Another  Slayer

 

di  Alvina (alvinaangel@libero.it)

 

 

 

Per molti e molti anni ho trascinato la mia vita stancamente,senza emozioni,senza grandi gioie né grandi dolori.Dentro di me nutrivo delle ambizioni,ma non possedevo i mezzi e neppure la volontà per realizzarle.In questo modo gli anni passavano uno dopo l’altro,inutilmente…ormai ero abituata a considerarmi come una specie di vegetale,inutile a me stessa e al prossimo.

Il mestiere che svolgevo si adattava perfettamente alla mia condizione, cosi’ monotono e amorfo:si,perché io allora ero un’archivista,di quelli che vivono tutto il giorno in mezzo a libri antichi e scartoffie ammuffite.Non mi guardavo allo specchio ormai da molto tempo,ma quel giorno stranamente avevo deciso di farlo:l’immagine che mi apparve era tutt’altro che piacevole…i miei capelli lunghissimi erano striati di grigio,la pelle del mio viso era avvizzita e pesanti occhiaie scure segnavano il mio sguardo.Ero invecchiata precocemente,la tristezza del mio cuore si era riflessa nel mio aspetto a tal punto che mi aveva trasformata in una creatura miserabile.

Non ho mai creduto al destino,ma quel giorno stava per accadere qualcosa che mi avrebbe fatto ricredere sulle mie affermazioni.

Era quasi l’orario di chiusura dell’archivio,quando mi accorsi che avevo ancora un intero elenco da schedare.Con gesti rapidi sollevai una  pila di vecchi libri,ma erano talmente pesanti e le mie mani tanto intorpidite dal freddo che mi scivolarono e caddero pesantemente a terra.

Imprecai,e di malavoglia mi affrettai a raccoglierli.Lo sguardo mi cadde su un volume sgualcito,all’apparenza ancora più vecchio e malridotto degli altri,che era scivolato sotto il tavolo.

Certamente la caduta aveva contribuito a rovinarlo ancora di più,pensai,ma in fondo non me ne importava nulla.Lo raccolsi e soffiai via la polvere dalla copertina di un colore marrone sbiadito.

Appena ebbi quel libro fra le mani,avvertii subito una strana sensazione.Osservai meglio il volume: si trattava di un testo di magia,risalente a tempi remotissimi.Una specie di brivido di straordinaria intensità mi scosse fino alle viscere,e tutto mi girò intorno vorticosamente.Cercai di leggere la prefazione,ma le lettere mi sobbalzavano davanti agli occhi.Mi accorsi tuttavia che lo strano libro era scritto in latino,e tirai un sospiro di sollievo.Conoscevo piuttosto bene quella lingua antica,e non mi sarebbe stato affatto difficile tradurre.Presi quello strano e pesante volume e lo nascosi nella cartella di pelle dove tenevo le mie carte e gli strumenti di lavoro.Poi chiusi l’archivio e con un moto di soddisfazione nel cuore uscii.Mi rendevo conto che qualcosa di insolito stava succedendo,adesso si trattava soltanto di tradurre il testo e aspettare…

 

Il giorno dopo,arrivai in archivio di buon’ora.Incurante del freddo intenso che rendeva insopportabile la vita in quella ampia sala,mi sedetti al tavolo e tirai fuori dalla cartella lo strano libro e la lente d’ingrandimento.La mia vista non era delle migliori,e la stanza per di più era immersa perennemente nella semioscurità.

Non ricordo quante ore rimasi li’ seduta a tradurre e a cercare di trascrivere le assurde formule che quell’antico volume conteneva,mi resi conto soltanto che era passato molto tempo quando alzai gli occhi,che mi bruciavano terribilmente,verso la piccola finestra che si apriva a lato del tavolo e vidi che il pallido disco del sole aveva lasciato il posto ad una bianca e spettrale falce di luna.

Sentivo dentro di me una grande soddisfazione e provavo la fortissima sensazione di  avere messo le mani su qualcosa di straordinario.La mia scrittura minuta e irregolare riempiva pagine e pagine,strane formule e bizzarri disegni saltavano davanti ai miei occhi stanchi come pesci guizzanti fuori da un oceano.Provai subito il forte desiderio di sperimentare quelle formule,perché ero sempre più convinta che ormai possedevo la chiave di un potere immenso e sconosciuto.

