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LE TRADIZIONI
La festa paesana di San Marco Evangelista
pane di S.MarcoLa pittoresca processione si svolge nel primo pomeriggio del 24 aprile parte dalla chiesa parrocchiale per condurre il simulacro del Santo, accompagnato anche da cavalieri a cavallo, alla chiesa campestre dedicata alla Sua intercessione. Si attraversano le campagne del paese con tre soste nei luoghi stabiliti dalla tradizione e, dopo circa un'ora, si giunge in località sos contones, in agro di Silanus, dove sorge la chiesa. Nonostante l’ubicazione extra comunale del Santuario, l’organizzazione della festa, sia negli aspetti sacri sia in quelli profani, è esclusiva competenza degli abitanti di Lei.
Ai confratelli di S. Croce e della Madonna del Rosario, tutti ex priori delle feste precedenti, spettano le funzioni relative alla cura del simulacro del Santo, al suo trasporto durante la processione e l’organizzazione del culto in stretta collaborazione con il parroco del paese.
I confratelli di S. Croce indossano l’abito di tela di cotone bianco con cordone dello stesso colore
e portano le insegne della Croce; quelli della Madonna sullo stesso abito bianco trattenuto da una cintura di colore celeste indossano una mantellina di raso del medesimo colore e portano le insegne della Madonna. Gli aspetti profani sono appannaggio di un comitato spontaneo che viene formato nel mese di settembre, essendo stata abolita da qualche anno l’istituzione del priorato. Fino al 1993 il priore veniva designato dal parroco scegliendolo fra una terna di nomi proposti dai confratelli. Le mogli e le parenti dei priori prima, e dei confratelli adesso,
sono tenute alla pulizia del santuario e alla produzione di pani cerimoniali.
Processionechiesetta di S.Marcochiesa di S.Pietro
Nel santuario campestre, durante la celebrazione della messa, vengono benedetti i pani che poi verranno in parte consumati con fini rituali di protezione delle persone, di abitazioni del bestiame
e dei campi e in parte verranno smembrati per essere conservati per tutto l’anno seguente.
All’interno della chiesa si susseguono per tutta la notte il canto dei Gosos dedicati al Santo e la recita del rosario. I fedeli, soprattutto donne, si "appropriano" del luogo sacro stringendosi attorno all’altare e stazionandovi a lungo,
in piedi e in ginocchio, nei lunghi momenti di preghiera.
Intanto nel sagrato iniziano le danze che proseguiranno fino a notte inoltrata.
La mattina del 25, dopo la messa, i fedeli che hanno pernottato al santuario ripartono alla volta
del paese accompagnando il simulacro del Santo trasportato dai confratelli; alla processione si uniscono altri confratelli e fedeli che hanno pernottato in paese e tutti assieme si dirigono verso una formazione rocciosa ai margini dell’abitato, luogo alto in senso fisico e simbolico denominato Sa Rocca che domina la vallata sottostante. Qui si compie l’atto più importante dell’iter processionale con la solenne benedizione impartita dal sacerdote ai campi sottostanti secondo il rituale romano. La concelebrazione nella chiesa parrocchiale segna il culmine della festa religiosa; segue poi ancora una volta la distribuzione dei pani benedetti mentre la festa profana seguirà per tutta la giornata.
Il pane di San Marco: coccoiette
Nei giorni prossimi alla festa di San Marco Evangelista, che a Lei si celebra il 24 e il 25 aprile, piccoli gruppi di donne, in genere formati da amiche, parenti e vicini di casa, costituiscono delle unità di produzione specializzate nella creazione dei pani votivi. L’impasto di semola di grano duro e acqua (in passato si usava il madrighe, il lievito sardo) viene abilmente trasformato nei pani che contribuiscono a caratterizzare la festa. Si tratta di pani di diametri varianti da 8 a 30 cm, di forma rotonda, con o senza foro al centro o a forma di croce greca; sono caratterizzati da una base piana la cui superficie viene ricoperta con diversi simboli ricavati plasmando, intagliando e cesellando la pasta. Ciascuna delle donne presenti partecipa alle varie fasi della lavorazione in base alla sua abilità.
Preparazione delle coccoiette Pane di S.MarcoPane di S.Marco
La composizione appare a prima vista caotica, ma un preciso sapere guida la scelta delle posizioni da attribuire ai vari simboli sulla superficie piana: si susseguono così nidi di uccellini e poi fiori, frutti, foglie e ghirlande in un grande intreccio che pervade l’intero candido pane. La cottura rende finalmente commestibili queste sculture senza per questo alterarne minimamente la valenza estetica; il candore, che in più luoghi della Sardegna caratterizza i pani delle festenuziali e religiose, costituisce anche per questo San Marco la caratteristica fondamentale insieme alla ricchezza dell’ornato. In passato i pani detti coccoieddas erano disposti dentro canestri, quelli forati al centro detti coccoi mudada erano invece infilati a scalare in lunghi bastoni ornati di nastri e fiori variopinti; questo secondo modo di trasportare i pani, abbandonato per molti anni e poi riscoperto alla fine degli anni 80, è stato di recente ulteriormente modificato: lungo i bastoni vengono infilati dei cesti con circonferenza scalare verso l’alto sui quali vengono disposti i piccoli pani ricoperti di tulle e il tutto viene ornato di fiori e nastri variopinti.

Bibliografia:
Virgilio Piras - Testi di Franca Rosa Contu
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nell'ambito del progetto Sardegna 2000