JUST FRIENDS

AUTRICE: Lyla ( lylalay@virgilio.it

 

 

DISCAIMER : i personaggi descritti non sono di mia creazione ma appartengono a Joss Whedon e alla WB.

 

AVVETENZE

Se siete allergici alle storie romantiche e strappacuore…

Se detestate Spike, o comunque vorreste vederlo single…

Se “Cotto” (Crush) vi ha fatto venire il voltastomaco…

Questo racconto NON fa per voi. 

Se invece volete provare a leggerlo, tenete presente che occupava 13 pagine di Word.

Vi consiglio, pertanto, di scaricarlo e leggerlo con calma.

Buona lettura.

 

 

Spike era furioso. Ce l’aveva con Buffy, con i “piccoli cacciatori”, con tutti e con tutto.

Una ragazza lo urtò mentre camminava. <<Ehi, sta’ attenta a dove cammini>> le gridò contro. In realtà sapeva benissimo che stava sfogando tutta la sua frustrazione con un sconosciuta qualunque.  <<Mi dispiace…Non ero attenta>> rispose alzando su di lui i suoi occhi verdi.

<<Beh, vedi di darti una svegliata, tesoro>> la apostrofò. <<Mi dispiace…Mi scusi ancora>> mormorò allontanandosi.

Anziché andarsene, Spike rimase fermo a guardarla mentre si allontanava. Perché non riusciva a smettere di fissarla? Forse perché…c’era qualcosa nei suoi occhi, qualcosa che l’aveva colpito.

La ragazza raggiunse l’angolo e, dopo aver diligentemente atteso il verde, cominciò ad attraversare la strada. Era giunta esattamente al centro quando arrivò la macchina.

L’auto sembrava quasi essersi materializzata dal nulla. Correva a tavoletta, e non aveva la minima intenzione di rallentare. Puntava dritto sulla ragazza.

Spike comprese immediatamente le intenzioni dell’autista. Senza pensarci neanche un attimo, si gettò attraverso la strada, e la spinse via. Poi sentì un dolore tremendo alla schiena.

L’ultima cosa che vide fu l’asfalto della strada. 

 

Era tutto confuso quando aprì gli occhi. Cercò di guardarsi intorno e finalmente capì che si trovava nella cripta che aveva scelto come casa. Ma come diavolo c’era arrivato?

Improvvisamente la porta si aprì ed entrò la ragazza degli occhi verdi. <<Buonasera. Finalmente si è svegliato.>> disse sorridendo sollevata. <<Salve…Uhm, sa dirmi come sono arrivato qui?>> <<Vi ci ho portato io. Mi ha accompagnata un demone che la conosceva>> <<E posso sapere chi è lei?>> <<Io sono Crystal, ma tutti mi chiamano Chris. Coma preferisce, signor…>> <<Spike. Nessun signore.>>. Fece per alzarsi ma lei lo fece rimanere sdraiato <<Non devi assolutamente muoverti. Potrebbe essere pericoloso.>> <<Sciocchezze>> <<Niente affatto. Tu non ti muovi da lì>>.

La ragazza gli disse poi che era stato molto fortunato: la macchina l’aveva colpito solo di striscio, comunque non era il caso di sfidare la sorte.

Lo ringraziò per averle salvato la vita e lo informò che aveva intenzione di venire tutti i giorni a prendersi cura di lui fino alla sua completa guarigione. Spike tentò debolmente di protestare, ma Crystal disse che era il minimo che potesse fare, e tutto ciò non ripagava neanche lontanamente il suo debito.

Prima di andarsene, la ragazza si guardò a lungo in giro, studiando attentamente la tomba. Poi se ne uscì con una strana frase: <<Bello questo posto. Mi piace come ti sei sistemato>> e se ne andò.
Spike rimase a fissare la porta stupefatto: una ragazza normale non avrebbe mai detto una cosa del genere.
A pensarci bene, quella ragazza aveva qualcosa di strano.

 

La ragazza tornò per quattro sere ancora. La quarta però accadde qualcosa che nessuno dei due si sarebbe aspettato.

Stavano chiacchierando del più e del meno, quando la porta si spalancò di colpo e quattro vampiri entrarono. Spike non li aveva mai visti prima d’allora.

Spaventata, Crystal aveva fatto alcuni passi indietro. Uno dei vampiri la guardò e, sorridendo con aria crudele, disse ai compagni: <<Il nostro signore sarà soddisfatto del nostro lavoro>>. I quattro fecero per avvicinarsi alla ragazza, Spike tentò di alzarsi per sbatterli fuori, ma una fitta dolorosissima lo fece ricadere sulle coperte. I vampiri sghignazzarono. Crystal allora afferrò uno dei porta candele di ferro e cercò di contrastarli. Non ce l’avrebbe fatta però se Spike non avesse tirato in testa ad uno degli indesiderati ospiti un pesante candelabro. I tre furono costretti a battere in ritirata, ma prima di andarsene uno di loro urlò: <<Non sperare di sfuggirci. Tanto ti ritroveremo!>>.

Spike fissò Crystal e le chiese: <<Ma chi diavolo erano?>> <<Non lo so>> rispose lei evitando il suo sguardo. <<Sicura?>> <<Certo. Evidentemente mi avevano scambiata per qualcun’altra>>.

Spike continuò a fissarla, come se volesse leggerle nella mente.

<<Bene>> disse Chris visibilmente in imbarazzo << Si sta facendo tardi…Meglio che vada. >> cominciò ad avviarsi verso la porta. <<<Visto che stai meglio, allora domani non torno>> <<Va…Va bene>> disse Spike, tristemente sorpreso. La ragazza stava per uscire quando lui la richiamò <<Ehi…Ce l’hai un posto dove andare?>> <<Certo. Naturalmente>> rispose senza voltarsi. Se l’avesse fatto, lui si sarebbe accorto che mentiva.

La porta si chiuse dietro le sue spalle e Spike, con un sospiro, si rimise giù.

 

Erano passati tre giorni da quando Crystal occhi-verdi se n’era andata dalla sua vita, e Spike era tornato quello di sempre. O almeno così credeva. Credeva che non avrebbe mai più visto quella ragazzina, ma quando le strade di due persone si incrociano è difficile che riprendano poi il loro normale corso.

Era quasi l’alba, Spike stava tornando a casa dopo una pattuglia infruttuosa (almeno dal punto di vista Buffy), quando passando in un parco vide qualcuno che dormiva su una panchina. Era strano, ma aveva qualcosa di familiare. Si avvicinò e voltò delicatamente il viso della fanciulla. Era Crystal.

Spike era indeciso su come comportarsi: dopo un attimo di riflessione si chinò e prese in braccio la ragazza. <<Ma tu guarda cosa mi tocca fare!>> sbuffò mentre la portava a casa sua.

 

Quando Crystal aprì gli occhi, credette di stare ancora sognando: si era addormentata su una panchina nel parco e adesso si risvegliava in un letto! Si alzò a sedere e cominciò a guardarsi intorno. Fu allora che si accorse di Spike, che la osservava seduto su una poltrona. <<Buongiorno>> disse freddamente <<Salve>> rispose lei imbarazzatissima.    

Poco più tardi, non appena si fu rimessa all’onor del mondo, tentò di sgattaiolare via dalla porta ma Spike la bloccò.

