ANIME

 

(Quarta Parte)

di Manuelle (io-venere@virgilio.it)

 

 

Disclamer: tutti i personaggi, ad eccezione di Dalila, appartengono a Joss Whedon, alla WB e alla UPN, l'autore scrive senza scopo di lucro e per puro piacere personale.


 

Lungo la strada Willow e Tara cercarono di mettere a suo agio Dalila, cosa che non si dimostrò difficile, anche perché lei sapeva già molte cose riguardo Sunnydale… Angel l’aveva preparata bene… peccato che non l’avesse messa in guardia dalla reazione che avrebbe potuto avere Buffy…

Probabilmente nemmeno lui l’aveva prevista…

Willow – Eccoci qui! Credo che dietro quell’albero potrai trovare Buffy…

Dalila – Ma siamo al cimitero, credevo che La Cacciatrice venisse qui per scovare vampiri, non per riposarsi…

Tara – Buffy per ora viene spesso qui… li vicino c’è sepolta Joyce… è come se si sentisse a casa…

Willow – Scusa, ma noi adesso dobbiamo andare… non preoccuparti, Buffy abbaia, ma non morde… devi solo spiegarle come stanno le cose e andrà tutto bene…

Dalila – Lo spero… mi sembra così sola seduta lì…

Willow e Tara si allontanarono insieme, ma Dalila non si avvicinò subito a Buffy…

Le ricordava qualcuno… le ricordava se stessa non molto tempo prima. C’era stata un infanzia tranquilla e normale, ma poi le cose erano precipitate quando aveva scoperto di avere quei poteri e aveva creduto di non potere avere mai più un’esistenza normale, fino a quando non aveva conosciuto Cordelia che l’aveva portata da Angel… Lui le aveva fatto accettare la sua condizione meglio di quanto avesse potuto fare chiunque… per questo era lì adesso, gli doveva questo favore… e doveva fare in modo che Buffy capisse, c’erano già abbastanza incomprensioni tra loro senza che ci si mettessero anche gli avvenimenti di quella sera…

Le si avvicinò lentamente, non voleva disturbarla più di quanto avesse già fatto…

Buffy – Lo sapevo che mi stavi spiando… devi ringraziare la mia esperienza se non ti ho tirato un paletto, in genere sono i vampiri che si nascondono a spiare le loro prede… hai rischiato grosso

Dalila – Non mi ero accorta che mi avessi notata… io volevo spiegarti

Buffy – Cosa c’è da spiegare? Stasera per la prima volta mi sono resa conto di quanto poco io sia presa in considerazione, al di fuori dei miei doveri di cacciatrice!

Dalila – Questo non è vero… nessuno aveva intenzione di farti star male… non è come credi… te ne sei andata così in fretta…

Buffy – Se non è come credo, allora com’è? Sembra che il vostro hobby sia quello di decidere tutto alle mie spalle, e di mettermi sempre di fronte al fatto compiuto, così che io non possa mai ribellarmi… pensavo che fosse prerogativa esclusiva del consiglio degli osservatosi, ma ho scoperto che non è così… prima Angel, adesso il Sig. Giles…

Dalila – Buffy, stai sbagliando tutto, nessuno vuole ingannarti… ti prego ascolta quello che ho da dirti, poi potrai arrivare a tutte le conclusioni che credi, ma dammi questa possibilità!

Buffy – D’accordo… dimmi perché Angel non è qui, dimmi perché nessuno ha chiesto il mio parere prima di chiamarlo, come se io non contassi nulla, e dimmi anche perché nessuno mi ha detto che c’era un rimedio a quello che ho fatto… perché è stata anche colpa mia… ed è morta della gente, ed io ho sofferto… spiegami, se puoi, tutto questo!

Dalila le spiegò tutto ciò che aveva spiegato anche agli altri prima, in cosa consistessero i suoi poteri, e che non doveva essere in collera con Giles, perché lui tre anni prima aveva tentato di saperne di più sulla stirpe delle donatrici di Anime, ma lei non poteva ridare l’anima ad Angelus, non per la maledizione, ma perché Angelus era forse l’unico vampiro sulla terra che non avrebbe mai potuto desiderarla… In ogni vampiro, in misura più o meno grande, rimaneva un qualche senso di nostalgia per la vita… ma non in Angelus, lui era un demonio, uno degli esseri più crudeli che si potessero immaginare…

Nessuno l’aveva ingannata, semplicemente Giles non aveva voluto darle una falsa speranza.

