Il (primo) tempo dei gitani

 

“E’ un segreto che nessuno sa oltre me te e pochi altri…” mi fece “… e desidero che rimanga tale, anche perché c’è pericolo che ci rimetta di persona… tu mi capisci… so che sei una persona discreta…” seh, come se non mi conoscessi! Con me i segreti hanno vita dura.

Una situazione del genere l’ho vista in un film : era con Alberto Sordi che faceva il presidente di una squadra, “I bianconeri del Borgorosso FC”, che, causa la disperazione per i risultati e con la petulanza di una cittadina tifosissima (che a provincialismo assomiglia alla Perugia d’oggi) provò di tutto pur di risollevarne le sorti, dal terreno all’ultra…terreno.

Convenimmo di trovarci la sera stessa di fronte al palazzetto dello sport : mentre aspettavo venni insidiato più volte da due ragazze di cui oltre al vestito chiaro distinguevo solo il colore delle pupille: pretendevano di venire a fare una passeggiata con me, ma purtroppo per quella sera avevo già dato (sessualmente intendo) e la mia situazione economica non mi permetteva ulteriori exploit genere seratine brillanti manco con mezza di quelle tigri… figuriamoci con due.

Prendemmo la sua macchina, una Ritmo azzurra, un auto che ricordava tempi assai migliori e che nello stato in cui si trovava pareva rimembrare battaglie e trasferte a cui nessuno augurerebbe la propria.

Entrai : puzzava di selvatico “Sai, c’è stata l’apertura della caccia, la uso per andarci a campi, siamo sempre io e Lea” “Non stavi con Sandra?” ”E’ il mio setter…”

Abbassai i finestrini : volevo ossigeno ed ero in preda ad un conato di vomito.

“Allora, vedi quel furgoncino che esce dai cancelli? Vedrai dove va… e chi uscirà!” Fece una risata satanica. Io continuavo a viaggiare con la testa fuori dal finestrino e causa i vortici d’aria non riuscivo a cogliere tutto delle sue delucubrazioni.

Vidi da lontano un grosso fuoco ed intorno ad esso 5 o 6 roulotte messe a cerchio : nella piazza creata dal circolo di caravan si vedeva una grande tavolata e molta gente intorno ad essa.

Pareva esserci una festa, distinsi con la luce rossa del fuoco uno di quei personaggi vestito di bianco che saltava e ballava, in coppia con un’altro in frac al suono un violino ed una fisarmonica  “C’è un matrimonio…” mi fa accostando e tirando fuori un binocolo dal cassettino portaoggetti.

Dal furgone uscirono al trotto ed in perfetta fila 11 personaggi in tuta e di seguito distanziato ma ugualmente pimpante uno in tuta un po’ gobbo e con un cappellino in testa “.. manco ci fosse il solleone…”

La festa si interruppe : si sentì discutere animatamente l’omino col cappellino con una donna anziana coperta da un velo multicolore, gesticolando con movimenti larghi.

Dopo poco la donna, l’omino col cappellino e gli 11 si misero intorno al fuoco ed iniziarono a danzare

Alla luce del fuoco distinsi chiaramente uno ad uno tutti i giocatori, che nel frattempo furono cosparsi di una polvere bianca, gettata dalla donna in faccia mimando un segno della croce.

A turno tutti starnutirono.

Fatto sta che dopo poco la “cerimonia” tutti (compresi gli 11 e l’omino col cappellino) continuarono a festeggiare il matrimonio finanche ballando alla slava insieme alla sposa ed ad un nano della carovana.

La festa pareva prendere sempre più corpo.

La giornata di campionato successiva non prometteva nulla di buono e credevo che i bagordi delle sere prima magari sortissero tutt’altro effetto.

Mi sbagliavo.

 

Chissà che cavolo di polvere bianca gli ha tirato la vecchia…un giorno di questi la vado a trovare : quella che uso io per il raffreddore l’ho terminata…