La Misoginia

nella Storia Moderna...

Saltellando di blog in blog, è sorta questa domanda: chi sono i peggiori nemici delle donne?

Nei secoli, probabilmente son stati gli uomini. Esistono molte testimonianze al riguardo. Nell’età moderna, per esempio, Jean Delumeau (Paura in Occidente, 1978; trad. it. Torino 1979) parla senza mezzi termini della Paura della Donna. L’eterno femminino che racchiude in sé il mistero della vita, quindi, implicitamente, quello della morte (le fattucchiere, che avevano la capacità di provocare la sterilità nei maschi con la legatura, una sorta di "vodoo" che consisteva proprio in una simulata 'legatura' dei testicoli), rappresentava un arcano troppo grande da svelare, pertanto da "temere". Al tempo stesso, il desiderio e la concupiscenza, il senso del peccato legato ad una sessualità prorompente che le vedeva oggetti attivi più che soggetti passivi delle brame maschili, le rendeva invise all'autorità religiosa del tempo, ovvero quella cristiana, tanto cattolica quanto protestante, in una religione che – non per sua natura –si era "strutturata" prettamente come misogina (lo è tuttora).

La donna era vista come un "uomo incompleto", secondo una definizione aristotelica molto in voga all’epoca. Lo stesso Marquis Sade, nella sua misoginia smaccata, non riprendeva tout court questa definizione, ma definiva la donna un imbuto per l’elaborazione del seme maschile. Uno degli spiriti più illuminati dell’epoca, Michel de Montaigne (anche se a mio parere fondamentalmente misogino per gusti sessuali non molto chiari neppure a lui stesso: basti leggere nei Saggi le pagine dedicate al suo giovane amico prematuramente scomparso) definisce, ad esempio, i legami di sangue poco importanti, perché "che importanza può avere il fatto di essere usciti dal medesimo buco?"

Forse Shakespeare è l'unico che riconosce al femminile e alla femminilità un suo valore al pari di quello dell’uomo. Anche lui, tuttavia, nella Bisbetica domata, si esprime in termini poco lusinghieri sul gentil sesso. Ma se vediamo le sue vere eroine, Desdemona e Giulietta, persino Ofelia, senza parlar della dolce Cordelia del Re Lear, che mostra più saggezza di tutti gli altri maschi, si può fare il dovuto distinguo.

Detto questo, è pur vero che bisogna ammettere che, nei secoli (e persino nel Rinascimento) le donne hanno avuto un ruolo fondamentale nella società. Nel Rinascimento, dicevo, erano animatrici di discussioni intellettuali. Ad esempio, nel Cortegiano di Baldassarre Castiglione, libro di una estrema finezza stilistica, sono le donne che svolgono funzione di moderatori della discussione, anche se raramente espongono tesi e sono in netta minoranza numerica. (Nel Decamerone, però, è bene ricordarlo, son sette donne su dieci presenti).

Tornando indietro nei secoli, le donne hanno avuto mai ruoli di potere assoluto o quasi?

La risposta è affermativa.

Semiramide, in Mesopotamia ("La terra che il soldan corregge", specifica Dante), Nefertari e Cleopatra in Egitto. Nell’antica Grecia, non abbiam di queste figure, anche se abbiamo la straordinaria figura della poetessa Saffo e – in un altro ambito – la Lisistrata, personaggio della omonima commedia di Aristofane, che pure dimostra che anche le donne avevano un peso socialmente rilevante nella collettività.

Nei secoli, possiamo riferirci a Maria De Medici. Poi Caterina la Grande in Russia. Nell’ultimo secolo, per portare un paio di esempi, Margaret Thatcher e Golda Meir, sono state fondamentali figure politiche per i loro rispettivi Paesi, Inghilterra ed Israele.

In Italia? Be'... Abbiamo, sopra tutti, l'imbarazzante caso della Contessa di Castiglione, la "Vulva d'oro" del Risorgimento italiano, secondo una scortese ma efficace definizione di uno dei suoi numerosi amanti, Costantino Nigra. Tale definizione – d’altro canto – rende bene la misogina visione del sacrificio della Contessa. Ma questo personaggio storico meriterebbe un discorso a parte: intelligente, bellissima, spregiudicata ma insoddisfatta e misconosciuta eroina italiana (e, una volta tanto, sia detto senza ironia).

Insomma, le donne nei secoli hanno anche comandato. Il guaio è che – in quei rari casi – non sempre hanno ottenuto il meglio. Anzi, spesso son state alla pari con i propri 'colleghi' maschi in quanto, almeno, a spregiudicatezza politica.

Questo è, forse, il peggior torto che hanno operato nei confronti della loro stessa femminilità!

 

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