Prendere al volo.

 

“Scommettere… basta! Devo finirla!” faceva fra sé e sé mentre tirava fuori dalla tasca il portafoglio e tirava fuori le ultime 200mila lire rimastegli “(cavolo.. fra un po’ mi toccherà contarli in euro…)”.

Gino badava poco a quello che stava facendo : all’inizio era un gioco, e forse ancora lo era, ma intanto lo scooter non c’era più, il DVD acquistato a natale era perso e pure i gemelli che s’era comprato per il matrimonio del suo migliore amico se li era giocati (e persi).

Scommettere poi… per cosa? Una partita di pallone? La cosa più assurda del mondo… boh…forse manco tanto: a carte non sapeva giocare, il lotto lo deprimeva ed il totocalcio lo considerava fuori moda, roba da pensionati.

“Forse riesco a giocarmi anche quella… se ci arrivo” pensò.

Intanto s’era giocato la moglie, che, dopo la sparizione della pelliccia, si convinse ad abbandonarlo prima che fosse troppo tardi.

A Gino ‘sta cosa non fece né caldo né freddo ed al lavoro ( un magazzino di cancelleria ) trovava  il modo spesso di andare in fondo, vicino al bagno, nel luogo più tranquillo e solitario del capannone, per chiamare Igor e farsi dare le quote della settimana dei giocatori che andavano per la maggiore.

Al lavoro se n’erano accorti in pochi ma già giravano voci che lo davano sul procinto di chiedere la tredicesima anticipata.

L’allibratore era di fronte al furgone della porchetta : come al solito stava mangiando la sua rosetta.

Gino lo salutò : lui non rispose continuando a mangiare ed a guardarsi intorno.

“E che gli piglia adesso?”. Lo salutò di nuovo.

Niente da fare. Tirò fuori le 200 mila dalla tasca e gliele fece sventolare davanti : quelle le vide e smise subito di masticare.

“Non è aria oggi” bofonchiò da dietro il panino “Come scusa?” “Sei sordo o cosa? Non è aria!” e dicendo questo partirono dalla sua bocca pezzi di porchetta che come lapilli finirono sopra il gilet di Gino oramai esterrefatto.

“Igor che ti succede? Cos’è sta novità?” “SSSSSSTTTT stai zitto…” disse a denti stretti voltandosi a destra e sinistra in continuazione “… ho paura che mi sgamano…” “Chi ti cerca? C’è la polizia di mezzo?” “Zittoooo!!! Che dici?!?”

Intanto una coppia di tifosi stazionarono davanti al furgoncino ordinando 2 panini.

Igor continuò “… se scopro chi ha parlato lo faccio secco.. fossi stato tu...” scrutò la faccia di Gino  che continuava a tenere un’espressione ebete “…naaa lui non può essere…” pensò e guardò il muso della porchetta : assomigliava proprio a Gino in quel momento.

Uno dei due ultrà prese il portafoglio per pagare, l’aprì, ed Igor scorse una tessera conosciuta che non era quella della bocciofila che frequentava : ebbe un colpo al cuore quando lesse Digos.

“Gino scusa finiscilo tu questo..” “Ma a me… non va ora… ho pranzato… aspetta… spiegami un pò” “Dammi retta prendilo…” Uno dei due “ultrà” fece cenno all’altro ed entrambi guardarono Igor e Gino.

Igor sorrise e tentò un diversivo ”Alè Perugia… alè…oh oh…” tirò fuori una tromba dal cappotto e suonò proprio in faccia a Gino.

Gino fece un salto all’indietro : la sua espressione superò come espressione l’inebetimento del muso della porchetta.

Igor lanciò il panino addosso a Gino ed iniziò a scappare inseguito dai due ultrà : era tardi, la partita stava per iniziare, ma non c’era una fretta così grande… almeno così a Gino pareva.

Rimase fermo col panino in mano : continuava a non aver fame.

Passò un cane randagio e Gino gli fischiettò.

Il cane lo raggiunse, Gino gli lanciò il panino : l’animale addentò la “preda” con un balzo e corse via in cerca di un posto tranquillo inseguito da altri due randagi.

Gino prese la strada di casa “Niente scommessa oggi,vabbè”

Eh sì questa domenica gli era andata proprio male.