Missing

 

Di Lyla ( lylalay@virgilio.it

 

 

Buffy rientrò dalla ronda e si diresse subito in camera sua, troppo stanca anche solo per pensare. Appena entrata chiuse la porta della camera alle spalle, per non disturbare la sorellina. Iniziò a svestirsi. Per prima cosa tolse gli orecchini e l’orologio, appoggiandoli sul piano del tavolino. Alzò gli occhi, e nello specchio sopra di sé vide una giovane ragazza bionda che la fissava. Immediatamente la sua mano corse a un paletto e si girò di scatto pronta a balzare addosso all’intrusa. Ma con sua grande sorpresa, quando si voltò la ragazza bionda era scomparsa. Tornò a guardare nello specchio, ma anche lì non c’era più nessuno. Perlustrò tutta la casa ma a parte Dawn, che dormiva tranquilla nel suo letto, non c’era nessun’altro. <<Devo aver avuto un’allucinazione>> si disse la Cacciatrice infilandosi sotto le coperte. Non appena ebbe toccato il letto, sprofondò in un sonno meritato, che però venne disturbato da uno strano sogno.

 

Era al cimitero. Come sempre. Faceva la ronda camminando tra le lapidi. Senza guardarsi intorno. Poi all’improvviso il prato finiva. Restava solo l’oscurità più profonda. Si voltò indietro, e il cimitero le sembrò lontano centinaia di migliaia di chilometri. Tutto intorno era l’oscurità. La cacciatrice si mise subito sulla difensiva, pronta a fronteggiare qualsiasi attacco. Improvvisamente si rese conto che il paletto che stringeva nella destra era sparito. I nervi a fior di pelle, la cacciatrice tese le orecchie e ascoltò. Sentì muoversi dei cespugli, ma era solo un vento che non poteva sentire. Dei grilli cantavano. Poi sentì qualcos’altro. Una voce. Dapprima un sussurro, un mormorio indistinto. Poco più del vento tra gli alberi. Si concentrò esclusivamente su quella, escludendo ogni altro rumore e comprese cosa quella misteriosa voce femminile le stava dicendo. <<Aiutami. Per favore, Buffy. Aiutami. Solo tu puoi farlo. Buffy!>>. La voce continuava a chiamarla disperatamente, sempre più forte. <<Buffy! Buffy! Buffy!Buffy!>>. La cacciatrice aprì gli occhi di scatto e si trovò davanti usa sorella che la scuoteva per svegliarla. <<Buffy! Buffy! Svegliati, devi andare al lavoro! Farai tardi!>>. <<Come?! Oh, si certo…Il lavoro…Devo andare al lavoro>> mormorò confusa. <<Non ti senti bene? Hai una faccia…>> <<Sto benissimo>> replicò Buffy alzandosi di scatto e cominciando a cercare i vestiti <<Non ho niente, non ho!>>. <<D’accordo, agli ordini capo.Sei tu quella che comanda>> brontolò Dawn allontanandosi.

 

<<Ehi! Si può sapere dove hai la testa?! Hai fatto bruciare tutto>> la sgridò Holly la cameriera.<<Oh santo cielo…Forse sono solo…Un po’ ben cotti?>> <<Se servo una cosa del genere mi licenziano. Pulisci quello schifo e rifai tutto da capo>> <<Mi dispiace>> borbottò Buffy. <<E cerca di non addormentarti di nuovo sui fornelli o finirai per dar fuoco al locale!>> replicò Holly tornando al banco con due bicchieri di coca cola. Buffy gettò via gli hamburger carbonizzati e ne mise su altri <<Accidenti! Devo smetterla di pensare a quella ragazza bionda, o finirò per perdere il lavoro. Speriamo che non sia un altro problema: ne ho fin troppi>>.

 

Dopo il lavoro, doveva passare a ritirare alcuni libri di testo per Dawn. Poi la cena, la ronda e da Willow per sapere se c’erano notizie sui poteri della chiave. Buffy uscì dalla libreria infuriata: aveva perso ben venti minuti! Mentre cercava le chiavi dell’auto, i libri di Dawn le scivolarono dalle mani e caddero a terra. La ragazza si inginocchiò a raccoglierli, quando accadde qualcosa di strano. Era come se si trovasse nel bel mezzo di un film a rallentatore: le sembrava che quasi che il mondo girasse più lentamente. Ogni rumore era scomparso: sentiva soltanto il suo cuore battere lentamente, ma con molta forza. Lo sentiva rimbombare nel petto. Qualcosa la spinse a voltarsi verso un piccolo bar che stava all’angolo della via. E per un attimo tutto si fece sfuocato e al posto del bar vide una piccola panetteria. Riusciva persino a sentire il profumo del pane. Ma come era cominciato, tutto finì. Buffy sbatté un paio di volte le palpebre, come per svegliarsi. Poi si rialzò in fretta e salì in macchina, gettando i libri sul sedile del passeggero. 

 

<<…Così secondo questi studi….Buffy, tutto bene?>> chiese Willow preoccupata. <<Eh? Come? oh, sì, sì, certo>> <<Meglio se vai a casa: finiremo un’altra sera>> disse la rossa chiudendo il vecchio e polveroso libro. <<Ma Willow, non è il caso…>> <<Su, su vai a casa. Tanto stasera non riesci a concentrarti>> le parlò con dolcezza come fa una maestra con un’alunna un po’ lenta a capire. Buffy si ritrovò alla porta in meno di un minuto. <<Uff! Oggi non me ne va dritta una>> pensò avviandosi verso casa <<Speriamo solo che la biondina dell’altra notte non torni a farmi visita>>. 

