TOGLIETEMI TUTTO MA NON IL MIO BREIL!


Era la vigilia di Natale del 1998 e, la sera prima di essere eletto Presidente del Consiglio Regionale della Regione Trentino Alto Adige, gli accaddero il seguenti fatti... .

Potrebbe iniziare così questo caso che è ancora in fase di composizione, cronologica e documentale, un'interessante vicenda - si fa per dire - politico-giudiziaria che riguarda le vicissitudini di alcuni orologi da polso di grande valore e di una cospicua somma di denaro pubblico usato per scopi "privati". Molte delle informazioni e notizie qui riportate, sono tratte dal libro scritto dal giornalista dell'Adige, Stefano Parolari (Gli orologi del destino - 2000.)

Opsss, dimenticavamo; si tratta di un politico che ha fatto - per cinque intere legislature - dell'onestà e della laboriosità delle genti locali, il proprio cavallo di battaglia e poi....per stessa sua mano, o più correttamente, per suo stesso polso, è "scaduto" il suo tempo.

Almeno così pareva.

Corruzione.it


Ecco la presentazione della vicenda; gli "attori" e come si sono svolti i fatti.

CHI SONO GLI "ATTORI": Franco Tretter e Giorgio Leonardi.

DOVE SI SVOLGONO I FATTI: nella tranquilla e natalizia Rovereto, nel basso Trentino.

FRANCO TRETTER

Franco Tretter è nato il 14 agosto 1944 a Cles, centro importante della Val di Non in provincia di Trento. Abita a Tuenno, nella medesima valle del Trentino. E’ sposato, ha tre figli.

Ha sempre fatto l’imprenditore nel settore immobiliare. Ha promosso varie attività nel campo della “solidarietà” promuovendo relazioni con il mondo tedesco.

Da sempre vicino ai movimenti e partiti politici autonomistici, ha iniziato a fare politica nel 1959 nelle file del PATT (Partito Autonomista Trentino Tirolese).

E’ stato Presidente della Cassa Rurale di Tuenno (TN) e Presidente del PATT.

Eletto per la prima volta nel Consiglio Regionale del Trentino Alto Adige nel 1978 nelle fila del PATT.

Ha ricoperto – per due legislature - la carica di Presidente e Vicepresidente del Consiglio Regionale.

Il 17 dicembre del 1998 sarebbe dovuto essere rieletto Presidente del Consiglio Regionale ma – il giorno prima - è successo quello che racconteremo nel seguito.

Attualmente fa parte – come unico rappresentante - del gruppo misto in Consiglio Provinciale della Regione Autonoma di Trento. Non si è ancora dimesso nonostante le numerose richieste e il buon senso. E’ stato sospeso dal Consiglio provinciale dopo la condanna per peculato del 25 settembre 2001.

La sua frase celebre: “Non ho mai rubato neanche una matita”.

E’ soprannominato la “Volpe Argentata” o “Melinda”.

 

GIORGIO LEONARDI

 

E' nato il 20 dicembre 1964 a Cles. Abita a Rovereto (TN). E' felicemente celibe, ha due sorelle, Ombretta e Angela, con cui è in spendida sintonia. Dal 1989 è titolare della gioielleria «Leonardi Valenza» di via Fratelli Fontana a Rovereto.

E' soprannominato il "gioielliere-detective" o il "paggio dal caschetto d'oro". E' perito gemmologo, esperto di riparazioni e di valutazioni di cose preziose, oro e argento.

E' pilota di corse in montagna, una specialità nella quale è stato campione italiano assoluto.

Non ha mai fatto parte di uno schieramento politico. E' stato per tre anni in servizio all'arma dei Carabinieri di Verona, ad Ala ed alla compagni di Rovereto. E' appassionato di caccia, passione che condivide con il padre Mario. E' presidente della Confesercenti cittadina, è stato protagonista di campagne di beneficenza in vari settori sociali. Il 16 dicembre '98 non sapeva che la sua vita sarebbe cambiata e che quell'amico di suo padre potesse sconvolgerlo.

Frase celebre: «L'ho fatto per amore di verità e giustizia, non per vendetta».

IL FATTO

Alle ore 11 del 16 dicembre 1998, Franco Tretter, in trasferta con la Lancia K guidata dall’autista delle Regione, entra nella Gioielleria “Leonardi-Valenza”, via Fratelli Fontana a Rovereto (Trento) il cui titolare è Giorgio Leonardi che vive e lavora a Rovereto ma la sua famiglia è originaria di Cles, il centro più importante della Val di Non. Leonardi è perito in gemmologia, ha prestato per tre anni di servizio nell’Arma e ha una passione per le corse in montagna con le macchine.