La trascinò lontana dalla porta e bruscamente le ordinò di sedersi sul divano. Chris ubbidì, senza mai guardarlo in faccia. Spike iniziò a passeggiare su e giù nervosamente; poi si voltò verso di lei e fissandola con occhi di fuoco le disse: <<Si può sapere perché mi hai mentito?>>. <<E’ una storia molto lunga>> <<Ho tutto il tempo di sentirla>> rispose sedendosi accanto a lei e continuando a fissarla. Con un lieve sospirò, la ragazza iniziò.

 

<<Mi chiamo Crystal Conant e vengo dal West Virginia. Anche se dimostro appena 25 anni, sono nata nel 1930. Ma non sono una vampira. >> una pausa <<Almeno, non completamente. Tutto cominciò il 23 Giugno del 1956. Una data che non scorderò mai.>> questa volta la pausa fu più lunga. <<Erano più o meno le 11, io e la mia amica Edith stavamo tornando da una festa. Era molto scuro. Ricordo che c’erano dei ragazzi in moto, ed erano ubriachi. Noi credevamo che fossero dei semplici bulli senza troppo cervello, invece…Invece non era così. Erano dei vampiri. Lo scoprimmo nostro malgrado due isolati dopo averli incrociati, quando ci aggredirono. Edith fu uccisa, io al contrario me la cavai…Per modo di dire. Il vampiro che mi morse aveva bevuto molto ed era ubriaco fradicio. Non riuscì a finire il lavoro. Non completamente.>> <<Cioè?>> <<Cioè mi tolse troppo sangue perché potessi restare in vita, ma troppo poco perché potessi diventare un vampiro completo. Io sono un misto tra le due razze. Ho preso sia dall’una sia dall’altra. Non morii del tutto, perciò non persi l’anima come accade nella maggior parte dei casi. Io posso ancora uscire di giorno ma a dire la verità mi piace di più la notte, e posso nutrirmi sia di sangue sia di cibo normale. Mi rifletto ancora negli specchi, sono eternamente giovane e per essere uccisa credo di dover venire impalettata. Ho ancora bisogno del mio sangue per “vivere”. Infatti, seppur debolmente, il mio cuore batte. Ma così piano che non te ne accorgi nemmeno. Divento un vampiro solo in particolari stati d’animo.>>
<<C’è dell’altro, vero?>> chiese lui dolcemente.

<<Sì. I miei genitori erano molto religiosi e quello per loro fu una disgrazia tremenda. Un’onta terribile. Mi tenevano chiusa in casa, mi nascondevano a tutti dicendo che stavo male. Per loro ero una vergogna. Poi trovarono Annie, la mia migliore amica, morta. Con due buchi sul collo. I miei genitori credevano che fossi stata io, perciò ricavarono in soffitta una minuscola cella, ove mi chiudevano tutte le sere. Poi qualcuno uccise Jack, il mio ragazzo…O meglio il mio ex- ragazzo, giacché mi evitava come tutti gli altri. Stesso mondus operandi. E indovina a chi fu data la colpa? Fino alla terribile sera del 13 Novembre.>> si interruppe e Spike le passò un braccio attorno alle spalle <<Sentivo che stava per accadere qualcosa. Qualcosa di tremendo. Io glielo dissi ma loro non volevano credermi, dicevano che mi stavo inventando tutto, che ero una creatura di Satana. Li supplicai di non rinchiudermi…Ma non servì a niente.>> Spike le strinse forte la mano. <<Erano più o meno le 10 quando iniziò tutto. Loro…Loro entrarono in casa e uccisero tutti. Mi cercavano. Volevano me. Ma non trovandomi, presero la mia famiglia. Li uccisero tutti, dal primo all’ultimo. Io sentivo i miei urlare, e li sentivo frugare alla mia ricerca e battevo cercando di sfondare la porta. Ma la porta era robusta, ed io sono forte come una normalissime 26enne, almeno finché non mi invampirisco. E il lucernaio era troppo stretto. Poi divenni un vampiro, per la prima volta in vita mia. Sfondai la porta e quando scesi di sotto…Era troppo tardi. Se ne erano andati e gli altri erano tutti morti.>> <<Chi sono?>> <<Nel medioevo si fondò una setta di vampiri attorno a Deimos, un vampiro che si spacciava per profeta. In realtà era un truffatore, che per puro caso aveva azzeccato un paio di previsioni. Questo però bastò a creargli un seguito. Prima di venire impalato da Melisenda, la cacciatrice dell’epoca, scrisse un enorme volume di “sacre profezie”. Tra queste, una dice che la fine dei vampiri avverrà con la venuta un essere puro, che non ha mai perduto l’anima. I seguaci di quella setta, che esiste ancora oggi, si sono fissati che quell’essere sono io. Vogliono distruggermi e per farlo hanno cominciato dalla mia famiglia.>>

<<Scusa, ma come fai a sapere tutte queste cose?>>

<<Ho avuto quasi 50 anni per raccogliere materiale. E poi è meglio sapere da chi ti devi difendere.>>

<<Ricordi per caso il nome del tuo sire?>>

<<Si chiamava Flash>> 

A quel nome, Spike trasalì leggermente, poi riprese il controllo di sé e disse come nulla fosse. Quel vampiro lo conosceva bene, anzi era stato proprio lui a renderlo tale.

<<Tutto quello che mi hai raccontato non spiega però perché tu mi abbia mentito>>

<<Vedi…Spike…Il fatto è che>> iniziò visibilmente in imbarazzo <<Tu sei il primo che sia stato buono e gentile con me dopo tanto tempo. Io…Ho già procurato guai a tanta gente e non voglio aggiungerti nella mia lista. Capisci adesso perché è meglio che me ne vada?>>

<<Sì. Ma non mi importa. Tu resti qui.>>

<<Cosa!?>>

<<Non mi piacciono i prepotenti. Da oggi ti darò una mano io>>

E non ci fu verso di fargli cambiare idea. Chris, dopo molte rimostranze, riuscì a farsi convincere e si trasferì con le sue poche cose da lui, che dovette ricavare una stanza per lei nella cripta. Nonostante un po’ di freddezza iniziale, presto Chris riuscì a sapere da lui tutta la sua storia, dalla vampirizzazione all’amore per Buffy.

Con il passare del tempo, i due si trovarono pian piano legati da un sentimento che non avrebbero mai creduto di provare: qualcosa chiamato amicizia. Un’amicizia pura e profonda. 

 

<<Chris, avrei bisogno di un favore>> chiese Spik rientrando in casa. <<Pronta!>>. <<Ecco…Dovresti…Uscire con me>> <<Come, scusa?>> <<Sì, pensavo di farmi vedere in giro con una ragazza per…>> <<Per far ingelosire Buffy.>> <<Ehm, esatto>> <<Dammi due minuti e sono pronta. Dove si va?>> <<Al Bronze. Mettiti qualcosa di carino.>> 

 

<<Niente da fare, non c’è>> disse Spike guardandosi intorno <<Sarà meglio tornare a casa. ‘Stasera si va’ in bianco >> . Erano appena usciti dal locale quando Spike vide Tara. <<Quella è una sua amica, magari sa dov’é. Tu non muoverti da qui, torno subito>>. Dopo pochi minuti, arrivò anche Willow e dai loro discorsi Spike capì che le due ragazze stavano tornando a casa per conto loro. <<Si vede che oggi non è serata>> pensò mentre tornava indietro. Improvvisamente sentì un urlo: era la voce di Crystal. Si precipitò subito nel vicolo dove l’aveva lasciata, e la vide combattere contro tre vampiri. A dire il vero, non se la stava cavando male. Spike si scagliò contro il primo vampiro che gli capitò a tiro, e dopo una breve lotta riuscì ad impalettarlo. Un secondo vampiro lo colpì alle spalle con un spranga di ferro, lasciandolo stordito per un attimo. Il vampiro si scagliò su Spike per ucciderlo, quando improvvisamente si ridusse in cenere. Dietro di lui apparve Crystal con un paletto in mano. <<Tutto ok?>> chiese aiutandolo a rialzarsi. <<Sì, sto bene.>>. Si sentirono delle voci e dai passi.. <<Sta arrivando qualcuno. Filiamo>> disse Spike afferrandola per il polso e iniziando a correre. 

