Niente di più

 

 

Di Alexandra (buffysea88@yahoo.it)

 



 

 

 

Note: Questa fanfic è ambientata alcuni giorni dopo la puntata “Smashed”. Le parti in neretto sono le strofe della canzone “Niente di più” dei Lunapop. E’ una canzone meravigliosa, consiglio a tutti di ascoltarla. Ciao!

 

 

 

 

“Quello che volevo come sempre non c’è…”

Spike camminava nervosamente nella sua cripta. Nella sua vita aveva subito un mare di ingiustizie. Il destino non gli aveva mai concesso di ottenere ciò che in cuor suo bramava ardentemente. Ad esempio, quello che voleva, adesso, era Buffy. Che continuava ad umiliarlo.

“…Solo un po’ d’amore, che diventa polvere…”

Voleva soltanto che lei ricambiasse il suo amore, ricevere anche solo un barlume di speranza. Dopo, lei avrebbe anche finalmente potuto ucciderlo. Avrebbe preferito trasformarsi in polvere, piuttosto che ricevere in suoi continui rifiuti.

“…Che almeno fosse stata magica, la buttavo su di te…”

Aveva pensato spesse volte di ricorrere alla magia. Ma poi, quel suo tanto decantato orgoglio era riuscito a farlo desistere. Il problema era che, per conquistarla, non l’avrebbe legata ad un letto, per poi frustrarla, come faceva con Drusilla. Buffy senza dubbio lo avrebbe odiato ancor di più.

“…E invece in mano ho una lettera, due rose e una canzone ancora da scrivere…”

E non era servito a niente portare delle rose, quelle rose bianche così delicate, sulla sua tomba, quando era morta per mano di Glory. E neanche leggerle le sue poesie. Non che comunque fosse molto portato per la poesia, Spike.

 

“…E non mi riesce più facile parlarti di questo, soprattutto adesso…”

Buffy sapeva quanto gli costasse rivelarle tutto il suo amore, conoscendo già la risposta. E dopo quella notte, il suo imbarazzo sembrava essere cresciuto ancor di più.

“…Soprattutto adesso, che non c’è, che non c’è…”

Dopo quella notte, in cui lui aveva desiderato che la sua amata Cacciatrice fosse lì, in quel momento, con lui, perché… provava qualcosa, qualcosa di diverso dall’odio, dal disprezzo, dal disgusto. Qualcosa come l’amore. Ma non c’era amore, quella notte. Solo disperazione.

“…Sarebbe molto più bello per non dire stupendo tornare a dirti quanto ancora ce n’è, di bene per te…”

E adesso, si era stufato di continuare a correrle dietro inutilmente, sventolando ai quattro venti che la amava. Adesso avrebbe preferito mordersi la lingua, piuttosto.

“…Ma in fondo fa lo stesso, in fondo quello che voglio…”

Ma tanto, perché prendersi in giro? Spike sapeva benissimo che alla fine l’avrebbe sempre avuta vinta lei.

“…E che tu sia contenta, vederti sorridere, e…”

Si malediceva per questo, ma non riusciva a togliersi dalla testa i suoi sorrisi, anche se di disprezzo, per lui, quando lo scherniva. In fondo, l’unica cosa veramente importante era poterla vedere tutti i giorni.

“…Niente di più…”

Solo questo importava.

“…E invece tu dici che non hai più voglia di me…”

E nonostante ormai lei avesse bisogno di lui, continuava a rifiutarlo, ad allontanarlo.

“…E invece tu dici che non hai più tempo per me…”

Continuava a dire che non gli avrebbe mai dedicato del tempo, continuava a disprezzarlo…”

“…Quello che volevo come sempre non c’è…”

E poi, quella stessa sera, lei era entrata in quella cripta, sbattendo la porta come al suo solito. –Mi sono stancata di questa situazione!- aveva esclamato la ragazza. E il vampiro le aveva detto, ringhiando –E io mi sono stancato di desiderare quello che non posso avere…-

“…Solo un po’ d’amore che diventa polvere…”

-…E tu lo sai cosa volevo! Io volevo… te, il tuo amore… solo questo, ma ormai… non mi importa più niente, potresti anche uccidermi adesso, tesoro!-

“…Che almeno fosse stata magica, la buttavo si di te…”

Cominciarono a combattere, e c’era una sorta di magia in quel luogo funesto. Sembrava fossero tornati a molti anni prima, quando avevano dei motivi validi, reali, per farsi la guerra.

