Sogni

 

Guardò fuori dalla finestrella : vide solo olivi a perdita d’occhio, ordinatamente piantati, per chilometri e chilometri, un cielo azzurro chiaro, addosso un vento che entrava dalla fessura aperta, lo stesso che si sente nei film di Sergio Leone.

Non era freddo né caldo, sentiva solo un tepore umano, una temperatura ideale, buona per rimanere ore ed ore all’aria aperta.

Vide da lontano avvicinarsi una ragazza, la conosceva bene, castana, non molto alta, non bellissima, normale, come la vita che voleva vivere, anche perché si era accorto che non poteva pretendere di più : la seguiva con lo sguardo e lei stava per aprire l’uscio di quella casa di campagna dalle mura spesse.

Appunto l’aprì : il contrasto della luce con il buio della stanza la faceva apparire strana, quasi una madonna sopra il baldacchino della processione.

Come spesso accade in questi casi (non ricordo precisamente per la verità) suonò la sveglia… no aspetta… suonò il telefono…no… ah sì… i muratori del cantiere di fronte iniziarono a trapanare la casa della vicina.

Ci mancavano anche quelli : “’Sti rompico…”

Aveva vegliato tutta la notte pensando e ripensando alle vacanze passate in Andalucìa e, consapevole che (secondo una sua personalissima teoria) il miglior sonno è quello che si fa dalle 5 fino a mattino inoltrato, s’era addormentato dolcemente, convinto che almeno in quel lasso di tempo la vita lo avrebbe lasciato in pace.

Non aveva calcolato a che ora attaccavano i muratori.

Il panorama che vide scostata la persiana di casa sua era diverso e sia il tempo che la temperatura lo fecero star subito male.

Andò in bagno e vide maglietta e calzoncini che la sera prima aveva messo ad asciugare, irrimediabilmente umidi.

Come tutte le mattine pensò al suicidio non appena vide il lavabo della sua cucina.

Accese il cellulare : stavolta non arrivò il solito SMS con i numeri di coloro che lo chiamano  trovandolo irraggiungibile.

Cattivo presagio : lo spense subito.

Vide le coppe sopra il suo comò : ne aveva vinte 3 nella sua lunga carriera, una delle quali arrivando in volata 26° a sorteggio.

Sul solito comò alcuni fogli ed una cartella personalizzata della ditta che esordiva nel frontespizio con “Obbiettivo Qualità”.

Non aveva voglia di andare a lavorare, ne di spendere una telefonata per chiamare la ditta e dirglielo: loro tanto sapevano che lui se ne fotteva e la cosa andava avanti reciproca.

Aprì il cassetto del comò e vide che non aveva manco un paio di mutande pulite : in compenso sul pavimento di fronte al letto ne aveva varie, tinte del blu perso dai pantaloni nuovi regalatigli dai genitori.

Si rifiutò di accendere il televisore, preferì la radio : “aiiii have a pictuuure of you…” ho un immagine di te riconobbe i Boyzone e gli venne da piangere ripensando che era uno dei brani che aveva copiato nella cassetta che aveva mandato in Spagna il mese scorso.

Continuò a guardarsi intorno non vedeva altra via d’uscita : tirò su le coperte che prima aveva gettato a terra, corse a chiudere le persiane, trovò i tappi per le orecchie che usava per andare in piscina e si rituffò nella stanza buia di quella casa di campagna in Andalucìa dove la madonna col baldacchino entrava eterea e carica di normalità e tranquillità.

“Maria!” disse…

 

…le stelle stanno in cielo… i sogni non lo so …so solo che son pochi quelli che si arrendono…

(V.Rossi)