 

Stava camminando in una grande stanza, con degli armadietti lungo le pareti. Poi passava in un corridoio, e al fondo del corridoio una grande luce e tante voci. Si avvicinò alla porta e guardò dentro. Una grande palestra, la gente riempiva tutte le gradinate. Ecco, Cordelia e le cheerleader si stavano preparando per i loro soliti balletti. Le squadre erano già in campo, il professore di ginnastica era pronto a fischiare l’inizio dell’incontro. Sia le ragazza con la maglia blu che quelle con la verde erano tese, ma pronte ad iniziare. Eppure…Mancava qualcosa. Sì, tra le ragazza in verde mancava l’alzatrice. <<Non si può giocare senza l’alzatrice!>> esclamò Buffy, proprio lei che di pallavolo non capiva un accidente. <<C’è>> disse una voce dietro di lei. Buffy si voltò a vide davanti a sé la ragazza bionda. <<Perché non sei in divisa?>> le chiese. La fanciulla le lanciò con delicatezza un pallone da pallavolo <<Adesso tocca te>>. Poi si voltò e iniziò a camminare, finché non scomparve nell’oscurità del corridoio. Buffy avrebbe voluto fermarla, non doveva essere lei a giocare, non toccava lei. Aprì la bocca per chiamare la ragazza, ma…Si rese conto di non sapere il suo nome. Si svegliò soffocando a stento il grido in gola. 

Con cautela, si alzò dal letto e scese al piano di sotto. Andò in bagno e si sciacquò a lungo la faccia sotto l’acqua fredda. Appoggiò le mani sul bordo del lavandino e si fissò nello specchio. <<È soltanto un sogno. È  soltanto uno stupido sogno>>. Uscì dal bagno. Si diresse verso le scale, quando sentì…Un lieve rumore. Come la voce nel buio. Lento, costante. Un gocciolio continuo. Entrò nel salotto, da dove veniva il rumore. E fu allora che la vide. Una macchia di sangue sul muro. Il sangue stillava dalla parete. Goccia dopo goccia. Buffy si avvicinò alla macchia nera quanto l’inchiostro e, come ubbidendo ad uno strano impulso, vi poggiò sopra la mano, esitante. Non appena la sua mano aderì alla parete, una serie di immagini cominciò a scorrere nella sua testa, come un film proiettato a doppia velocità. Non aveva quasi il tempo di memorizzarle…Vide di nuovo la ragazza bionda con la tenuta da pallavolo, la vide camminare nel corridoio con un’altra ragazza mora, scrivere un diario, piangere in un angolo, qualcuno che la prendeva e la sbatteva contro il muro, e scendeva di corsa le scale piangendo e saliva in macchina, e poi c’era un treno e alla fine delle foglie secche ed era tutto nero…Spaventata, Buffy scattò indietro, ritraendo la mano come se l’avesse appoggiata su una piastra rovente. Inciampò e cadde a terra lanciando un grido. Mentre cadeva all’indietro, vide per una attimo la ragazza bionda che la fissava. Poi il buio si richiuse sopra di lei.

Eccola là, di nuovo al cimitero. Come sempre. Ma questa volta…era diverso. Non stava facendo la ronda, e il vestito leggero ed estivo che portava ne era la prova. Cercava qualcosa. Qualcuno. E non riusciva a ricordare cosa o chi fosse. Continuava a vagare nel cimitero, guardandosi attorno smarrita, quando udì lo scatto di un accendino accompagnato da una voce fin troppo nota. <<Non la troverai mai>>. La cacciatrice continuò a guardarsi in giro, senza guardarlo in volto. <<E tu cosa ne sai?>>. Spike si alzò dalla lapide su cui era seduto <<Ne so molto più di te>>. <<Ma davvero? Allora dimmi, visto che sai tutto, sai cosa sto cercando?>>. Spike sorrise con strafottenza <<Ti facevo più sveglia, Cacciatrice. Cosa si può cercare in un cimitero?>> <<Un vampiro?>> <<Acqua, acqua. Cerca di non essere così attaccata al lavoro e prova a usare la testa>>. Buffy aggrottò la fronte e strinse gli occhi, nel tentativo di concentrarsi. <<Per l’amor del Cielo! Cosa si trova generalmente nei cimiteri?>> si spazientì Spike. <<Tombe?>>. <<Esatto>> rispose Spike tranquillo. Buffy parve sconvolta da quella rivelazione <<Quindi…io sto cercando una tomba?>>. Il vampiro annuì. <<Ma perché non riesco a trovarla?>>. Spike gettò via la sigaretta <<Perché non esiste>>. <<Perché la sto cercando? Riuscirò a trovarla?>> <<Quante domande…Beh…Alice passò nella tana di un coniglio e attraverso uno specchio. Ma basterà una cacciatrice a riportare su la verità dal pozzo?>>. Detto questo, il vampiro si allontanò e dopo poco scomparve. Buffy restò sola, nel cimitero. <<La verità nel pozzo…>> mormorò a voce bassa. Una corrente d’aria fredda la prese alle spalle, spingendola a voltarsi. Il lato Nord del cimitero non era cintato, iniziavano subito la collina e il bosco. E là, tra i vecchi alberi e le sterpaglie era comparso un vecchio pozzo. Buffy si avvicinò e si tirò in piedi sul bordo di pietra, sostenendosi alle aste di ferro arrugginite che un tempo reggevano la carrucola. Si sporse un poco a guardare dentro: tutto era scuro, non si vedevano né acqua né il fondo. Buffy rabbrividì e decise di scendere da lì e andarsene. Ma improvvisamente, la sbarra a cui si sosteneva si spezzò per la ruggine e la ragazza precipitò nel pozzo.

Da quanto tempo stava cadendo? Quando avrebbe toccato il fondo? Ma poi, stava cadendo? Aveva come a sensazione di galleggiare nell’oscurità che la circondava, quasi fosse cosa solida e la sostenesse. Il tempo sembrava essersi fermato. Non sapeva da quanto tempo si trovava là dentro quando cominciò ad accadere. Era come se fosse un’altra persona, pur rimanendo sé stessa. Iniziò a provare delle strane sensazioni, che la investivano ad ondate. E pur non essendo le sue, le sentiva dentro di sé. Per prima l’assalì la confusione, che non era dettata dal trovarsi lì…Dovunque fosse lì. No, c’era qualcuno…Una persona che era tornata. Buffy sentì che se solo avesse permesso a quella sensazione di invaderla completamente, avrebbe potuto dire il nome. Ma aveva paura, e non lo permise. Alla confusione, subentrò l’incertezza. Per un’azione compiuta, che stava compiendo. Calma, calma irreale. La calma dei forti. Decisione e calma. Fermezza. Buffy si sentiva forte come non lo era mai stata prima, come si sentono forti e calme soltanto le montagne. E all’improvviso, in un lampo, la raggiunse un guizzo di paura. Ma le sensazioni di prima ripresero il sopravvento, appena venate da un filo di rabbia. Fino a che…La paura e il dolore arrivarono all’improvviso, a tradimento quasi. E non si trattava di dolore spirituale. Era come se un nemico invisibile la colpisse alla testa, allo stomaco, alle braccia che aveva alzato a difendersi…Un lampo rosso, accecante. Poi più nulla. Nulla. Solo l’oscurità. E un gelo paralizzante, che l’invase fino all’ultima fibra del corpo. Incapace di muoversi, rimase in attesa chiedendosi quando sarebbe finito tutto e se avrebbe rivisto la luce. Si sentiva sola, là dentro. Sola e smarrita. Poi, finalmente, la luce arrivò. 