 

Due giorni più tardi, dopo l’ennesimo abbordaggio fallito, Spike si comprò un bel po’ di birra e si ubriacò. Dopo essere tornato a casa si sedette per terra, dinanzi al televisore che funzionava male. Furioso e depresso, cominciò a scagliare le bottiglie contro la parete. Chris, che era rimasta per tutto il tempo dietro la porta della sua stanza, sgusciò fuori e si mise ad osservarlo dall’ombra. Sentì allora che inveiva contro Drusilla, Harmony, Buffy, e contro le donne in generale e che piangeva. Intenerita, uscì dall’ombra e inginocchiatasi accanto a Spike, gli asciugò le lacrime e cercò di consolarlo.

<<Spike, non fare così. Ti prego. Hai solo avuto sfortuna. Hai trovato della approfittatrici e so che può sembrare strano detto da me. Prima hanno fatto la scenetta della povera fanciulla debole e indifesa, poi una volta raggiunto il loro scopo…Ciao. Arrivederci. E’ stato bello. Addio. Spike, tu sei un ragazzo d’oro e quelle non ti meritavano>>

<<Siete tutte contro di me…Si può sapere cosa vi ho fatto?…Prima o poi mi mollate tutte, come un cane. Anche tu lo farai, prima o poi, >>

<<E’ qui che ti sbagli. Io non farei mai una cosa del genere…Sei l’unico amico che ho ed io non voglio perderti>>

Poiché Spike non accennava a smettere, lei gli si piazzò davanti e lo costrinse a guardarla negli occhi.

<<Spike, io ora ti darò una prova di quello che dico. Ti faccio una promessa solenne. Un giuramento. Io prometto di non lasciarti mai e di esserti sempre vicina. Io sarò sempre tua amica, Spike>> concluse guardandolo con dolcezza.

<< Sei l’unica persona al mondo che mi stia vicino senza secondi fini. Ti voglio bene, Chris.>> 

<<Anch’io ti voglio bene, Spike>> disse abbracciandolo.

 

Era passato dell’altro tempo e i nostri due amici, oltre che con la setta, avevano non pochi guai  finanziari. Erano alcuni giorni che Spike tirava la cinghia, ma il sangue calava e non aveva modo di rinnovare le scorte, essendo al verde. Per aiutarlo, Crystal riuscì a farsi assumere come commessa in un negozio di dischi. Era un lavoro part-time, ma almeno avrebbe permesso loro di avere meno preoccupazioni economiche. Purtroppo il sangue finì prima del previsto, e mancavano ancora diversi giorni all’arrivo della prima busta paga. Intanto Spike non mangiava da due giorni.

Un pomeriggio, prima di andare al lavoro, Chris indugiò a lungo in “bagno” e quando ne uscì andò in “cucina” a dare un’occhiata in frigo. Ne tornò poco dopo con una tazza colma di sangue.

La porse a Spike dicendo <<Questo ci era sfuggito. E’ pochissimo, quindi tanto vale che lo mangi subito.>>. Il vampiro non se lo fece ripetere due volte: dopo aver bevuto lentamente il sangue, dichiarò di sentirsi già molto meglio.

<<Era da molto che non bevevo del sangue così buono. Doveva essere veramente di prima qualità.>> poi spostò il suo sguardo verso la ragazza <<Crystal, sei sicura di sentirti bene? Mi sembri un po’ strana. Forse è meglio che tu non vada a lavorare oggi>> A quelle parole Chris sobbalzò. <<No, no. Ti assicuro che mi sento benissimo.>>   <<Sicura?>> <<Sicurissima. Non preoccuparti, è solo che non ho dormito molto bene.>> <<Sarà…>> <<Meglio che vada o farò tardi. Ci vediamo dopo l’orario di lavoro.>> <<A più tardi>>

 

Le ore passavano, l’orario di lavoro era finito da un po’ ma di Crystal neanche l’ombra. Spike era fuori di sé e non passava minuto che nella sua testa si affacciassero le più disastrose supposizioni. Chris finiva di lavorare alle 6 e per le 6.30 riusciva ad arrivare a casa. Alle 7 non era ancora tornata e Spike era fuori di sé. Temeva che i seguaci di Deimos l’avessero catturata, e si sentiva impotente perché non essendo ancora tramontato il sole, non poteva uscire a cercarla. Continuava a sbirciare fuori dalla finestra, sperando di vederla arrivare. <<Ma quanto ci mette questo maledetto sole a tramontare?>> ringhiò guardando fuori per la centesima volta. In quell’istante suonò il suo cellulare e Spike si precipitò a rispondere. <<Pronto?>> <<Il signor William?>> gli rispose una voce sconosciuta al telefono <<Sì, sono io>> <<Buonasera, sono il principale della signorina Conant.Volevo avvertirla che la signorina Conant è svenuta poco prima dell’orario di chiusura.>> <<Ma …Che cos’ha?>> <<Non lo so esattamente. L’abbiamo portata al Sunnydale General.>> <<La ringrazio. Sarò lì appena possibile>> e riattaccò. Si prese le testa tra le mani e mormorò <<O mio Dio, ti prego, fa che non sia niente di grave>>

 

Un’ora dopo, appena tramontato il sole, Spike uscì di casa e si diresse immediatamente verso l’ospedale. All’accettazione si fece dire il nome del medico che l’aveva in cura e corse a parlargli. <<Dottor Bernard, mi scusi. Sono un amico della signorina Conant e vorrei sapere…>> <<E’ un parente?>> <<Ecco…Veramente no>> <<Mi dispiace, ma non posso dare le informazioni al primo che capita. Buonasera>> fece per allontanarsi ma il vampiro lo trattenne <<Senta, non potrebbe fare un’eccezione? Vede, i suoi parenti stanno nel West Virginia e non sono ancora stati avvertiti. Se non è nulla di grave, potrebbero anche risparmiarsi un viaggio lungo e faticoso per delle persone che hanno già una certa età>>. Poiché il medico non sembrava ancora convinto, aggiunse <<<E poi io non sono il primo che capita. Vede, io sono il suo fidanzato>> <<In tal caso penso che si possa fare. Vede, la sua fidanzata ha inspiegabilmente perso molto sangue, per questo è svenuta. Le abbiamo fatto una trasfusione e rimarrà in osservazione da noi solo per un paio di giorni. Non è nulla di cui preoccuparsi.>> Mentre parlava a Spike tornarono in mente il sangue che aveva bevuto e la siringa sporca che aveva visto in “bagno” a casa sua. <<Posso vederla?>> chiese con un filo di voce <<Sì, è sveglia ma non la faccia stancare troppo>>.

