Il Carillon

 

AUTRICE: Lyla ( lylalay@virgilio.it

 

 

La musica arrivava da un piccolo carillon, che troneggiava su un tavolino. Non era facile muoversi a tempo, poiché evidentemente non era stata composta per ballare. Eppure lo stavano facendo. Danzavano nella penombra. <<Sei felice?>> chiese Spike, stringendo più forte la sua ragazza. Crystal lo guardò con dolcezza, e rispose: <<Sempre, quando sono con te>>. L’ombra di una farfalla non avrebbe potuto essere più lieve delle loro labbra che si sfioravano. 

Poi, improvvisamente, le ginocchia le cedettero e se Spike non l’avesse sostenuta sarebbe caduta a terra. Agitato, il vampiro guidò la ragazza fino alla parete di legno, ed entrambi si sedettero a terra appoggiandovi la schiena. <<Va meglio? Vuoi che ti riporti di sopra?>> chiese Spike. <<No, non voglio andare di sopra. Voglio restare ancora un po’ qui con te>> e detto questo appoggiò la testa contro la sua spalla. << Sei stanca. Riposati>>. La musica rallentò leggermente. Crystal, senza spostarsi, sospirò e Spike le accarezzò dolcemente la guancia. Sotto i suoi occhi, la ragazza iniziò a diventare lentamente cenere. Mentre l’ultima nota emessa dal carillon sfumava nell’aria, di Crystal non rimaneva che un mucchietto di polvere.

Spike si sedette sulla sua vecchia poltrona e si prese la testa tra le mani, cercando capire. <<Quel sogno…Che diavolo significa? Non capisco. Non può essere un sogno qualunque, no, sono certo che non lo è. Sento che c’è qualcosa dietro…Un messaggio. Ma da parte di chi? E perché? Cosa vuol dire? Non riesco a capire. Forse…No, è ridicolo. Meglio lasciar perdere e smettere di tormentarsi: non ha alcun senso. In fondo era solo uno stupido sogno, no? Gli sto dando troppa importanza.>>. Afferrò il telecomando e accese la TV, sperando di riuscire a non pensare a quel maledetto sogno. Ma per lui non era così facile: qualunque cosa vera o immaginaria riguardasse Crystal non poteva essere semplicemente essere messa da parte. 

 

Intanto, al negozio di magia…

<<Come vanno le cose con Down, Buffy?>> <<Insomma. Ultimamente di male in peggio.>> <<Sta attraversando un altro dei suoi periodi?>> <<Esattamente, Willow. Non so più cosa fare con lei. E’ sempre così triste, malinconica…Vorrei tanto non vederla così.>> <<Hai provato a parlarle, cercare di distrarla…>> <<Sì, ma è come scontrarsi con un muro di gomma>> <<Povera Buffy!>> <<Però ho ancora una piccola speranza>> <<Che intendi dire?>> <<Senti, adesso devo uscire di ronda. Hai da fare domani verso le 4?>> <<Veramente sì, però dovrei essere libera verso le 4.30. Perché?>> <<Pensavo che potremmo andare a fare un giro per negozi io e te.>> <<Sì, l’idea è carina ma…Non faresti meglio a stare a casa con Down?>> chiese Willow dubbiosa. <<Temo che per lei non faccia molta differenza.>> mormorò Buffy. Fu allora che Willow capì che sotto quell’innocente iniziativa si nascondeva una richiesta d’aiuto. <<Allora…Cioè, si può fare. Davanti alla gelateria, ti va bene?>> <<Perfetto.>> rispose Buffy sollevata lanciando all’amica uno sguardo pieno di gratitudine.

