I cafoni del Web.

 

 

            Chissà perché on the web tutti si sentono in diritto di dire, o meglio, di scrivere ciò che vogliono appena hanno uno spazio libero, senza curarsi di metterci il minimo "sale" dentro?

            Mi riferisco non a chi tiene un blog, ma essenzialmente a coloro che - per il solo fatto di aver sottomano una tastiera e davanti al proprio suinesco muso e nessun altro titolo che quello di passare pigramente su un blog o sito - hanno la possibilità di "farsi ascoltare"; ed invece di approfittare di quest'occasione, la utilizzano soltanto per sferzare e criticare, senza un minimo di creanza, raffinatezza e civiltà chi li ospita.

            È sacrosanto che la gente possa dire quel che vuole. La censura è sempre spregevole. Ma crimine peggiore, in taluni casi, è la maleducazione. Purtuttavia, su un blog, sarebbe lecita persino questa. Mi spiego. Saper sostenere una critica in maniera brillante, come faceva Roberto Longhi, con logorroica & funambolica potenza sintattica, sarebbe persino ammesso, se non del tutto auspicabile. Purtroppo, quasi nessuno dei novelli cafoni del web che passano, leggono di sfuggita e gettano là una critica vuota, che mira solo a ferire, quasi soltanto a voler affermare: "Ci sono anche io e quello che hai scritto non mi è piaciuto, o forse sì; basta che ora mi ascolti! Ascoltami! Ascoltami! Ascoltami!", nessuno di questi, invero, ne ha! Sol un disperato, rutilante & patetico bisogno di attenzioni, per ripicca ad un mondo, crudele e frettoloso che attenzioni non ne dà.

            Se avessero almeno la finezza o "sprezzatura" nel mettere un poco di arguzia e cervello, nelle loro critiche, del sarcasmo vero e non soltanto ironia facile, quanto sarebbe già meglio.

            Ironia = affermare il contrario del significato oggettivo del motto espresso. Utilizzando metafore, sineddoche, similitudini, ipotiposi! Insomma... scrivere, secondo i dettami della vecchia scuola, o secondo i consigli di quella giornalistica (quella Hemingwayana): pochi aggettivi, ma coincisi ed efficaci periodi rivolti a spiegare cosa c'è che non funziona. E perché. Critica costruttiva, insomma. Non quella distruttiva fine a se stessa, che mostra solo la miseria di uno spirito dinanzi alla capacità di qualcun altro di mettersi almeno in gioco e dire la propria. La solita lotta fra il titanico libero pensiero e la meschinità delle menti obnubilate dalla mediocrità, prive di passioni e di costruttiva intelligenza al servizio del prossimo.

Bokk74

 

 

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