Il vampiro entrò nell’asettica stanza d’ospedale. Chris si voltò lentamente e gli sorrise. Spike cominciò a passeggiare su e giù, poi prese una sedia e si sedette accanto a lei. <<Quel sangue che ho bevuto…Era il tuo, vero?>> Chris mosse leggermente la testa in senso affermativo. <<Perché? Perché l’hai fatto? Hai rischiato grosso, lo sai?>> Chris gli fece cenno di avvicinarsi e sussurrò <<Perché ti voglio bene. Spike, tu sei l’unico amico che ho.>> Imbarazzato, si limitò a stringerle la mano.

Quando, due giorni dopo, Chris tornò a casa, Spike le si mise davanti e le disse: <<Non fare mai più una cosa del genere. Capito?>> <<Sì>> rispose Chris. Commosso, Spike l’abbracciò e la strinse forte.

 

Circa tre settimane dopo successe il disastro. Dopo essere stato respinto da Buffy per l’ennesima volta, Spike si fermò in un pub prima di tornare a casa. Ritornò circa tre ore dopo, completamente ubriaco. Non si reggeva bene sulla gambe, tanto che cadde a terra, piantando fuori un bestemmia tremenda. Crystal, svegliata dal rumore, andò a vedere cosa fosse successo. <<Va tutto bene, Spike?>> gli chiese avvicinandosi. <<Sì, certo… come no>> biascicò il vampiro. <<Credi di essere la più forte non è vero, cacciatrice?>> <<Spike, cosa stai dicendo?>> chiese Crystal spaventata <<Io ti amo! Farei qualunque cosa per te! E tu…Lo vedi come mi hai ridotto?! Prima mi hai fatto perdere la testa, poi mi hai gettato via, come un straccio!>> <<Spike, ti prego smettila>>  <<Credi di avermi messo al guinzaglio, ma ti sbagli! Ora ti farò vedere io cosa sono capace di fare!>>. Mentre parlava, Spike si avvicinò minaccioso a Crystal, poi l’afferrò per le spalle e la baciò selvaggiamente. La ragazza riuscì a divincolarsi e tentò di chiudersi in camera sua, ma Spike spalancò la porta con un colpo prima che lei potesse chiuderla. <<Spike, cerca di ragionare…>> tentò di dire, ma lui non la sentiva neanche. La gettò sul letto e in attimo le fu addosso. Cercò di farlo cadere, ma non ci riuscì perché lui la teneva bloccata. <<Spike ti prego…>> mormorò mentre lui le stappava via i vestiti. Il vampiro iniziò a baciarla sul collo, sulle spalle, sul viso. Crystal pianse in silenzio. A un certo punto Spike le sussurrò all’orecchio, con aria demoniaca << Una volta ho ucciso una ragazza, mentre stavamo facendo l’amore. E’ stato bello. Non mi dispiacerebbe ripeterlo con te. Poteri ucciderti, lo sai? Potrei morderti ora, e tu non potresti fare nulla per impedirmelo.>>. Dopo aver detto queste parole, Spike avvicinò il suo viso al collo della ragazza. Chris sentì le labbra del vampiro conto la sua pelle. Sentì la sua bocca. Ma non la stava mordendo.

 

Spike si svegliò verso mezzogiorno con un tremendo mal di testa. <<Ma dove diavolo sono?>> si chiese alzandosi. Poi, con un brivido di paura, riconobbe la stanza. Tentò di convincersi che era forse, tornando a casa ubriaco…No, Crystal l’avrebbe sicuramente aiutato ad arrivare ala sua stanza. Perché era lì? Con calma, cercò di rimettere ordine nella sua testa. Era tutto confuso…Gli sembrava vagamente di essere tornato a casa…e poi di aver sognato di fare l’amore con Buffy. Eppure quel sogno, benché confuso sembrava molto realistico…<<O cavolo!>> disse ad un tratto. <<No! Non posso averle fatto questo!>>. Crystal non era in casa, e lui non poteva andare a cercarla. <<Magari mi sbaglio, magari era solo un sogno. Sì, era solo un sogno>> mormorò accasciandosi sul divano. Eppure il dubbio non lo abbandonava.

 

Crystal era fuori dalle 9 del mattino. Aveva camminato per ore, senza neanche rendersi conto dove andava, cercando solo di stare alla larga dalla tomba. Erano quasi le due: il sole picchiava forte. Era arrivata fino a quello che sembrava il campus di una università. Camminò nei vialetti vuoti sotto il sole cocente. Infine, stanca morta, si lasciò cadere su una panchina e iniziò a piangere. Era lì da una mezz’oretta, quando qualcuno si avvicinò. <<Ti senti male?>> le chiese una voce femminile. Alzò gli occhi e si trovò davanti Buffy. Scosse la testa. <<Senti, lo so che non ci conosciamo ma…Se hai qualcosa che non va, puoi provare a parlarne. Ti farebbe bene, sai?>>. Crystal annuì in silenzio. <<Non sei obbligata a farlo, se non vuoi>> disse Buffy sedendosi di fianco alla ragazza. Dopo un lungo silenzio, senza mai alzare gli occhi, disse <<Mi chiamo Crystal. Non sono di qui. Non studio neanche all’università qui, perciò forse dovrei andarmene>>. Fece per alzarsi, ma Buffy la trattenne dolcemente. <<Allora, Crystal, cosa ti è successo?>> <<Io…Io vivo con un ragazzo. C’è, non stiamo insieme, siamo solo amici. Lui è stato scaricato da due ragazze di fila. Poi si è innamorato di un’altra. Ma lei non lo guarda neanche e lui ci sta così male…E’ veramente pazzo di lei. Io l’ho conosciuto poco tempo fa, ero appena arrivata in città…Lui è stato gentile con me. Ma l’altra sera l’ha vista di nuovo. Si deve essere fatto avanti e lei deve averlo respinto un’altra volta. Così prima di tornare a casa si è ubriacato. Era ubriaco fradicio. Credeva che io fossi lei e...e…>>. A quel punto la voce le morì in gola. <<Ti ha picchiata?>> chiese Buffy. Crystal scosse la testa, mentre le lacrime scorrevano lungo il suo viso. <<Vuoi dire che ti ha…violentata?>>. <<Sì…No…Non proprio>> sussurrò Crystal. <<Che significa?>> chiese stupita Buffy. <<Ecco…Io …Lui è così dolce, così carino…Ammetto di aver pensato a lui in un certo modo, qualche volta…Diciamo che, in un certo senso ero consenziente>> <<Non giustifica quello che ha fatto. Forse dovresti denunciarlo>> <<No, non potrei mai. E poi sono certa che non voleva farlo davvero>> <<Sarà…>> rispose Buffy dubbiosa. Le due ragazze rimasero a lungo in silenzio. <<Sai una cosa?>> disse Crystal <<In fondo non mi importa di quello che mi ha fatto. Non è stato nulla di grave, in fondo. La cosa che più mi fa male è che…Lui non voleva me.>> Buffy le strinse la mano. <<Ora è meglio che vada>> si riscosse Crystal <<Grazie per avermi ascoltata>>. <<Figurati>> rispose Buffy mentre la guardava allontanarsi. Improvvisamente Crystal si voltò indietro: << Per favore, non dire niente a nessuno di quello che ti ho raccontato>>. <<Contaci>> le rispose Buffy

 

Non appena calò la notte, Spike uscì di casa e cercò Crystal in tutta la città. La trovò in un angolo in un vicolo, che cercava di nascondersi. La afferrò per un braccio e la costrinse ad alzarsi. <<Spike, per favore…>> mormorò lei spaventata. <<Non ti faccio niente, Crystal. Non aver paura>>. La condusse a casa e la fece sedere sul divano. Poi si inginocchiò dinnanzi a lei. <<Crystal, io ti giuro che non ricordo assolutamente cosa è successo stanotte. Qualunque cosa ti abbia detto o ti abbia fatto…Sappi che mi dispiace. Io…Io ti giuro, Crystal, che non volevo. Ero ubriaco, non capivo cosa facevo…Senti, può darsi che ti abbia fatto del male ma, ti prego, perdonami. Non avrei mai voluto fartene. Ti supplico, ti scongiuro, perdonami!>>. Crystal rimase in silenzio senza guardarlo. Poi sussurrò <<Mi hai fatto paura, Spike.>> <<Perdonami. Non volevo. Giuro che non mi comporterò mai più così.>>. Crystal iniziò a piangere e Spike la abbracciò. Lei non si sottrasse al suo abbraccio.