 

Spike uscì dalla sua vecchia cripta, dove era tornato ad abitare quando Buffy aveva scoperto che la sua ragazza era morta: per qualche motivo che nemmeno lui riusciva a comprendere gli era diventato impossibile restare a vivere da lei. Così aveva preferito rinchiudersi nella sua cripta, dove erano solo i ricordi e la solitudine a tormentarlo. Dalla scomparsa dalla faccia della Terra della Setta di Deimos non aveva provato il piacere che credeva, e le unica cose che potessero distrarlo dalle sue sofferenze erano il whisky e la TV. Cercava di tirare avanti alla mano peggio, in completa solitudine: cercava di incontrare la Cacciatrice e i suoi amici il meno possibile, e quanto a cercare di riempire il vuoto lasciato dalla sua Christy, non era neanche da parlarne. 

Nonostante il suo proposito, non riusciva a cancellare quel sogno dalla sua mente, e per distrarsi aveva pensato di andare a curiosare al Mercatino Notturno delle Pulci, che si teneva proprio quella sera. Mentre passeggiava tra la folla che si assiepava attorno ai banchi, tentando di tenersi la mente occupata, gli sembrò di udire qualcosa…Un suono familiare. Si fermò e chiuse gli occhi, concentrandosi su quell’esile traccia sonora ed escludendo ogni altro rumore. Le note gli arrivavano attutite dal fracasso circostante, ma nonostante ciò riuscì a capire dove aveva già sentito quella melodia. <<Il carillon>> mormorò cercando di capire da dove proveniva il suono. Quella che sentiva era esattamente la stessa musica suonata dal carillon che aveva visto nel suo sogno. E poi c’era qualcos’altro…Ma non sapeva cosa. Tentò di seguire la musica, ma dopo pochi minuti questa terminò, inghiottita dal frastuono generale. 

Dopo aver cercato in tutti i banchi, mentre il mercato chiudeva i battenti si decise a tornare alla cripta. Non aveva voglia di andare a dormire e pensò di guardare un po’ di TV. Ovviamente, a quell’ora di notte non c’era assolutamente niente, e l’unica cosa che non fosse pubblicità o televendite era la replica di un concerto della Filarmonica di New York. Stufo, stava quasi per spegnere quando il presentatore annunciò che l’orchestra avrebbe eseguito “L’inno alla Gioia” di Beethoven, con la partecipazione straordinaria della celebre soprano Eliza Chant. E in quel momento qualcosa scattò nella mente di Spike. La melodia che aveva sentito nel sogno prima e al mercatino poi non era altro che la famosa opera del celebre compositore Ludwig van Beethoven “Per Elisa”. Un carillon che suonava “Per Elisa”. Ora che sapeva dove cercare, tutto fu molto più facile. 

