Quills,

la penna dell scandalo

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Regia Philip Kaufman

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Interpreti:

Michael Caine (il "dottore"),

Kate Winslet (La serva),

Joaquin Phoenix (l'abate),

Geoffrey Rush. (Sade)

Genere: Drammatico, USA 2000.

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L'azione si "finge" nel manicomio di Charenton, dove il "divin Marchese" (ma in realtà Conte - cfr. Nicoletti nell'edizione Newton Compton delle sue opere) trascorrerà gli ultimi anni della propria vita, passata per la maggior parte tra prigioni e manicomi, per l'appunto.

 

In questo luogo di demenza, retto da un intelligente e "illuminato" abate riformista, un po' Basaglia ante-litteram, pregno della filosofia dei lumi, si narra della "relazione" (casta) tra il Marchese ed una servetta (l'ottima Winslet) che – trafugandone i manoscritti al di fuori delle mura del manicomio – sfocerà nella tragedia.

Poiché il "tiranno d'Europa" Napoleone, noto moralista, nonostante la sua passione per le donne poco pulite (considerando l'epoca, c'era veramente da preoccuparsi) ed i massacri sui campi di battaglia, vuole assolutamente fermare la pubblicazione dei libri "osceni" di un anonimo scrittore, che altri non può essere che Sade (solo lui scrive così male, anche se – sempre considerando l'epoca, c'era anche di peggio, ad es. "I gioielli indiscreti" di Diderot, molto più casto di Sade, ma persino più verboso e noioso)!

Per bloccare le pubblicazioni, non potendo eliminare Sade (beneficio del dubbio e convenienza "politica", restava pur sempre un ex membro della Convenzione Nazionale) invia un medico dai metodi poco ortodossi (Caine) ma assai efficaci a collaborare, o al limite, sostituire in toto l'abatino, troppo progressista.

Il dottore si sposa una vergine-bambina di cui era tutore... Sade, che odia il vero sadico, ovvero il dottore, depravato nell'uso compiaciuto della tortura come ‘mezzo curativo', venutolo a sapere tramite la stessa servetta, approfittando del suo talento di autore di teatro e proto-regista (di cui era dotato molto più che di quello di scrittore-filosofo), compone ed allestisce una farsa su questo matrimonio.

Da qui, una serie di eventi a catena che costringono il mite abate a privare il marchese d'ogni mezzo per scrivere... Ma per Sade scrivere è vita... L'inchiostro è sperma, o forse addirittura la linfa della sua stessa vita di recluso. Comincia a scrivere sulle lenzuola col vino. Viene scoperto. Scrive sui suoi abiti col suo stesso sangue... Viene tenuto segregato nudo, e – a voce – detta, tra una stanza e l'altra, alla servetta, la sua ultima opera. Ma un incidente durante questo stratagemma provoca un dramma inatteso che culmina nella morte della povera serva.

L'abate – in conseguenza di ciò – sia per inconfessato amore, sia per senso di colpa, perde la ragione. Fa tagliar la lingua a Sade, e lo incatena... Ma Sade arriva a vergare le sue ultime composizioni con le feci sul muro della sua angusta cella, prima di morire, quasi a causa del suo disperato, vitale, bisogno di scrivere che non può più essere soddisfatto.

L'abate, rendendosi conto che il vero sadico è il moralista dottore, raccoglie l'eredità di Sade, e diventa scrittore di libelli a sua volta.

Pellicola di effetti e difetti, poco credibile in alcuni passaggi, è un film straordinario non tanto per la storia di Sade, quanto per la raffigurazione precisa e puntuale delle diverse mentalità dell'epoca, e delle loro "deviazioni" e contraddizioni, implicite ed esplicite, ma da rivalutare per la fenomenale capacità di far sentire allo spettatore il letterale bisogno di scrivere, e vivere, attraverso la scrittura.

Una battuta, forse non originale, va comunque segnalata: "Uno scrittore che scriva più di quanto legge, dà chiara prova di dilettantismo."

Grande Geoffrey Rush, (forse) un po' troppo sopra le righe.

 

http://spazioinwind.libero.it/dario974/

 http://bokk74.blog.kataweb.it/

 

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Venerdì 11 agosto 2006

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