Un raggio di sole le batteva sul viso, infilatosi tra le tendine abbassate. Era nella sua stanza, e la sveglia sul comodino segnava le quattro. Pochi minuti dopo il suo risveglio, la porta si aprì ed entrò Willow. <<Finalmente ti sei ripresa. Cominciavamo a preoccuparci>>. <<Ripresa?>> chiese Buffy sorpresa. <<Hai avuto la febbre tutto il giorno. No, non provare ad alzarti!>> la prevenne immediatamente. <<Ma…>> <<Prima devo controllare la febbre. Sei ancora debole>>. La strega non volle sentire ragioni, ma quando controllò il termometro ebbe una sorpresa. <<Che strano…>> mormorò <<La febbre è completamente svanita. Eppure stamattina era altissima>>. 

La sera stessa della sua miracolosa guarigione, Buffy riunì gli amici al Magic Box e parlò loro delle sue strane visioni. <<…E questo è tutto>> concluse. <<Willow>> chiese Xander <<Tu cosa pensi che sia? Un nuovo nemico?>> <<Può darsi. Ma non capisco lo scopo di tutto questo>> <<Attirare Buffy in una trappola?>> ipotizzò il ragazzo. <<Può darsi. È un’eventualità più che possibile>>. <<Bene. È già un punto di partenza. Io vado a fare la ronda>> disse la Cacciatrice alzandosi. <<Noi cercheremo di trovare qualcosa sui demoni dai poteri psichici, in particolare i telepati. Vedrai che riusciremo a capire come è entrato nella tua testa e come sbatterlo fuori>>  la rassicurò Willow. <<Grazie ragazzi. Adesso devo scappare>>. La porta sul retro si richiuse alle sue spalle.

In realtà Buffy non andava solo a fare la ronda. Doveva vedere Spike. E capire cose c’entrava lui con la ragazza bionda.

Lo trovò, come al solito, intento a seguire la solita soap. Senza darsi il tempo di riflettere, spalancò la porta con un calcio. <<Ma che onore…La cacciatrice viene a farmi visita!>> commentò senza scomporsi. <<Poche storie, Spike>> disse lei sollevandolo di peso e sbattendolo conto il muro <<Non ho tempo per i tuoi giochetti. Dimmi subito chi è e cosa vuole>> <<Di chi diavolo stai parlando?>> <<Non fare il furbo con me. Lo sai. Quella biondina che entra nella mia testa. Sono pronta a scommettere che tu e lei siete d’accordo>>. Spike si fece serio <<Descrivimela>>. Buffy lo lasciò andare <<Bionda naturale, circa un metro e 70, non grassa ma robusta. Occhi chiari, non so il colore…>> <<Sono grigi>> la interruppe Spike all’improvviso. Poi  sorrise tristemente <<Allora l’hai vista anche tu>>. <<Dimmi chi è e come posso combatterla>>. Spike scosse la testa <<Non puoi combatterla>> <<Certo che posso! Mi basta trovare il suo punto debole e poi…>>. <<Buffy>> la interruppe il vampiro <<Non puoi farle niente perché è già morta. È un fantasma>>. Buffy rimase agghiacciata. <<Un...fantasma? Ma…che vuole da me? La chiave, forse?>>. Spike tornò a sedersi, fissandola sconsolato <<Ti è mai passato per la testa il fatto che potrebbe non essere tua nemica?>>. La cacciatrice scosse il capo in silenzio. <<I fantasmi, Buffy, non possono farci del male. Non sono come i vampiri, anche se sono morti. Sono soltanto le anime delle persone morte che per qualche motivo non possono raggiungere né l’Inferno, né il Paradiso, ma solo restare sospesi in questa dimensione>>. <<E perché restano qui?>>. <<Possono esserci molte ragioni>> disse piano il vampiro <<Sai…Le classiche questioni in sospeso. Non aver potuto fare qualcosa perché è arrivata prima la Vecchia Signora. Oppure perché sono morti prima che toccasse a loro>>. Buffy lo guardò sbalordita <<Prima che…?>>. <<Beh, si dice che per ognuno di noi ci sia un’ora predestinata. Tipo “Final Destination”>>. Tra i due scese il silenzio, poi la Cacciatrice parlò ancora, senza guardarlo. <<Chi era?>>. <<Non lo so con precisione. L’ho conosciuta circa quattro mesi fa al Bronze>> disse <<Attaccai bottone e passai una serata più piacevole di quanto avessi immaginato>>. Buffy aprì la bocca per dire qualcosa, ma la anticipò <<No, non siamo stati a letto. Ciò non toglie che per una sera dimenticammo entrambi i nostri guai>> <<Vostri?>>. <<Aveva qualcosa di strano, negli occhi…Come se avesse appena superato un momento difficile. La cercai ancora, al Bronze, ma…La vidi una sera, nel cimitero. Capii subito che era morta>>. <<Poteva già esserlo quando l’hai incontrata?>> chiese Buffy. <<No. Assolutamente no.>> <<Un’ultima cosa, poi ti lascio al tuo sceneggiato…>>  Buffy inghiottì a fatica <<Ricordi il suo nome?>>. <<Theresa>> mormorò Spike quasi con reverenza <<Theresa Lindberg>>. Buffy gli voltò le spalle e cominciò ad avviarsi verso l’uscita <<Grazie, Spike. Mi sei stato molto utile>>. <<Ehi Buffy>> la richiamò <<Se scopri cosa le è successo…Fammelo sapere>>. <<D’accordo>> la Cacciatrice richiuse la porta alle sue spalle e corse via, fino a casa. Theresa Lindberg, Theresa Lindberg, Theresa Lindberg…Quel nome le suonava molto familiare. Alcuni tasselli del mosaico erano andati al loro posto. Adesso sapeva dove cercare. Corse a casa e salì i gradini a due a due, fino alla sua stanza. Afferrò un libretto rilegato in pelle ed uscì di corsa, verso il Magic Box. 