Che idiota sono stato a non capirlo subito! Eppure Crystal me ne aveva parlato, adesso ricordo…Stavamo discutendo della sua “cara” famigliola, e più precisamente della mia cara suocera, quando lei mi raccontò quello che fu l’episodio limite. Lo ricordo come se fosse ieri. <<Mia madre non era cattiva, ma il fatto del carillon non potrò mai perdonarglielo.>> mi disse <<Nella nostra cittadina, lassù nel West Virginia, c’era un negozietto a dir poco meraviglioso: non era proprio un antiquario, ma ci andava vicino. C’erano tante cose vecchie e  strane…Ma quella che a quel tempo (avrò avuto 5 anni) mi affascinava più di ogni altra era un vecchio carillon che suonava “Per Elisa”. Mi sembrava la cosa più bella del mondo: passavo ore e ore incollata alla vetrina a rimirarlo. Mia madre e mio padre non erano certo prodighi nel farmi regali, però io pensavo che se per Natale avessi potuto avere quel carillon non avrei mai più desiderato alcunché. Per me nulla al mondo poteva essere bello come quel carillon. Mia madre non poteva non aver capito quanto mi piacesse: tutte le volte che passavamo davanti alla vetrina dovevamo fermarci ad ammirarlo. Il giorno di Natale tutta la famiglia Conant  si riunì a casa nostra. Mia madre fu più severa che mai nel fare confronti con mia cugina Meredith, ma a me non importava perché avevo visto un pacchettino sotto l’albero che veniva dal negozietto, ed era proprio di forma e dimensioni adatte a contenere lo splendido carillon. Quando venne il momento di scambiarsi i regali, io non stavo più nella pelle dall’emozione e mi sentivo lo stomaco annodato. Poi vidi mia madre prendere il pacchetto e dirigersi verso di me. “Ci siamo”, pensai “adesso me lo da”. E invece mi passò oltre e lo diede a mia cugina Meredith. >> <<No!>> <<Sì, invece. Se ci penso sento ancora le sue parole: “Questa sciocchezzuola è per te Meredith cara, perché sei stata una brava bambina”. Mentre scartava il pacchetto e  squadrava il carillon con aria di sufficienza, avrei voluto morire. Non potevo credere che lo avesse dato a Meredith, che all’epoca aveva otto anni ed era il più tirannico maiale travestito da bambina che mai si fosse visto sulla faccia della Terra! No, era troppo grossa. Mi è dispiaciuto quando la mia famiglia è stata uccisa da quelli della Setta, ma solo per una persona non provo assolutamente niente: Meredith. Anzi, sono contenta che l’abbiano fatta fuori. Sarò carogna, ma quella del carillon non l’ho mai digerita>>. Inutile dire che Crystal aveva tutto il mio appoggio: più mi raccontava particolari del genere e più rimpiangevo il non aver fatto mai un salto da quelle parti prima che mi mettessero il chip. Credo che la famiglia di Christy sarebbe stato un gran bel pranzo di Natale: il piatto forte sarebbe stata la cara signora Ethel Conant, mentre la cara cugina Meredith sarebbe stata uno splendido dessert.

Ma non divaghiamo. Questo spiega l’origine del sogno…Più o meno. Quel carillon che ho sentito al mercatino non era un’illusione. Possibile che quel il carillon sia miracolosamente scampato all’eccidio della famiglia di Crystal con relativa distruzione dell’abitazione? Beh, perché no? In fondo, secondo la logica, in questo momento Buffy dovrebbe stare due metri sotto terra invece di venire a impicciarsi degli affari miei.

In quel momento, come una folgorazione divina, a Spike venne un’idea. <<Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?>> si disse  <<E’ un idea talmente folle che potrebbe funzionare>>

 

<< Allora, Buffy, si va?>> <<Ok. Sono pronta a gettarmi in una caccia allo sconto>> <<Tremate, tremate le maniache dello shopping sono tornate>>. Dopo quasi un’ora che giravano per negozi, Buffy e Willow lasciarono la via principale per inoltrarsi in una microscopica ma luminosa viuzza laterale. <<Volevo farti vedere una cosa>> disse la Cacciatrice guidando l’amica verso una piccola vetrina. <<Fantastico! Ehm…Che posto è questo?>> domandò Willow sbirciando all’interno, dove si vedevano vecchi mobili, ninnoli, tappeti, lampade e perfino un cavallo da giostra gettati qua e là  alla rinfusa nella piccola bottega priva di insegna. <<E’ una specie di negozio d’antiquariato. Vieni, entriamo>>. Richiamato dal suono della campanella posta sulla porta di entrata apparve l’anziano proprietario del negozio. <<In che cosa posso esservi utile, signorine?>> <<Per caso avete dei vecchi carillon?>> <<Uhm…Lei è molto fortunata signorina. Guarda caso qui ne ho proprio uno.>> disse dirigendosi verso un cassettone rinascimentale il cui piano era ingombro di statuine, ninnoli e cianfrusaglie varie. <<Ecco qui, questo dovrebbe fare al caso vostro>> disse ritornando con un cofanetto di legno tra le mani. <<Carino>> disse Willow, continuando a non capire. <<Molto grazioso>> rincarò Buffy osservandolo con attenzione. Lo aprì per esaminare l’interno e subito una dolce musica iniziò a diffondersi nell’aria, e una piccola bambolina in abito lungo iniziò a girare davanti alla minuscola specchiera situata sotto il coperchio. <<Questa, se non sbaglio è “Per Elisa”. Strana musica per un carillon>> <<Sì, effettivamente è un oggetto particolare.>> <<E quanto costa?>> chiese Buffy. <<Sono duecento dollari…Ma a due graziose fanciulle come voi lo lascio per 150>> <<Affare fatto>> concluse Buffy tirando fuori il portafoglio sotto lo sguardo incredulo di Willow. Poco dopo, mentre si lasciavano alle spalle la via, Willow ruppe finalmente il silenzio. <<Io continuo a non capire. Hai speso 150 dollari per un carillon? Che te ne fai di un’anticaglia del genere?>> <<Non è per me.E’ per Down, lo sai che va matta per queste cose. Spero tanto che questo la tiri su di morale>> <<Te lo auguro. Comunque, è carino>>

