Parità

Si cercavano nuove idee. Le azioni della Multinazionale "Evergreen" erano in ribasso, da quando, nel loro settore –oggettistica varia multiuso, cioè quegli oggetti che prima li compri nell’impeto della novità per poi scoprire che, se hai vissuto per anni senza, c’era il suo perché – avevano inventato un nuovo rasoio elettrico che spargeva dopobarba mentre rasava.

Il Direttore sbuffava come quelle vecchie locomotive asmatiche. Soddisfatto.

Il Figlio lo fissava. Sarebbe diventato anche lui così. Il DNA non perdonava, e dentro di sé sperava che la sua mamma non fosse stata tanto onesta quanto gli era sembrato per tutta la vita.

L’assemblea degli azionisti di maggior rilievo ebbe inizio. Procedettero in processione, come ad una cerimonia religiosa.

Tanti pinguini parevano, sulla banchisa, che cercavan pesce, ma le loro espressioni tradivano l’anima del pescecane, che non lo fa per cattiveria, ma per profondo istinto primitivo.

 

***

 

 

Gli azionisti fissarono il loro capo con religiosa ammirazione: il guardiano dei lor beni terreni (e di tutto, quindi!).

Parlò, oracolarmene, e sentenziò: "Sarebbe il caso che lorsignori si rendano conto della situazione!"

Principiava immancabilmente così ogni suo intervento, divertendosi a "stroppiar" il proprio idioma frammischiandolo di vocaboli che non si sapeva dove le pigliasse, se in fondo a qualche barile, o nella sacca infinità della sua volgare boria.

S’aveva l’impressione che le parole gli salissero su dal colon, e la sintassi ricordava una concrezione lattiginosa e ingarbugliata, un guazzabuglioso incastro di suoni che, nelle intenzioni sue, doveva mirare a comunicare qualche stravagante pensiero vizioso e nullificante.

Proseguì: "Lorsignori mi prestino l’attenzione dovuta che ora mostrerò loro un nuovo miracolo della tecnica. Invero, non ci sarebbe stata discriminazione se esso ci fosse in passato stato. Ma i nostri avi non ci hanno pensato, ci abbiam pensato noi! Siamo il futuro, signori. Come si sostiene da tempo immemore, oramai. Al pari di novelli Ulissi, trasbordiamo verso il canto delle sirene. Perdonatemi quest’afflato lirico. Ma è per introdurvi quello che volevo da esporvi in maniera adeguata."

Il Figlio, frattanto, si sentiva morire; una tale prefazione – per quanto costume dell’anziano patriarca – lasciava presagire il peggio!

Il Presidente, lasciati perplessi allibiti allocchi tutti quanti gli azionisti, sollecitati nell’intima morbosa curiosità che stimola sempre il pensiero che porta a far soldi – eran le parole che aveva usato una volta il Padre col Figlio per spiegargli la logica del Capo – chiamò prestamente una bellissima ragazza.

La meravigliosa femmina turbò gli azionisti (Ma c’eran pure azioniste; tacite, ma c’erano). Uno pensò: "Ci volesse far entrare in un giro di prostituzione legale… Boh, io ci sto, se è legale… ma se non è legale, dipende da quanto rende: pecunia non olet"

Il vecchio Leader aveva ben altro in mente!

"Lorsignori ammirino questa splendida giovane" Continuò platealmente "E son sicuro che l’avete già fatto, perché l’uomo è uomo; nevvero, Figlio mio?"

Il figlio, paonazzo, emanava bagliori di screziato, in lampi purpurei che pareva una lampada d’un locale a luci rosse! Non era tagliato, lui, per fare il Capo. Lo sapeva.

"Ordunque, notate, questo…" Annunciò il Presidente, additando alla sua sinistra, da dove entrò, mediante un meccanismo di tapis roulan, un bel vespasiano in alluminio, che riluceva con riflessi argentati nella sala scura.

"Facci vedere!" Tagliò corto il Capo, finalmente!

La ragazza, come se fosse la cosa più tranquilla di questo mondo, si sollevò la minigonna, mostrando due glutei (che Michelangelo non li avrebbe scolpiti meglio, pur essendo uomosessuale, diceva il Vecchio), attraversati nel bel mezzo da un superbo perizoma nero.

