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STORIA E ARCHEOLOGIA
Le origini, la storia e l'archeologia
casa anticaL'origine di Lei è antica: insediamenti umani sin da epoche preistoriche sono testimoniati dai ritrovamenti in località "Su Furrighesu" e "Muros"; asce, ossidiane, bracciale di bronzo, attualmente conservati presso il Museo Sanna di Sassari, ne sono solo alcuni esempi. Terrecotte e altre suppellettili di epoca medievale sono state rinvenute nei dintorni della chiesa di San Michele e nell' attuale boschetto sottostante la "roccia della Madonnina" all'ingresso del paese.

Nel centro del paese si trova la chiesetta di San Michele, edificata nel XIII secolo in stile romanico arcaico, e di recente restaurata. Si tratta di un edificio molto semplice e senza decorazioni, ma che racconta un importante passato, essendo stato il paese, per vari periodi, residenza estiva del vescovo di Ottana.

chiesa di S.PietroNel vecchio centro storico è ubicata la parrocchiale di San Pietro, eretta negli ultimi decenni del secolo XIX grazie ad una donazione e, in una verde vallata in territorio di Silanus, sorge la chiesetta campestre dedicata a San Marco in onore del quale il 24-25 aprile viene organizzata una festa religiosa e civile che coinvolge tutti i leiesi e tanti devoti dei paesi limitrofi.

Nel 1841 si segnalò l'esistenza di vestigia di antiche popolazioni.
Nel 1868 si dette notizia di un antico anello di bronzo che nella gemma ha scolpito un cavaliere, rivenuto in località "Santu Martine". Sempre nello stesso anno, nel sito di "Pala e Rocca", in mezzo ai rottami, si ritrovarono monete, embrici, giare, bronzi, ghiande missili di terracotta, mole asinare di pietra vulcanica.
Nelle scoperte del 1871 vennero individuati altri ritrovamenti: nel sito denominato "Nodu Biancu", oltre vasi e monete imperiali di bronzo, si trovarono due grandi orecchini d'argento.
Nel 1889 si riportò notizia di un deposito di bronzi per un peso di 76-77 kg, rinvenuto nel territorio del Comune di Lei in prossimità di un nuraghe.
In tempi recenti, nel 1973, invece, è da ricordare il ritrovamento di un bracciale di bronzo in località "Beraniles" da parte di N. Ghisu.

L'elenco degli Edifici Monumentali riporta:
- il Nuraghe Santu Martine;
- il Nuraghe Beraniles;
- il Nuraghe Pattada;
- il Protonuraghe Ozzastros;
- le Domus de janas di Su Furrighesu;
- la Tomba dei Giganti Cubadda.
NURAGHE SANTU MARTINE
Il monumento è situato su di una rupe di granito a dominio di una vasta zona boscosa, a circa 1220 metri a NE dell' abitato di Lei. Intorno alla costruzione nuragica, soprattutto verso Est, sono intuibili i resti di un villaggio ed il terreno è disseminato di fittili di varia epoca. A breve distanza si rinvennero, nel 1867, tracce di costruzioni romane.
NURAGHE BERANILES
Costruito su di un rialzo granitico, questo nuraghe, non è attualmente riconoscibile fra i resti di un esteso villaggio perdurato in età romana e altomedioevale, come attestano frammenti di fittili, embrici e giare. 
NURAGHE PATTADA
veduta da NEveduta da  NO
Il nuraghe è sito sull'estremità meridionale dell'altopiano basaltico del campo di Lei, a dominio della vasta
pianura alluvionale del bacino del Tirso.
Intorno alla torre affiorano i resti di un abitato e tracce, forse, di un antemurale.
PROTONURAGHE OZZASTROS
Posto sul margine di una scarpata, a meno di 400 metri a Nord del Nuraghe "Pattada", ricoperto dalla vegetazione arbustiva è ormai ridotto ad un cumulo di pietrame.
DOMUS DE JANAS DI SU FURRIGHESU
A meno di 50 metri dalla riva destra del "Riu Vacchetta", a 250 metri dalla strada ferrata e a circa 800 metri SO del Protonuraghe Gazza si trovano due grotticelle artificiali, distanti fra di loro pochi metri.
TOMBA DI GIGANTI CUBADDA
La tomba si trova a circa 50 metri dalla riva sinistra del "Riu Canales", quasi ai piedi dell'altopiano basaltico di "Pranu Pattada", ove sono presenti il protonuraghe "Sos Ozzastros" e il nuraghe "Pattada". Ad un centinaio di metri dalla tomba, verso NO, si vedono i resti di una bella capanna nuragica e di varie altre strutture antiche.
©corsolei: sito realizzato dagli allievi del corso di Lei
nell'ambito del progetto Sardegna 2000