 

<<Down, sei in casa?>> chiese Buffy levandosi la giacca e appendendola all’attaccapanni. <<No>> rispose la ragazzina dal piano di sopra. <<Vieni giù, ho una cosa per te.>> la chiamò ancora Buffy. <<Non ci sono>>. <<Come vuoi>> rinunciò infine. Poco dopo, però, salì di sopra e lasciò il carillon per terra davanti alla porta della camera di sua sorella. <<Vado al supermercato.>> avvertì parlando attraverso la porta chiusa, ma dall’altra parte non giunse alcun segno di vita. Quando Buffy tornò a casa, il carillon non c’era più. Istintivamente la Cacciatrice sorrise ed incrociò le dita.

Odio dover ricorrere a loro, ma è l’unico modo. Speriamo che accettino: se si trattasse di me soltanto non lo farebbero neanche se li implorassi in ginocchio, ma visto che è coinvolta anche Crystal…Con lei le cose andavano un po’ meglio, o quasi.

Esitante, il vampiro si avvicinò a casa Summers e suonò il campanello. <<O la va o la spacca>> pensò. La porta si aprì e comparve una stupefatta Buffy. Prima che potesse dire anche solo una parola, Spike prese il coraggio a due mani e disse tutto d’un fiato: <<Ho bisogno del tuo aiuto>>

<<Ti rendi conto che cosa ci stai chiedendo, Spike?>> disse il signor Giles fissandolo severamente. <<Beh, che c’è di strano? Lo avete già fatto una volta>> <<Primo: quella era una cosa seria. Secondo: non è così facile da mettere in pratica. Terzo: per riportare in vita una persona deve esserci un motivo più che valido. Quarto: non siamo sicuri di riportarla indietro com’era quando è morta: potremmo richiamare solo la sua parte umana o solo quella vampira. Come vedi non possiamo intervenire.>> <<Diciamo che non volete>>. <<Non insistere, tanto non…>> <<Io invece direi che dovremo provare>> intervenne Tara. <<Che cosa?>> chiese Giles. <<Sì, perché no? Voglio dire, l’abbiamo già fatto una volta, possiamo farlo ancora.>> la appoggiò Willow <<Assolutamente no>> affermò categorico Giles. <<Scusate>> si intromise Anya <<E se la mettessimo ai voti?>> <<Questa è la prima cosa furba che ho sentito da quando sono entrato>> commentò Spike. <<Nessuno ti ha interpellato. Comunque Anya ha ragione: mettiamola ai voti. Chi vuole provare a richiamare Crystal alzi la mano>> disse Xander. Subito si levarono le mani di Buffy, Down, Willow e Tara; seguite poco dopo da quelle di Xander ed Anya. <<Allora è deciso>> disse Willow <<Lei sarà dei nostri, signor Giles?>> chiese Buffy. <<Nonostante non mi trovi d’accordo con il parere che la maggioranza ha espresso nella votazione, ritengo sia mio preciso dovere, in qualità di Osservatore…>> <<Tagli corto, sig. Giles. Sì o no?>> lo interruppe spazientita Anya. <<Sì>> concluse Giles. <<Bene. Al lavoro>> ordinò Willow. <<Al lavoro un bel niente: non abbiamo il…il…>> si impaperò Buffy <<Cadavere?>> le venne in aiuto Spike. <<Ecco, appunto.>> <<Non ci avevo pensato….Ma non importa: cascasse il mondo riuscirò a portarlo qui>> disse Spike alzandosi. <<Non sarebbe meglio se andassimo a recuperarlo noi?>> disse Xander. <<Voglio dire, viaggiando in aereo ci metteremmo molto meno.>> <<Non se ne parla neanche: alla mia ragazza ci penso io.>> ringhiò Spike incenerendole con uno sguardo. <<Come vuoi>> rispose Xander levando le mani in segno di resa. <<Non è il caso preoccuparsi: in una ventina di giorni sarò di ritorno>> disse uscendo.

