Jogging nel parco

 

Giggetto Er Trota e Moretto Er Modifica chiacchieravano a proposito della Roma.

I gatti del parco li guardavano, sbadigliando al Sole.

Arrivò Mariotto Er Forcipe con un pallone sotto braccio.

"Se li famo du’ tiretti?"

Moretto e Giggetto lo fissarono un attimo, in controluce. La sua sagoma stagliava nel tiepido mattino primaverile come quella d’un tucano.

"Ma nun tienghi gnente de mejjio da fa’?"

"E dajjie, che me parete ddu’ vecchi!"

I gatti del parco, sempre sbadigliando al Sole, fissarono due vecchietti che in quel momento facevano jogging.

"Ahò, quelli so’ già ar terzo ggiro. Mo schiàtteno!!!" Pensò Er Trota, ma non lo disse, perché gli sarebbe costata troppa fatica.

"Nun è la vojjia che ce manca…" precisò Er Modifica.

"…è la fiacca che ce frega!" chiarificò (mentalmente) Giggetto.

"E allora?"

"Vabbè! È che jeri semo iti a ballà, e j’avemo dato sotto!"

"E mmo?"

"E mo semo stanchi, s’ariposamo. Che ce vuoi fa?"

I gatti (che intanto, a forza di sbadigliare nel Sole, s’erano smascellati) continuavano a fissarli con aria felina.

"Ma nun ve sentite flaccidi? Nun ve fa schifo sentì’ li muscoli che ve se rattrappischeno e ve se ammollacchieno come ddu’ bistecche frollate? E c’avete vent’anni!"

I due lo fissarono straniti, e dai loro occhi acquosi una domanda si palesò spontanea: "Ma chi te ce ha mannato?"

Ma la fiacca ebbe la meglio…

 

 

Il Sole svegliava le coscienze e le nuove forze della natura. Il verde scoppiettava come un mortaretto d’un daltonico.

Passarono i soliti vecchietti (al loro quarto giro).

 

"Vabbè, famose ‘sti ddu’ tiri!" Accettarono i due con un balzo dal muretto, alto quaranta centimetri.

Cominciarono cinque minuti dopo (giusto il tempo di riprendersi dall’agile salto).

Er Trota si mise in porta. Ma, avendo le mani un po’ viscide, il pallone gli sgusciava ogni volta.

"Ahò – strillò Er Forcipe – fàmola un po’ più difficile: giocamo senza portiere!"

Da quel momento, infatti, segnare fu sempre più difficile. Anche perché Mariotto e Moretto, per rendere le cose più affascinanti, dimenticarono per un po’ di giocare ai rigori e cominciarono a usare Giggetto come bersaglio. Smisero quando Giggetto cominciò a scagliare invettive… e grossi sassi.

Passarono altri dieci minuti. Er Modifica e Er Trota si appassionarono talmente al gioco da dimenticare che lo stavano facendo solamente per far contento Er Forcipe e toglierselo presto di torno.

Un sano spirito di competizione invase le loro vene, come i pollini primaverili. Nuova linfa scorreva in loro. Sentirono i polmoni aprirsi, i muscoli riprendere vigore. Il sudore scorrere sulla loro fronte, sotto le loro ascelle, e impregnare i loro abiti.

Cominciarono a spandere odori che da tempo immemore non emanavano in un luogo aperto.

I gatti continuarono ad osservarli nel Sole, ma senza sbadigliare più, e possibilmente controvento.

Dopo la prima mezz’ora di gioco, si unirono a loro dei ragazzi che passavano di lì. Presi da una generale euforia, ed anche grazie a un provvidenziale "ponentino", che portava via esalazioni poco gradevoli, altri ancora si aggregarono.

Persino delle ragazze si fermarono a guardare. I tre, catturati così dall’ebbrezza viriloide, presi da novello entusiasmo, seguitarono a giocare: finte, spinte, dribbling, gomitate ai fianchi e calci sugli stinchi. Il cuore pompava, i polmoni si gonfiavano, le vene pulsavano…

Un quarto d’ora dopo, i tre stramazzarono al suolo come un sol uomo dando – almeno in questo – gran prova di gioco di squadra.

Si risvegliarono al Pronto Soccorso.

Diagnosi: Intossicazione da Acido Lattico.

Il dottore che li visitava segnò: Riposo Assoluto, Prognosi giorni due salvo complicazioni.

Er Modifica fissò di sbieco Mariotto, sibilando: "Te l’avevo detto che eravamo stanchi, che se dovevamo riposà’!"

Dopo una pausa, domandò al dottore (che nel frattempo stava aprendo la finestra per far cambiare aria): "Ma che ce hanno portato qua coll’ambulanza?"

"L’ambulanza? Macchè? – disse il dottore – So’ stati dei vecchietti che stavano ar parco co’ voi, a portavve qua!"

"E mo, ‘ndo stanno?"

"Hanno detto che riandavano a corre…"

Fuori dal Pronto Soccorso un gatto sbadigliò pigramente alla primavera.

 

 

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