<<Ti prego, perdonami>> le sussurrò all’orecchio. <<Io ti perdono.>> rispose Crystal tra i singhiozzi.

 

Era quasi ora di andare a dormire, quando Spike si affacciò nella camera di Crystal. Il letto era ancora sfatto, con le lenzuola in disordine. Lei gli si avvicinò alle spalle. <<Crystal>> le chiese senza guardarla <<Tu e io…abbiamo fatto…>> <<No>> mentì lei. <<Grazie al Cielo!>> rispose lui sollevato <<Non me lo sarei mai perdonato se ti avessi fatto una cosa del genere.>> 

 

Seguì un periodo di relativa calma. Ma una sera Chris non tornò a casa dal lavoro. Inizialmente Spike non si preoccupò: era il suo turno per la spesa e perciò sarebbe rientrata più tardi del solito. Uscì per una breve pattuglia e dopo due isolati si imbatté in alcuni sacchetti della spesa, rovesciati per terra. Da un contenitore rotto usciva del sangue. Spike comprese che Chris era stata catturata dalla setta di Deimos, e la cosa lo fece arrabbiare non poco. Tempo prima aveva saputo che la base della setta era un’antica cappella sconsacrata e vi si recò immediatamente. Mentre tentava di entrare furtivamente venne colpito alle spalle e catturato.

Venne risvegliato poco dopo da una secchiata d’acqua gelida: si trovava incatenato ad un altare semidistrutto. Attorno a lui c’erano degli strani tipi con delle tonache: tra di loro ne spiccava uno in particolare. Il Gran Sacerdote di Deimos.

<<Molto bene, miei fidi. Così mi avete portato il…Vampiro con la museruola.>> disse questo beffardo. <<Dillo un’altra volta e vedrai quanto sia fragile la mia museruola!>> disse Spike tentando di alzarsi. L’altro lo ignorò e si rivolse ad una cinquantina di vampiri presenti nella cappella: <<Miei cari fedeli, il gran giorno è finalmente giunto. Oggi verrà estirpata per sempre la grave minaccia che posa sul nostro capo. Oggi uccideremo colei che avrebbe dovuto rappresentare la nostra fine>> ad un suo cenno, due adepti uscirono e rientrarono trascinando Crystal, che non smetteva di dibattersi.

Il sacerdote continuò: <<Che oggi sia giorno di giubilo! Renderemo grazie al nostro signore Deimos con un doppio sacrificio: la nostra grande nemica e codesto indegno vampiro, che ha osato rinnegare il Signore delle Tenebre Eterne.>>

<<Sì, certo, come no! Svegliatemi quando il vecchio idiota ha finito>> disse Spike e allora uno degli adepti lo colpì. <<No!>> urlo Crystal <<Vi prego, lasciatelo andare! Lui non vi ha fatto niente!>>. Il sacerdote si voltò verso di lei e con un ghigno demoniaco disse: <<A quanto pare tieni molto a lui. Bene. Allora…Vorrà dire che lo ucciderò per primo>>. Prese un paletto da un vassoio d’argento, poi si avvicinò a Spike – che tentava invano di rompere le catene – e lo brandì alto sopra la testa. In quel momento Crystal lanciò un urlo disperato e si tramutò in vampiro. Afferrò i due che la trattenevano e li scagliò contro il sacerdote. Uno degli adepti si avvicinò per uccidere Spike ma il vampiro riuscì a spezzare le catene e a bloccarlo. Dopodiché corse in aiuto di Crystal. I due riuscirono a tener fieramente testa alla torma di vampiri, uccidendone anche molti, ma poi furono costretti a battere in ritirata.

Una volta tornati a casa, i due si barricarono dentro, sprangando ogni accesso possibile. Una volta che furono sicuri che quelli della setta per quella sera non avrebbero più dato loro fastidio, Spike suggerì a Crystal di andare a dormire. Lei assentì.

Più tardi però, Spike si alzò per andare a dare un’occhiata fuori e sentì degli strani rumori che provenivano dalla stanza di Crysal. Temendo che i vampiri della setta fossero tornati, spalancò di colpo la porta e si trovò dinanzi uno spettacolo orribile. Crystal, spaventata, lasciò cadere alcuni vestiti che stava per mettere nella sua valigia, che era aperta sul letto. <<Che cosa stai facendo?>> disse Spike con voce gelida <<N…Niente>> disse Chris arretrando. Spike entrò e avvicinatosi al letto gettò giù la valigia urlando: <<Tu stavi facendo i bagagli!>> <<No!>> <<Sta’ zitta! Tu volevi andartene! E’ così? E’ così?>> urlando si avvicinò a Crystal e la sbatté contro il muro, continuando poi a tenervela inchiodata. <<Spike, mi fai male>> mormorò Crystal tra le lacrime <<Scusa. Mi dispiace. Ti prego Chris, non piangere. Mi dispiace io…Ho perso il controllo>> disse piano mentre la abbracciava. <<Non voglio che tu te ne vada. Non voglio perdere l’unica persona cara che ho al mondo.>> <<Spike, ti ho gia messo nei guai a sufficienza. Credimi è meglio per te che me ne vada>> <<No. Cosa sia meglio per me lo decido io. E per me è meglio che tu resti>> <<Spike, ti prego, lasciami andare via. Non potrò mai andarmene se dici così. Ti prego, sei in pericolo finché resto con te>> <<Il pericolo è il mio mestiere, bambina. E non ti lascerò andare.>> <<Spike…>> mormorò lei mettendosi a singhiozzare <<Su, non piangere. Ci sono qui io. Non permetterò a nessuno di portarti via, capito? A nessuno>>

 

Arrivò l’inverno, e per poco Spike non fu in grado di mantenere la promessa. Una sera Crystal tornò a casa esausta. <<Che cos’hai, Chris? Non ti senti bene?>> le chiese subito Spike <<Mi sento tanto stanca…Mi gira un po’ la testa.>> disse prima di cadere a terra. <<Crystal!>> urlò Spike <<Andiamo, piccola, non farmi brutti scherzi>>. Le appoggiò le labbra sulla fronte: scottava. Aveva la febbre molto alta. Spike si spaventò moltissimo: non sapeva cosa fare. Era passato tanto tempo dall’ultima volta che era stato male. Mise la ragazza a letto, le appoggiò una pezza bagnata sulla fronte e riuscì ad accendere persino il fuoco. Ma tutto sembrava inutile: Crystal stava sempre peggio e Spike era fuori di sé. Si sentiva impotente e aveva una tremenda paura di perderla. Al colmo della disperazione, uscì e si recò all’università dove studiava Buffy. Ma non era per lei che andava lì. Attese pazientemente di avere a tiro le due streghe, poi le stordì e le portò via con sé.