 

Tre mesi dopo, Buffy rientrò dal lavoro e vide sua sorella stesa su un tappeto in salotto che osservava incantata il suo carillon. La Cacciatrice non poté fare a meno di sorridere. <<Non ti stanchi mai di quel carillon>> <<E’ carino. Ma non è solo questo>> rispose Down distante. <<Che vuoi dire, Down?>>. Con il passare del tempo, la Chiave aveva sviluppato una sensibilità particolare, soprattutto per quanto riguardava incantesimi e portali di altre dimensioni. <<Questo carillon è strano. Ha qualcosa…>> <<Che cosa?>> <<Non lo so>> concluse la ragazzina con tristezza. Buffy capì che non era il caso di insistere, e lasciò da sola la sorellina. Poco dopo suonò il telefono. <<Buffy>> disse Anya dall’altro capo del filo <<Non crederai mia chi è tornato a Sunnydale: Spike>> <<E’ proprio il caso di dire che chi non muore si rivede>> <E c’è dell’altro: è qui, al negozio di magia>> <<Al negozio di magia? Deve essere per il rituale>> <<Vuole parlare con te, Buffy. Mi ha chiesto lui di chiamarti>> <<Uff, ho capito. Arrivo subito>> rispose la Cacciatrice deponendo il ricevitore.