Quando arrivò, i suoi compagni erano intenti a cercare sui libri di magia. <<Ah, sei tu Buffy>> disse Willow alzando gli occhi al suono del campanello <<Non ti aspettavamo tanto presto>>. <<Che ti è successo? Hai una faccia…>> disse Xander alzandosi per cederle il posto. Buffy non si sedette. <<Potete smettere di cercare: i demoni non c’entrano>>. <<Allora con chi abbiamo a che fare?>> chiese Dawn. <<Con un fantasma>> disse Buffy aprendo il vecchio annuario scolastico alla pagina della squadra di pallavolo e indicando la foto di una ragazza bionda dagli occhi grigi. Sotto la foto era scritto un nome: Theresa Lindberg. <<Theresa Lindberg!>> esclamò Willow <<Ma…Non è possibile>>. <<Non posso crederci>> mormorò Xander scrollando il capo. <<Chi è Theresa Lindberg?>> chiese Anya. <<È…Era l’alzatrice della squadra di pallavolo della Sunnydale High. Aveva un anno più di noi, finì il liceo prima che tu arrivassi>>. <<Era vostra amica?>> chiese Tara. Buffy scosse la testa <<No, la conoscevo di vista. Ci saremo incrociate nei corridoi qualche volta, niente di più. Faceva un altro corso>>. <<Chissà cosa le è successo…>> mormorò Dawn guardando la fotografia. Buffy si riscosse <<Dobbiamo scoprirlo!>>. <<Non preoccuparti>> disse Tara <<Ci pensiamo io e Will. Andiamo subito in rete>>. Le due streghe navigarono per quasi un’ora, per poi ritornare con alcuni fogli stampati tra le mani. Willow aveva un’espressione molto triste, così toccò a Tara parlare. <<Secondo lo schedario della Polizia, Theresa Lindberg risulta scomparsa la notte tra il sette e l’otto Novembre. La sua scomparsa è stata denunciata dalla madre, la signora Harriet Boyton-Lindberg. Abbiamo condotto altre ricerche nel vecchio schedario informatico della scuola: Theresa era una ragazza in gamba, aveva ottimi voti. Aveva vinto una borsa di studio per andare a studiare allo Stepson College di Phoenix, in Arizona, ma in quell’università è rimasta solo per due anni. Poi ha chiesto il trasferimento alla Sunnydale University>> <<Perché ha voluto farsi trasferire?>> chiese Buffy. <<Non lo so>> rispose Tara <<Secondo l’archivio dello Stepson College, la motivazione della richiesta diceva soltanto “problemi familiari”. Forse era vero: la signora Lindberg è vedova da parecchi anni e lavora come commessa ai grandi magazzini. Quindi…È probabile che non potesse più mantenere gli studi della figlia>>. <<No, non credo che sia per quello…Sento che la motivazione è un’altra>>. <<Non puoi esserne sicura>> disse Xander. <<L’unico modo per scoprirlo sarebbe parlare con la signora Lindberg>> commentò Anya. <<Io…Non so se me la sento…>> mormorò Buffy. <<Beh>> disse Willow chiudendo l’annuario <<Per stasera direi che abbiamo fatto abbastanza. Meglio se andiamo a riposare, continueremo domani>>. <<Si, è meglio>> concordò Buffy. <<Solo una cosa mi chiedo…>> disse Xander <<Perché è venuta proprio da te? Perché non è andata da una medium, da una veggente…O direttamente da sua madre?>>

 

Buffy camminava nei corridoi affollati dagli studenti. Era di nuovo al liceo. Gli altri ragazzi le passavano vicino senza sfiorarla, tanto velocemente che non poteva metterne a fuoco i volti. D’improvviso, la campanella. Gli studenti svanirono come per magia e Buffy restò da sola nel corridoio. Nel silenzio totale, udì dei passi. E vide una ragazza bionda che veniva verso di lei, stringendo al petto dei libri. Questa volta sapeva il suo nome. <<Theresa Lindberg>> disse a voce bassa. <<Ciao, Buffy>> rispose l’altra tranquilla, come se fosse tutto vero. <<Perché sei qui? Perché entri nei miei sogni?>>. Theresa abbassò gli occhi <<Credevo lo avessi capito…Ho bisogno del tuo aiuto>>. <<Ma…perché proprio io?>>. Theresa la fissò dritta negli occhi <<Perché mi hai già aiutata due volte>>. Buffy si sentiva un po’ nervosa <<Cosa devo fare?>> <<Trovarmi>>. La voce di Theresa suonava chiara e seria allo stesso tempo nel corridoio vuoto. Entrambe le ragazze avevano parlato a bassa voce, quasi temessero di rompere un incantesimo. In fondo al corridoi comparve una ragazza dai capelli scuri, di cui Buffy non riusciva a mettere bene a fuoco i lineamenti. <<Theresa! Devi andare>>. Aveva parlato al singolare. Theresa sorrise tristemente <<A presto, Buffy Summers>>. Si voltò e cominciò ad allontanarsi lungo il corridoio. Buffy la guardava allontanarsi e sapeva di non poterla fermare. Giunta a metà percorso, Theresa si voltò di nuovo verso di lei <<Ricordati, Buffy. Solo tu puoi farlo>>. Poi si voltò ancora e, insieme all’altra ragazza, scomparve dietro una pesante porta a vetri.