Buffy – Mi dispiace di avere aggredito tutti, ma non avrei potuto tollerare una cosa del genere!

Dalila – Lo capisco… ma non devi sentirti in colpa per ciò che è successo tanto tempo fa… Anzi, tu hai solo fatto felice qualcuno che non lo era da più di un secolo… è non è certo una colpa… lui conserverà quei momenti per sempre…

Buffy – Lui non è qui! Appare e scompare come se non fosse reale… a volte dubito che esista davvero… poi guardo la cicatrice che ho sul collo e… so che non è bello, ma mi sembra l’unico legame che rimarrà sempre, e vorrei che il tempo non la cancellasse mai… avevo quasi dimenticato, ma poi la notte del funerale lui era qui accanto a me e… adesso non c’è… ed io devo ricominciare… di nuovo tutto…

Dalila – Lui arriverà, ma ha dato la sua parola a quel bambino. Devi solo aspettare… potresti trovartelo davanti quando meno te l’aspetti… succede sempre così!

Buffy – Quasi spero che non venga, non è mai stato facile rivederci, non è mai stato facile dirci addio… Dalila, vai pure e dici a Giles che è tutto ok… voglio solo restare sola per un altro po’…

Dalila in silenzio voltò le spalle e cominciò ad andar via

Buffy – Ho tentato di dimenticare, ma è come se una voce dentro mi dicesse di non farlo… è come sentire me stessa promettere “non dimenticherò mai”, ma io non ho mai detto queste parole…

Dalila (senza voltarsi) – Chissà… forse l’hai fatto…

 


 

Los Angeles

Era notte fonda ormai e Cordelia, avendo capito che Angel ancora una volta sarebbe restato a vegliare il bambino, chiuse l’ufficio, e si avviò verso casa. I medici dicevano che era ormai questione di giorni, ed il piccolo avrebbe ripreso conoscenza… ma chi poteva sapere quando? Aveva provato a rassicurare Angel che non c’era bisogno che restasse… da quando Giles aveva chiamato, sembrava più depresso del solito… chi poteva biasimarlo? Sapere che Buffy era in pericolo e non poter correre da lei doveva essere terribile per uno come Angel…

Decise di fare un salto all’ospedale prima di rincasare. Quando entrò nella camera buia, illuminata soltanto dalle spie dei macchinari, non riuscì a vedere Angel… il bambino era nel suo letto, incosciente, eppure sembrava così beato… Quando si fu abituata all’oscurità, riuscì a distinguere una sagoma immobile nell’angolo della stanza… era Angel addormentato. Qualcuno aveva provveduto a coprirlo, non immaginando nemmeno che non ne avesse bisogno… Era tutto così insensato… lui meritava davvero di essere perdonato… non era giusto che dovesse pagare ancora… cos’altro avrebbe dovuto fare… fino ad ora aveva salvato tante vite e vederlo così preoccupato per quel bambino provava che era davvero migliore di tanti esseri umani…

 

Angel – Cordelia, cosa ci fai qui a quest’ora della notte?

 

Cordelia – Quello che ci fai tu, solo che io sono venuta per te… ti ho portato qualcosa da… bere. Sei troppo corretto per saccheggiare la banca del sangue dell’ospedale…

Uscì dalla borsa la sacca di sangue che aveva freso dal frigorifero di Angel e glielo porse

Angel – Grazie, ma…

Cordelia – Dai, bevi! Siamo tra amici… è quasi due anni che ti crei questi problemi e non ne vale la pena!

Quando Angel finì di nutrirsi, sembrava già meno stanco… Cordelia gli si sedette vicino, ma non si dissero nulla e dopo poco tempo si addormentarono.

Era quasi l’alba quando Angel sentì qualcosa muoversi dentro la stanza. Si alzò dalla poltrona su cui era stato tutta la notte per capire di che si trattasse, ma non notò nulla di insolito e tornò a sedere. Intanto anche Cordelia si era svegliata, ma no, non aveva sentito nessun rumore.

D’un tratto sentirono un lieve gemito provenire dal letto, ma quando guardarono in quella direzione, il piccolo era sempre addormentato… Cordelia chiamò il medico di turno, ma questi disse che poteva succedere… non significava nulla di importante, ma poteva essere un segno di ripresa.

