di Bertold
Brecht
Titolo originale:
"Trommeln in der
Nacht"
- 1922 -
Un Bertold Brecht
poco più che ventenne scrisse questo dramma dedicato ai reduci della Prima
Guerra Mondiale. Nonostante l’argomento scabroso, il giovane
drammaturgo riesce a mantenere un linguaggio estremamente
lirico per l'intera piéces,
così come era già riuscito nel precedente Baal. |
|
Trama
dell'opera |
Bertold Brecht ancora non ha
preso coscienza politica di Sinistra (che lo porterà a sperimentare successivamente un'azione scenica basata sull'effetto
dello "straniamento"), e questo testo
ricalca ancora posizioni anarchiche. Difatti il giovane reduce, tornato a
casa dopo lunga malattia (tema che riprenderà Charles
Chaplin nel "Grande Dittatore") trova la
sua ex fidanzata che sta andando in sposa ad un volgare "industrialotto" che si è arricchito con la guerra (i
cosiddetti "squali"). In un crescendo drammatico di racconti, tra
case borghesi rispettabili e caffè mal frequentati,
borghesi boriosi e prostitute dal cuore d'oro, con
un linguaggio a tratti duro ma mai gratuito, i due ragazzi – sullo sfondo
delle rivolte Spartachiste di "Rosa la
Rossa" – scopriranno ancora di amarsi, anche se non più con la
spensieratezza di prima della Guerra. Il giovane Reduce rifiuterà di
partecipare alle rivolte di piazza, scegliendo la sua strada. |
|
Scene
Chiave |
Due
scene in particolare sono da segnalare: |
Il
colloquio tra il reduce e la sua (ex) fidanzata, con il breve e intenso
racconto dell'acero, che ricorda alcuni dialoghi basati su silenzi e
incomunicabilità sul modello di Cechov,
che si allontanano da quelli per la dolente sofferenza che alcune immagini
ispirano nello spettatore. |
La
seconda scena si sviluppa nel finale, quando il Reduce decide di rifiutare le
"lusinghe" dei rivoluzionari, per liberarsi della sua
"giacchetta" di veterano, che tutti cercano di tirare dalla propria
parte, in un impeto di rabbia scaglia un tamburo verso le quinte. La
"luna" di cartapesta cade, "rivelando" l'inganno scenico,
che 'rappresenta' l'inganno della Vita. In questa
scena si può quasi ravvisare una rottura totale con il concetto naturalistico
della "quarta parete", anticipando, per alcuni aspetti, lo stesso
effetto di Straniamento del Teatro Epico che tanta
parte avrà nella successiva produzione teatrale dell'autore. |
|
|
Bibliografia Minima |
Peter Szondi, Teoria del dramma moderno, Torino, Einaudi. |
Bertold Brecht, Tutto il
teatro, Torino, Einaudi. |
|
Blog: http://bokk74.blog.kataweb.it/
Sito Internet: http://spazioinwind.libero.it/dario974/