 

<<…Quindi adesso sappiamo come mai è venuta da te. Ma perché ha detto che l’hai salvata due volte?>> chiese Willow al telefono a Buffy. <<Ci ho pensato molto. E…Mi sono ricordata che quando era al liceo, durante una delle solite ronde…Ecco…Io ho incontrato Theresa Lindberg. E l’ho salvata da un vampiro. L’avevo dimenticato>> <<Hai salvato tantissimi nostri compagni, quando eri al liceo. È normale che tu non lo ricordi: per te sarà stata poco più che un’immagine subliminale>> <<Già>> <<E…la seconda volta?>>chiese la strega. Buffy sospirò <<È strano, Willow. Io…Non me lo ricordo. Ho ripensato a tutte le persone che ho salvato, dovunque…Ma non lo ricordo. Davvero. E…Ho come la sensazione che sia stato qualcosa di importante. Ben più di un semplice vampiro. Eppure non riesco a ricordare>>. <<Uhm…Domani potremmo provare con un incantesimo. O con l’ipnosi, se non ricordi nulla>>. <<Ci penserò. Buonanotte…E  scusa se ti ho svegliata>>. <<Non fa niente. Buonanotte…E cerca di dormire>>.

Dormire? Anche se era la cacciatrice, Buffy non sarebbe mai riuscita a dormire. Non con il continuo pensiero del misterioso secondo salvataggio che le girava in testa. Sedette alla scrivania, provando a leggere. Ma non riusciva a concentrarsi. Appoggiò il volto ad una mano e guardò fuori dalla finestra. Le stelle brillavano nel cielo sereno e i lampioni sembravano circondati da un piccolo alone di luce. Le strade erano deserte e tutta Sunnydale dormiva. Per un attimo provò una strana sensazione di pace, di quiete. Probabilmente era l’unica persona sveglia in tutta la città. Non aveva mai pensato che la notte potesse essere così placida. Poi, pian piano, l’invase una nuova sensazione. Era come se si stesse dividendo in due ma…Non era affatto doloroso. Era come se stesse scivolando via dal suo stesso corpo. E in un istante si trovò a galleggiare in un luogo indefinito. Poi…Come risvegliandosi da un sogno o come iniziandone uno nuovo…Si trovò nelle strade di Sunnydale, quelle strade che conosceva tanto bene avendole percorse migliaia di volte mentre era di pattuglia. Però…Si trovava nella strada, ma al contempo ne era al di fuori. Quasi come stesse guardando un film. Dal cielo cadono candidi fiocchi di neve e l’asfalto delle strade è ormai scomparso sotto la coltre bianca, ma non sente freddo. Dei passi ovattati lungo la via. Una ragazza bionda dagli occhi grigi, cammina lungo la strada. Le labbra di Buffy si muovono a formare un nome: Theresa Lindberg. Poi, altri passi. Un ragazzo passa correndo e cerca di strapparle di mano la borsa. Theresa, disperata, vi si aggrappa con tutte le sue forze, cerca di urlare. Arriva un altro ragazzo, un complice, che la colpisce violentemente alla testa. Theresa sviene e lascia andare la borsa, mentre cade a faccia in giù nella neve. I due ragazzi scappano via, lasciandola a terra. Continua a nevicare e i capelli biondi di Theresa cominciano ad essere spruzzati di bianco. Buffy ora è in piedi accanto a lei, e continua a guardarla quasi assente. Si chiede se è così che è morta Theresa Lindberg, cadendo a faccia in giù nella neve. Poi si riscuote <<BUFFY! CHE COSA STAI FACENDO?! VUOI ASPETTARE CHE MUOIA?!>>. Trasale al suo stesso pensiero, urlato tanto forte da sembrare una voce esteriore. Si getta in ginocchio, cerca di afferrare Theresa per le spalle…Ma le sue mani passano attraverso il corpo della ragazza. E allora comprende. In qualche modo si trova nel passato. Quindi…È lei ad essere un fantasma. Senza perdere la calma, Buffy si concentra sulla ragazza stesa a terra. Tutto si fa sfuocato, pian piano anche il corpo di Theresa. Per un attimo tutto diventa scuro, le gira la testa. Quando riesce di nuovo a vedere come prima, Theresa è girata sulla schiena. Ora può respirare. Buffy si volta verso la strada innevata e deserta…Poi vede due luci avvicinarsi. I fari di una macchina. Buffy corre quasi in mezzo alla strada e agita le braccia, prega che la macchina si fermi. L’auto rallenta e accosta. Un uomo scende. <<Che è successo? Si è sentita male?>>. <<Si chiama Theresa Lindberg. Le hanno rubato la borsa e l’hanno colpita in testa>> spiega frettolosamente Buffy. <<Allora bisogna portarla in ospedale>> dice l’uomo chinandosi per sollevarla. Buffy riesce appena a sentire le sue parole che si sente come risucchiata via da una forza immensa, a cui è impossibile opporsi. Cerca di resistere, vuole essere sicura che Theresa sia in salvo…Ma non ci riesce: il vortice la risucchia. Quando l’uomo si rialza tenendo tra le braccia la ragazza chiamata Theresa, l’altra è svanita. Nella neve, non ci sono impronte. 

Contemporaneamente, a circa un anno di distanza, Buffy Summers alias la Cacciatrice si risvegliò nella sua stanza seduta alla scrivania davanti alla finestra.

 

Il giorno dopo, al Magic Box, Buffy comunicò agli amici quanto era accaduto. <<Io…Non so veramente cosa pensare>> ammise alla fine Buffy. <<Quello che ti è successo>> spiegò Anya <<Non è altro che un caso di viaggio extracorporeo, conosciuto anche come proiezione astrale. Secondo alcuni, l’anima lascia il corpo e si proietta in luoghi lontani anche centinaia di chilometri. Ma non credevo che potessero viaggiare anche nel tempo>>. <<Beh, a quanto pare è possibile. Ed ecco spiegato anche il secondo salvataggio>> concluse Xander. <<Già. Ma c’è ancora una cosa che non sappiamo>> disse Buffy quasi parlando a se stessa. <<Quale?>> chiese Dawn. <<Cosa è successo a Theresa Lindberg. E chi l’ha uccisa>> disse Buffy assente <<In questi giorni ho pensato molto a lei. E anche se non la conoscevo bene, ricordo una ragazza allegra e solare. Invece, il fantasma…Ha qualcosa di oscuro, di malinconico. E non dipende dal fatto che è morta, ne sono certa.>> <<Puoi sempre provare a parlare con sua madre…>> disse Xander. Buffy scosse energicamente il capo <<No. No, non credo che ci riuscirei…>> <<Abbiamo un altro modo per scoprire cosa è accaduto>> intervenne Willow <<Virginia Dare>>. <<Virginia Dare? E chi è?>> chiese Tara. <<Lei>> rispose la strega aprendo l’annuario: vicino alla foto di Theresa Lindberg, ce n’era un’altra di una ragazza con i capelli e gli occhi scuri. <<Era un’altra ragazza della squadra di pallavolo.Ed era la migliore amica di Theresa Lindberg. Ricordo che stavano sempre insieme. Va alla Sunnydale University>>. <<Domattina andrò a parlarle>> disse Buffy <<Adesso devo scappare al lavoro. Ci sentiamo stasera>>. 

