ANIME

 

(Sesta Parte)

di Manuelle (io-venere@virgilio.it)

 

 

Disclamer: tutti i personaggi, ad eccezione di Dalila, appartengono a Joss Whedon, alla WB e alla UPN, l'autore scrive senza scopo di lucro e per puro piacere personale. Si consiglia di ascoltare la canzone di Sarah McLachlan "Do what you have to do".

 


 

 

Libero… finalmente libero… che sensazione di piacere era quella! Adesso avrebbe potuto vendicarsi… lo avrebbe fatto nel modo più atroce… il solo modo che conosceva d'altronde. Da non credere… come aveva potuto? Perdonarla senza nemmeno farle pesare un poco il suo gesto… si vergognava di se stesso! Ma adesso sarebbe cambiato tutto… in fin dei conti, la vendetta è un piatto che va gustato freddo. E vederla soffrire sarebbe stato un piacere immenso… era facile fare uscire di testa le donne… lui non se ne era scordato… Drusilla. Un sorriso gelido gli incurvò le labbra. Come aveva potuto darle fuoco? E Darla? Rifiutarla in quel modo… ma chi voleva imbrogliare? Avrebbe rifatto tutto allo stesso modo… certo, non per i motivi stupidi di Angel… ma per puro piacere! Sarebbe stato divertente sentirle urlare tra le fiamme… le sue dame… completamente in suo potere… cancellare quell'eterna espressione di superiorità dal viso del suo Sire… gli aveva insegnato tanto, doveva ammetterlo… ma l'aveva superata già da tempo in crudeltà ed efferatezza. Se solo fosse stato libero prima… ma non aveva importanza ormai… solo un pensiero nella sua mente… Angelus è tornato per regolare i conti… e naturalmente… per aprirne degli altri…
Il tempo della meditazione era finito… adesso doveva scoprire chi o cosa l'aveva liberato. La pioggia cadeva ancora fitta e dal cielo nero non filtrava un raggio di sole… le strade erano deserte e molti negozi erano rimasti chiusi… peccato, avrebbe dovuto aspettare per mangiare… sarebbe potuto entrare di nuovo in casa Summers e bere da lei fino ad ucciderla… sapeva che in quel momento non avrebbe opposto nessuna resistenza… ma sarebbe stato troppo facile… doveva combattere fino allo sfinimento… doveva implorarlo di lasciarla vivere… o di ucciderla per non sentire più il dolore… allora forse avrebbe esaudito in parte il suo desiderio… l'avrebbe dannata per sempre! Senza rendersene conto Angelus era arrivato al cimitero… si trovava sotto un salice piangente… molto appropriato… adesso riconosceva il posto… il ricordo di quel bacio gli bruciò le labbra. La cacciatrice avrebbe dovuto pagare anche per quelle sensazioni indesiderate… per come l'aveva trattato in passato… come se lei fosse la perfezione mentre lui il povero Angel che non può rifarsi una vita… avrebbe pagato per come gli aveva sbattuto in faccia la sua vita perfetta, per come l'aveva umiliato… se non fosse morta avrebbe pagato anche Joyce per essersi permessa di dirgli di andare vai… la lista poteva continuare all'infinito… e infinite sarebbero state le pene che le avrebbe inflitto… a lei e a tutti gli altri. 
Gli altri… loro ancora non sapevano nulla probabilmente… la povera piccola Buff non doveva ancora essersi ripresa dalla "lieta novella"…. La combriccola sarebbe senz'altro stata a caccia se avessero saputo… ma evidentemente non era così… Si diresse immediatamente al Magic Shop. Infatti erano lì… intenti a spulciare vecchi libri, come al solito… c'era anche il vecchio Spike… se non fosse passato dall'altra parte della barricata sarebbe stato un valido aiuto… senza donne a metterli uno contro l'altro si sarebbero divertiti… pazienza… non si poteva avere tutto dalla vita… e dalla morte. Quando entrò gli sguardi dei presenti furono su di lui. Spike gli si avvicinò.

Spike - Amico… cos'è, ti serviva una doccia fredda? 

Angelus - Qualcosa del genere… Buffy sa tutto… non si è arrabbiata… è strano ma mi fa piacere…

Spike - Meglio così… io e te adesso dovremmo pensare ad un'altra cosa… ricordi?

Angelus - Come potrei scordarlo… 

Il telefono squillò un paio di volte e la ragazza al bancone… Anya, si precipitò a rispondere… sembrava contenta di sentire chiunque fosse all'altro capo del filo… ma il suo viso si rabbuiò in un momento…

Anya - Giles… venga presto… è Dawn… sembra molto agitata, vuole parlare solo con lei!