<<Allora, che succede?>> chiese Buffy entrando <<Spero che non vi dispiaccia se ho portato anche Down, ma tanto se ne starà lì buona buona con il suo carillon e non ci darà nessun fastidio>>. Infatti la ragazzina, dopo aver salutato con un cenno tutti i presenti si ritirò in un angolo e si immerse nuovamente nella contemplazione. <<Procediamo con il rituale?>> chiese Buffy. <<Non ci sarà nessun rituale>> disse Spike con voce cupa. <<No?>> chiese Tara sbigottita. <<Perché?>>. <Non sarà possibile>> rispose Spike e fece per alzarsi ma Buffy lo fece ricadere sulla sedia. <<Eh no, caro! Prima muovi mari e monti per convincerci a riportare in vita la tua ragazza e adesso cambi idea? Tu non me la conti giusta: avanti, sputa il rospo>>. <<Crystal non potrà mai più essere riportata in vita perché, come al solito sono arrivato troppo tardi,  va bene?>> urlò il vampiro. <<Che intendi dire?>>  <<Non so come diavolo abbiano fatto…Quando sono arrivato, avevano dissepolto la bara e avevano bruciato tutto quanto, insieme alla casa. E non c’è altro da dire>>.  Dopo di ché, Spike si chiuse in un ostinato mutismo rifiutandosi di rispondere ad ulteriori domande  che avessero come oggetto quanto era successo nei sui tre mesi di assenza. <<Che scorbutico>> commentò Anya ad un certo punto. <<Spike è triste. Come la bambolina>> disse piano Down, come parlando a sé stessa, senza staccare gli occhi dal carillon. Buffy, che conosceva bene quello stato di semi-trance in cui era scivolata la sorellina, le si avvicinò piano. <<Cosa significa, Down?>>. <<Guarda>> disse la ragazzina aprendo il carillon. Subito, le note di “Per Elisa iniziarono a diffondersi in tutta la stanza, facendo sobbalzare Spike. <<Un carillon che suona “Per Elisa”>> mormorò voltandosi a guardarlo. Lentamente, la musica cessò. <<La bambolina è triste>> ripeté ancora una volta Down. <<Posso vedere?>> domandò Buffy, e Down le passò il carillon in silenzio. La Cacciatrice si mise a studiare attentamente la bambolina in abito lungo. Effettivamente c’erano alcune cose strane: questa era stata costruita in modo da tenere la testa piegata di lato, e le braccia lungo il corpo. Una posizione molto strana, dalla quale traspariva un immenso sconforto. Buffy si fece prestare una lente d’ingrandimento dal signor Giles, e si accorse di altri piccoli particolari che non si notavano ad occhio nudo: alla mano sinistra le bambolina portava un anello che sembrava costituire un pezzo a parte, e poi il suo viso…Buffy sobbalzò. <<No, non è possibile! Eppure…Venite a vedere.>> . <<Cosa c’è?>> chiese Willow avvicinandosi insieme a tutti gli altri. <<Anche se può sembrare impossibile…Questa bambola è Crystal>>.

<<Vediamo se ho capito bene>> disse Xander <<Crystal è stata riportata in vita dai superstiti della setta per evitare che lo facessimo noi? Ma è assurdo>>. <<Mica tanto, se consideri che, una volta richiamatala indietro hanno potuto intrappolarla in quel carillon>> disse Giles. <<Io non riesco ancora a crederci>> commentò Buffy scotendo la testa. <<Devi. Quando ero un demone mi è capitato di intrappolare delle persone dentro degli oggetti. Talvolta erano solo le anime che dovevano rimanere prigioniere, ma più spesso erano persone in carne ed ossa.>> disse Anya. <<Io continuo a non capire perché abbiano dovuto riportarla in vita>> commentò Xander. <<Questo posso spiegartelo io: l’incantesimo che deve essere eseguito è già molto complesso di suo, ma contro delle anime che hanno già lasciato questo mondo diventa quasi impossibile. E’ molto più facile far tornare indietro una persona dall’aldilà che intrappolarne l’anima in un oggetto.>> chiarì Anya, e Giles Willow e Tara concordarono con lei. <<Bene, ora che tutti hanno capito la lezione di magia, vogliamo tornare ad affrontare i problema principale, cioè come tirarla fuori da lì?>> si spazientì Spike. <<Esiste un modo per farla tornare?>> chiese Buffy. <<Sì, è un rituale molto complesso, tuttavia ritengo che valga la pena tentare.>> disse Giles cominciando a cercare gli ingredienti aiutato dalle due streghe.

Tara e Willow tracciarono tre cerchi concentrici sul pavimento, e dentro ognuno di essi scrissero misteriose e antiche parole magiche. Nel centro esatto dell’ultima figura venne disegnato un simbolo magico conosciuto come Sigillo di Manon, la più potente entità magica che a sua volta rappresentava  il Tutto, ogni cosa;  e su di esso venne appoggiato il fatidico carillon.