Tretter è - da un anno almeno - un cliente abituale della gioielleria. Al momento egli ricopre la carica pro tempore di Vice Presidente del Consiglio della Regione Trentino Alto Adige. E' stato rieletto per la quinta volta alle elezioni Regionali del 22 novembre 1998 raccogliendo 7202 preferenze.

Franco Tretter è entrato nella gioielleria per visionare due orologi da regalare a due soci della Cassa Rurale di Tuenno. Il Leonardi era impegnato con altri clienti e ha chiesto gentilmente alla sua collaboratrice, Monica Duò, di servirlo.

Tretter prende visione di vari orologi e dopo un quarto d’ora circa, chiede di poter scegliere due orologi e la commessa prepara un vassoio con cinque orologi e si dirigono – esclusa la commessa - nell’ufficio. Egli cercava due orologi uguali.

Quando entrano i genitori del Leonardi nella gioielleria, il Leonardi esce dall’ufficio appartato e va loro incontro per salutarli. Tretter rimane da solo in ufficio e il Leonardi nota, con la coda dell’occhio, che Tretter socchiude la porta scorrevole dell’ufficio.

Dopo un po’ Tretter esce e comunica al Leonardi che ha scelto gli orologi. Si dirigono verso la commessa e Leonardi non si accorge che manca un orologio, un Philip Watch d’oro.

Tretter chiede cortesemente di confezionargli i due orologi scelti, prende sottobraccio i genitori del Leonardi invitando loro ad andare a bere un caffè al bar accanto.

Durante il tragitto, sulla via principale della città, Tretter si dirige verso la Lancia K di rappresentanza delle Regione, in cui c’è l'autista Livio Offer, apre il bagagliaio, vi infila la testa e lo richiude.

Appena uscito la commessa segnala al Leonardi che il Philip Watch è sparito. Le chiede se è sicura della cosa e lei ferma, risponde di sì.

Quando Tretter ritorna in negozio, la commessa si rivolge a Tretter chiedendogli se per caso l’orologio l’avesse preso lui. Tretter risponde: “No, ma quale orologio?”.

Il Leonardi – vista la delicatezza della situazione – invita Tretter a seguirlo nel suo ufficio. Tretter chiede copia della fattura dell'orologio al Leonardi. Sono momenti concitati.

Il Leonardi si consiglia con suo padre anche se era già intenzionato a chiamare i carabinieri. Suo padre gli suggerisce di risolvere la questione e «quattr’occhi» visto che si trattava di un amico. Tretter frattanto continua a negare e si rende disponibile a che il Leonardi stesso lo “perquisisca”.

Leonardi non accetta e continua ad insistere e a trattare per la restituzione. Ad un certo punto Tretter dice di sentirsi male.

Tretter e Leonardi vanno così al bar e Tretter continua a negare l’accaduto e la responsabilità. Passa intanto del tempo.

Leonardi poi telefona al suo amico carabiniere Norberto Bonomini, in servizio presso la squadra di polizia giudiziaria della Procura di Trento, il quale rapidamente li raggiunge e si ritrovano così tutti e tre nell’ufficio all’interno della gioielleria.

Leonardi chiede ancora una volta a Tretter di restituire l’orologio altrimenti avrebbe chiamato i carabinieri.

Tretter allora, estrae dalla tasca un libretto degli assegni intestati alla moglie. Compila l’assegno per l’importo di £ 3.600.000=. Leonardi nemmeno sapeva con esattezza del valore di quell’orologio.

Tretter dice: “E’ un assegno di mia moglie, se ritrovi l’orologio me lo restituisci”.

Il Leonardi si rivolge a Tretter dandogli del “Lei” mentre Tretter da del “tu” al Leonardi.

A quel punto, arrivano i carabinieri guidati dal Capitano Davide D’Eliseo e dal maresciallo Mantovani del Nucleo Operativo di Rovereto. Tretter a quel punto dice: “Questa te la farò pagare!”.

Su ordine del Pubblico Ministero Fabio Biasi scatta la perquisizione da parte del maresciallo Mantovano il quale nel bagagliaio della Lancia K trova il Philip Watch dentro un pigiama, infilato a sua volta in una valigetta. Ma non trova solo questo, trova anche un altro orologio che Leonardi successivamente riconosce tra quelli spariti in gioielleria nella primavera dello stesso anno.

