MEMORIA DI FORMA

A cura di Marco Vogric & Cristiana Spigarelli
e-mail: vogric@tiscalinet.it - cristiana.spigarelli@inwind.it
 

CENNI STORICI
La prima scoperta del fenomeno "shape memory" risale al 1932 grazie agli studi di Chang e Read: essi notarono la reversibilità della trasformazione nella lega AuCd tramite osservazioni metallografiche e variazioni nella resistività. Nel 1938 la trasformazione fu studiata nell'ottone (CuZn). Tuttavia, solo nel 1962 l'effetto fu scoperto nella lega NiTi ad opera di Buehler, e fu da allora che iniziò la ricerca vera e propria sulla metallurgia e le applicazioni pratiche di questa classe di materiali. Con l'approfondirsi delle ricerche, furono analizzate molte altre leghe che presentassero le proprietà "shape memory"  ma tra tutte, le più intessanti ed utili dal punto di vista applicativo si sono rivelate quelle del gruppo NiTi e le leghe del Cu.


INTRODUZIONE
I materiali a memoria di forma rappresentano una classe di materiali metallici dalle inusuali proprietà meccaniche. In particolare la loro caratteristica principale è quella di essere in grado di recuperare una forma macroscopica preimpostata per effetto del semplice cambiamento della temperatura o dello stato di sollecitazione applicato. In questi materiali è presente una trasformazione di fase a stato solido (cioè in cui sia la fase di partenza e quella di arrivo sono strutture solide anche se con arrangiamenti cristallografici differenti) che prende il nome di trasformazione martensitica termoelastica. Tra le numerose proprietà di questa trasformazione una appare particolarmente utile ed è quella legata alla particolare struttura cristallina della fase ultima (detta appunto martensite). Essa consiste in una fitta disposizione di piani cristallini specularmene disposti l’uno rispetto all’altro e dotati di un’elevatissima mobilità relativa. Per una migliore comprensione si pensi alla struttura del mantice di una fisarmonica. Il ruolo di questi piani è il seguente: quando il materiale viene deformato da una forze esterna, invece di rompere legami cristallografici e danneggiare la propria struttura più intima, esso dispiega progressivamente i piani reticolari accomodando la deformazione complessiva senza realizzare spostamenti atomici significativi. Di nuovo si pensi all’atto di allungare una fisarmonica, malgrado la singola piega del mantice si muova di poco l’intera struttura si dispiega per una lunghezza molto maggiore. Poiché nel corso di questo meccanismo i singoli atomi si sono spostati solo di poco dalle loro posizioni originali quando esse, per effetto di un riscaldamento imposto, devono muoversi per ripristinare la struttura cristallina di partenza possono recuperare molto facilmente la loro posizione iniziale prima della deformazione e promuovere quindi il recupero della forma macroscopica di partenza.
Un ulteriore interessante proprietà delle trasformazioni martensitiche termoelastiche è legata alla possibilità di far avvenire la trasformazione non solo variando la temperatura ma anche mediante l’applicazione di un opportuno stato di sollecitazione in condizioni adeguate di temperatura. In pratica è possibile far si che la struttura "a fisarmonica" si formi nel materiale all’atto stesso dell’applicazione di una forza esterna. Nel corso della deformazione imposta il materiale forma progressivamente la struttura martensitica e questa istantaneamente si deforma permettendo di nuovo di accomodare grandi deformazioni senza danneggiare in maniera permanente la struttura cristallografica del materiale. Poiché però tale procedura viene condotta in un intervallo di temperature in cui la martensite formatasi non potrebbe esistere (in quanto a quella temperatura la fase stabile dovrebbe essere quella ad alta temperatura detta austenite) nel momento in cui la forza esterna viene rimossa essa si trova in una condizione di instabilità termodinamica e tende a ritrasformarsi istantaneamente promuovendo un immediato recupero di forma prescindendo quindi dalla fase di riscaldamento.
Quello che succede fenomenologicamente è che il materiale recupera immediatamente la forma iniziale dando l’impressione di una notevole elasticità. A tale proprietà si dà il nome di superelasticità in quanto l’effetto complessivo è quello di un materiale che accetta notevoli deformazioni ed immediatamente recupera la sua forma iniziale. Questa proprietà dei materiali a memoria di forma ha trovato diverse applicazioni anche grazie alla maggiore semplicità di impiego che prescinde dalla necessità di riscaldare e/o raffreddare il materiale.

