DERBY!

 

Gli strilli si sentivano fino al settimo piano. Considerando che i coniugi Freschi-Carlini abitavano al quarto piano, possiamo arguire che litigavano.

Ancora sposini, già così ferrati nel litigio. Erano l’invidia – e il tormento – del vicinato. I Marenghi-Bottoni, del quinto piano, sposi da vent’anni, bisticciavano così audacemente solo da cinque, forse sei anni, al massimo. La Comaschi, vedova, del terzo piano (gli strilli non salgono, a volte scendono pure), udendo simili strepiti, rimembrava del tempo felice in cui il caro bene – estinto, o fuggito, non s’era mai veramente capito – la riempiva di lividi, vivace prova violacea del loro amore giovanile. La Bassu, neo-divorziata (forse sarda), s’arrovellava a pensar che, se con il marito avesse litigato così intrepidamente, magari avrebbe divorziato prima, o, più probabilmente, avrebbe avuto ancora un uomo nel letto (e non necessariamente il marito). Esser divorziata toglieva ogni sapore allo sfizio…

I Freschi-Carlini, in quei momenti, erano pieni d’amore. Ma erano gli oggetti della passione, che mutavano…

"No!"

"Sì!"

"Nooo!!!"

"Sììì!!!"

Si gettavano contro ogni sorta d’insulti, prima i più comuni, poi, man mano, i più fantasiosi e coloriti.

Terminati gli aggettivi ingiuriosi ed i Santi del calendario chiamati a raccolta in ordine sparso (erano assai religiosi entrambi), si passava agli oggetti, tutti infrangibili, comprati ad hoc (erano proprio bravi figlioli previdenti) per l’occasione.

Era una scena che si ripeteva ogni Domenica, salvo anticipi e posticipi.

Era inutile assicurare che lo sport fa bene solo se praticato e non guardato, che il calcio è bello, è anche arte, ma non soltanto dagli spalti...

La discussione era al culmine. Era passata, infatti, la fase dei Santi, e il telefono (portatile ma robusto) aveva già spiccato il volo, abilmente schivato da Virgilio, il marito, agile come il portiere della Nazionale ai rigori della Finale dei Mondiali!

Giulia, tribblandolo, non gli diede il tempo di approfittare dell’effetto sorpresa, e passò al contrattacco, con un sensuale pressing. Ma Virgilio non si fece fuorviare.

Schivò il colpo basso e guadagnò terreno.

In quel momento Giulia ebbe un’idea. Tentò di aggirarlo sulla fascia del salotto, e, con un balzo, evitò il basso tavolino; Virgilio, incautamente, la seguì per terminare la tenzone, ma, quando si trovò in camera da letto, capì di aver perso.

Giulia saltò fuori di dietro la tenda e, con felina manovra, ebbe ragione dell’avversario.

La porta della camera si chiuse dietro le spalle di Virgilio!

Era in trappola.

Giulia, con ghigno beffardo, diede doppia mandata alla porta della stanza. Aveva vinto il derby. Con il marito rinchiuso, non aveva di che temere.

La ragazza prese fiato. Sistemò cappellino e sciarpetta. Finalmente poteva andare a vedere in santa pace la partita!

 

Fine

 

 

 

 

 

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