Liberò le due ragazze una volta arrivate in camera di Crystal. Poi ordinò loro di fare un incantesimo, una magia o qualunque altra cosa per guarirla: se occorreva loro qualche ingrediente speciale, lui gliel’avrebbe procurato. <<E se non riusciamo a guarirla?>> domandò Tara, costatando le gravi condizioni della ragazza <<Spero per voi che ci riusciate…>> rispose l’altro minaccioso.

Le due ragazze decisero di spedirlo al negozio di magia, nella speranza che qualcuno lo notasse. Il loro piano si realizzò in parte: fu Xander a vedere Spike e a seguirlo fino alla sua tomba. Qui tentò di liberare le due ragazze ma venne sorpreso. Spike stava quasi per ammazzarlo, quando dal letto della ragazza si alzò una flebile voce: <<Spike…>>. Come folgorato, il vampiro lasciò andare il povero Xander e si precipitò al capezzale di Crystal. <<Sono qui, Chris. Sono accanto a te.>> <<Spike…Sto male>> <<Sshhh, non ti preoccupare, andrà tutto bene adesso. Queste ragazze ti cureranno, ti faranno guarire, vedrai. E tornerà tutto come prima. Adesso riposati.>> <<Spike, ho paura…>> <<Non preoccuparti. Andrà tutto bene, ci sono io con te>> <<E se dovessi…morire?>> <<Ma che sciocchezze dici! Tu non morirai! Non permetterò che accada! Tu devi restare con me, ricordi?>> <<Spike, ti voglio bene>> <<Anch’io Chris, anch’io. Ora ti lascio con le ragazze>>. Si voltò verso Tara e Willow, che erano rimaste a fissarlo stupefatte da un cantuccio, e disse loro di mettersi al lavoro. Poi uscì all’aperto, portando Xander con se. <<Meglio lasciarle lavorare.>>disse. Xander non riusciva a smettere di fissarlo: ma era davvero Spike, quello che aveva parlato con tanta dolcezza a quella ragazza febbricitante? Quasi non poteva crederci. Intanto, Spike, non riusciva a smettere di fissare la finestrella della camera di Chris e fumava una sigaretta dietro l’altra. Sembrava preoccupato e nervoso. Poi lentamente cominciò a parlare. Ma non era rivolto a Xander, mormorava una specie di litania. Il ragazzo si avvicinò e sentì che il vampiro ripeteva: <<Fa che non muoia, ti prego, non lasciarla morire. Lei è così pura, così innocente. Non ha fatto nulla di male. Ti prego, se proprio vuoi prenderti qualcuno, prendi me ma non togliermela, ti prego. Tutto tranne lei.>> Impressionato, Xander gli appoggiò la mano sulla spalla e gli disse semplicemente: <<Coraggio>>. Spike, tra le lacrime che gli rigavano il volto, iniziò a raccontargli, a voce bassa, quello che Chris aveva fatto per lui.

<<Lei mi è sempre stata vicino. E non perché la proteggo, no, fosse per lei se ne andrebbe anche domani. Ha paura di mettermi nei guai. Però lei c’è sempre quando torno; ha promesso che non mi lascerà mai. Ha detto che sarà mia amica per sempre. Mi ha dato il suo sangue. Mi ha fatto mangiare il suo sangue quando non ne avevo più. E a lei serve ancora, il suo sangue. Ha detto che non vuole perdermi. Le ho promesso che l’avrei sempre difesa ma lei voleva andarsene per proteggermi.>> si voltò verso Xander <<Lei è un angelo. Sì, lei è un angelo.>> tornò a fissare il vuoto dinanzi a sé <<Sai, Xander? E’ incredibile come ci si illuda, talvolta>> <<Che vuoi dire?>> <<Credevo che fosse lei ad avere bisogno di me. E invece mi sbagliavo>> <<Davvero?>> <<Sì. Sono io che ho bisogno di lei. E c’era bisogno che rischiasse di morire perché io me ne accorgessi.>>. I due rimasero in silenzio, poi Spike sbottò <<Se muore, io la seguo. Ma sì, in fondo cosa mi trattiene? Buffy non vuole neanche vedermi, le altre vampire mi considerano uno zoppo…Lei è tutto quello che ho. Se se ne va, che cosa mi resta?>>

In quel momento, la porta si aprì ed uscì Willow. <<Sta meglio, vero?>> chiese Spike con aria implorante <<Non funzionano. Gli incantesimi non servono, anzi peggiorano la situazione. Bisogna portarla all’ospedale.>> <<No!>> urlò Spike <<Lei resta con me>> <<Ragiona un attimo. Se non la porti all’ospedale morirà!>> <<Lei non si muove da qui!>> <<Spike>> disse Xander <<Se le vuoi davvero bene, devi lasciarla andare>>. Il vampiro rimase in silenzio. <<Spike, devi deciderti!>>. <<Va bene>> mormorò alla fine <<Portatela via>>. Willow e Tara, aiutate da Xander e con molta fatica, riuscirono a portare Crystal all’ospedale. Fu una fortuna, poiché la ragazza non sarebbe sopravvissuta se non l’avessero fatto.

Due giorni dopo il ricovero, Spike riuscì finalmente a trovare il coraggio di andarla a trovare. Si sedette silenziosamente accanto a lei e attese che aprisse gli occhi. Quando Chris lo vide, sorrise e gli disse << Ehi>> <<Ehi>> rispose lui sorridendole dolcemente.

 

Crystal era appena tornata a casa, quando una sera Spike tornò prima del solito. <<Qualcosa non va?>> gli chiese lei vedendolo agitato. <<La Cacciatrice…Sta venendo qui. Temo che non abbia apprezzato il rapimento dei suoi amichetti>> <<Allora le dirò tutto. Così capirà e non ti farà niente.>> <<No. Non voglio che ti veda.>> <<Perché?>> <<Potrebbe portarti via da me. E io non voglio>> <<Spike…>> non poté finire la frase, perché si sentì qualcuno battere furiosamente alla porta. <<E’ lei. Nasconditi, presto!>> disse afferrandola e rinchiudendola nella sua stanza. Spike aveva appena bloccato la porta con una lastra di marmo che Buffy entrò come una furia.

 

Crystal li sentiva lottare. Avrebbe tanto voluto aiutare Spike, ma la porta era bloccata. La lastra era molto pesante, ma spingendo con tutte le sue forze riuscì ad aprire la porta un pochettino. Riusciva appena a guardare fuori. Di colpo si sentì mancare. Buffy, la cacciatrice, la ragazza che Spike amava e che ora lo stava pestando, era la stessa persona con cui si era confidata quel giorno al campus.

 

Quando finalmente Buffy se ne fu andata, Crystal riuscì ad aprire la porta e a soccorrere il povero Spike. Mentre lo aiutava a stendersi sul letto, Crystal mormorò: <<E’ stata tutta colpa mia. Non avresti dovuto farlo!>>. Spike le accarezzò il volto e le disse <<Non preoccuparti. In fondo, non mi capita spesso di ricevere la visita di Buffy>>

 

Una sera Spike la portò fuori dopo cena. Non era un caso: aveva scoperto che era il suo compleanno. Le regalò una rosa rossa. Dopo aver cenato i due uscirono a fare un giro per la città. Andarono anche al Bronze a ballare. Mentre ballavano, improvvisamente Chris si fermò e gli chiese, indicando la balconata: <<Cos’è quella?>>. Spike sorrise e presala per mano le disse: <<Vieni. Ti faccio vedere.>> La aiutò a salire per la scala e non appena furono di sopra, lei lanciò un urletto di eccitazione. <<E’ splendido!>> disse rivolta verso di lui. In quel momento il complesso attaccò un lento. <<Vuoi ballare?>> le chiese Spike cingendole la vita con un braccio. Crystal annuì e gli appoggiò la testa sulla spalla. Spike la strinse forte. Si sentiva in paradiso.