Pochi istanti dopo, uno scroscio sibillino si udì distintamente nella sala.

Prima storditi, poi schifati, gli azionisti, quasi tutti rimasero; tranne uno, che pensò: "Un giro di prostituzione di transessuali? Che diavolo, dal Vecchio non me lo sarei mai aspettato! Vabbèh, basta che si guadagni bene…"

Dopo la minzione, il Vecchio si appressò premuroso, e chiese, con garbo e sobrietà: "Finito, cara?"

"Sì!" Squittì.

"Allora sai cosa fare!" Poi, rivolto agli azionisti, con i modi del grande imbonitore, proclamò ad alta voce: "Signori, a voi!"

La ragazza, con un unico gesto, si tolse una cosa tra le gambe, la lanciò in mezzo al tavolo. Un osceno rumore di gomma e/o lattice risuonò tre volte nell’ambiente.

In mezzo al tavolo, un fallo di plastica, piccolo (ma pratico), stava immobile…

Il Figlio, dentro di sé, chiamò in adunata tutti i Santi del Paradiso cristiano e di quello scintoista. Il vecchio patriarca, soddisfatto dell’effetto sorpresa, rise grossamente!

"Che scherz’è questo?!" Chiesero all’unisono, come un branco d’immani squali untuosi attaccati all’ultimo strattone, gli azionisti tutti.

Il laido venerando, sottecchi, li guardò ad uno ad uno, e quelli lo fissavano.

"Lorsignori – principiò – La mi consentano di affermare che questa è senza dubbio alcuno la più grande innovazione femminista dal tempo dell’assorbente interno!!!"

"Come sarebbe?" Chiese sconsolato distrutto trasecolato impietrito verdognolo in volto il Figlio.

"Figliuolo! Tu queste cose non puoi capirle ancora, ché non sei sposato. Ma questo io so, e lorsignori lo sanno come me! La donna ci ha l’invidia penis, e – sebben’io non abbia studiato di psicologia – mi pare ovvio capire che esso sia l’invidia del pene, del sesso maschile, del cazzo, e scusatemi la raffinata brutalità!"

Uno pensò: "Il Presidente dà i numeri, ma se ci si guadagna, colla pazzia del vecchio, che mi frega?"

Concluse il car’uomo: "Ordunque, si tirino le somme di tanta storia. Alle donne ci è sempre piaciuto imitarci, questo è palese, pure nelle peggiori cose: fumano, bevono, fanno carriera, bestemmiano, scopano senza sentimento. Tutte cose che facevano da sempre, solo che ora lo ammettono… Cavalchiamo la Tigre, e lorsignori già sanno che i tempi son cambiati! Già sanno, insino, che i tempi son maturi per questa novità: facciamole pisciare come noi! (E scusate per la parola "insino", m’è scappata!)"

Dopo un attimo d’interdizione, tutti si alzarono e plaudirono forsennatamente il ripugnante venerando Presidente; un’azionista, presa dalla foga che faceva molto Millionaire, apparve come se prima non ci fosse stata, ed in un attimo d’euforia, acchiappò quel pezzo di lattice sul tavolo e se lo infilò a mo’ di mutande. Mentre tutti gli altri azionisti l’incitavano, in un turbinio di corpi frementi per l’emozione (si liberavano, così sfogando le loro creative energie), la donna manager s’appressò al vespasiano e, mentre minzionava all’impiedi, felicemente esclamò: "Che goduria farla così! D’ora in poi, niente più toilettes sporche!!!"

Conclusero con un grido, motto della loro vivace azienda: "Mai più senza!"

E tutti erano gioiosi e allegri!

Solo il figlio, che non aveva proprio lo stampo per fare il Capo, continuava a sudacchiare, e a pensare che si sarebbe per sempre persa quella meravigliosa sensazione di "vuoto" che s’aveva quando si guardava tra le gambe d’una donna.

In fondo, però, pensò, era Parità!

Il Progresso andava avanti: fermarlo sarebbe stato solo un delitto. Una scandalosa e reazionaria scelleratezza.

 

FINE

 

 

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