Giles prese il telefono allarmato… la piccola Dawn… come aveva potuto scordarsi di quell'insopportabile ragazzina, la sorellina di Buffy doveva essersi accorta che qualcosa era successo… e lo stava dicendo a Gliles… peccato… avrebbe voluto giocare ancora un po' con loro… fargli credere che era ancora un bravo ragazzo… come aveva fatto con lei… 
In quel momento Spike riprese a parlare con lui…

Spike - Angel, usciamo di qui… qualcuno potrebbe sentirci.

Angelus - Forse hai ragione…

I due si incamminarono verso l'uscita del negozio… fuori continuava a piovere e nulla presagiva che avrebbe smesso… si ripararono qualche metro più in là. Spike sembrava molto nervoso… Angelus non sapeva cosa avesse di tanto importante da dire, ma era curioso… forse con lui avrebbe potuto giocare…

Spike - Non sei tornato… ho aspettato, credevo che fosse successo proprio mentre eri da lei… ero tentato di venire a controllare…

Angelus - Hey… non è successo nulla… la nostra Buffy era così felice… non potevo andarmene sul più bello Spike… tu mi capisci…

Spike - Sei sicuro di stare bene?

Angelus - Ti dirò Spike… mai stato meglio!

Giles - Spike… fermalo subito!

Giles era uscito dal negozio correndo… Dawn era davvero sconvolta… non aveva detto molto… solo che Buffy piangeva… che non riusciva nemmeno a parlare. Dopo qualche tentativo era riuscito a farle dire una sola parola, ma sufficiente per capire perché fosse in quello stato… Buffy aveva sussurrato "Angelus"… 
Spike sembrò non afferrare il motivo delle parole di Giles, ma il sorriso compiaciuto di Angel gli disse che non aveva avuto torto. Cosa le aveva fatto? La rabbia crebbe dentro di lui e alla cieca sferrò un pugno… ma Angelus se lo aspettava e lo bloccò senza problemi.

Angelus - Sta a cuccia Spike… cosa credi di fare?

Spike - Bastardo!

Ma Angelus era già andato via. Giles e Spike si guardarono per qualche secondo incapaci di prendere la parola… Adesso sarebbe stato tutto più difficile… sarebbe stato addirittura impossibile cercare di aiutare Buffy… ma cosa poteva essere successo? Giles ancora non aveva capito… non poteva capire… lo avevano tenuto allo scuro per non allarmarlo, ma era successo tutto troppo in fretta. 

Spike - Giles, non si tormenti con le sue solite domande… stavolta il sesso non c'entra…

Giles - Cosa? Io non stavo pensando… bhe… si, ma allora?

Spike . Doveva succedere… c'è una profezia a riguardo… e non è delle più piacevoli.

Giles - Quando mai lo sono state? Perché non sono stato avvertito?

Spike - L'abbiamo saputo solo ieri… Wesley si è precipitato qui per informarci… Angel non voleva allarmarvi…

Giles - Angel sapeva? Perché non è andato via da qui in tempo?

Spike - Lo avrebbe fatto… voleva solo vederla un ultima volta… a quanto pare è successo tutto mentre era da Buffy…

Giles - Mio Dio… dobbiamo andare da lei… non deve restare sola in questo momento… potrebbe succedere qualsiasi cosa, e dubito che riuscirebbe a mettersi in piedi e combattere! Ma prima devo sapere qualcosa in più di questa dannata profezia.

Spike - Io e Dalila potremmo andare da Buffy, mentre lei va a parlare con Wesley… Giles, non credo che dobbiate aver paura di me… tra qualche minuto mi pentirò di averlo detto, ma non sono io la cosa più pericolosa per voi adesso…

Giles - Di questo parleremo più tardi… facciamo come dici tu, prendi Dalila e andate da Buffy… ci vediamo lì. 