 

La mattina dopo, Buffy andò ad appostarsi nell’atrio principale della sua vecchia università. Attese per una decina di minuti, quando vide arrivare una ragazza mora dai lunghi capelli neri. Stringeva al petto un pacchetto di volantini, quasi fossero una cosa cara. Si avvicinò alla bacheca e ve ne fissò uno sopra con le puntine. Poi si allontanò lungo il corridoio. Buffy, che era rimasta a guardarla senza muoversi, si riscosse e uscì allo scoperto. <<Virginia Dare?>> la chiamò. La ragazza sobbalzò, i fogli le scivolarono dalle mani e si sparpagliarono a terra. Buffy si precipitò a raccoglierli. Ne prese uno in mano e lo fissò per un attimo. Su ognuno di quei volantini artigianali, probabilmente fatti con l’aiuto di un semplice computer, spiccava la foto di una ragazza bionda dai grandi occhi grigi, il viso dolce e la bocca dischiusa in un sorriso splendente. Sopra la foto capeggiava a caratteri cubitali la scritta “MISSING”, scomparsa. Buffy finì di raccogliere gli ultimi volantini e li porse a Virginia. <<Sono venuta…Per Theresa Lindberg>>. Virginia annuì <<Lo so. Ti aspettavo>> sospirò con tristezza <<E così l’hai vista anche tu>>. <<Andiamo a fare un giro>> disse Buffy dirigendosi verso l’uscita. Poco dopo, le due ragazza passeggiavano nei vialetti del campus sotto il sole. <<Theresa…era una ragazza eccezionale! Molti pensavano che fosse una snob, come Cordelia, perché era molto bella. In realtà era solo molto timida. Però…Dopo averla conosciuta bene, scoprivi quanto fosse allegra e ottimista. Non lo si sarebbe detto, perché suo padre è morto quando era bambina. Oggi ci sono tanti figli di divorziati, ma essere orfani è un altro paio di maniche. Mamma Harriet…Cioè, sua madre non è molto ricca e Theresa dava una mano in casa, lavorava come commessa nella panetteria che c’era in fondo alla 16ma strada. Quella che hanno trasformato in un bar>> Buffy annuì, ripensando alla visione che aveva avuto tempo prima. Adesso era chiara. Virginia continuava a parlare <<Per questo, molti credevano che fosse una ragazza triste. In realtà era l’allegria fatta persona>> si passò una mano sugli occhi <<Mi manca molto>>. Le due camminarono in silenzio. <<Cosa le è successo?>> chiese Buffy. Virginia strinse più forte i manifestini: <<È stato tutta colpa di Duncan Sikes!>>. <<Chi era?>> chiese Buffy con dolcezza, notando il tremito che scuoteva la ragazza. <<Theresa lo conobbe a Phoenix. Andava allo Stepson College, come lei. Era nella squadra di rugby. Non so bene come si conobbero…Ad una festa o qualcosa del genere. Theresa finì per innamorarsi di lui>> Virginia inghiottì a vuoto <<Per il primo anno fu una meraviglia. Duncan sembrava il fidanzato perfetto…Ma era anche molto geloso: Theresa doveva telefonargli anche solo per chiedergli se poteva venire al cinema con me. All’epoca non badammo molto a questo fatto: ci sembrava strano, ma pensavamo che fosse soltanto una sua piccola fissa per continuare a far parte della vita di Theresa anche durante le vacanze estive. Ma dopo l’estate>> scosse la testa <<Le cose cambiarono. Al signorino non andava più bene che Theresa telefonasse a sua madre o a me, che tornasse a casa per le vacanze. No! Aveva paura che parlasse con noi, che ci dicesse che la trattava male, la picchiava e che l’aveva spinta ad usare droghe leggere e cercava di convincerla a passare a quelle pesanti!>>. Buffy le poggiò una mano sulla spalla. <<Una sera…Lei rifiutò di bucarsi e…e lui la picchiò ancora. Ma fu l’ultima volta. Theresa, il giorno dopo fece le valigie e tornò a Sunnydale>> <<E non l’ha denunciato per quello che le aveva fatto?>> <<Oh, voleva farlo…Ma la madre di Theresa è una commessa e suo padre era un muratore. Mentre quelli di Sikes sono dei pezzi grossi: il padre è un famoso avvocato. Alla fin fine avrebbero messo in galera Theresa, non lui>>. <<Che bastardo!>> esclamò Buffy, rimpiangendo che le cacciatrici non potessero uccidere esseri umani. <<Theresa si fece trasferire qui, per poter stare vicino alle persone che le volevano bene. Aveva iniziato bene l’università, era riuscita a disintossicarsi dalla leggera dipendenza causatale dagli stupefacenti…Stava per iniziare una nuova vita. Ma poi lui è tornato>> <<Sikes?>> esclamò Buffy. Virginia annuì <<Credo che non gli andasse l’idea che Theresa l’avesse scaricato. E forse temeva che potesse denunciarlo. Comunque, venne a Sunnydale e chiese di incontrarla. E Theresa lo fece. Mi disse che voleva mandarlo a stendere una volta per tutte…>> Virginia cominciò a piangere sommessamente <<E io, stupida, l’ho lasciata andare da sola!>>. Buffy le passò un braccio attorno alle spalle, cercando di consolarla. Pian piano, Virginia si riprese <<Lei…È morta, non è vero?>>. <<Sì>> sussurrò Buffy. <<Lo sospettavo. Io…Una notte l’ho vista accanto al mio letto ma…credevo fosse un sogno e…speravo che potesse essere ancora viva…Anche se non aveva motivi per scomparire>>. Le sfuggì un singhiozzo <<E quel bastardo è ancora libero!>>. Alzò gli occhi verso Buffy <<Devi trovarla, Buffy. So che puoi farlo. Ti prego…Trovala>>. Buffy annuì, stringendo i pugni <<Lo farò. E quel maledetto dovrà pagare. Per il male che le fece allora, e per quello che le ha fatto dopo>>. <<Quel bastardo>> mormorò Virginia <<Le ha tolto due vite: quella conclusa, e quella che stava incominciando>>. Buffy si voltò e la guardò in faccia <<La troverò. E la pagherà cara! Fosse l’ultima cosa che faccio>>. 