Dottore (rivolto ad Angel) –Lei in queste notti ha fatto un ottimo lavoro vegliandolo e parlando con lui. E’ possibile che abbia sentito tutto… mi sono permesso di ascoltare e quella strana favola che gli racconta ogni notte, potrebbe essere decisiva per la sua ripresa… vampiri, demoni e cacciatrici… bella idea! Quasi mi dispiace che presto non la sentirò più…

Il dottore andò via lasciando Cordelia con una strana espressione sul viso.

Cordelia – Hai passato tutte queste notti a raccontare duecento anni di vita a questo povero bambino?

Angel – Solo quelli buoni… il periodo di Sunnydale e di Buffy…

Cordelia – Mio Dio! Ci credo che non si sveglia! Hai scelto di raccontargli la parte più triste e deprimente… non potevi… non so…

Angel – Strana favola ha detto quello lì… ha l’aria di essere una favola la mia vita forse?

Cordelia – Certo per una persona che non sa niente di demoni e vampiri potrebbe sembrare… surreale?

Angel la guardò incredulo, ma poi qualcos’altro attrasse la sua attenzione… il bambino si stava muovendo. Niente a che vedere con i lievi sussurri di prima… adesso aveva gli occhi aperti e sembrava non ricordare nulla di ciò che gli era successo. Angel e Cordelia si avvicinarono subito al letto.

Angel – Tim? Mi senti? Cordelia, vai a chiamare qualcuno!

Tim – Dove sono? Dov’è la mia mamma?

Angel – Arriverà presto… hai fatto una bella dormita… bei sogni?

Tim – Ho sognato una principessa innamorata di un principe un pò buono e un pò cattivo…

Angel sorrise imbarazzato. In quel momento arrivò il medico che prese a visitare il bambino; successe tutto molto in fretta, ed in poco tempo arrivò anche la madre del piccolo. Nessuno si accorse più da Angel e Cordelia, che ne approfittarono per farsi da parte… il dottore doveva aver detto alla madre di un uomo che vegliava il bambino, ma Angel non aveva voglia di sentire ringraziamenti… loro non potevano sapere che era tutta colpa sua.

Cordelia – Adesso che tutto è tornato tranquillo cosa hai intenzione di fare?

Angel – Non so… ho paura che possa succedere qualcosa di brutto a te e Wesley se mi allontano dalla città… e non credo che sarà solo per poco tempo… a Sunnydale c’è davvero bisogno d’aiuto…

Cordelia – Non devi pensare a questo, sapremo cavarcela, e se servirà potremmo anche raggiungerti… non saremo dai supereroi, ma qualcosa abbiamo imparato in questi anni…

Angel – So che non siete degli sprovveduti, ma spero davvero che non ce ne sia bisogno.

Angel non potè partire prima di sera a causa della luce del sole e quelle ore furono lunghissime. Cosa avrebbe fatto una volta arrivato? Quando era morta Joyce era stato diverso… aveva solo dovuto prendere la sua mano e confortarla… il resto era venuto spontaneo. Ma adesso le cose erano di nuovo come prima… Buffy non avrebbe accettato il suo aiuto di buon grado e Spike sarebbe stato un problema! C’era solo da sperare che Dalila potesse fare qualcosa… Non l’aveva detto a Giles perché era solo un tentativo, ma forse qualcosa di buono poteva davvero succedere…

Questi erano i momenti in cui si rendeva conto di non sapere ancora nulla dell’eternità… cento anni potevano passare senza che lui se ne rendesse conto, ma le ultime ore… angoscia e aspettativa si fondevano con felicità e tristezza… e come si sentì sollevato quando il sole finalmente tramontò… salutò frettolosamente Cordy e Wesley e prese la macchina dal garage…

Lungo la strada per Sunnydale ritrovò un pò di pace; il vento tra i capelli e sul viso lo avevano sempre fatto rilassare, ma serviva ben altro per renderlo davvero calmo sta volta… non aveva temperatura corporea da più di duecento anni, ma si sentiva come se ne avesse, aveva l’impressione di sentire caldo e freddo nello stesso momento… avrebbe detto di sentirsi come uno adolescente la primo appuntamento… ma, ma pensandoci bene non lo era mai stato.