Un senso di vertigine mi stordiva e mi esaltava,mentre le immagini sbiadite della mia vita anonima e inutile mi scorrevano davanti.Accesi una candela nera e,tenendo gli occhi fissi sulla fiamma,cominciai a recitare le formule in latino.Sentii un fruscio, e un grande bagliore illuminò la stanza oscura.Una specie di fiamma mi avvolse e una risata demoniaca echeggiò in quelle mura deserte.Chiusi gli occhi e mi sembrò di attraversare secoli e secoli.

All’improvviso tutto tacque.Riaprii lentamente gli occhi.Uno strano calore ora si era diffuso nella stanza.Mi sentivo stranamente bene,una grande energia vibrava dentro di me.Non so perché,provai il desiderio insopprimibile di specchiarmi,perciò cercai nervosamente l’antico specchio d’argento che giaceva su uno scaffale,lo afferrai e fissai la mia immagine.Feci un balzo indietro…non credevo ai miei occhi: il viso riflesso era quello di una giovane donna decisamente bella..I  lunghissimi capelli neri incorniciavano un volto liscio e fresco,senza l’ombra di una ruga,la pelle bianca riluceva,gli occhi verdi scintillavano di piacere.

Avevo compiuto una magia prodigiosa! Per la prima volta nella mia vita avevo compiuto qualcosa di giusto e importante…adesso niente e nessuno sarebbe riuscito a fermare la mia corsa,ne ero certa.

Mancava ancora qualcosa però: dovevo decidere(e più in fretta possibile) che cosa farne di questa nuova e insospettabile opportunità.Riflettei a lungo, e infine decisi di partire per Sunnydale.

Avevo letto molto,e sapevo che questa piccola città americana era situata sopra la Bocca dell’inferno e ospitava una miriade di vampiri e creature infernali di ogni genere. Perfetto!Quello era il posto che faceva al caso mio…

Corsi a fare acquisti (per prima cosa  mi feci un nuovo guardaroba),poi tornai a casa e, in preda ad una fortissima eccitazione,cominciai a preparare le valigie.

Parti all’alba,e mentre uscivo silenziosamente,per non svegliare i miei familiari,gettai un ultimo sguardo alla mia casa e a quella anonima città nella quale mi ero sempre sentita un’estranea.

 

 Quando arrivai a Sunnydale,era quasi notte.Scelsi un alberghetto il più anonimo possibile e li’ mi sistemai,in attesa di tempi migliori. Disfai le valigie e mentre appendevo gli abiti nell’armadio o ripiegavo la biancheria nei cassetti,fantasticavo su ciò che avrei fatto in questa nuova città.Avevo davanti un mondo di possibilità,e con le mie nuove capacità le avrei sfruttate al meglio.

Decisi di iniziare subito: per prima cosa,avrei fatto un giro per la città.Con un pizzico di fortuna,avrei fatto senza dubbio qualche incontro interessante…

Sorridendo fra me e me,mi preparai con molta cura.Indossai un corto vestito rosso, e sopra un lungo cappotto nero di pelle.Con gli stivali a tacco alto,avevo un’andatura elegante e sinuosa.Mi rimirai a lungo nello specchio,con grande compiacimento. Infine,afferrai la borsetta e uscii.

Fu cosi’ che scoprii il Bronze.Era il night più alla moda della città e per me sarebbe stato un  ottimo punto di partenza.

Quando entrai nella sala,sentii subito gli sguardi su di me. Incurante,(anche se dentro provavo una vaga emozione),mi avvicinai alla pista e,seguendo il ritmo della musica,cominciai a ballare .I miei movimenti erano lenti e sinuosi,molto sensuali.Mi resi conto di essere al centro dell’attenzione,e questo mi faceva un immenso piacere.Fu allora che lo vidi.

Era un uomo (almeno,allora credevo che lo fosse) dell’apparente età di trent’anni,di media altezza, snello e atletico,vestito completamente di nero. I corti capelli di un colore biondo chiarissimo e la pelle bianca mettevano in risalto un viso di una bellezza insolita,ma seducente.Mi accorsi che mi fissava intensamente, per cui cercai di ricambiare i suo sguardo.Notai che aveva occhi magnetici,di un blu intenso e glaciale.Quel ragazzo aveva qualcosa di non umano,me ne accorsi subito.

