Il mio Credo.

Stanco di sentirmi estraneo alle religioni del mondo, annoiato dalla saccente presuntuosità di molti cattolici e non solo che vedono in una persona che non-crede uno da convertire, quando invece, se sentono che appartiene ad un'altra religione portano rispetto (chissà perché un ateo o presunto tale, dal momento che non riescono a concepire una spiritualità avulsa dalle regole sociali stabilite, debba esser da loro considerato "Terra libera di conquista"), mi son risolto a scriver ‘ste due minchiate sulla mia spiritualità e su quella di altri che si credon tanto furbi.

Tanto per principiar, dico subito che credo sia assurdo abboccare alla storia della "vocazione"...

La Vocazione, come già accennai, è un richiamo... E' una voce che ti suona nell'anima... C'è chi sente la voce del Divino, chi quella "Di-vino", chi quella di meno nobili ideali (anche il Marchese de Sade diceva di sentir le voci, quelle del sacro foco dell'arte che gli "imponevano" di scrivere le sue favolette [a]morali). Certo, per me, che ‘una’ o ‘la’ divinità parli ad un uomo, in ogni caso, resta quantomeno un'eresia. ("Parlare" anche in senso di "percepire", ovviamente: "Speculum in Aenigmate", insomma... ) Quindi, la vocazione, comunque venga o di qualunque genere sia, può venir a tutti, belli e brutti. A volte, non è così chiara (la vocazione 'contesa'), a volte basta solo una botta in testa (la vocazione 'contusa'), a volte basta mangiar pesante, a volte drogarsi, a volte restar delusi dalla vita di tutti i giorni e si vuol cercare una risposta altrove... Quindi, pensare che un uomo, come me, possa parlar con la divinità, o viceversa la Divinità parli con lui, per me è eresia. Per qual motivo una persona deve esser più predisposta di me o di un altro per sentir la parola di Dio senza "bruciarsi"? Nessuno. Ergo, penso che chiunque sostenga che parli per bocca di Dio, qualunque dio, sia un pazzo! Nessuno escluso. Facciamo un caso. Se vi dicessi che un uomo, vestito tutto di bianco, che proclama di essere infallibile, e in virtù di ciò, qualunque cosa dichiarasse in materia di fede, bisognerebbe credergli e basta, lo prendereste per pazzo sì o no? Io penso di no, vero?

O magari sì?

Perché in tal caso avreste dato del pazzo al papa, dal momento che il dogma dell’infallibilità papale non mi risulta sia stato mai revocato!

Questa non è follia?

Or taccio di altre religioni ancor più restrittive, dove si dice che la donna non può sposare un uomo di un'altra religione, altrimenti diventerebbe passibile di morte da parte di qualunque buon membro di quella stessa religione. O che la testimonianza di una donna vale la metà di quella di un uomo ecc. ecc.

Di queste assurdità son piene tutte le religioni del mondo, e si vorrebbe ch’io vi debba aderire? Come se una qualcuno non potesse aver una sua morale svincolata dai dogmi d’una qualunque Fede, come una sua etica da rispettar meglio di quella di un qualunque confessione religiosa, poiché se l’è scelta, anziché adottarla in toto. Per la cronaca, il discorso: "Son cattolico solo per le cose che condivido", è una cavolata. O sei cattolico, o non lo sei. Sennò, sei eretico. Punto. Piccin regalin dei vostri amati pretin. Altrimenti il potere come fanno ad esercitarlo, su di voi? Come il sacramento della Confessione, in realtà puramente facoltativo. Ci si può benissimo "Comunicare" senza confessarsi. Basta sentirsi in pace con la propria coscienza. In realtà, quindi, non occorre che il prete sappia quel che voi avete fatto (insomma, i cazzi vostri, se non volete dirglieli), anche se ne siete veramente pentiti. E’ una sorta di seduta psicoanalitica. Ti scarichi la coscienza, è vero: può far comodo. Ma deve far comodo al credente, non al prete, che viene a conoscenza dei fatti suoi. Non è mai cosa buona: "Er prete è vendicativo", diceva il buon Gigi Magni...

D’altro canto, altra cosa risaputa, e basta leggere il Manzoni – I Promessi Sposi – non occorre manco far il corso prematrimoniale. Perché NON OCCORRE NEPPURE CHE IL PRETE SIA D’ACCORDO SULL’UNIONE! Il corso prematrimoniale è un altro strumento clericale di grassazione (intesa anche come grassazione morale, oltre che fisica) sui loro discepoli. Come avviene nelle sette tanto criticate... la forza delle grandi religioni è quella del numero!

Fondamentalmente sto pensando di farmi... che so, Mannonita! E tutti a dire: "Ma che sei pazzo?" / se dici: Buddista, già ti guardan diversamente... E (con tutto il rispetto verso il buddismo, l’unica filosofia-religione che NON ABBIA, NELLA SUA STORIA, GUERRE DI RELIGIONE) perché questa diversità di atteggiamento? Solo numeri!

"E nella storia contano solo tre cose: il numero, il numero ed il numero!" (Dal film "Il Declino dell’impero americano") E’ per questo che i "religiosi" rompono tanto i coglioni. E’ la storia delle mosche: "Mangiate merda, 40 miliardi di mosche non possono sbagliare."

 

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venerdì 22 settembre 2006 alle 22:02

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