La ballata del Cavalier del Tasso
Canto 7°
[...]
"All'usato turista giapponese!"
Qual oratore in stil tutto ateniese
Si terse 'l fronte di sudore asperso.
Si compiacque del suo pensar diverso,
col sorriso che incanta il mondo intero,
quel mondo che salvò dal fato austero,
dell'error rosso, che abbracciò col nero!
"Di un error ïo fe' "squadra di calcio" "
Pensò senza delitto e senza intralcio
"Ch'io gioco a palla con i miei nemici
Che fiuto a modo con le mie Narici...
Le mie froge son così perfette
Che son nel naso quali due fossette...
Ma s'avessi un sol pertugio in viso
Dal mio inimico pur sarìa deriso,
nel suo umorismo criminale e stolto,
che ardirebbe dir ch'ho del gluteo in volto!"
...
Questa riflessione un po' l'offese;
Scosse 'l capo, ma subito riprese
Il fil di sue meditazioni arcane:
"Che mal pur ci sarìa, in tali ingiurie strane?
Non proferì forse 'l fido mio vassallo
Che i Grandi Deretan vanno a cavallo
Sulla groppa d'Europa in maggioranza?
Non son in fondo io fautor dell'alleanza
Coi ceti più potenti in fratellanza?
Se i Grandi Deretan hanno potenza
Non poss'io per nulla ora farne senza!
Gradiranno la mia ritonda faccia
A loro omaggio, o quale più lor piaccia!
Quanto pria muterò miei connotati,
Per renderli ancora di più adeguati,
Senz'accuse di falsa cupidigia,
A fattezze di Vener Callipigia!!!"
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