Continuai a ballare,facendo ondeggiare i lunghi capelli neri,nel tentativo di catturare la sua attenzione.Non dovetti impiegare molto,perché dopo un attimo me lo trovai accanto.Mi prese per mano e mi accompagnò(o meglio,mi trascinò) fuori.Aveva un’andatura sicura e modi decisi.

Percepivo una forte attrazione fra di noi,era quasi palpabile.Mi chiese chi ero…non sapevo che cosa rispondere,anche perché io stessa mi stupivo di ciò che ero diventata in poco tempo.

Inventai un nome,Karin,e mi fece piacere scoprire che a lui piaceva.Mi disse di chiamarsi Spike,e mi  rivelò che era un vampiro.La notizia non mi stupi’ più di tanto.Si accese una sigaretta,la aspirò con voluttà e fissandomi cominciò a raccontarmi la sua storia.Venni cosi’ a sapere di Drusilla,il suo amore secolare,che lo aveva reso un vampiro,delle stragi che aveva compiuto,dei primi tempi a Sunnydale e infine del suo amore disperato per la Cacciatrice.Scoprii anche,con mio grande disappunto,che Buffy(questo era il nome della Cacciatrice) era ancora al centro dei suoi pensieri,anche se ormai la  loro storia era finita da un pezzo,e lei adesso si trovava a Los Angeles,in compagnia di Angel,il suo primo e unico amore,anche lui vampiro.

Provai rabbia e odio verso Buffy,che lo aveva usato e fatto soffrire,anche se forse inconsapevolmente,e simpatia per quello sconosciuto Angel,che senza saperlo mi stava facendo un favore.Fin da quel momento infatti decisi che sarei stata io a consolarlo,e a cercare di fargli dimenticare tutti i dispiaceri e le ingiustizie. E poiché sono sempre stata un tipo deciso,mi misi subito all’opera.

Mi trovavo però di fronte ad un problema : quel biondo e affascinante vampiro voleva ad ogni costo sapere chi fossi,ed io non avevo nessuna storia credibile a portata di mano.Ma poiché la fantasia non mi fa certo difetto,li’per li’ inventai una storia non solo credibile, ma anche molto interessante.

Gli dissi che ero… una Cacciatrice,venuta da un luogo remoto per aiutare la città di Sunnydale nella dura lotta contro demoni e vampiri.L’idea era stata geniale,anche perché Buffy sarebbe stata lontana per molto tempo,per cui io avevo davanti una grande,irripetibile opportunità.E sapevo certamente come sfruttarla…

A questo punto devo svelare un altro dei miei nuovi poteri,forse il più utile e divertente di tutti: io ero in grado di fare nel migliore dei modi qualsiasi cosa avessi desiderato.E poiché in quel momento desideravo con tutte le mie forze essere una Cacciatrice,forte,agile e addestrata ad ogni tipo di combattimento,mi bastò pensare a ciò che volevo essere e… lo diventai.

Quella notte stessa andai a caccia insieme a Spike,e lui che all’inizio era piuttosto scettico sulle mie capacità,si dovette ricredere molto presto.Accadde infatti che,appena arrivati nei pressi del cimitero di Sunnydale(un  luogo molto poetico,secondo i miei gusti),sentimmo dei passi alle nostre spalle.Mi voltai di scatto e vidi tre vampiri dall’aspetto oltremodo feroce.Spike si lanciò verso di loro,ma venne colpito da un pugno e scaraventato contro una lapide.A questo punto,poiché il mio compagno di caccia giaceva a terra stordito,toccava a me combattere contro quei terribili vampiri.Era il primo combattimento della mia vita e lo affrontai con grande coraggio e determinazione.

Mi stupii io stessa delle mie capacità: ero dotata di una forza sovrumana e di una incredibile agilità,oltre che di una grande armonia nei movimenti.In poco tempo riuscii a sconfiggere quei vampiri: due li uccisi,mentre il terzo si diede alla fuga.Solo allora mi resi conto che Spike mi stava osservando.Stava seduto sulla lapide e mi guardava con un sorriso ironico.

Gli chiesi che cosa avesse da guardare ed egli mi rispose che le mie capacità lo avevano stupito.Fino a quel momento infatti non aveva creduto che io fossi realmente una Cacciatrice,ma dopo quello che aveva visto ogni dubbio si era dissolto.Ricambiai il sorriso e mi sentii molto forte e soddisfatta.