Su istanza del PM Biasi scatta l’ordine di arresto in flagranza di reato per Franco Tretter, arresto convalidato dal Gip Michele Cuccaro. Il politico, trascorre la notte in carcere a Rovereto, il giorno dopo è rilasciato nonostante il PM avesse chiesto gli arresti domiciliari per la sua pericolosità.

Ecco il documento della Procura  con il quale è stato arrestato in flagranza di reato. Il PM Biasi dirà nel processo: «E' un atto di delinquenza comune».


 

PROCURA DELLA REPUBBLICA

presso la

PRETURA CIRCONDARIALE DI ROVERETO

 

N. 3620/98 R.G.N.R. -22

 

Al Pretore

SEDE

 

RICHIESTA DI APPLICAZIONE DI MISURA CAUTELARE (artt. 272 e ss c.p.p.)

 

Il Pubblico Ministero dott. Fabio Biasi;

letti gli atti del procedimento penale n. 36201/98 R.G.N.R -22 a carico di

 

TRETTER FRANCO

nato a Cles (TN) il 14.08.1944, residente a Tuenno (TN) via Emerenziana n° 22/A

 

indagato

 

del delitto p. e p. dagli att. 61 n. 11), 624, 625 n. 4) prima ipotesi c.p., perché, al fine di trarne profitto, si impossessava di un orologio marca "Philip Watch” con il numero di identificazione 8041931041 del valore di circa Lire 3.600.000=, sottraendolo a LEONARDI GIORGIO, che deteneva presso la sua gioielleria; il fatto commettendo con abuso di autorità, rivestendo il TRETTER la carica istituzionale di Vice Presidente pro tempore del Consiglio della Regione Trentino - Alto Adige, nonché con abuso di ospitalità, godendo lo stesso della fiducia del titolare della gioielleria; il fatto commettendo altresì con destrezza, avendo occultato l'orologio sulla propria persona, approfittando di un momento di distrazione del LEONARDI, intento a mostrare al TRETTER alcuni orologi che intendeva acquistare, e quindi, in un secondo momento, occultandolo nella propria valigetta da viaggio situata nel porta bagagli posteriore della autovettura "LANCIA K" di proprietà della Regione Trentino-Alto Adige targata AG 448 XR;

 

Rovereto, 16 dicembre 1998

 

ARRESTATO IL 16 DICEMBRE 1998.

 

Rileva:

 

- la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza nel confronti dell'indagato in ordine al delitto sopra rubricato; indizi desunti dalle numerose testimonianze acquisite, nonché dall'esito della perquisizione disposta in costanza di flagranza del reato sub 1.;

- la sussistenza di precise e circostanziate esigenze cautelari, dovute al concreto ed attuale pericolo di reiterazioni in delitti di indole omogenea rispetto a quello per cui si procede, (art. 274 lett. c) c.p.p.) e ciò con riferimento alla personalità dell'indagato ed alla gravità del reato commesso, in relazione al valore del bene sottratto e della particolare callidità (ndr astuto, esperto, essere indurito) dimostrata nel perpetrare il reato: non può essere infatti dimenticato che TRETTER è persona che ricopre un ruolo di assoluto vertice nell'ambito della politica locale e che ricopre altresì l'importantissima carica istituzionale di Vice Presidente del Consiglio della Regione Trentino -Alto Adige; lo stesso è per di più notoriamente persona facoltosa e quindi il delitto commesso, su un bene di rilevante valore, non può assumere giustificazione ne attenuante di sorta.

Giova ancora ricordare che, a seguito della successiva denuncia di LEONARDI GIORGIO, in ordine al furto di altri due orologi di rilevante valore (oltre 16 milioni) esattamente ed inequivocabilmente individuati dal derubato, sono state disposte nuove perquisizioni, durante le quali i due orologi sono stati rinvenuti nel possesso del TRETTER.

 

Per tali fatti questo P.M. procede separatamente.

 

Va infine osservato che il TRETTER si era presentato nella gioielleria LEONARDI, per ragioni e motivi che esulano totalmente dai suoi compiti istituzionali, accompagnato con l'autista e la macchina di servizio della Regione Trentino – Alto Adige: per tale fatto è ipotizzabile il delitto previsto dall'art. 323 c.p., per il quale questo P.M. procede separatamente.

