Scrubs - Medici ai primi ferri (telefilm)

 

Scrubs non è la semplice parodia, come sarebbe facile supporre, del più noto e claustrofobico "E.R.", né, al contrario, un universo a sé, né, tantomeno, uno "spin-off" dai contenuti limitati, proiettato sulla facile scia di un successo planetario.

Non cela risvolti smaccatamente politici, come il suo illustre pseudo-referente; piuttosto, questa serie cerca la sua strada indipendentemente da ogni genere fisso che si propone da decenni sulle TV, private e no. Non per nulla, lo trasmette Mtv, e non una qualche televisione finto-progressista di maggior diffusione nazionale. Scrubs, nonostante l'ottimo livello tecnico e la sceneggiatura spesso azzeccata, non è affatto immune da difetti: in particolare, una certa forzatura giovanilistica in alcune scelte stilistiche e formali. Ne sia esempio l'uso forzato e ridondante di alcune sequenze in puro stile videoclip (citazioni a go-go).

Eppure, nella programmazione discontinua e diseguale dell'emittente, non stona affatto. Gli interpreti conservano un'immagine meno patinata di quanto sia pur lecito aspettarsi da un prodotto di tal genere. La caratterizzazione dei personaggi è varia, esagerata e a volte confusionaria, di quella confusione, però, spesso generata da un tripudio di idee non tenute adeguatamente a freno; ma i peccati di abbondanza son paragonabili a quelli rimproverati a Mozart, con le sue "troppe note". Bisognerebbe saper quali togliere. Si potrebbe dunque togliere la voce fuori campo (Stile "Ally McBeal", o "Strano Inteludio" di O'Neil, se volete), che conclude ogni puntata con una nota tra l'amaro e il poetico con realismo e ottimismo al contempo?

Si potrebbe togliere lo "stile clip", ed insieme le note di colore di una regia che non si risparmia in nessuna scena?

Si potrebbe togliere l'esasperazione di certi atteggiamenti isterici ed ipocondriaci dei vari "piccoli medici", senza alterarne la sostanza "umana troppo umana"?

 

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