che, nella credenza popolare, tiene lontane le epidemie ed i contagi.
In questa stessa contrada sono sistemati gli impianti sportivi attrezzati per il gioco del calcio, tennis, bocce, basket, pallavolo. Per concludere ricordiamo che parchi-gioco per i bimbi e panchine per riposarsi durante le passeggiate sono sistemati nei posti più tranquilli e panoramici dell'intera zona.

Ciò che ci ha colpito nell'attraversare questi centri abitati è la cordialità e la semplicità della gente che vi abita.
Ma la montagna è soprattutto sinonimo di passeggiate ed escursioni.

L'aria frizzante e balsamica, l'abbondanza di strade montane e sentieri, la facilità di molti percorsi, sono un continuo invito a piacevoli gite in mezzo alla natura nella pace di luoghi incontaminati.
L'Altopiano del Tesino e Bieno a questo riguardo offre al turista che vi soggiorna passeggiate con itinerari molto semplici da seguire, senza eccessive difficoltà e che non richiedono particolari equipaggiamenti.
Ma per chi intenda confrontarsi con la montagna, l'Altopiano offre possibilità di escursioni su sentieri attrezzati, gite con qualificate guide alpine e con gli operatori ambientali, scalate, anche impegnative, nel gruppo di Cima D'Asta ed emozionanti scoperte di laghetti alpini.
Ma vediamo ora alcune tra le più interessanti escursioni.

Costruito durante il conflitto mondiale, il forte Leone rappresenta un classico esempio di architettura militare dell'inizio del secolo. Anche se oggi è ridotto in cattive condizioni per l'usura del tempo e l'incuria degli uomini, merita una visita almeno alle sue strutture esterne.
Lo si può raggiungere comodamente da Castello a piedi o in auto; pur trovandosi sulla sommità di un colle, la costruzione resta totalmente invisibile a chi giunge risalendo i declivi erbosi in quanto essa è completamente interrata.
Praticamente il tetto coincide con la superficie della calotta della collina e vi si accede direttamente dall'esterno.
Di qui si vedono ancora le postazioni dei grossi pezzi d'artiglieria, con la relativa centrale di tiro situata tra le due batterie e le prese d'aria per la ventilazione degli ambienti sottostanti.
Si può poi tranquillamente camminare sopra gli spalti delle difese perimetrali dove, ad intervalli regolari, sono poste le piazzole per la sistemazione delle mitragliatrici.

Ma chi ama l'avventura e desidera un contatto diretto con l'alta montagna, deve salire fino ai 2847 metri del massiccio di Cima d'Asta. Qui, all'inizio del secolo, fu costruito il rifugio "Ottone Brentari", il quale ha una capacità ricettiva di circa 40 posti;
situato in una posizione veramente strategica, non soltanto funge da ottima base d'appoggio per le escursioni d'alta quota, ma è anche punto nodale per tutto il versante meridionale della catena del Lagorai.
Non si può però villeggiare sull' Altopiano del Tesino e Bieno senza aver visitato, almeno una volta, la magnifica grotta di Castello Tesino, che affonda,serpeggiando nella montagna,per circa 400 metri ed è ricca di concrezioni calcaree, di laghetti sotterranei, di suggestive foreste di stalattiti e stalagmiti.
La grotta, unica nel Trentino ad essere visitabile turisticamente, è in grado di offrire emozioni anche ai ciechi e agli ipovedenti, i quali possono, tramite le loro residue capacità sensoriali, effettuare escursioni uditivo-tattili.
La grotta di Castello Tesino non presenta la caratteristica del gigantismo così come altre conosciute cavità naturali italiane o straniere, ma dà, a chi vi penetra, la sensazione indimenticabile di essere non un semplice, occasionale visitatore, bensì il primo esploratore.
Esperte guide del posto sono disponibili, sia nella stagione estiva che in quella invernale, ad accompagnare nella grotta gruppi di turisti, per far scoprire i miracoli che la natura, nel corso dei secoli, ha saputo creare, offrendo all'uomo la possibilità di godere di così tanta bellezza.

Come avrete dedotto, Natura e Storia si fondono qui in modo mirabile e sono una garanzia per chi voglia trarre dalle vacanze il massimo beneficio psicofisico.
Tuttavia, alla base del successo turistico dell'Altopiano sono anche le semplici, ma accoglienti, infrastrutture ricettive come alberghi, appartamenti, rifugi e camping, che sono disponibili anche nella stagione invernale, per ospitare gli appassionati degli sport sulla neve. Infatti, punto di riferimento per chi pratica lo sci da discesa o il fondo, è il Passo Broccon, il quale può vantare invidiabili impianti di risalita e piste da fondo, sia per principianti che per provetti sciatori.