Avrebbe potuto essere una serata perfetta, se non avessero avuto uno scontro con i soliti fanatici appena fuori dal locale. Non fu niente di grave, comunque.

I due però non sapevano che Buffy e gli Slayrette avevano assistito alla lotta.

 

<<Allora, che mi dice, signor Giles?>> domandò Buffy <<Beh, i vampiri che hanno attaccato Spike e la sua nuova ragazza fanno parte di un’antica setta medievale. I seguaci di Deimos, il loro profeta. Il loro principale nemico è “un essere puro, che non ha mai perso l’anima”. Secondo le profezie di Deimos, la sua venuta cancellerà i vampiri dalla Terra.>> <<E Buffy potrebbe andarsene in pensione>> concluse Anya. <<Evviva!>> commentò Buffy. <<Mi spiace deludervi, ragazze, ma per vostra sfortuna le profezie di Deimos non sono esattamente famose per la loro attendibilità>> <<Ma perché attaccare Spike? Lui non ha un’anima>> si chiese Buffy <<Lui no, ma forse la ragazza sì>> disse Xander. <<E tu come lo sai?>> <<Quando ci ha rapiti, abbiamo parlato. Mentre le due streghette erano all’opera. E lui ha detto che era pura e innocente.>> <<Ma non è un vampiro. Insomma, il suo cuore batte.>> disse Tara. <<Spike ha detto che ha bisogno del suo sangue per vivere. Può darsi che non sia completamente morta>> ribatté Xander <<Questo spiegherebbe la mancata perdita dell’anima. Dobbiamo fare due chiacchiere con quella ragazza.>> concluse Giles.

 

La sera stessa, Xander e Anya si recarono a casa di Spike. Attesero pazientemente che lui se ne fosse andato, poi bussarono alla porta. <<Chi è?>> chiese una voce dall’interno. <<Siamo amici di Spike.>> disse Anya. <<Un momento>> rispose Chris aprendo leggermente la porta. <<Che cosa volete da lui?>> <<Niente. E’ lui che ci ha mandati. C’è una persona che vuole parlarti.>> <<E Spike la conosce questa persona?>> <<Come no? Anzi, si scusa perché non ti può accompagnare da lei, ma…>> <<Sì, lo so. La ronda. Se Spike è d’accordo, allora vengo con voi>> <<Ottimo. Andiamo>> disse Xander facendo strada.

 

<<Si può sapere cosa volete da me?>> chiese Crystal mettendo il tavolo tra sé e la Scooby Gang. <<Vogliamo solo parlarti.>> <<Sì, e io ci credo! Voi non siete amici di Spike. E tu!>> disse indicando Buffy <<Tu sei la Cacciatrice! Ti ho visto quando lo hai pestato!>> <<Senti, noi vogliamo solo…>> iniziò il signor Giles <<Lasciatemi andare! Non voglio restare con voi! Io voglio tornare a casa!>> urlò la ragazza.

 

Spike intanto era già tornato a casa e si era infuriato per la scomparsa di Crystal. Capì che non se ne era andata di sua volontà: non aveva fatto le valigie. Non poteva neanche essere stata rapita dagli schiavi di Deimos: non c’erano segni di lotta. Forse l’avevano sorpresa. Per quanto gli costasse, c’era solo una persona che potesse aiutarlo. Uscì e si diresse verso il negozio di magia.

 

<<Lasciatemi in pace! Io non vi dirò niente!>> urlò Chris <<Senti, noi non abbiamo intenzione di metterti su un tavolo operatorio e sezionarti. Vogliamo aiutarti contro i seguaci di Deimos. Ma non possiamo farlo se non ti fidi>> disse Giles <<Non ho bisogno del vostro aiuto. Io ho già Spike>> <<Bell’aiuto davvero!>> commentò Anya. <<Come puoi restare accanto a lui dopo quello che ti ha fatto? Non capisci che è pericoloso?>> disse Buffy avvicinandosi alla terrorizzata ragazza <<Per favore, Crystal. Lasciati aiutare>> alzò la mano destra per appoggiargliela sulla spalla, ma in quel momento qualcosa – o meglio qualcuno – sfondò la porta sul retro, attraversò la stanza e gettò Buffy a terra. <<Non osare toccarla>> ringhiò Spike frapponendosi tra la Cacciatrice e Crystal. <<Spike. Che cosa ci fai qui?>> chiese Giles. <<Non si vede? Sono venuto a portare via Crystal. Lei è con me>> <<E perché? Perché vorresti portarla via?>> domandò Buffy <<Per proteggerla.>> <<E speri di riuscirci? Andiamo!>> <<L’ho già fatto altre volte. A me importa di lei, voi volete solo ricavarne dei dati per il vostro archivio.>> Il vampiro fece cenno alla fanciulla di andarsene, poi passò dietro di lei. I due iniziarono ad allontanarsi. <<Spike>> lo chiamò Buffy <<Lo sai che sarebbe più al sicuro con noi>> <<Non mi risulta cha abbia chiesto la tua protezione. Andiamo, Crystal>> disse uscendo.

 

Mentre camminavano lungo la strada deserta, iniziò a piovere. Spike allora si tolse la giacca di pelle e la mise addosso a Chris, avvolgendogliela bene attorno alla spalle.

Il giorno dopo, quando Spike tornò a casa dalla ronda Chris non c’era più.

Il vampiro si precipitò da Giles. Fece irruzione nel bel mezzo di una riunione della Scooby Gang e urlò <<Dov’è? Che cosa le avete fatto?>> <<Chi?>> domandò Wilow <<Crystal. L’avete presa un’altra volta>> <<Noi non l’abbiamo più vista, Spike. Devi credermi, è la verità>> <<E allora lei dov’è?>> <<<Forse si è stancata di te e se n’è andata>> commentò Anya. <<Il che non mi stupisce, dopo quello che le hai fatto>> sbottò Buffy. <<Cosa ne sai, tu? Io non l’avrei sfiorata neanche con un dito!>> <<Andiamo, non fare l’angioletto con me! Lo so che cosa le hai fatto! Me l’ha detto lei stessa>> <<Impossibile>> <<Beh, allora non sapeva che fossi la cacciatrice>> <<Sentiamo, che cosa le avrei fatto?>> <<L’hai violentata>> rispose Buffy furente. Spike la guardò incredulo <<Cosa?! Tu sei pazza! Io non ho mai fatto niente del genere>> <<Sì che l’hai fatto>> continuò Buffy <<Ma forse eri troppo ubriaco per ricordarlo>>. Spike rimase senza parole. Poi ricordò quella terribile notte. Una marea di sensazioni contraddittorie lo travolse. Dolore, vergogna, gioia, paura, …Tutto mescolato insieme senza logica. Senza dire una parola, si avviò verso la porta e cercò automaticamente le sigarette e l’accendino. Sentì sotto le sue dita un foglio di carta. Uscì senza dire niente, ma appena girato l’angolo afferrò il foglio e lo lesse avidamente. Sopra c’era scritto semplicemente: “Ti ho procurato abbastanza guai. Ti voglio bene. Addio. Chris”.