 

Buffy riferì agli amici quello che aveva scoperto parlando con Virginia. Più tardi lo disse anche a Spike. Ed era di nuovo notte

 

La cacciatrice camminava nel cimitero, di ronda come al solito. Una nebbiolina bassa si insinuava tra le tombe. All’improvviso, si trovò davanti Spike. <<Che diavolo ci fai qui?>>. <<Non lo so, cacciatrice. Il sogno è tuo>>. <<Se ci sei tu, allora è un incubo>> sibilò astiosa la ragazza. Spike si avvicinò, con il suo solito sorrisetto strafottente sulle labbra <<Non esserne troppo sicura, cacciatrice…A volte un nemico può rivelarsi un prezioso alleato>>. La spinse a terra e corse via Buffy si rialzò immediatamente, furibonda, e cominciò ad inseguirlo. Non seppe mai per quanto avesse corso, ma all’improvviso si trovò in una radura nel bosco. La nebbiolina bassa avvolgeva il sottobosco, e unita al buio dava al posto un aspetto particolarmente spettrale. La luna illuminava la scena e a tratti, un uccello notturno faceva sentire la sua voce. Incerta, mosse alcuni passi sul tappeto di foglie secche. <<Alla fine ce l’hai fatta>> disse una voce alle sue spalle <<Ne ero sicura>>. Buffy si voltò lentamente, come quando ci si avvicina ad un passerotto: basta un gesto brusco e il passerotto vola via e non torna più. Theresa Lindberg, o almeno l’ombra di colei che era stata Theresa Lindberg, sedeva alla biforcazione del tronco di un albero, le gambe appoggiate ad uno dei rami principali.<<È qui che…È stato?>> chiese Buffy. Theresa guardò davanti a sé, fissando gli alberi e i cespugli senza vederli <<No. Qui è dove ha nascosto il mio corpo. Ma non mi ha uccisa qui. È stato…Nel parcheggio del vecchio supermercato>>. Buffy rimase immobile, ma le pose un’altra domanda <<Cosa è successo quella notte, Theresa?>>. <<Mi telefonò, una sera…Era il quattro Novembre. Disse che voleva incontrarmi. Io…Non sapevo che fare e allora lui mi fece la solita, patetica sceneggiata. Hai presente, no? “Sono disperato, ho bisogno di te, ti prego dammi un’ultima possibilità…”. Mi richiamò il sei: ci saremmo incontrati la sera dopo. Come d’accordo, passò a prendermi all’incrocio tra la statale 17 e la 18. Poi mi portò là. Mi disse che voleva che tornassi con lui, che gli mancavo. Ma io non volevo. Gli spiegai con la massima calma che ormai era finita. Allora si arrabbiò: disse che dovevo almeno aiutarlo. A quanto pareva, aveva speso un po’ troppi soldi con i suoi festini. Chiederli ai genitori non poteva, temeva che lo scoprissero…Così era ricorso a quella povera scema che per la sua bella faccia e i suoi modi da uomo di mondo aveva perso due anni di vita!>> anche se erano incorporei, contrasse i pugni. <<Io gli dissi che era finita e scesi dall’auto. Volevo tornare a casa e non rivederlo mai più. E non m’importava se significava farsela a piedi per più di tre chilometri!>>. La ragazza si fermò come per riprendere fiato…o coraggio. <<Poi cosa è successo?> le chiese Buffy. Theresa concluse il suo racconto con estrema semplicità: <<Era furioso. Avevo fatto pochi metri quando…Lui mi colpì con una chiave inglese. E poi mi portò qui>> si strinse nelle spalle <<A te sembrerà sempre un posto cupo, vero?>>. Buffy, impacciata, non rispose. <<Ma lo capisco, sai? Tu lo vedrai di notte e ci troverai un cadavere…Non è esattamente una bella presentazione>> <<Non lo è, forse?>>. Theresa rise sottovoce, scuotendo i suoi capelli biondi <<Non sia quanto sei lontana dalla verità. Non è poi così male, in fondo. C’è molta pace, qui. Vedi il giorno e la notte che passano. I raggi del sole e della luna che filtrano tra le foglie e si riflettono sulla rugiada fanno sembrare tutto…magico. Si sentono gli uccelli cantare e le api che fanno su e giù, su e giù tutto il giorno, senza stancarsi mai. E poi, ci sono le farfalle. E gli scoiattoli, i grilli, le lucertole, i ragni che tessono la loro tela…Io  li conosco tutti, sai? E conosco tutti  i fiori che spuntano dal terreno, e tutte le foglie che cadono dagli alberi>> si guardò intorno <<Sì, decisamente è un buon posto per passarci l’eternità>> abbassò un po’ gli occhi <<Spero che i miei amici non scappino quando verrà la polizia>>. <<Ma…>> disse Buffy esitante <<Se ti piace tanto questo posto…E se non vuoi che venga gente…Perché vuoi andartene?>> Theresa la fissò con i suoi occhi grigi <<Io non me ne vado. Io non posso andarmene. Il mio corpo se ne andrà ed io resterò qui in eterno. E per quanto riguarda la gente che verrà…Non è per me che voglio che il mio corpo sa ritrovato. Non è nemmeno per Duncan. È per mia madre e per Virginia che devono trovarmi, Buffy>> tornò a fissare il vuoto <<Questa ormai è la mia casa e non la lascerò più. Ma mia madre ha il diritto di sapere che non sono scappata di casa, che non ho voluto fuggire da lei. Lei e Virginia hanno diritto ad avere un posto dove portar piangere. È per loro che devi trovarmi, Buffy. Non per me. Io sono morta, mamma e Virginia sono vive. La mia tomba servirà a consolare loro, non ad ospitare me. Il mio spirito ha già un posto dove stare>>. Buffy non parlò subito. Poi, a fatica, con la voce incrinata dalle lacrime: <<Non devi preoccuparti di nulla, Theresa. Io ti troverò. Te lo prometto>>. Theresa chinò il capo in segno di saluto <<So che lo farai, Buffy. Adesso però devi andare: il sole sta sorgendo>> disse indicando il cielo che man mano si rischiarava verso est. La radura, il bosco cominciarono a farsi sempre più piccoli e distanti, ma poté udire le ultime parole di Theresa: <<Ricordati. Io sono qui. Ti aspetto. Mi troverai…Presto>>. <<Quando?>> urlò Buffy. Ma era troppo tardi: il bosco era scomparso e lei era nel suo letto, completamente sveglia.