Da quella sera,uscire a caccia con Spike diventò un’abitudine(peraltro molto piacevole): insieme affrontammo vampiri e mostri di ogni genere,e la nostra amcizia divenne più forte e intima.Il biondo vampiro dovette ammettere(anche se gli costava fatica) che aveva bisogno del mio aiuto,anzi che ormai di me non poteva fare a meno.

Una sera, dopo una  lotta particolarmente dura con  un’intera banda di vampiri,Spike mi invitò nella sua cripta.Accettai molto volentieri il suo invito.

Il posto mi  piacque subito.Dappertutto in quella cripta c’erano tracce della sua presenza,si percepiva chiaramente che quell’affascinante vampiro era il signore incontrastato di quel luogo.Gli feci i complimenti per come aveva arredato la cripta,lui rise e mi chiese se lo stavo prendendo in giro.Risi anch’io,e lo guardai negli occhi.Tutto mi girò intorno,e non seppi mai se era colpa della stanchezza o dell’intensità del suo sguardo.

In pochi attimi ci trovammo abbracciati,il mio viso vicinissimo al suo.Osservai le sue labbra: avevano una linea delicata e molto sensuale.Mi accostai ancora di più… finché le nostre labbra si unirono avidamente.Fu un bacio lunghissimo e molto appassionato.

Quando,ormai senza fiato,ci staccammo,lui mi carezzò il viso.Era bellissimo,e aveva negli occhi un’ombra di dolcezza che contrastava curiosamente con quella sua tenebrosa bellezza, e che forse risaliva al tempo remoto in cui era un  romantico e infelice poeta.Scambiammo poche parole,eravamo molto confusi e quasi inebetiti da quella nuova,dirompente sensazione.

Ci baciammo ancora,e poi ancora, a lungo,con passione sempre crescente.Infilai le dita nei suoi corti capelli e lo strinsi più forte a  me.Sentivo le sue mani scendere lungo il mio corpo,e infilarsi sotto il corto vestito.Mi resi conto che era molto eccitato,e feci in modo,rispondendo alle sue carezze, che la sua eccitazione crescesse ancora.Quando la sua  passione giunse al culmine,mi sollevò fra le  braccia e mi portò sul letto.Lo spogliai rapidamente e ammirai il suo corpo perfetto.

Facemmo l’amore per tutta la notte,con  una passione selvaggia e quasi disperata.Eravamo due esseri fragili e delusi,io reduce da una lunga e inutile vita senza amore,lui da una passione immensa e senza speranza.L’alba ci trovò avvinghiati.

Mi svegliai prima di lui,mi rivestii in fretta e me ne andai prima che si svegliasse.Prima di uscire,in punta di piedi,mi voltai ancora una volta a guardarlo.Era cosi’bello,addormentato,sembrava più un angelo che un demone.Un nodo di angoscia e di tenerezza mi strinse la gola.Nonostante quello che era accaduto fra di noi,dovevo lasciarlo.Spike forse non era ancora pronto per ricambiare il mio amore,dovevo lasciargli un po’di tempo per riflettere,per capire e per decidere.

Cosi’ uscii (almeno per il momento) dalla vita di quell’affascinante vampiro.

 

I giorni successivi non lo vidi,se non per brevi momenti.Quando mi chiese perché non uscissi più a caccia con lui,risposi evasivamente.Sono certa che lui si rendesse conto di quello che stavo passando,perché ad un certo punto smise di fare domande,né mi cercò con insistenza.

Finché una sera…

Era tutto il giorno che mi sentivo inquieta: una sorta di presagio mi tormentava,avvertivo un pericolo nell’aria,e sentivo che questo pericolo era molto vicino a Spike.

Per questo,quando provai un impulso irrefrenabile di recarmi alla cripta dove viveva,non ci pensai due volte e mi avviai di corsa.Quando fui vicino alla strana dimora del vampiro,sentii delle voci,come se dentro quelle mura ci fossero due persone che stavano litigando.

Mi accostai alla porta,e riconobbi la voce di Spike.L’altra,invece,una voce maschile dal tono duro e tagliente,mi era del tutto sconosciuta.All’improvviso la  porta si apri’ e vidi  il biondo vampiro che cercava di spingere fuori un uomo.Costui si ribellava e minacciava.Approfittai della confusione per infilarmi nella cripta.Adesso ero dentro,anche se quei due,troppo occupati a litigare,non si erano accorti della mia presenza.Restai in silenzio ad osservare la scena.