Spike si accasciò contro il muro, e per qualche istante pianse in silenzio. Poi si alzò e disse: <<La ritroverò! Dovessi cercarla per tutta l’eternità!>>

 

Alcuni mesi dopo, Spike riuscì a rintracciare Crystal a Lexington, nel Kentucky. Non era stato facile, perché ora la ragazza sfruttava il fatto di poter vivere di giorno, ma alla fine ce l’aveva fatta. La osservò a lungo, per capire se era felice: in tal caso non l’avrebbe riportata indietro. Ma poi vide che Chris viveva in uno squallido monolocale, in compagnia di una disoccupata alcolizzata. A quel punto decise di entrare in azione.

 

Una sera, appena tornata da una massacrante giornata in lavanderia, Crystal si apprestò a rimettere un minimo di ordine in casa. Improvvisamente la porta si spalancò e Spike fece il suo ingresso. Quando Chris lo vide, il suo viso si illuminò per un istante. Poi parve ricordarsi perché era fuggita e quella luce si spense. Spike si avvicinò, la strinse forte e le disse:<<Torniamo a casa, Chris>>. Con la voce rotta dal pianto, lei gli rispose.<<Spike, non posso>> <<Certo che puoi>> disse lui lasciandola andare. Si diresse verso la branda della ragazza e dopo aver preso la sua vecchia valigia, iniziò a stiparci dentro i suoi vestiti. Crystal non sapeva assolutamente cosa fare. Quando ebbe finito, Spike afferrò la valigia e iniziò a scendere per le scale. <<Spike…Spike aspetta!>> gridò Chris inseguendolo <<Non puoi venire qui all’improvviso e…e farla da padrone! Tutto questo non ti riguarda>>. Continuò a parlare per tutte e scale, ma il vampiro non si curava di lei. Giunti in strada, Spike mise la valigia nel portabagagli dell’auto e andò ad aprire la porta dal lato passeggero. Poi si voltò, sollevò di peso Crystal e la cacciò a forza dentro la macchina, allacciandole poi le cinture di sicurezza. Richiuse l’altra porta, si mise al volante e partì a tutto gas.

 

Durante il viaggio, Crystal non spiccicò parola, limitandosi a guardare fuori dal finestrino con aria arrabbiata. Spike non poteva fare a meno di lanciarle delle brevi occhiate, di tanto in tanto. Giunto ad uno spiazzo, in una strada solitaria, si fermò. Lui e Crystal scesero dall’auto come se fossero stati d’accordo. Lei gli volse le spalle e mosse alcuni passi tra le stoppie. Spike continuava a fissarla. Poi si mosse, e arrivatole alle spalle l’afferrò e la costrinse a voltarsi. <<Crystal, perché l’hai fatto? Hai forse…paura di me?>> <<Spike, io non ho paura di te, ho paura per te. Cogli la differenza?>> <<Crystal, io…Ho saputo>> <<Saputo cosa?>> chiese lei con la voce che tremava. <<Quello che ti ho fatto quella notte…Tu mi dicesti che non avevamo fatto sesso, ma…non era vero. E’ per questo che te ne sei andata?>> <<No. Ti giuro, non è per quello. In tal caso, me ne sarei andata prima, non ti pare?>> Rimasero un istante in silenzio. <<Non è successo niente di grave. E poi, in un certo senso io…Beh, io ci sono stata. E’ anche colpa mia>>. <<Hai degli occhi buoni, Crystal. Occhi che non vedono mai nulla di male in me>>. Il vampiro la strinse tra le braccia. Rimasero a lungo in silenzio, poi lui mormorò: <<Ti amo>>. Crystal si staccò da lui, fissandolo a metà tra il sorpreso e l’incredulo. <<Lo so che può sembrarti strano. Non so nemmeno io come sia potuto succedere. So soltanto che un momento nei miei pensieri c’era Buffy e il momento dopo c’eri solo tu.>> Si avvicinò alla ragazza e le strinse le mani. <<Ti prego, dimmi che mi ami. E se anche non mi ami, resta con me. Non te ne andare di nuovo. Non potrei sopportarlo>>. Crystal gli si fece più vicina e gli sussurrò all’orecchio: <<Spike, io ti amo dal primo momento che ti ho visto. Mi credi?>> <<Se tu non mi amassi, non te ne saresti andata e…non mi avresti mentito>>. Per tutta risposta, Crystal lo baciò sulle labbra.

 

Viaggiarono quasi tutta la notte, finché non raggiunsero uno sperduto e isolato motel. Decisero di fermarsi lì a trascorrere il giorno. Avevano bisogno di riposarsi dopo il lungo viaggio. Nella stanza che gli avevano assegnato c’erano due letti. <<Secondo me ne bastava uno solo>> disse Spike <<Non pensarci neanche, mio bel vampiro. Adesso sono troppo stanca.>> ribatté lei sdraiandosi sull’altro letto. In pochi minuti si addormentarono entrambi.

 

Quando si svegliò, la prima cosa che Spike percepì fu il rumore dell’acqua che veniva dal bagno. Sorrise: Crystal si stava facendo la doccia. Si alzò ed entrò cautamente in bagno. Crystal teneva gli occhi chiusi per non farvi entrare lo shampoo e non si accorse di nulla. Il vampiro rimase per un po’ a guardarla, poi si sfilò i pantaloni (l’unico indumento che aveva tenuto per dormire) ed entrò nella doccia dietro di lei. Crystal si stava sciacquando le mani piene di schiuma quando lui l’abbracciò facendole scivolare le mani sopra le sue e baciandola sul collo. Non aspettandosi quei contatti, la ragazza si divincolò e si voltò a guardarlo. <<Ah, sei tu. Mi hai fatto paura>> <<Scusami>>. Crystal era visibilmente in imbarazzo e disse <<Allora, io esco. Ti lascio il campo libero>>. Si mosse per superarlo, poiché si trovava incastrata tra lui e la parete quando la bloccò: <<E’ un po’ presto perché tu te ne vada. Sei ancora molto sporca>> <<Lo sono tanto?>> <<Oh sì.>>. I due fecero la doccia insieme, abbracciandosi e baciandosi tra gli spruzzi d’acqua. Uscirono dopo una mezz’oretta circa. La ragazza allungò la mano verso l’accappatoio ma il vampiro la precedette e glielo avvolse attorno. <<Aspetta>> disse fermandola quando lei fece per chiuderlo <<Voglio asciugarti io>>. Lei sorrise e lo lasciò fare. Spike eseguì il compito strusciandosi contro di lei in maniera inequivocabile. Non smetteva un attimo di baciarla. Quando entrambi furono asciutti, si spostarono in camera e si persero l’uno nell’altra.

Quando Spike si svegliò, questa volta Crystal era al suo fianco. Rimase a lungo a guardarla dormire. Poi lei aprì gli occhi. <<Buongiorno>> mormorò e Spike la baciò con passione. I due si abbracciarono. <<Adesso non potrò più andarmene, lo sai?>> gli sussurrò Crystal all’orecchio. <<Adesso sei mia. Per sempre.>> le disse Spike baciandola. <<Per sempre>> confermò Crystal.

 

La sera dopo si rimisero in viaggio. Mentre correvano su una strada statale del Missouri, Crystal accese la radio. Trasmettevano un canzone molto dolce.

We’ll always be best friends

cantava il ritornello.

<<Ti piace?>> chiese la ragazza

<<Molto. Molto adatta a noi>>. Le loro mani si intrecciarono sopra il cambio.

“you and me 

you and me”

 

Fine

 

 

 

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