Contratti a Progetto

e economia spicciola.

 

 

 

Ammetto di non essere espertissimo di politica, né tantomeno d’esserlo in economia. Ma spero di aver un po’ di buonsenso. Non molto, ma dato che oggigiorno scarseggia, voglio provare a far un ragionamento elementare. Certo che qualche nume dell’economia, della statistica o altro genio della finanza mi sappia dar torto con argomentazioni valide.

Partendo dall’assioma che Abbiamo la "peggio" classe politica del dopoguerra, e ci lamentiamo del lavoro? I nostri sedicenti “politici” (dopo Andreotti – oramai cariatide di se stesso, come Pannella –, Craxi, Togliatti, Almirante, Einaudi ecc. ecc., si possono definire i vari Fini, Berlusconi, Prodi, Casini ecc. ecc. politici, soprattutto a petto dei precedenti, indipendentemente dal colore politico?) non sanno neppure capire che il contratto a progetto a lungo andare crea povertà.

Ragionamento semplice e disarmante.

Con un contratto a termine, le banche non danno mutui. O meglio, Pochi mutui a tassi di usura nella migliore delle ipotesi, che non si verifica. Oramai con un mutuo o finanziamento che dir si voglia si comprano persino i telefonini...

Però, solitamente, con un contratto a progetto, non te lo concedono!

 

Ora:

 

Pochi mutui = Poco denaro liquido.

Poco denaro = pochi scambi.

Pochi scambi = poco commercio.

Poco commercio = Stagnazione economica!

 

Cazzarola, è così difficile da capire???

 

Ford, quello delle macchine, diceva: “Se non pago bene il mio dipendente... chi le comprerà le mie macchine?

 

Ma si sa: Ford era un maledetto comunista!

 

 

 

La Ricchezza di un Paese

     

  

La ricchezza di un Paese si calcola soprattutto sulla quantità (e qualità) del lavoro necessario a produrre dei beni, materiali o immateriali che siano (i cosidetti "servizi"). Se serve più lavoro (e più "qualificato", ovverosia Laureati) per produrre meno (inteso anche come "stessa quantità ma a costi più elevati") vuol dire che il Sistema non funziona. Soprattutto con una classe politica (indipendentemente dal colore) che non ha ancora capito assolutamente le regole minime dell'economia (Il Contratto a Progetto, ad esempio, si basa sull'assurdo economico che un singolo lavoratore possa competere "sullo stesso piano" con un'azienda. Quando invece soltanto l'unione dei lavoratori che ha questo "potere", di cui però non bisogna abusare. Inoltre il CoPro non prevede Malattie, ferie, né altri benefit se non lasciati al buon cuore del datore di lavoro, che infatti quasi mai li contempla. Ora, l’unico obbligo del CoPro è che sia scritto. Almeno dovrebbero prevedere dei limiti di tempo[1], o altro, alfine di non poter essere trattati da schiavi per quaranta anni, senza contributi... nella migliore delle ipotesi – E qui mi ricollego al mio precedente post sui terrificanti "Contratti a Progetto").

 

Attenzione, qui non si parla di Comunismo. Ma non bisogna confondere neppure la destra sociale con il liberalismo. Gli ammortizzatori sociali non sono soltanto una prerogativa della sinistra, al contrario!!!

Le garanzie sul posto di lavoro sono le fondamenta per poter permettere a tutti quanti una vita dignitosa. Così come lo Stato deve aiutare le imprese in difficoltà, non può lasciare i lavoratori allo sbando, né può esimersi dal tutelare la categoria attualmente più debole. Altrimenti lo Stato non ha motivo di esistere.

C’è peraltro un problema di fondo assai grave. La scarsa retribuzione del lavoro qualificato (relativo ai contratti a progetto, che permettono agli imprenditori di avere a prezzo stracciato personale ad altissima qualifica, senza preoccuparsi di aggiornarlo). Pertanto, la domanda è sempre la seguente: IN ITALIA LAUREARSI NON SOLO NON SERVE A NULLA, MA DIVENTA ADDIRITTURA UN HANDICAP.

 

   

 

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  Novembre 2006

 

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[1] Inteso come limite di rinnovo. Ad es. Massimo tre anni. E se mandi via una persona al limite di questo tempo, o prima, non puoi più utilizzare i contratti a progetto per altri tre anni.