Spike era come sempre ironico,si prendeva visibilmente gioco del suo avversario,che invece faceva molto sul serio.Costui era un uomo alto,muscoloso,con i capelli chiari e un viso piuttosto inespressivo.Non sapevo chi fosse,ma sentii che il vampiro lo chiamava Riley.

Tutto d’un tratto costui estrasse un revolver e lo puntò contro Spike.La sua mano era ferma e sicura,e le sue intenzioni non sembravano affatto buone.

Il vampiro lo guardò stupito,ma sapevo che non aveva paura.Il timore non era un sentimento che Spike conosceva,egli disprezzava il pericolo e si divertiva nel vedere la paura degli altri.

L’uomo che rispondeva al nome di Riley faceva molto sul serio,e sembrava sul punto di sparare.Doveva pure essere un ottimo tiratore,ne aveva proprio l’aspetto.

Continuai a restare nascosta.Un attimo prima che premesse il grilletto,saltai fuori dall’ombra.

Di sfuggita mi voltai verso Spike: non dimenticherò mai l’espressione di stupore che apparve sul suo viso.Con un calcio disarmai Riley, e prontamente raccolsi l’arma,che era caduta davanti ai miei piedi.La impugnai e la  puntai contro di lui.Costui cercò di venirmi incontro,ma io gli sferrai un altro calcio e lo stesi a terra.Quando cercò di rialzarsi,mi avvicinai e lo inchiodai con la punta dello stivale.Gli puntai la pistola alla testa,e lo minacciai di premere il grilletto.Ero pronta a fargli saltare il cervello,se avesse fatto anche un minimo movimento.

Costui chiese di avere pietà di lui.Mi voltai verso Spike.Il vampiro mi chiese di lasciarlo andare:disse che era un essere troppo vile per meritare una fine da eroe,e lo guardò con un sorriso sprezzante.Riley si alzò e si allontanò senza voltarsi,mentre Spike lo osservava compiaciuto.

Quando restammo soli,il vampiro mi spiegò chi era questo Riley,e mi raccontò dettagliatamente la storia dei loro rapporti passati.Seppi cosi’ che tra il vampiro e l’ex-militare c’era stata (e come poteva essere diversamente?) Buffy,anche se Riley si era reso colpevole di altre malefatte.

Sta di fatto che da quel giorno Spike cominciò a guardarmi con occhi diversi.Si era reso conto che ero molto importante per lui e che insieme eravamo molto forti.Decise di presentarmi alla Scooby Gang,alla quale lui ormai(anche se non del tutto ben accetto) ormai apparteneva.Mi fece conoscere il signor Giles,l’Osservatore,il quale si dimostrò molto gentile con me,anche se in un primo momento rimase perplesso(devo riconoscere che aveva perfettamente ragione): dopotutto,ero la ragazza di Spike e avevo un misterioso passato alle spalle.Avevo quasi deciso di raccontargli la mia vera storia,ma poi cominciai a  temere che non avrebbe capito,per cui alla fine decisi di rinunciare.Era una situazione ben strana: avevo 72 anni e all’apparenza ne dimostravo cinquanta di meno,ero in grado di imparare in un minuto cose che le persone normali imparano nell’arco di anni e,cosa più straordinaria di tutte ero in grado di tradurre in realtà qualsiasi idea o pensiero che mi venisse in mente!

Solo Spike conosceva i miei segreti: un po’ alla volta infatti gli avevo raccontato tutto,e mi stupi’ piacevolmente vedere che lui aveva una grande fiducia in me.Il vampiro sapeva ascoltare,e talvolta riusciva persino a darmi dei consigli.Aveva una lunga esperienza di vita e una vivace intelligenza,oltre ad un innato umorismo.

Un giorno(o per meglio dire,una notte) quando ci trovammo da soli nella sua cripta, confessò che si era innamorato di me.Ammise anche di essere stato attratto da me fin dal nostro primo incontro,quella sera al Bronze,ma di avere capito soltanto ora che ero la donna adatta a lui e l’unica persona al mondo in cui avesse veramente fiducia.Detto questo,mi guardò negli occhi e accostò le sue labbra alle mie.Ci baciammo a lungo,con passione,dimenticando quanto era intorno a noi.

In quel momento ebbi la certezza che nessun essere,umano o demoniaco,e nessun evento ci avrebbe mai separati.Spike mi apparteneva,ed io appartenevo a lui.

Per sempre.

 

                                                                                 

Fine.

 

 

 

 

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