Maledetta macchina… ormai non era più quella di prima. Non voleva proprio mettersi in moto… proprio adesso che aveva tanta fretta! Finalmente la macchina di Spike partì e lui la lanciò a tutta velocità verso l'appartamento di Dalila… doveva arrivare in tempo… non era sicuro che Angelus l'avrebbe lasciata stare. In fin dei conti anche per lui rappresentava un pericolo. 
Quando fu davanti al portone fermò l'auto, scese e si precipitò lungo le scale… non bussò nemmeno, ma irruppe nell'appartamento guidato da una paura che non sapeva di poter provare per un essere umano… Ma lui non c'era fortunatamente… Dalila, davanti all'entrata, lo guardava allibita. Velocemente Spike le spiegò la situazione ed insieme scesero per andare a casa Summers. Dalila non trovava parole adatte… nessuno aveva previsto che sarebbe successo così presto… nessuno avrebbe previsto che sarebbe stata Buffy a rendersene conto per prima. Nessuno di loro era oramai al sicuro… non si poteva dire con certezza cosa sarebbe successo da quel momento in poi.
Spike la guardò accigliato, distogliendo lo sguardo appena lei accennava a voltarsi verso di lui. Non era il momento adesso di parlare di cose irrilevanti come il bacio del giorno prima… Ma quando lo sarebbe stato? Forse lei non aveva dato nemmeno tanta importanza alla cosa… forse era abituata a svolgere così il suo compito… strano! Non voleva mica un'anima adesso! Allora, perché aveva permesso ad un vampiro di baciarla? Perché non si era ritratta? 
Scacciò quei pensieri e si concentrò sulla guida… era mattina inoltrata, ma dopo un breve intervallo aveva ricominciato a piovere a dirotto… non si vedeva nulla… la nebbia e l'acqua impedivano di vedere più in là del proprio naso. Finalmente si trovarono davanti casa di Buffy. Dawn, incurante della pioggia, stava sulla soglia ad aspettarli. Spike riparò Dalila sotto il suo trench di pelle ed insieme arrivarono sotto il portico della casa. Dawn in silenzio fece cenno di entrare. Per qualche motivo che Dalila non comprendeva Spike rimaneva fermo vicino alla ringhiera.

Dalila - Cosa fai lì?

Spike - Io non posso entrare… e non credo di essere gradito alla padrona di casa… resterò di guardia.

Dawn - Potrei invitarti io dentro… credo che sia lo stesso… vero?

Spike - No. Non voglio.

Una fievole voce si sentì dall'interno. Era ancora stridula, pensò Dawn. Chiunque l'avesse sentita avrebbe giurato che fosse di una persona che aveva appena pianto… una persona che si tratteneva a stento dal ricominciare a farlo.

Buffy - Spike? Vieni dentro… 

Dalila prese per mano il vampiro, che non sembrava convinto che quella voce fosse reale… era così bassa, quasi un sussurro.
Quando furono dentro dovettero aspettare che la vista si abituasse al buio della stanza. Le finestre erano sbarrate, e le tende tirate come se fosse notte. Poco a poco le sagome dei mobili si fecero più nitide. Ma da dove era venuta la voce di Buffy? Spike si guardò intorno e scorse una figura a metà della rampa di scale che portava al piano di sopra… seduta lì, raggomitolata attorno alle ginocchia, Buffy sembrava una bambina in castigo… gli occhi arrossati dal pianto e un'espressione disperata che nessuno di loro aveva mai visto.

Dawn - Non voleva muoversi da terra quando l'ho trovata… era seduta ai piedi del letto e tremava. Quando sono riuscita a farla scendere… ha fatto solo pochi passi, e arrivata lì si è lasciata cadere a terra… non ha detto più una parola, se non quando ha parlato con Giles e adesso per invitarti dentro… io non so cosa fare.

Dalila - Buffy? Piccola… guardaci, va tutto bene. Troveremo una soluzione… ma devi mangiare qualcosa… scendi e stenditi sul divano…

Buffy - Io… non… io… non è… 

Dalila - Cosa vuoi dire? Non capisco… 

Buffy - Questa volta…

Spike - Io ho capito… Buffy, lo sappiamo. Non c'è stato nessun attimo di felicità, questa volta… non è colpa tua… non lo è mai stata. Ora vieni con noi… non devi spiegarci nulla che già non sappiamo.

Lentamente con l'aiuto di Spike, Buffy si fece trascinare in cucina, dove Dalila cominciò a preparare un thè caldo. Quando fu pronto gliene porse una tazza, ma Buffy la tenne in mano senza degnarla della minima attenzione. Poi qualcosa nei suoi occhi si accese. Che significavano le parole di Spike? Come potevano sapere tutto? Loro non erano nemmeno lì ed a Giles non aveva detto nient'altro che Angelus… ma forse c'era molto di più sotto… forse era lei stessa a sapere meno di tutti. Ma come poteva essere?

Buffy - Che significa?

Dalila - Cosa?