Ritiene il Pubblico Ministero che, dagli elementi sopra esposti, dall'esame complessivo della personalità dell'indagato desunta ai sensi dell'art. 133 c.p., si - possano ritenere non concedibili, con la sentenza di condanna, ne le attenuanti generiche, ne la sospensione condizionale della pena.

La misura ritenuta, allo stato, maggiormente idonea alla salvaguardia delle esigenze cautelari sopra evidenziate, consiste negli arresti domiciliari, con divieto assoluto di comunicare, anche con il mezzo del telefono, con persone estranee ai familiari che coabitano.

 

P.Q.M.

visti gli artt. 272 e ss. c.p.p.;

 

chiede per TRETTER FRANCO, sopra generalizzato, l'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari presso la sua abitazione, con divieto per lo stesso di comunicare, anche per mezzo del telefono, con persone diverse dai familiari conviventi.

 

Rovereto 17 dicembre 1998.

 

IL PUBBLICO MINISTERO

Dott. Fabio Biasi


 

A casa di Tretter, a Tuenno (TN), nella cassaforte di famiglia, i carabinieri di Cles su mandato del PM Biasi, trovano altri due orologi (valore complessivo £ 16.000.000=) che nella gioielleria del Leonardi non erano usciti in conto vendita.

Tretter non ha mai confessato di aver rubato il Philip Watch né tanto meno, gli altri tre trovati in suo possesso la cui scomparsa era stata a suo tempo denunciata dal Leonardi.

Il processo per direttissima è fissato per martedì 22 dicembre 1998.

PROCESSO E LA SENTENZA

Siamo al processo per direttissima che ha inizio alle 10.26 del giorno 22 dicembre 1998 nell’aula «Mario Amato» del Tribunale di Rovereto, davanti al giudice Michele Cuccaro, originario di Riva del Garda.

Tretter siede alla destra dei suoi due avvocati. I difensori sono l’Avvocato Nerio Diodà, penalista di Milano e Bonifacio Giudiceandrea di Trento.

Tretter rifiuta di seguire la strada del patteggiamento consigliatagli dai suoi avvocati

Il PM è il dottor Fabio Biasi, originario anch’egli della Val di Non. Sarà lui a condurre la pubblica accusa nel processo per direttissima e a condurre il processo per i tre orologi in possesso di Tretter, dove la Procura ha individuato la doppia imputazione di furto e di ricettazione.

Il difensore di Giorgio Leonardi è l’Avvocato Franco Busana di Trento.

L’UDIENZA MINUTO PER MINUTO

Alle 10.35 il PM Biasi si avvicina all’avvocato Giudiceandrea, saluta l’imputato ma Tretter non gli risponde.

Alle 10.42 entra il giudice Cuccaro dà avvio al processo.

I difensori parlano della convalida dell’arresto come di una sentenza anticipata e annunciano ricorso in Cassazione.

Alle 11.11 il giudice Cuccaro si ritira per la prima volta in camera di consiglio e ne esce alle 11.34 rigettando le richieste della difesa che voleva che Cuccaro si astenesse dal dibattimento perché aveva svolto il ruolo di giudice delle indagini preliminari e quindi sarebbe stato incompatibile per la direttissima.

Alle 11.36 l’avvocato Giudiceandrea chiede la riunione dei processi con tutti e quattro gli orologi trovati a Tretter.

E’ evidente il tentativo di far slittare la direttissima. Il PM Biasi interviene assicurando che giovedì 17 era già stato deciso in cancelleria di separare i due procedimenti. Alle 11.56 il giudice si ritira per la seconda volta ed esce alle 12.25 con un’altra delusione per la difesa.

Alle 12.26 la difesa elenca una serie di testimoni da aggiungere alla loro lista e alle 12.40 Cuccaro si ritira per la terza volta riuscendo alle 13.03 con la decisione di ammettere due testi in più.

Poi entra nel vivo il processo ed alle 13.05 depone Giorgio Leonardi, primo testimone che accusa Tretter, attraverso le domande del PM e che lancia la sfida agli avvocati difensori fino alle 14.35. Il grande accusatore non ha dubbi: “L’orologio e forse anche gli altri, li ha presi Tretter”.

Alle 14.20 Tretter, fino ad allora fermo come una sfinge, si avvicina all’avvocato Diodà e conversa con lui per un po’.