Giles, Willow e Tara si sistemarono a triangolo intorno al cerchio esterno, e levarono le braccia verso il cielo, iniziando a proferire una specie di cantilena dal significato sconosciuto. Poi la cantilena aumentò il ritmo, sempre più velocemente. Le candele che illuminavano fiocamente la stanza si spensero di colpo, mentre strane ondate di luce colorata sembravano levarsi dai segni sul pavimento e convergere verso il Sigillo. Una specie di colonna di luce avvolse il carillon per alcuni istanti, il coperchio si alzò da solo mentre la luce si faceva sempre più intensa. Erano quasi sul punto di farcela quando il coperchio del carillon si richiuse di colpo, la colonna di luce gettò un ultimo lampo abbagliante e si spense del tutto, causando anche un forte vortice di vento che mise a soqquadro la stanza. Il negozio piombò nelle tenebre più fitte.

 

<<Come sarebbe a dire “non è possibile”?>> si infuriò Spike. <<Mi dispiace, Spike. Abbiamo tentato, ma…Purtroppo colui che ha operato l’incantesimo ha fatto in modo che non potesse essere annullato.>> tentò di spiegargli Buffy. <<No, non è possibile! Mi rifiuto di credere che Christy non tornerà mai più!>> <<Purtroppo è così. Devi rassegnarti: non c’è assolutamente modo di tirarla fuori da lì>>. Spike le voltò le spalle. <<Maledizione. Maledizione. Maledizione!>> imprecò alzando sempre di più il tono della voce e sferrando un pugno contro il muro. <<E’ stata tutta colpa mia! Se soltanto…>> disse lasciando la frase in sospeso. C’erano troppi “se”: se non fosse andato a Rawlins, se ci avesse pensato prima, se l’avesse lasciata andare quando era ancora in tempo… <<Non devi tormentarti così, Spike. Hai fatto tutto il possibile per riportarla indietro>> disse Buffy cercando di consolarlo. <<Allora non ho fatto abbastanza>> rispose il vampiro con voce sorda.  Poi, senza dire altro se ne andò.

Una volta tornato nella sua cripta, Spike si lasciò cadere sulla poltrona e tirò fuori dalla tasca una vecchia fotografia in bianco e nero. Nella foto, una ragazza sui vent’anni con un abito chiaro stava seduta sulla spalletta di un ponte su un torrente di montagna. Quella era la sua ragazza. Spike chiuse gli occhi per non vedere, e per la prima volta dopo tanto tempo pianse per il suo perduto amore. <<Mi dispiace Christy>> mormorò tra le lacrime rivolgendosi a qualcuno che non c’era, sperando che dovunque fosse lo potesse sentire <<Mi dispiace. Io ci ho provato, ti giuro che ci ho provato ma…Lo sai che ti adoro, che farei qualunque cosa per riportarti indietro; morirei per rivederti ancora una volta, anche solo per un istante…>>. Fu così che quel pensiero iniziò a farsi strada nella sua testa.

Era molto tardi, ma al Magic Box le luci erano ancora accese: bisognava rimettere in ordine tutto quanto prima che venisse il giorno. Improvvisamente la porta si aprì ed entrò Spike. Prima che qualcuno potesse dire una sola parola, Spike li precedette: <<Pensate di essere in grado di mandarmi là dentro?>> disse indicando con un cenno il carillon. <<Che cosa?>> esclamò Tara con un filo di voce. <<Siete sordi o che? Se quei lobotomizzati della Setta sono riusciti a mandarci Christy, dovreste riuscirci anche voi…Spero>>. <<Non è così facile…E poi tu non hai idea dei rischi che correresti se…>> tentò il signor Giles, ma il vampiro non lo lasciò finire. <<Non me ne potrebbe fregare di meno. E poi, diciamoci la verità, ormai non ho molto da perdere.>> <<Anche ci riuscissimo, resteresti intrappolato per sempre e non potremmo riportarti indietro>>  <<E chi vi dice che io vorrei tornare? Se Crystal è là dentro, allora il mio posto è accanto a lei.>> ribatté deciso. Dopo altre obiezioni, finalmente si arresero e cominciarono a ridisporre tutto per il rito.