“…E invece in mano ho una lettera, due rose e una canzone ancora da scrivere…”

Ad un tratto Spike la spinse contro un tavolino, che si ribaltò. Un foglio finì tra le mani di Buffy. –E questo cos’è…?- esclamò.

“…E non mi riesce più facile parlarti di questo, soprattutto adesso…”

 

-Lascia perdere!- sbottò il vampiro, riprendendosi il foglio. –Invece no! Mi devi una spiegazione! C’era il mio nome scritto lì sopra!- aveva urlato la Cacciatrice. Spike le aveva rivolto uno sguardo stanco. –Ti diverte, non è così? Ammettilo, almeno, che ti diverte vedermi in difficoltà, quando cerco di estraniarti i miei sentimenti… Perché ti fa comodo avere qualcuno che ti corre dietro… il povero vampirello patetico…-

“…Soprattutto adesso, che non c’è, che non c’è…”

 

Buffy lo aveva guardato, seria in volto. –Ti sbagli! Non è così…- Si era avvicinata a lui, aveva preso il foglio e ne aveva letto il contenuto. Sembrava imbarazzata, o forse anche dispiaciuta. Stringeva ancora in mano quel pezzo di carta, quella poesia, di cui era stata lei la musa ispiratrice.

“…Sarebbe molto più bello per non dire stupendo tornare a dirti quanto ancora ce n’è, di bene per te…”

-Non sapevo che, scrivessi ancora poesie…- aveva iniziato la ragazza, titubante. La risposta era arrivata fredda e fulminea. –Ci sono molte cose che non sai di me, tesoro… E ormai, non mi interessa più che tu le sappia…- Buffy aveva abbassato lo sguardo.

“…Ma in fondo fa lo stesso, in fondo quello che voglio …”

-No, non riuscirai a farmi sentire in colpa, non questa volta. Tanto, te l’ho detto, non mi importa più…- le aveva sussurrato. –So benissimo che non mi ameresti mai, che non mi vorresti mai…-”

“…E’ che tu sia contenta, vederti sorridere, e…”

La ragazza aveva alzato lo sguardo. Stava piangendo, e sorrideva, allo stesso tempo. –E’ proprio questo il problema- aveva mormorato –Non so più cos’è che voglio!- E poi, lentamente, si era avvicinata ancor di più. Gli accarezzava il viso, ancora in lacrime. –Sai Spike, ho paura di ciò che voglio…- Il vampiro le aveva bloccato il braccio, e le aveva sussurrato all’orecchio –Ti prego, non illudermi…- Buffy lo aveva guardato, ferita, e gli aveva mormorato –Non lo sto facendo…- e aveva avvicinato le sue labbra a quelle del vampiro, ancora incerta. Spike stava per ribattere qualcosa, quando la sua bocca fu chiusa da un bacio dolcissimo.

 

“…Niente di più…”

Lui l’aveva stretta tra le sue braccia, facendo cadere quella barriera invisibile che aveva creato, e aveva ricambiato a sua volta il bacio, ringraziando silenziosamente quel Dio in cui non credeva.

 

“…Niente di più…”

In quell’istante, non c’erano preoccupazioni, o problemi, o pensieri, nelle loro menti. L’unica cosa che importava loro era continuare a stare insieme, come se da questo dipendesse la loro sopravvivenza. E in fondo, forse era davvero così. In fondo, solo questo importava a entrambi, da tanto tempo.

 

“…Niente di più.”

Niente di più.

FINE

 

 

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