Il giudice decreta una pausa e alle 15.19 sale sul banco dei testimoni la commessa Monica Duò: è precisa e sicura, lei ha servito Tretter quella mattina fatale ed anche il lunedì precedente quando ha avuto la sensazione che un orologio, un Baume Mercier, sia stato tolto dal vassoio inopinatamente e poi rimesso al suo posto.

Alle 15.44 tocca alla madre del Leonardi, Franca Fondriest e alle 15.58 depone Mario Leonardi, l’amico tradito, padre del gioielliere.

Alle 16.04 il testimone è il carabiniere Norberto Bonomini che conferma le minaccie a lui ed a Leonardi da parte del politico con la frase: “Questa ve la faccio pagare”.

Alle 16.13 tocca al maresciallo Mantovani, comandante del Nucleo Operativo di Rovereto, che conferma la scoperta dell’orologio nel bagagliaio della Lancia parcheggiata nel cortile della caserma.

Alle 16.30 l’autista Livio Offer, spaventato e agitato, afferma di non aver visto Tretter avvicinarsi alla vettura quando lascia momentaneamente genitori di Leonardi e per questo si prenderà dal PM una richiesta di giudizio per falsa testimonianza. Poi Offer dice a Cuccaro che quando Tretter arriva con il biondo orafo, con il maresciallo Mantovani e con un altro (Bonomini) crede per il momento ad un rapimento o ad un’estorsione.

Alle 16.50 il capitano Davide D’Eliseo conferma di essersi recato alla gioielleria su chiamata di Leonardi e di aver ordinato, pure lui deciso, la perquisizione della vettura in caserma e lo stato di fermo di Tretter poi arrestato su ordine del PM Biasi.

Alle 17.06 l’esame di Tretter, che parla del complotto, della videocassetta mai esistita e fornisce l’idea di avere tante idee ma ben confuse sulla sua innocenza. Comunque il politico Tretter non cede mai sulla questione della sua innocenza. Lui non ha preso quell’orologio, era già suo, dentro i suoi effetti personali.

Alle 17.39 la requisitoria del PM Biasi fino alle 18.00, una teoria accusatoria di una logica stringente. L’orologio è sparito qua, ed è ricomparso là. Non ci sono dubbi che l’orologio è quello. Non ci sono complotti ai danni di Tretter che ha voluto mantenere un atteggiamento masochistico.

Fino alle 19.00 le arringhe degli avvocati difensori che provano a convincere il giudice che non ci sono prove e che l’orologio non è quello

Il giovane magistrato decise nel giro di un quarto d’ora. Non ha dubbi e per Tretter è il primo macigno.

Il Giudice Michele Cuccaro al termine del processo per direttissima condanna Franco Tretter ad un anno di reclusione e mezzo milione di multa con la condizionale e il pagamento di 5 milioni quale risarcimento.

MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA

Il giudice Cuccaro non ha dato minimamente retta alle teoria dell’imputato, secondo la quale quell’orologio sarebbe uno dei molti acquisti effettuati in passato nella gioielleria e che più di una volta Leonardi gli avrebbe consentito di prendere orologi in visione senza asportare il cartellino e non consegnandoli la garanzia.

“Queste affermazioni – ha scritto Cuccaro – non sono minimamente credibili”.

Quattro le motivazioni di colpevolezza:

1-     “In primo luogo – scrive Cuccaro – non può essere ipotizzato che ben sette testi, tra cui tre carabinieri, privi di qualsiasi interesse personale o di ragioni di risentimento o rancore verso l’imputato, possano avere di sana pianta inventato una versione in danno di Tretter;

2-     In secondo luogo non si comprende come mai Tretter avrebbe dovuto tener nascosto tra la propria biancheria, dentro la borsa in pelle nella Lancia K, l’orologio d’oro in caso di legittimo possesso dello stesso;

3-     In terzo luogo non si spiega come abbia fatto Tretter a sapere, al momento della compilazione dell’assegno poi sequestratogli, che il valore dell’orologio ammontava a £ 3.600.000= senza che Leonardi e la commessa glielo avessero detto;

4-     In quarto luogo se l’orologio fosse stato da tempo nella legittima disponibilità di Tretter, come facevano Leonardi e la Duò (la commessa che servì Tretter e che si accorse della sparizione del Philipp Watch dal vassoio con cinque orologi) ad ipotizzare che proprio quel giorno avesse quell’orologio in auto?

CONTINUA...