Queste sensazioni non portavano a nulla di buono! Lei non doveva accorgersi di ciò che sentiva… avrebbe reso tutto più difficile… le parole che si erano detti la notte del funerale di Joyce potevano essere state dettate dalla sofferenza… anzi sicuramente era così… lei soffriva ed aveva bisogno di avere qualcuno accanto… nulla di più! Adesso sarebbe tornato tutto come prima, come quando l’aveva cacciata dalla stazione di polizia di L.A., come quando le aveva detto che non sarebbero potuti rimanere insieme… si, doveva indossare di nuovo quella maschera di freddezza che odiava più di quanto odiasse se stesso e ciò che era… era meglio per tutti, era meglio per Buffy… non importava se lui sarebbe stato divorato dal dolore di perderla ancora… Buffy doveva essere felice.

Una volta arrivato a Sunnydale decise di cercare Buffy e di seguirla nell’ombra per un po’… voleva capire quanto fosse realmente grave la situazione. La trovò subito nei pressi del cimitero e si nascose per non farsi vedere.

Buffy stava combattendo contro un vampiro, ma come al solito, la mente era altrove… Ora che aveva chiarito con Dalila si sentiva più serena, ma era ancora arrabbiata con Giles per non aver chiesto la sua opinione su tutta la faccenda. Era andata al cimitero per dimostrare che poteva occuparsi di Glory e contemporaneamente dei vampiri… ma questo era forte! Un altro calcio di quelli e le sarebbe rimasto un brutto segno… qualcosa non andava… aveva una strana sensazione e questo non le permetteva di concentrarsi abbastanza sul combattimento… un colpo in pieno viso la riportò alla realtà… in pochi secondi il vampiro fu polvere. Buffy si ritrovò sola ma quella sensazione non andava via. Un cespuglio si mosse e Buffy cercò di vedere cosa stesse succedendo, ma da quella distanza non poteva vedere. Lentamente si avvicinò… passo dopo passo la quella strana sensazione si faceva sempre più intensa… sentiva una presenza e avrebbe scommesso che si trattava di un altro vampiro. Tirò di nuovo fuori il paletto e scattò dietro il cespuglio dando un calcio al mal capitato e buttandolo a terra gli fu sulla schiena pronta a colpirlo quando si rese conto che non era un vampiro qualunque… in quel momento lui disse il suo nome e Buffy non ebbe più dubbi.

Angel – Buffy sono io, scendi dalla mia schiena!

Buffy – Cosa diavolo fai qui? Cos’è? Hai cambiato idea? Le tue priorità sono molto variabili per ora!

Angel – Ho detto di scendere! Vorrei stare comodo se dobbiamo fare conversazione…

Buffy lo lasciò libero di rialzarsi – Non hai risposto alla mia domanda. Cosa credi di poter fare qui che non faccia già io?

Angel – Non sono qui per polemizzare! Giles mi ha chiamato e ho fatto più presto di quanto pensassi… Spero che Dalila vi sia stata d’aiuto… o l’hai già cacciata via?

Buffy – La tua protetta è ancora qui, sta tranquillo. I suoi modi sono di gran lunga migliori dei tuoi, almeno lei arriva come la gente normale, senza spiare!

Angel – Io non sono come la gente normale… Comunque, se la metti così, non sono qui per starti tra i piedi… e sia chiaro che nemmeno a me piace averti intorno… troppo stress. – Angel sperava di essere stato credibile, ma sentire se stesso parlare in quel modo lo faceva rabbrividire.

Buffy – Per me va bene a patto che tu vada via subito e mi lasci lavorare in pace!

Angel – Nessun problema, mentre tu sei qui io andrò a parlare con Giles.

Buffy – Sia chiaro, sarai anche qui per aiutarci, ma voglio che tu non ti faccia vedere da me… evitami, sarà meglio per tutti!

Angel – Lo farò… ma fallo anche tu.

Angel voltò le spalle e fece per andar via… ancora non capiva perché tutto andasse così tristemente storto, ma non c’era altro da fare, ne da dire… solo un ultimo pensiero: non andar via da me…

Buffy guardò Angel allontanarsi. E pensare che fino a qualche ora prima si era sentita bene solo sotto quell’albero… ora non poteva più andarci, lui avrebbe potuto vederla, avrebbe capito…e se avesse davvero avuto intenzione di non incrociarla mai mentre era a Sunnydale? Il solo pensiero la faceva star male… se solo avesse potuto dirgli cosa sentiva… ma non poteva. Nella sua mente una sola preghiera:  non andar via da me…

 

 

 

TO BE CONTINUED...

 

 

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