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Tradizioni e Giochi del passato
Mamma con bambino (1916)
I giochi :

Caddos Fortes
Chi est sa pruna
Chili, chilò, cassula
La torre dei mille gatti
Lunamonta
Paradiso
Quattro colonne
Saddia muros
Su passu
Su re toppu
Su toffeddu

Sono certamente pochi, e senz’altro i più classici, i giochi che ancora resistono nell’era della televisione-gameboy-playstation: nascondino, acchiapparello, guardie e ladri e qualcun altro: giochi peraltro praticati da
un numero esiguo di bambini in età scolare. Agli stessi giochi partecipavamo, numerosi, 40 e più anni fa (anche se erano chiamati in modo diverso: cua cua, tene tene, bandidos e carbineris).

Oltre a quelli citati, ce n’erano tanti altri, tramandati di padre in figlio, ma ormai quasi completamente caduti in disuso: giochi di abilità, di squadra, di società, gare. Non era difficile vedere, nei vari rioni o nel piazzale antistante la chiesa , gruppi di ragazzi misurarsi tra loro nel rispetto (non sempre,
a dire il vero) delle regole del gioco. Ne citiamo alcuni fra i più interessanti: su passu, caddos fortes, le quattro colonne, l’una (luna?)monta, la Torre dei mille gatti ecc……

Abbiamo cercato di descrivere il più minuziosamente possibile i giochi più frequenti: da quelli di quartiere ai quali partecipavano i bambini più piccoli,
a quelli che si svolgevano “in su patiu”, nel piazzale, praticati soprattutto dai ragazzi .
Non abbiamo la pretesa di aver fatto granché: tutt’altro, è solo una minima parte di ciò che ci sarebbe da scrivere.
Queste poche righe vogliono essere, pertanto, anche un invito per
chi ci legge, a collaborare, ampliare o integrare un aspetto interessante
della nostra storia, della storia di Bolotana.

Rituali d'inizio.
I giochi che verranno appresso descritti si praticavano soprattutto nel periodo estivo in quanto si era completamente liberi da impegni scolastici.
Per giocare si aveva a disposizione tutto l'arco della giornata, ad eccezione della pausa per il pranzo e per la cena. Anche le ore immediatamente successive al pranzo erano, di solito, interdette al gioco. I nostri genitori facevano fatica a tenerci buoni e rinchiusi in casa durante i pomeriggi assolati: ma qualche volta vi riuscivano con lo spauracchio de “ sa mama 'e su sole”.
Per stabilire chi dovesse iniziare un qualsiasi gioco si utilizzavano vari modi:
- tramite conta se il numero dei partecipanti era abbastanza numeroso ( di solito si contava sino a ventuno)
- con il lancio della monetina, se i partecipanti erano due perone singole o due gruppi: doveva stare “sotto” chi non indovinava la faccia della monetina: rughe o crastu ,cioè testa o croce;
- mettendo il dito indice sotto la mano aperta del proponente.Questi declamava a voce alta la seguente filastrocca: olio, pepe, sale, chi c'è sotto ci rimane. Iniziava il gioco la persona alla quale veniva acchiappato il dito;
- con un'altra filastrocca: Ambaraban, ci ci co co, tre galletti sul comò, che facevano l'amore, con la figlia del dottore, il dottore si ammalò, ambaraban ci ci co co.
La serata si chiudeva di solito con questa frase: pira cotta, pira crua, cadaunu a domo sua. E ognuno faceva rientra alla propria casa.
 
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