Buffy - Cosa significa che non devo spiegarvi nulla? Come fate a sapere cosa è successo? 

Spike - Noi… Wesley ci ha informato ieri sera che sarebbe successo prima o poi… ma non sapevamo quando…

Dalila - Angel voleva solo vederti l'ultima volta questa mattina… non era ancora successo nulla.

Buffy - Ma come è successo? La maledizione…

Dalila - Non ha più importanza… la maledizione non c'entra.

Piano piano, le spiegarono della profezia. Buffy sembrava una bambola senza vita… ma ascoltava attentamente quella terribile storia, cercando di capirne il senso. Alla fine si lascio andare contro la spalliera della sedia e sospirò.

Buffy - Nessuno mi ha detto nulla! Nessuno si è preoccupato di avvertirmi! Non mi interessa cosa vi ha detto Angel! Lui non aveva il diritto di scegliere ancora cosa fosse giusto per me!

Spike - Buffy, capisco che è difficile… ma c'è qualcosa che lui ha lasciato per te. O meglio… qualche parola… vorresti venire di là…

Buffy lo guardò diffidente per un attimo, ma dopo lo seguì nell'altra stanza.

Spike - Prima di venire da te, mi ha raccomandato di dirti che ti ama, che ti ha sempre amato… che continuerà a farlo. Lui vuole che tu lo uccida se tenterà di farti del male… lui vuole che tu non ti faccia del male.

Buffy - E come potrei non farmi del male Spike? Cosa vuoi saperne tu di come mi sento adesso? Adesso che so cosa abbiamo condiviso in un giorno lontano che non è mai stato.

Spike - Sai di Los Angeles? 

Buffy - Si. 

In quel momento Buffy rievocò la memoria che lentamente riaffiorava… ma non aveva più senso ormai. A cosa le serviva rivivere quei momenti se l'uomo che aveva amato tanto non esisteva più? A cosa serviva vivere? Questa volta non aiutava il pensiero di Dawn a darle forza… il campanello suonò due volte e qualcuno dalla cucina si alzò per aprire… Spike era ancora lì che la guardava preoccupato. Ma si… in fondo apprezzava anche gli sforzi di quel vampiro che, paradossalmente, aveva cambiato la sua vita, volente o nolente… per che cosa? Per lei? Forse l'aveva creduto davvero… ma c'era di più. La verità irruppe nei suoi pensieri come se fosse stata schiaffeggiata… Spike era veramente cambiato! Non c'era voluta un'anima perché imparasse ad essere ciò che era diventato… aveva sempre pensato che fosse una nullità anche accanto ad Angelus… ma non era così. Angelus non aveva punti deboli… non aveva più un briciolo di umanità… ma appunto per questo anche Spike poteva essere migliore di lui. Non poteva essere salvato… non poteva provare sentimenti… tranne la brama di potere che in passato l'aveva spinto al gesto estremo che l'aveva portato all'inferno. Ancora immersa nei suoi pensieri sconnessi Buffy venne portata alla realtà da Xander che era appena entrato nella stanza e la osservava senza dire una parola…

Xander - Stai… bhe… stai meglio?

Buffy - Starò meglio un giorno… dovrei farci l'abitudine ormai, no?

Xander - Non dire così. Non sei tu la responsabile…. È sempre stato lui!

Buffy - Non voglio sentire altro, ti avverto Xander, non una parola di più.

Xander annuì quasi spaventato dal nuovo tono di Buffy. 

Xander - Cosa farai adesso?

Buffy - Quello che faccio sempre…

Lentamente si recarono tutti in cucina, Buffy iniziò a sorseggiare il suo thè. Poco dopo arrivarono Giles e Wesley. Le loro facce non promettevano nulla di buono. Non c'era nulla di nuovo. La profezia non sembrava avere parti mancanti che potessero spiegare come, quando e se il male sarebbe cessato. "Solo se l'amore ucciderà il male rinascerà il bene"… non sembrava aver alcun significato.

Buffy - Non lo ucciderò di nuovo… non chiedetemelo.