LEGHE Ni-Ti (NITINOL)
Le più importanti e diffuse tra le leghe a memoria di forma sono senz'altro quelle che contengono il composto binario intermetallico NiTi, a cui è possibile addizionare molti elementi in lega al fine di modificare le proprietà comportamentali del sistema, a seconda degli scopi previsti. Altri elementi usati comunemente sono: ferro e cromo per abbassare la T di trasformazione. É inoltre necessario limitare il contenuto di agenti contaminanti come ossigeno e carbonio, che modificano l'intervallo di trasformazione e peggiorano le proprietà meccaniche. La classica stechiometria delle leghe NiTi appartenenti alla famiglia SMA (shape memory alloys), prevede circa uguale quantità di Ni e Ti: tale lega è nota come "NITINOL" (sigla di Nickel Titanium Naval Ordinance Laboratory) e possiede ottime proprietà sia di memoria di forma che di superelasticità. Presenta inoltre buone proprietà elettriche e meccaniche, resistenza a fatica e a corrosione notevole. Tale composto possiede inoltre le caratteristiche tali da poter essere attivato elettricamente per effetto Joule: ovvero quando una corrente elettrica lo attraversa, si genera sufficiente calore da indurre la trasformazione di fase.
I materiali NiTi vengono sottoposti a lavorazioni a caldo (forgiatura, laminazione a caldo, ecc.) seguite da una serie di trattamenti a freddo e, successivamente, ancora a caldo (ciclo termico) variabili a seconda degli scopi che si vogliono perseguire: miglioramento della deformabilità della fase martensitica, maggior resistenza della fase austenitica, grado di superelasticità, conferimento e recupero di una forma (parziale o totale), meccanismo di memoria di forma a due vie, proprietà delle superfici.
Molto spesso è necessario conferire una forma particolare ai pezzi in NiTi. In pratica si forza il pezzo in uno stampo della forma desiderata e si procede con il trattamento termico.  In generale sono sufficienti temperature di circa 400°C e pochi minuti per impostare una forma; si procede con un raffreddamento rapido tramite tempra in acqua o in aria.

PROGETTO
La nostra applicazione si propone di realizzare dei frangisole a movimento termico, cioè capaci di cambiare orientamento a seconda della temperatura assorbita. Lo schema tecnologico è molto intuitivoe ed estremamente efficace: si compone di un telaio metallico su cui sono fissate due molle in lega di Ni-Ti, la molla A e la molla B (vedere figura). La molla superiore (A) subirà una trasformazine martensitica termoelastica mentre la molla inferiore (B) si trova nell'intervallo di temperatura in cui acquista la proprietà di superelasticità. Alle due molle è fissato un frangisole che è libero di muoversi per mezzo di una cerniera (vedi figura).
PRIMA FASE
Ci troviamo ad una temperatura inferiore ai 40 gradi. La molla A si trova al di sotto della sua temperatura di recupero di forma e viene deformata dalla molla B che, trovandosi nella condizione di superelasticità, mantiene la forma stabilita dallo stampo di fabbricazione. La situazione (vedi figura) è che il frangisole assume una posizione orizzontale, la molla che garantisce questa configurazione è la B.
SECONDA FASE
Arriviamo ora a 40 gradi. La molla A subisce la trasformazione martensitica e comincia il recupero della forma stabilita nella fase di fabbricazione. Facendo ciò incomincia ad esercitare una forza sulla molla B che, essendo di sezione minore, comincia lentamente a deformarsi trovandosi nella fase austenitica. La situazione (vedi figura) è che il frangisole assume una posizione inclinata con un angolo che decideremo in funzione della posizione geografica dell'allestimento. Tutto verrà realizzato semplicemente modificando lo stampo della molla A.
RITORNO
Con il riabbassarsi della temperatura la molla A perde di nuovo la sua forma sotto l'influsso della spinta della molla B. Il frangisole ritorna nella posizione orizzontale.
 
 

SIMULAZIONE

POSSIBILI APPLICAZIONI

ARCHITETTURA INTERATTIVA