Intanto, Buffy decise di fare un ultimo tentativo per dissuadere Spike. <<Capisco che tu ti senta in colpa per quello che le è successo, ma tutto questo non servirà a niente. Farsi rinchiudere in quel carillon non è la soluzione per risolvere tutto>> <<Secondo me lo è>> replicò Spike, poi si voltò a guardarla <<Come mai ti preoccupi tanto? Tu e i tuoi amici non correte rischi…Se non ti conoscessi potrei iniziare a pensare che ti piaccio>> <<Non mi piacevi sei anni fa, e da allora non ho cambiato idea, sta tranquillo. E’ solo che…Oh, non so neanch’io perché mi preoccupo tanto! In fondo sono affari tuoi>> concluse.  <<L’hai detto: sono affari miei>> disse alzandosi e andando a prendere una tazza di quella brodaglia che Anya si ostinava a chiamare caffè. Willow si avvicinò a Buffy <<Io lo so perché l’idea di quello che gli succederà ci inquieta tanto>> disse piano lanciando un breve occhiata in verso Spike. <<Perché?>> chiese Buffy. <<Perché, in fondo…Ormai siamo abituati ad averlo intorno. E anche se in modo…non esattamente positivo, è stato parte della nostra vita>>. <<Credo che tu abbia ragione, Will.>> le sorrise Buffy. In quel momento Giles avvertì che era tutto pronto.

Il carillon venne nuovamente posto ne centro esatto del cerchio, mentre Spike doveva stare in piedi di fronte ad esso esattamente sulla riga che delimitava il cerchio centrale. <<Fai attenzione, ora>> si raccomandò Giles. <<Tu dovrai restare in silenzio perfetto, qualunque cosa succeda. Se dici anche solo una parola, l’equilibrio che regola le energie scatenate dal rito verrà compromesso, e le conseguenze sarebbero inimmaginabili>>. <<Ricevuto. Non mi sentirete neanche respirare>>. <<Ma che spiritoso>> commentò acida Anya. <<Silenzio, anche voi in piccionaia>> li richiamò Giles. <<Allora, cominciamo>>. Lui, Willow e Tara si sistemarono nuovamente a triangolo intorno ai cerchi, e iniziarono con l’invocazione. Le misteriose e incomprensibili parole proferite suonavano molto minacciose. La luce che scaturì dai cerchi e avvolse Spike e il carillon, questa volta sembrava molto fredda. Un colpo di vento gelido spalancò la porta, mentre dense nubi nere si addensavano sopra al negozio. Attraverso la porta spalancata, gli spettatori del rito videro cadere sei fulmini uno dopo l’altro mentre l’invocazione proseguiva. Un settimo fulmine sembrò attraversare il soffitto e colpire sia Spike che il carillon. Mentre il tremendo vortice d’aria creatosi la gettava indietro, Tara vide Spike mordersi le labbra per non gridare dal dolore. Quando la luce fredda si dissolse completamente, Spike era svanito nel nulla, al contrario del carillon che non si era mosso di un millimetro, nonostante quanto era accaduto. Down andò a prenderlo, lo posò delicatamente sul tavolo e tutti quanti si riunirono introno ad esso. <<E adesso chi è che ha il coraggio di aprirlo?>> disse Tara. Nessuno rispose, e tutti si limitarono a fissare il carillon sperando che succedesse il miracolo e che si aprisse da solo. <<Oh, quante storie! Vorrà dire che lo farò io>> sbuffò Anya avvicinandosi e sollevando il coperchio. Le note di “Per Elisa” iniziarono a diffondersi nella stanza, e tutti poterono vedere che la bambolina non era più sola. Adesso danzava appoggiando la testa sulla spalla del suo cavaliere, che la teneva stretta fra le braccia e non l’avrebbe lasciata mai più. 

Il carillon non aveva più quell’aura di tristezza intorno a se, ora che i due cuori si erano riuniti ed erano entrambi sereni e felici. 

 

 

Fine

 

 

 

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