Giles - Buffy, devi capire che non è lui…

Buffy - E lei deve capire che sono solo un essere umano… e non un pezzo di ghiaccio, non la cacciatrice invincibile… volete che lo uccida? D'accordo… se la spada o il paletto con il quale dovrò farlo trafiggerà anche me… allora potrò ucciderlo… 

Detto questo Buffy si allontanò e cominciò a salire le scale. Entrò nella sua stanza e si chiuse dentro… la radio che aveva acceso la mattina stava ancora suonando. Non si preoccupò di spegnerla… il silenzio sarebbe stato assordante. Le note di una canzone che forse aveva sentito si diffondevano in tutta la camera. Man mano che Buffy ne ascoltava le parole, era come se parlasse di lei, di Angel…

"What ravages of spirit conjured this temptuous rage "
Quali devastazioni dello spirito hanno evocato questa ira seducente
"created you a monster broken by the rules of love"
trasformandoti in un mostro distrutto dalle regole dell'amore
"and fate has lead you through it you do what you have to do"
è il destino che ti ci ha condotto, fai ciò che è giusto tu faccia
"and I have the sense to recognize that"
e io ho la capacità di rendermi conto
"I don't know how to let you go"
che non so come lasciarti andare
"every moment marked with apparitions of your soul"
ogni momento è segnato da apparizioni della tua anima
"I'm ever swiftly moving trying to escape this desire"
e io sono sempre preda di continui movimenti cercando di sfuggire a questo desiderio
"the yearning to be near you"
la brama di esserti vicina
"But I do what I have to do"
ma faccio ciò che è giusto io faccia
"but I have the sense to recognize that I don't know how to let you go"
ma ho la capacità di rendermi conto che non so come lasciarti andare
"a glowing ember burning hot burning slow"
un tizzone ancora arrossato che si consuma ardendo, che si consuma lentamente
"deep within I'm shaken by the violence of existing for only you"
e nel mio profondo sono scossa dalla condanna di esistere per te solo
"I know I can't be with you I do what I have to do"
So che non posso stare con te, faccio ciò che è giusto io faccia
"Andt I have sense to recognize but I don't know how to let you go"
e ho la capacità di rendermene conto, ma non so come lasciarti andare….

Buffy si stupì della coincidenza… non avrebbe saputo trovare parole più appropriate per descrivere ciò che sentiva. Ma cos'era "ciò che è giusto fare"? Non lo sapeva più… forse ucciderlo di nuovo? Amarlo comunque? 
Non poteva fare nessuna delle due cose. E allora… non restava che limitarsi a non morire… a non fare uccidere i suoi amici, a proteggere Dawn… Non l'avrebbe ucciso… ma non si sarebbe fatta uccidere, questo era certo. Le ultime note della canzone si spensero piano piano. Buffy staccò la spina e si stese sul letto. Era troppa la stanchezza e lo sfinimento ed il buio del sonno l'avvolse quasi immediatamente.

 

………………………………………………………………………

 

Angelus stava camminando in cerca di una possibile preda, quando si sentì chiamare da una voce sconosciuta. Era una donna… davvero una bella donna, pensò. Poteva essere lei la sua cena…. Ma qualcosa non quadrava… come faceva a conoscere il suo nome?

Angelus - Chi sei?

Glory - Hey hey… come siamo curiosi…

Angelus - Non ho tempo da perdere stupida donna… come fai a sapere chi sono?

Senza rendersi conto di come fosse accaduto, la donna aveva fatto 10 metri in meno di una frazione di econdo e adesso lo stava scaraventando contro un muro… ma chi era? Non era un vampiro come lui… ne era certo, ma non era neppure un essere umano….

Glory - Portami rispetto ragazzino!

Angelus - Non so chi sia tu… ma non osare chiamarmi ragazzino… non hai idea della mia vera età.

Glory - Quanti piccolo angioletto? Duecento? Trecento? Seicento? Saresti comunque un moccioso se me avessi mille… perché io ne ho milioni… vuoi farmi paura perchè sei un vampiro cattivo? Accomodati… io sono un Dio.

Angelus - Tu sei pazza!
Glory - Dicevo… portami rispetto perché è me che devi ringraziare se sei di nuovo tu…

Angelus - Vuoi dire che siamo stati a letto insieme? Spiacente Madamigella, se fosse successo me lo ricorderei….

Glory - Mi piaci…. Si, si…. Mi piaci, sei impertinente e crudele… servirai perfettamente il mio scopo!!!

Angelus - Io non seguirò lo scopo di nessuno se non il mio.

Glory - Tutto a suo tempo ragazzo… prima trova la mia chiave… poi avrai ciò che vuoi…

Angelus - Chiave?

Glory spiegò ad Angelus di cosa parlava e che la Cacciatrice sapeva dove era… non fu difficile convincerlo a collaborare… l'idea di torturare Buffy con la protezione di un Dio… era sublime.

 

 

 

 

TO BE CONTINUED...

 

 

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