 

Otto giorni dopo, Buffy mantenne la sua promessa. Inseguendo un vampiro, si addentrò nel bosco che circondava Sunnydale. Dopo una lunga corsa, lo raggiunse gli piantò un paletto nel cuore. Guardò le ceneri del vampiro e alzò gli occhi.Masse di nuvole scure percorrevano il cielo, celando per lunghi tratti il pallido volto della luna. A pochi centimetri dal suolo, fluttuava una sottile nebbia. Un improvviso colpo d’aria smosse i cespugli e la luna, liberata per un istante dal velo di nubi, illuminò un punto ben preciso. Buffy rimase paralizzata, incapace di muoversi. Sentì una voce nella sua testa: <<È là…>>. Si avvicinò ai cespugli e ne spostò le fronde, scoprendo un piccolo sentiero quasi completamente invaso dalle erbacce. Camminò sotto la cappa degli alberi scuri, finché giunse ad una radura. Il terreno era coperto da un tappeto di foglie secche e tutto intorno spiccavano le sagome scure di alberi e cespugli. La luna filtrava tra gli alberi dando alla scena un tocco di irreale. Sembrava quasi di trovarsi in un sogno. Nel suo sogno. Buffy si mosse con cautela nella penombra, come temendo di spezzare un sogno. Qualcosa brillò tra le foglie a terra, attirando la sua attenzione. Si inginocchiò e, delicatamente, cominciò a spostare le foglie secche. Finché trovò quello che cercava. Si ritrasse con lentezza, senza alzarsi in piedi. <<Ho mantenuto la mia promessa, Theresa Lindberg>> mormorò con le lacrime agli occhi fissando i poveri resti della ragazza. Una croce d’argento, ancora appesa al suo collo, rifletteva i raggi della luna.

 

Tre giorni dopo, Stepson College, Phoenix, Arizona.

 

Uno degli uomini in divisa bussò alla porta della camera. Dopo pochi istanti venne ad aprirgli un ragazzo di circa vent’anni con la faccia di uno che è appena stato buttato giù dal letto. Era piuttosto alto e aveva un fisico da atleta, i capelli sembravano un cespuglio arruffato. <<Qualche problema, agenti?>> disse con un cordiale sorriso. Ma erano gli occhi a tradirlo. Quegli occhietti scuri e socchiusi che da Buffy ricordavano tanto quelli di un serpente. <<Duncan Sikes?>> <<Sono io>> <<La dichiaro in arresto per l’omicidio di Theresa Lindberg. Ha il diritto di non parlare…>> il poliziotto cominciò a leggergli i suoi diritti mentre il suo collega gli metteva le manette. Sikes non fece una piega: ma nonostante la sua faccia da poker, non poteva evitare di lanciare brevi occhiate alle due ragazze dietro ai poliziotti. Una bionda e una bruna. La bionda lo fissava come se avesse voluto dargli fuoco, mentre la bruna lo guardava con occhi freddi come il ghiaccio, dentro cui si leggeva una chiara soddisfazione. Restarono a guardare mentre lo portavano via, in manette.

 

Quattro giorni dopo, un cimitero, Sunnydale, California.

 

Molta gente era venuta al funerale di Theresa Lindberg. Parenti, compagni di scuola, compagne di squadra, amici…Appena finita la cerimonia passarono tutti, uno per uno, a porgere le condoglianze alla vedova Lindberg. Per ultima passò anche una minuta ragazza bionda. Harriet Lindberg le strinse la mano, trattenendola nella sua per alcuni istanti, e la scrutò attentamente con i suoi occhi scuri. <<Grazie per avermela riportata…figliola>> mormorò in modo che solo la ragazza e Virginia potessero sentire. <<Dovere>> rispose semplicemente Buffy. <<Abbiamo un grosso debito con te>> aggiunse Virginia. Buffy si voltò verso di lei <<Nessun debito. Ero io che lo dovevo a Theresa>>. Abbassò il volto, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime <<Vorrei averla potuta salvare una terza volta>>. La signora Lindberg le strinse una spalla. <<Hai già fatto tanto, riportandola da noi. Non chiedere troppo a te stessa>>. Buffy sembrò riscuotersi <<Ora…devo andare>> disse congedandosi dalle due donne. Voltò le spalle e uscì dal cimitero camminando lentamente. Virginia Dare ed Harriet Lindberg rimasero a guardarla mentre si allontanava. <<Quella è una donna coraggiosa>> mormorò Harriet. <<Sì>> annuì Virginia <<Lo è davvero. Ed è una fortuna che sia…qui>>. Harriet scosse la testa <<E pensare che il mondo non saprà mai di doverle la sua intera esistenza! Ma forse è meglio così>>. <<Forse>> mormorò la ragazza, per poi passare un braccio attorno alle spalle della donna <<Adesso dobbiamo andare, mamma Lindberg>>. Harriet Lindberg si passò una mano sugli occhi <<Sì, hai ragione Virginia…Dobbiamo andare>>.

Le due donne uscirono dal cimitero e si avviarono lungo la strada di casa, nella luce del tramonto.

Un’altra giornata si stava concludendo e un’altra notte stava per cominciare. Harriet Lindberg ha un posto dove piangere la figlia. Virginia Dare ha dove piangere la sua più cara amica. Theresa Lindberg ha finalmente una tomba. E Buffy Summers ha mantenuto una promessa.      

 

 

Fine

 

 

 

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