Inverno
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In autunno non sono visibili molti asterismi, e i più interessanti sono sostanzialmente una "variazione sul tema" del Quadrato di Petaso. La situazione è diversa per le stelle del cielo invernale, con le quali l'uomo ha formato molti curiosi asterismi.

Spesso capita che un asterismo abbia più di un nome, come succede per il Grande Carro o per il Cono Gelato nel Boote, e questo avviene anche per il più grande asterismo invernale, che include praticamente tutte le stelle più luminose del cielo d'inverno. Vediamo innanzitutto quali sono gli astri che compongono questo asterismo. Alzando gli occhi nei pressi dello zenit iniziamo a osservare la fulgida Capella, l'astro più brillante dell'Auriga, che brilla di mag 0,1 e che si trova ad una distanza di circa 44 anni luce.

Spostandoci con l’occhio in direzione Sud Est potremo osservare due stelle più luminose, a circa 30 gradi da Capella. Secondo gli antichi, queste due stelle rappresentavano i due gemelli Castore e Polluce, nati dalla relazione di Zeus con Leda. Le due stelle, che ovviamente prendono il nome da questi personaggi, noti anche come Dioscuri, sono gli astri più brillanti della costellazione dei Gemelli. Castore dista da noi circa 52 anni luce ed è un interessante sistema doppio, scoperto alla fine del Seicento da Cassini. Questa stella, di mag 1,6 circa, è in realtà meno luminosa di Polluce, che brilla di mag 1,1. Tuttavia, Bayer assegna a quest'ultima la lettera Beta, e solo nell'ultimo decennio del Settecento Piazzi mise in evidenza che in realtà Castore era la meno luminosa. Polluce appare come una stella bianca situata a circa 5 gradi in direzione Sud Est rispetto a Castore, e la sua luce impiega 35 anni per giungere fino a noi.

Scendendo verso Sud per una ventina di gradi incontriamo Procione, la stella Alfa del Cane Minore. Si tratta di un astro relativamente vicino, considerato che la luce che giunge fino a noi è partita da Procione poco più di undici anni fa. Il nome di questa stella sembrerebbe riferirsi al fatto che essa precede il Cane Maggiore, costellazione che ospita l'astro più brillante del cielo, la splendente Sirio, distante da noi poco meno di 9 anni luce.

Per completare il grande asterismo invernale mancano ancora tre stelle, due delle quali sono Rigel e Betelgeuse, le stelle più luminose di Orione, e Aldebaran, l'astro più luminoso del Toro. Non ci si può sbagliare a identificare Betelgeuse e Rigel, per la loro collocazione nella costellazione di Orione, e già l'osservazione ad occhio nudo mette in evidenza la notevole differenza di colore fra le due stelle. In particolare, Rigel è una stella bianco azzurra di mag 0,1, posta a più di 900 anni luce di distanza da noi.

A circa 25 gradi in direzione Nord Ovest da Betelgeuse si trova Aldebaran, circondata dall'ammasso di stelle delle Iadi, che formano la caratteristica "V" che individua la testa del Toro. Aldebaran, la cui magnitudine è leggermente variabile intorno alla mag 0,8, dista da noi circa 65 anni luce. Questi tre astri si possono osservare risalendo in direzione Nord Ovest da Sirio.

Finora abbiamo incontrato, nel corso dell'anno, due triangoli ed un quadrato, e non potevano quindi mancare un Ovale e un Ottagono, nomi con cui viene identificato questo gigantesco asterismo, senza dubbio il più grande di quelli visti finora. Ma "Ottagono Invernale" non è il solo nome con cui è conosciuto questo asterismo, poichè un nome più caratteristico è utilizzato per denominare l'insieme formato da queste stelle. Guardiamole tutte insieme, e ci balzerà agli occhi l'analogia con la lettera G maiuscola dell'alfabeto, da cui si ha il nome di "G celeste".

Tornando all'ambito delle figure geometriche, da cui molti asterismi prendono il nome, è d'obbligo ricordare il "Triangolo Invernale", formato da Procione, Sirio e Betelgeuse. Betelgeuse, che brilla di mag 0,7, è la stella più brillante della costellazione di Orione, e il suo nome in arabo significa “la spalla del gigante”.

Orione ospita molti piccoli asterismi, dei quali citeremo soltanto i nomi, partendo dalla Spada, che tutti sanno riconoscere per la presenza al centro di M42, la Grande Nebulosa di Orione, continuando con i "Tre Re", identificati con le tre stelle della Cintura di Orione, chiamate Alnilam, Alnitak e Mintaka. Sempre in quella regione, unendo le stelle della Spada, della Cintura e la stella Eta di Orione si ottiene "Lo Specchio di Venere". Alcuni annoverano fra gli asterismi anche l'ammasso delle Pleiadi, nel Toro. Esso fa parte del catalogo di Messier (M45) ed è a tutti gli effetti un ammasso aperto e non un asterismo. Ma nell'antichità Tolomeo lo classificò come costellazione a se stante, e anche oggi vi sono persone che vedono in esso un "Piccolissinlo Carro". Trattandosi di un oggetto ben visibile a occhio nudo, gli uomini lo hanno osservato fin dall'antichità, e potrebbe quasi essere identificato come un asterismo.

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Oggi è:

domenica 7 marzo 2004

Data ultima Modifica:

07/03/04