Siamo giunti al termine di questo nostro itinerario turistico, culturale e storico attraverso l'Altopiano del Tesino e Bieno. Vi invitiamo, dunque, a soggiornare in questi luoghi dove la natura è stata generosa e dove sarete accolti dalla semplice cordialità di gente che ama i luoghi in cui vive.

Provincia Autonoma di Trento
Valsugana Orientale e Tesino

Le due zone che danno il nome all'ambito turistico della Valsugana Orientale e del Tesino, sono rispettivamente il solco vallivo percorso dal fiume Brenta, nel tratto compreso tra l'abitato di Roncegno ed il confine tra le province di Trento e Vicenza nei pressi di Primolano, e l'altipiano che si estende parallelo sulla sinistra orografica della valle. Posto ai margini della Catena del Lagorai, l'altopiano del Tesino è contraddistinto da un paesaggio dolce, verdissimo e morbidamente ondulato, costellato di pascoli e campi coltivati. L'altipiano costituisce un ottimo punto di partenza per escursioni verso le montagne che lo delimitano a nord, vale a dire il Lagorai e Cima d'Asta, dove le escursioni portano a contatto con una natura particolarmente selvaggia ed incontaminata. Lungo i fianchi del Lagorai e di Cima d'Asta durante la Prima Guerra Mondiale correva la linea di fronte fra Italia ed Austria: trincee e camminamenti, testimonianza di quegli anni, sono ancora visibili e possono rappresentare un ulteriore spunto di interesse e di richiamo per i turisti per gli appassionati di storia. I centri abitati dell'altipiano, con i loro interessanti centri storici, costituiscono l'ideale complemento del panorama naturale e custodiscono preziose testimonianze del loro passato: a Castello Tesino, per esempio, c'è il palazzo del vecchio municipio, con facciata affrescata, mentre il gioiello di Pieve Tesino è la Piazza Maggiore, con l'edificio quattrocentesco del vecchio municipio e la fontana ottagonale in pietra rossa. Scorci particolarmente suggestivi si incontrano anche a Borgo Valsugana, capoluogo amministrativo della Valsugana Orientale. Il suo centro storico è ben conservato ed è lambito dalle acque del Brenta, su cui si affacciano direttamente molti edifici: e tra i punti più caratteristici d Borgo ci sono proprio i portici dei Lungo Brenta. Alle spalle della cittadina, su un colle, c'è Castel Telvana. Poco più ad est di Borgo, arroccato su un colle che domina il paese di Ivano Fracena c'è Castel Ivano, splendidamente conservato, sede di incontri e manifestazioni di carattere culturale e scientifico e di esposizioni d'arte. La Valsugana Orientale ed il Tesino sono inoltre una meta interessante per gli appassionati di speleologia: in questa zona si trovano infatti le grotte più estese del Trentino, come la Bigonda ed il Calgeron (nei pressi di Grigno) e la Grotta di Castel Tesino (nei pressi dell'omonimo paese). Quest'ultima, in particolare, per la ricchezza e la conformazione delle sue concrezioni, è ritenuta la più bella del Trentino (e proprio per questo le visite guidate promosse dalle locali organizzazioni turistiche sono sempre molto frequentate). Lo sviluppo turistico dell'area è piuttosto recente; consistente è la ricettività extra alberghiera, con circa 10.000 posti letto, mentre quella alberghiera è di poco inferiore ai 700 posti letto. In zona sono presenti strutture sportive e per il tempo libero. Nella stagione invernale, il principale centro sciistico del Tesino è rappresentato dal Passo del Brocon, valico che collega l'altipiano con il Vanoi: qui è infatti possibile praticare lo sci da fondo e, grazie ad alcuni skilift e ad una seggiovia, anche lo sci da discesa. Dall'Altipiano del Tesino si possono facilmente raggiungere le valli e le convalli del Gruppo del Lagorai e di Cima d'Asta, cornice ideale per lo scialpinismo ed il fondo escursionistico. Per i fondisti un altro punto di riferimento e la Val di Sella, che si diparte dalla Valsugana all'altezza di Borgo e penetra nei fianchi di Cima 12 e Cima Vezzena.

Come si arriva: AutostradeA 22 (Modena Brennero) uscita Trento entro Treni Stazione FS Trento (linea Trento Venezia)
Aerei Verona Villafranca 045/513039 (km 90) - Milano Linate e Malpensa 02/74851- Venezia Marco Polo 041/2606111
Strade SS 47 della Valsugana - SP 78 del Tesino
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